Le cambiali si pagano, capitolo quarto
di
GIAni
genere
sadomaso
Subito dopo, andai a controllare Isabella, che dormiva su un letto di piume, nuda, le lenzuola immacolate sporche di sangue. Le afferrai subito forte la vulvetta e urlò, dicendo di non poter sopportare il dolore, le faceva troppo male.
Uhm, male male piccolina, molto male. La baciai e poi informai che del suo corpo disponevo io e come non si sarebbe mai ribellata ai colpi. Dei suoi genitori per non averne di più, lo stesso doveva fare con me. Arrivò poi la domestica con un ferro arriventato dove era impresso il mio marchio, il marito la prese da dietro mettendo le sue braccia sotto le sue e sempre con quelle, serrandole le gambe spalacate sotto le ginocchia."Ti amo", le dissi, e la marchiai appena sopra l'inizio dell'incavo delle grandi labbra. Si pisciò addosso e perse i sensi. A.R. owner, riportava il marchio a fuoco.
Quando rinvenne, la penetrai di nuovo asciutta, mentre il domestico ci ripendeva con una telecamera ultraprofessionale. Più tardi venne mio padre, 73 anni ben portati e consumatore di viagra: aveva libero accesso su di lei e la sfondò ben bene. Finito, andò in macchina e tornò con una manichetta quasi identica al tubo dell'acqua per la lavatrice che Isabella, ora Stella, conosceva molto bene.Non so dire quanti colpi le assestò ma quando finì, l'intera schiena e le natiche erano un campo di battaglia. La costrinse a ringraziarlo per i colpi con un pompino. Mi supplicò di cedergliela ma nisba.
"Posso darle un morso?" Mi chiese quasi con un lamento. "Dove?", Risposi. Voglio morderle la sommità del pube, sotto il marchio. Fu accontentato e Stella perse i sensi.Quando andò via, iniziai a sfregarle il clitoride finché si bagnò ed ebbe un orgasmo che la ridestò. Le ordinai di aprire l'armadio davanti a se: in una rastrelliera, ordinatissimi, c'erano 7 bastoni sottili con la parte terminale in pelle dura ma flessibile e nell'anta accanto, due flagelli, uno scudiscio, una frusta da muli e una bullwhip. In basso, due frustini per i seni e uno appositamente pensato per la vulva. La succhiai i capezzoli, la baciai in profondità sulla bocca e le chiesi con cosa preferiva iniziare, le lacrime scesero così copiose che mi bagnarono la mano e le tirai uno schiaffo fortissimo, facendola sanguinare dal naso e dal labbro, dunque la masturbai forte fino a farla venire.
Uhm, male male piccolina, molto male. La baciai e poi informai che del suo corpo disponevo io e come non si sarebbe mai ribellata ai colpi. Dei suoi genitori per non averne di più, lo stesso doveva fare con me. Arrivò poi la domestica con un ferro arriventato dove era impresso il mio marchio, il marito la prese da dietro mettendo le sue braccia sotto le sue e sempre con quelle, serrandole le gambe spalacate sotto le ginocchia."Ti amo", le dissi, e la marchiai appena sopra l'inizio dell'incavo delle grandi labbra. Si pisciò addosso e perse i sensi. A.R. owner, riportava il marchio a fuoco.
Quando rinvenne, la penetrai di nuovo asciutta, mentre il domestico ci ripendeva con una telecamera ultraprofessionale. Più tardi venne mio padre, 73 anni ben portati e consumatore di viagra: aveva libero accesso su di lei e la sfondò ben bene. Finito, andò in macchina e tornò con una manichetta quasi identica al tubo dell'acqua per la lavatrice che Isabella, ora Stella, conosceva molto bene.Non so dire quanti colpi le assestò ma quando finì, l'intera schiena e le natiche erano un campo di battaglia. La costrinse a ringraziarlo per i colpi con un pompino. Mi supplicò di cedergliela ma nisba.
"Posso darle un morso?" Mi chiese quasi con un lamento. "Dove?", Risposi. Voglio morderle la sommità del pube, sotto il marchio. Fu accontentato e Stella perse i sensi.Quando andò via, iniziai a sfregarle il clitoride finché si bagnò ed ebbe un orgasmo che la ridestò. Le ordinai di aprire l'armadio davanti a se: in una rastrelliera, ordinatissimi, c'erano 7 bastoni sottili con la parte terminale in pelle dura ma flessibile e nell'anta accanto, due flagelli, uno scudiscio, una frusta da muli e una bullwhip. In basso, due frustini per i seni e uno appositamente pensato per la vulva. La succhiai i capezzoli, la baciai in profondità sulla bocca e le chiesi con cosa preferiva iniziare, le lacrime scesero così copiose che mi bagnarono la mano e le tirai uno schiaffo fortissimo, facendola sanguinare dal naso e dal labbro, dunque la masturbai forte fino a farla venire.
8
voti
voti
valutazione
3.8
3.8
Commenti dei lettori al racconto erotico