Una mano ha cambiato tutto
di
Alessandra Gu
genere
dominazione
Ho già scritto qualcosa in questi spazi: molto confusamente. Qualcosa che non ritrovo, disperso nei meandri della rete.
Le emozioni più coinvolgenti, più subdole, più eccitanti sono stete accese sia da eventi inaspettati della quotidianità, fatta di Convegni per la valorizzazione dei prodotti agricoli locali, prodotti che poi diventano cibo genuino a chilometro zero, ma anche da episodi capitati durante la normale quotidianità dell'insegnamento in una Scuola Superiore della città caoluogo, Scuola che forma le Professionalità di Designer, aprendo molti canali.
Queste esperienze hanno aperto me. Mi hanno aperta a nuove visioni dei rapporti occasionali, a differente modalità di considerare la fedeltà verso il partner/marito, padre dei due figli adolescenti che crescono e mi hanno “aperto” nel senso letterale del termine, nelle parti più intime del mio corpo di donna ormai 56enne. Corpoo ormai con evidenti rotondità polpose che evidentemente attraggono ancora qualcuno. Sono sempre stata grassottella e con l'età il seno è diventato più abbondante anche se non enorme, così come sedere e cosce. La figa, già cernosa di suo, che si gonfia ancora di più quando sollecitata da una bocca esterta, da una mano insolente che affonda tra le cosce e che si calma dopo aver stretto, strizzato un pene duro che si è svuotato dentro avvolto dalle carni bollenti della vagina che va per conto suo anche se razionalmente cerco di non dare soddisfazione, volendomi mantenere pronta solo per l'uomo con cui condivido la vita.
Alessandra, nata a genova e adottata dal sud della meravigliosa Sardegna. Impegnata come Etnologa/antropologa blogger in materia, come già scritto, di valorizzazione delle produzioni locali di prodotti alimentari e bevande, e tutto quello che ci gira intorno.
Non abito in città, dove insegno e uno studente di una delle mie classi, abita in uno dei centri che compongono la Città Metropolitana. Stesso agglomerato di casa in cui abito io.
Era un giovedì e a metà mattina avevo finito le mie ore. Quella mattina non avevo lezione in classe di questo alunno, l'ho incontrato nel corridoio. Chiedendogli come mai non fosse in classe, mi ha risposto che sentendosi poco bene, gli avevano concesso di andar via prima. Lo conoscevo, conoscevo la famiglia, in un paesotto di alcune migliaia di anime ci si conosce anche non frequentandosi. Gli ho chiesto se potevo accompagnarlo io a casa visto che anch'io mi apprestavo a rientrare. Ho visto una strana smorfia sul suo volto e gli occhi che si illuminavano, Ho dato a tutto questo un significato: -mah.. evidentemente sta male davvero..
Durante il tragitto in macchina, appena usciti dalla città, presso lo svincolo per l'aeroporto, Lui mi ha chiesto se poteva farmi vedere un breve video e alcune foto. Ho acconsentito chiedendo se era il caso che mi fermassi, Ricevendo un: -si prof, forse è meglio.- A quel punto la mia curiosità era a mille e ne avevo ben ragione. Il video in questione, ripreso come le altre foto chiaramente da una rampa di scale inferiore verso quella superiore, inquadrava le parti intime sotto il vestito di una donna ferma appoggiata alla ringhiera, con un piede in uno scalino e l'altro su quello superiore, La donna ferma parlava con qualcuno lì, sulle scale, questo qualcuno non era inquadrato perché era dalla parte del muro. La donna ero io e ricordo che parlavo con un collega per metterci d'accordo su come procedere per una manifestazione che a scuola nelle settimane successive si sarebbe svolta
Avevo lo stesso vestito che in quel momewnto indossavo. Mi finiva a metà ginochio, comode calze velate autoreggenti e mutandine. In classe mi guardavo bene dall'accavallare le gambe; la cattedra non aveva riparo in legno che impedisse lo sguardo dei ragazzi. -Cancella tutto brutto porco schifoso. Cosa vuoi? Con chi hai condiviso queste schifezze? So che ti ho tra i contatti su Facebook. Le hai messe anche lì? Brutto porco! Vi denuncio tutti, Delinquenti.- le mie parole:
-Prof. Stia calma. Lo sa che nelle fantasie erotiche di noi adolescenti, spesso ci sono donne adulte, sposate e sistemate. Madri e, perché no, anche nonne dei nostri compagni, vicine di casa, conoscenti, insegnanti... Lei non si immagina quanti ragazzi a scuola e in paese vorrebbero stare tra le sue belle cosce polpose . Vorrebbero imparare con lei a soddisfare una donna.-
Con un sorriso beffardo, questa è stata la sua risposta alla mia rabbia furente.
-adesso scendi e vai per conto tuo, tanto lì c'è una fermata sel pullman-
-Ok prof. Vado, ma mi lasci fare una cosa.-
All'improvviso, prima che potewssi rendermi conto, la sua mano era sul mio ginocchio. Scorrendo su per l'interno cosia mi ha scoperto totalmente le gambe e la sua mano è scopmarsa tra le mie cosce che solo dopo, sentendo le dita a contatto con l'elastico delle mutandine, ho chiuso l'una sull'altra imprigionandogli la mano e il polso. Mano che però, sapietemente si muoveva tra le mie morbidezze e spposnando l'elastico delle mutandine, ebtravanoo leggermente tra le grandi labbra.
Er o seduta sul sedile di guida. Non potevo indietreggiare con il bacino e la sua faccia sulla mia che tentava di baciarmi impediva di muovermi . Sono sfuggita al suo bacio ma le dita dentro le sentivo eccome, Mi sussurrava parcole sconce baciandomi sul collo: - ohhh siii dai... senti come ti frugo la figa? Sei bollente, ammettilo che sei eccitata. Sono sicuro che tra un po' ti strappo un orgasmo, Ti faccio venire. Mi allagherai la mano. Lo sento dal calore che hai tra queste coscione stupende. Dai che ti faccio godere.-
non riuscivo a oppormi. Lì, in quella piazzola di sosta in quella strada a 4 corsie in cui le auto prendevano velocità, figuriamoci se qualcuno poteva immaginare o intuire cosa stava succedendo a bordo strada.
Sono venuta, con un urlo gli sono venuta sulla mano, gli ho allagato il braccio, Mi sono resa conto dopo che venendo spingevo il bacino verso la sua mano per sentire meglio le dita dentro, frugare le mie intimità, prendermi, possedermi, mi sono vergognata da scappare, ma non potevo, non volevo andare via,
adesso tocca a te. Non ci vede nessuno. Figurati se si preoccupano di noi. Dai... prendilo in mano, poi mi fai un pompino.-
-tu sei pazzo! Qui? Per strada? Con un ragazzino!?.
-daiiiii o video e foto partono, dai che così mi diventa duro come il marmo. È già duro, ma voglio fartelo sentire di pietra, poi troviamo un angolino e mi ti faccio-
Abbassandosi i pantaloni mi ha afferrato il polso, mi faceva male e gliel'ho impugnato. Lo stavo masturbando. Stavo regalando una sega a un mio alunno nella mia macchina
-succhiamelo.-
L'ho preso in bocca. Tre o quattro pompate e l'ho fatto sborrare. Mi teneva la testa sul suo cazzo premendomi la nuca, ho ingoiato quasi tutto. Scesa dall'auto passata dalla parte riparata mi sono sistemata meglio che potevo mentre lui imprecava. - troia non erano questi i patti, voglio scoparti, farti mia sborrarti in figa e raccontare come le lo strizzi con la tua vagina bollente. Hai visto com'è grosso? Ti piacerà.-
Risalendo in macchina, lui si apprestava a scendere. L'ho fermato dicendo che l'avrei accompagnato fino all'ingresso dell'abitato. Non abbiamo parlato. Scendendo mi ha detto: - non pensare che ho rinunciato a fotterti. Vedrai che prima che te l'immagini mi avrai tra quelle cosce da sballo.-
La notte per la prima volta, dopo fatto l'amore con mio marito sono dovuta scappare in bagno a masturbarmi ancora, Non mi è bastato. Continuavo a pensare a quel ragazzino. sentivo le sue dita dentro me e come mi aveva fatto venire. Il sapore leggermente amaro della sua sborra, ma immaginavo e fantasticavo sulla scopata che mi aveva promesso
Alessagui@virgilio.it
Le emozioni più coinvolgenti, più subdole, più eccitanti sono stete accese sia da eventi inaspettati della quotidianità, fatta di Convegni per la valorizzazione dei prodotti agricoli locali, prodotti che poi diventano cibo genuino a chilometro zero, ma anche da episodi capitati durante la normale quotidianità dell'insegnamento in una Scuola Superiore della città caoluogo, Scuola che forma le Professionalità di Designer, aprendo molti canali.
Queste esperienze hanno aperto me. Mi hanno aperta a nuove visioni dei rapporti occasionali, a differente modalità di considerare la fedeltà verso il partner/marito, padre dei due figli adolescenti che crescono e mi hanno “aperto” nel senso letterale del termine, nelle parti più intime del mio corpo di donna ormai 56enne. Corpoo ormai con evidenti rotondità polpose che evidentemente attraggono ancora qualcuno. Sono sempre stata grassottella e con l'età il seno è diventato più abbondante anche se non enorme, così come sedere e cosce. La figa, già cernosa di suo, che si gonfia ancora di più quando sollecitata da una bocca esterta, da una mano insolente che affonda tra le cosce e che si calma dopo aver stretto, strizzato un pene duro che si è svuotato dentro avvolto dalle carni bollenti della vagina che va per conto suo anche se razionalmente cerco di non dare soddisfazione, volendomi mantenere pronta solo per l'uomo con cui condivido la vita.
Alessandra, nata a genova e adottata dal sud della meravigliosa Sardegna. Impegnata come Etnologa/antropologa blogger in materia, come già scritto, di valorizzazione delle produzioni locali di prodotti alimentari e bevande, e tutto quello che ci gira intorno.
Non abito in città, dove insegno e uno studente di una delle mie classi, abita in uno dei centri che compongono la Città Metropolitana. Stesso agglomerato di casa in cui abito io.
Era un giovedì e a metà mattina avevo finito le mie ore. Quella mattina non avevo lezione in classe di questo alunno, l'ho incontrato nel corridoio. Chiedendogli come mai non fosse in classe, mi ha risposto che sentendosi poco bene, gli avevano concesso di andar via prima. Lo conoscevo, conoscevo la famiglia, in un paesotto di alcune migliaia di anime ci si conosce anche non frequentandosi. Gli ho chiesto se potevo accompagnarlo io a casa visto che anch'io mi apprestavo a rientrare. Ho visto una strana smorfia sul suo volto e gli occhi che si illuminavano, Ho dato a tutto questo un significato: -mah.. evidentemente sta male davvero..
Durante il tragitto in macchina, appena usciti dalla città, presso lo svincolo per l'aeroporto, Lui mi ha chiesto se poteva farmi vedere un breve video e alcune foto. Ho acconsentito chiedendo se era il caso che mi fermassi, Ricevendo un: -si prof, forse è meglio.- A quel punto la mia curiosità era a mille e ne avevo ben ragione. Il video in questione, ripreso come le altre foto chiaramente da una rampa di scale inferiore verso quella superiore, inquadrava le parti intime sotto il vestito di una donna ferma appoggiata alla ringhiera, con un piede in uno scalino e l'altro su quello superiore, La donna ferma parlava con qualcuno lì, sulle scale, questo qualcuno non era inquadrato perché era dalla parte del muro. La donna ero io e ricordo che parlavo con un collega per metterci d'accordo su come procedere per una manifestazione che a scuola nelle settimane successive si sarebbe svolta
Avevo lo stesso vestito che in quel momewnto indossavo. Mi finiva a metà ginochio, comode calze velate autoreggenti e mutandine. In classe mi guardavo bene dall'accavallare le gambe; la cattedra non aveva riparo in legno che impedisse lo sguardo dei ragazzi. -Cancella tutto brutto porco schifoso. Cosa vuoi? Con chi hai condiviso queste schifezze? So che ti ho tra i contatti su Facebook. Le hai messe anche lì? Brutto porco! Vi denuncio tutti, Delinquenti.- le mie parole:
-Prof. Stia calma. Lo sa che nelle fantasie erotiche di noi adolescenti, spesso ci sono donne adulte, sposate e sistemate. Madri e, perché no, anche nonne dei nostri compagni, vicine di casa, conoscenti, insegnanti... Lei non si immagina quanti ragazzi a scuola e in paese vorrebbero stare tra le sue belle cosce polpose . Vorrebbero imparare con lei a soddisfare una donna.-
Con un sorriso beffardo, questa è stata la sua risposta alla mia rabbia furente.
-adesso scendi e vai per conto tuo, tanto lì c'è una fermata sel pullman-
-Ok prof. Vado, ma mi lasci fare una cosa.-
All'improvviso, prima che potewssi rendermi conto, la sua mano era sul mio ginocchio. Scorrendo su per l'interno cosia mi ha scoperto totalmente le gambe e la sua mano è scopmarsa tra le mie cosce che solo dopo, sentendo le dita a contatto con l'elastico delle mutandine, ho chiuso l'una sull'altra imprigionandogli la mano e il polso. Mano che però, sapietemente si muoveva tra le mie morbidezze e spposnando l'elastico delle mutandine, ebtravanoo leggermente tra le grandi labbra.
Er o seduta sul sedile di guida. Non potevo indietreggiare con il bacino e la sua faccia sulla mia che tentava di baciarmi impediva di muovermi . Sono sfuggita al suo bacio ma le dita dentro le sentivo eccome, Mi sussurrava parcole sconce baciandomi sul collo: - ohhh siii dai... senti come ti frugo la figa? Sei bollente, ammettilo che sei eccitata. Sono sicuro che tra un po' ti strappo un orgasmo, Ti faccio venire. Mi allagherai la mano. Lo sento dal calore che hai tra queste coscione stupende. Dai che ti faccio godere.-
non riuscivo a oppormi. Lì, in quella piazzola di sosta in quella strada a 4 corsie in cui le auto prendevano velocità, figuriamoci se qualcuno poteva immaginare o intuire cosa stava succedendo a bordo strada.
Sono venuta, con un urlo gli sono venuta sulla mano, gli ho allagato il braccio, Mi sono resa conto dopo che venendo spingevo il bacino verso la sua mano per sentire meglio le dita dentro, frugare le mie intimità, prendermi, possedermi, mi sono vergognata da scappare, ma non potevo, non volevo andare via,
adesso tocca a te. Non ci vede nessuno. Figurati se si preoccupano di noi. Dai... prendilo in mano, poi mi fai un pompino.-
-tu sei pazzo! Qui? Per strada? Con un ragazzino!?.
-daiiiii o video e foto partono, dai che così mi diventa duro come il marmo. È già duro, ma voglio fartelo sentire di pietra, poi troviamo un angolino e mi ti faccio-
Abbassandosi i pantaloni mi ha afferrato il polso, mi faceva male e gliel'ho impugnato. Lo stavo masturbando. Stavo regalando una sega a un mio alunno nella mia macchina
-succhiamelo.-
L'ho preso in bocca. Tre o quattro pompate e l'ho fatto sborrare. Mi teneva la testa sul suo cazzo premendomi la nuca, ho ingoiato quasi tutto. Scesa dall'auto passata dalla parte riparata mi sono sistemata meglio che potevo mentre lui imprecava. - troia non erano questi i patti, voglio scoparti, farti mia sborrarti in figa e raccontare come le lo strizzi con la tua vagina bollente. Hai visto com'è grosso? Ti piacerà.-
Risalendo in macchina, lui si apprestava a scendere. L'ho fermato dicendo che l'avrei accompagnato fino all'ingresso dell'abitato. Non abbiamo parlato. Scendendo mi ha detto: - non pensare che ho rinunciato a fotterti. Vedrai che prima che te l'immagini mi avrai tra quelle cosce da sballo.-
La notte per la prima volta, dopo fatto l'amore con mio marito sono dovuta scappare in bagno a masturbarmi ancora, Non mi è bastato. Continuavo a pensare a quel ragazzino. sentivo le sue dita dentro me e come mi aveva fatto venire. Il sapore leggermente amaro della sua sborra, ma immaginavo e fantasticavo sulla scopata che mi aveva promesso
Alessagui@virgilio.it
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