Un (non più) noioso viaggio in autobus
di
Nina.gm
genere
etero
Il ritorno da un viaggio, di qualsiasi tipo, sembra sempre lungo, faticoso e noioso.
Quello di cui sto scrivendo, è iniziato in maniera peggiore del solito.
Avevo passato 10 ore in viaggio nel giro di un giorno e mezzo, tra bus e treni, per non godermi nemmeno a pieno il tempo passato nella città che avrei voluto visitare.
Ero sul bus di ritorno, ovviamente in ritardo, e stavo litigando con il mio ragazzo tramite messaggio già da 3 ore e il solo pensiero che me ne mancassero altre tre prima di poter arrivare a casa e rilassarmi con una doccia calda mi stava stressando al massimo.
All’improvviso un’idea particolare cominciò a solleticarmi il cervello; perchè non toccarmi un po’, giusto per passare il tempo e far sciogliere i miei nervi? Mi guardai intorno e mi assicurai di poter avere un minimo di privacy sebbene fossi in quella situazione. Osservai per bene ciò che mi circondava: tre persone nella prima fila, abbastanza distanti da me che ero comunque coperta dalla balaustra del sedile; una signora piuttosto anziana che dormiva qualche sedile più indietro e un ragazzo nei sedili della fila accanto a me, alla mia stessa altezza che aveva gli occhi chiusi e le cuffiette. Non era esattamente il mio tipo, ma era carino: capelli corti e castani portati con un ciuffo disordinato, orecchino, tuta della Givova e marsupio. Mentre lo stavo scrutando, aprì gli occhi castani e si tolse la felpa per rimanere con una semplice t-shirt bianca e mettere in mostra un tatuaggio sul braccio sinistro ancora impellicolato. Era minuto ma sembrava alto, di certo più di me.
Appena richiuse gli occhi io ritornai al mio pensiero iniziale.
Cercai una storia da leggere online e iniziai, con una leggera musica di sottofondo nelle orecchie, ad accarezzarmi in mezzo alle gambe attraverso la stoffa di pantaloni e slip. La barriera tra le mie dita e il mio clitoride era decisamente troppo spessa, non riuscivo a trovare nessun racconto che solleticasse la mia fantasia e la paura di essere vista non era per me eccitante. Decisi di mettere il cellulare in modalità aereo per non ricevere più notifiche dal mio ragazzo, chiusi gli occhi e iniziai a viaggiare con la mia testa. Misi di fianco a me il mio zaino in modo che nessuno potesse vedere quello che stavo facendo e iniziai nuovamente ad accarezzarmi in mezzo alle gambe con le punte delle dita quasi a farmi dei grattini. Iniziò a diventare piacevole in modo rilassante; non quello che speravo ma era già qualcosa.
Mentre ero nel mio mondo, sentii lo zaino spostarsi e aprii gli occhi immediatamente per paura, forse che mi avessero scoperto, forse che mi volessero derubare pensando che fossi addormentata, e vidi il ragazzo in tuta guardarmi con sguardo che chiedeva il permesso: di sedersi? Di toccarmi? Di guardarmi? Non lo so, ma non lo cacciai. Semplicemente ci guardammo fissi negli occhi. Avevo il cuore a mille e il respiro molto veloce. Mi mise una mano sull’interno coscia, ancora con lo stesso sguardo e di nuovo non lo cacciai. Da vicino potei constatare che avesse un buon profumo addosso e che probabilmente fosse più piccolo di me di 3 o 4 anni.
Iniziò ad accarezzarmi sfiorando solo i miei pantaloni e facendo su e giù con le dita avvicinandosi sempre di più al mio sesso che in quel momento faceva male per quanto fossi eccitata. Quando finalmente lo sfiorò a mano piena tirai un sospiro di sollievo e richiusi gli occhi lasciandomi andare sul sedile. Si avvicinò al mio orecchio con le labbra per sussurrarmi di rilassarmi ed il suo nome e mi stampò qualche bacio sul collo prima di infilare le dita sotto ai pantaloni e agli slip. Finalmente la barriera non c’era più e i miei nervi potevano distendersi totalmente, abbandonarsi nelle mani di questo ragazzo sconosciuto che mi stava facendo sentire bollente in ogni parte del mio corpo.
Ci sapeva fare, questo lo notai subito. Teneva gli occhi fissi nei miei, quando non li chiudevo. Raccolse la mia eccitazione con un dito per poter lubrificare il clitoride e iniziare a toccarmi davvero. Iniziò con lenti movimenti rotatori e gradualmente aumentò la velocità, ma non la pressione. Un piccolo gemito fuori dalle mie labbra e mi coprì la bocca con la mano che gli era libera. Egoisticamente, non l’avevo ancora nemmeno sfiorato, mi stavo godendo tutto quello che mi stava facendo provare senza restituirgli nulla in cambio. Questo pensiero mi portò a prestare la mia attenzione ai suo pantaloni: mi fu subito evidente che fosse eccitato tanto quanto me e che kl suo cazzo avesse delle buone dimensioni, ma mi richiamò all’ordine alzando il mio mento con un dito della mano con cui si stava preoccupando di coprirmi la bocca e scosse la testa. Non voleva che lo toccassi? Forse sarebbe stato troppo esplicito? Non lo sapevo e non mi interessava neppure, in quel momento. Mi preoccupai piuttosto di non fare troppo rumore quando dal clitoride, due delle sue dita si spostarono per entrare dentro di me. Ovviamente non fece male, ero fradicia. Ma fu un sollievo quasi doloroso perchè non completo. La mia eccitazione era alle stelle e non mi sarebbe bastato essere toccata. Avrei voluto poterlo spogliare, toccarlo e scoparlo come lui stava scopando me con la mano. Le dita diventarono tre e io non potevo più evitare di venire, ne avevo bisogno. Avevo bisogno di scaricare quella tensione attorno a lui. Mentre continuava a scoparmi con le dita, misi un mio dito tra le labbra per lubrificarlo, fissandolo dritta negli occhi - la sua mano ora appoggiata sul cavallo dei suoi pantaloni- e lo abbassai anche io per toccarmi. Iniziai a masturbare il clitoride e mi resi conto che nel giro di pochi secondi sarei venuta. Sperai con tutta me stessa di non emettere alcun suono, tutta la mia concentrazione ancora disponibile andò in quella direzione. Ancora occhi dentro occhi, mi stava facendo impazzire tanto quanto la sua pelle fredda delle mani a toccare la mia bollente. Il suo sguardo però non era più così sicuro di se, iniziò a vacillare quando iniziai a toccarmi. La sua espressione rendeva palese la sua voglia di entrarmi dentro, di avere un orgasmo. Inarcai la schiena quando arricciò le dita in un modo diverso da quello usato fino a quel momento e lui alzò gli occhi al cielo sospirando. Finalmente mi diede il permesso di toccarlo portando la mia mano libera sul cavallo dei suoi pantaloni e bastarono pochi secondi per sentire la stoffa inumidirsi. Avevo appena fatto venire un ragazzo sconosciuto nei pantaloni, solo sfiorandolo, mentre mi stava toccando in una delle situazioni più eccitanti di sempre. Questo fece in modo che io gli venissi immediatamente attorno; inarcai nuovamente la schiena, le mie gambe iniziarono a tremare e mi coprii la bocca con la mia stessa mano per non emettere alcun suono. Continuavo a toccarmi e lui a scoparmi con le dita, rallentando a mano a mano durante il mio orgasmo. Mi tolse la mano dalla bocca e ci baciammo per la prima volta. Fu un bacio eccitante, provocatorio e mi mandò un ultimo brivido giù per la schiena prima che sentissimo l’altoparlante annunciare la prossima fermata e vedessimo le luci accendersi catapultandoci nella realtà. Prese il suo telefono dalla tasca e si fece segnare il mio account Instagram nelle note, prima di stamparmi un bacio veloce, recuperare la sua felpa e scendere.
Ci misi un po’ prima di tornare alla realtà e capire cosa fosse successo, ma di sicuro dopo il viaggio fu meno noioso.
Quello di cui sto scrivendo, è iniziato in maniera peggiore del solito.
Avevo passato 10 ore in viaggio nel giro di un giorno e mezzo, tra bus e treni, per non godermi nemmeno a pieno il tempo passato nella città che avrei voluto visitare.
Ero sul bus di ritorno, ovviamente in ritardo, e stavo litigando con il mio ragazzo tramite messaggio già da 3 ore e il solo pensiero che me ne mancassero altre tre prima di poter arrivare a casa e rilassarmi con una doccia calda mi stava stressando al massimo.
All’improvviso un’idea particolare cominciò a solleticarmi il cervello; perchè non toccarmi un po’, giusto per passare il tempo e far sciogliere i miei nervi? Mi guardai intorno e mi assicurai di poter avere un minimo di privacy sebbene fossi in quella situazione. Osservai per bene ciò che mi circondava: tre persone nella prima fila, abbastanza distanti da me che ero comunque coperta dalla balaustra del sedile; una signora piuttosto anziana che dormiva qualche sedile più indietro e un ragazzo nei sedili della fila accanto a me, alla mia stessa altezza che aveva gli occhi chiusi e le cuffiette. Non era esattamente il mio tipo, ma era carino: capelli corti e castani portati con un ciuffo disordinato, orecchino, tuta della Givova e marsupio. Mentre lo stavo scrutando, aprì gli occhi castani e si tolse la felpa per rimanere con una semplice t-shirt bianca e mettere in mostra un tatuaggio sul braccio sinistro ancora impellicolato. Era minuto ma sembrava alto, di certo più di me.
Appena richiuse gli occhi io ritornai al mio pensiero iniziale.
Cercai una storia da leggere online e iniziai, con una leggera musica di sottofondo nelle orecchie, ad accarezzarmi in mezzo alle gambe attraverso la stoffa di pantaloni e slip. La barriera tra le mie dita e il mio clitoride era decisamente troppo spessa, non riuscivo a trovare nessun racconto che solleticasse la mia fantasia e la paura di essere vista non era per me eccitante. Decisi di mettere il cellulare in modalità aereo per non ricevere più notifiche dal mio ragazzo, chiusi gli occhi e iniziai a viaggiare con la mia testa. Misi di fianco a me il mio zaino in modo che nessuno potesse vedere quello che stavo facendo e iniziai nuovamente ad accarezzarmi in mezzo alle gambe con le punte delle dita quasi a farmi dei grattini. Iniziò a diventare piacevole in modo rilassante; non quello che speravo ma era già qualcosa.
Mentre ero nel mio mondo, sentii lo zaino spostarsi e aprii gli occhi immediatamente per paura, forse che mi avessero scoperto, forse che mi volessero derubare pensando che fossi addormentata, e vidi il ragazzo in tuta guardarmi con sguardo che chiedeva il permesso: di sedersi? Di toccarmi? Di guardarmi? Non lo so, ma non lo cacciai. Semplicemente ci guardammo fissi negli occhi. Avevo il cuore a mille e il respiro molto veloce. Mi mise una mano sull’interno coscia, ancora con lo stesso sguardo e di nuovo non lo cacciai. Da vicino potei constatare che avesse un buon profumo addosso e che probabilmente fosse più piccolo di me di 3 o 4 anni.
Iniziò ad accarezzarmi sfiorando solo i miei pantaloni e facendo su e giù con le dita avvicinandosi sempre di più al mio sesso che in quel momento faceva male per quanto fossi eccitata. Quando finalmente lo sfiorò a mano piena tirai un sospiro di sollievo e richiusi gli occhi lasciandomi andare sul sedile. Si avvicinò al mio orecchio con le labbra per sussurrarmi di rilassarmi ed il suo nome e mi stampò qualche bacio sul collo prima di infilare le dita sotto ai pantaloni e agli slip. Finalmente la barriera non c’era più e i miei nervi potevano distendersi totalmente, abbandonarsi nelle mani di questo ragazzo sconosciuto che mi stava facendo sentire bollente in ogni parte del mio corpo.
Ci sapeva fare, questo lo notai subito. Teneva gli occhi fissi nei miei, quando non li chiudevo. Raccolse la mia eccitazione con un dito per poter lubrificare il clitoride e iniziare a toccarmi davvero. Iniziò con lenti movimenti rotatori e gradualmente aumentò la velocità, ma non la pressione. Un piccolo gemito fuori dalle mie labbra e mi coprì la bocca con la mano che gli era libera. Egoisticamente, non l’avevo ancora nemmeno sfiorato, mi stavo godendo tutto quello che mi stava facendo provare senza restituirgli nulla in cambio. Questo pensiero mi portò a prestare la mia attenzione ai suo pantaloni: mi fu subito evidente che fosse eccitato tanto quanto me e che kl suo cazzo avesse delle buone dimensioni, ma mi richiamò all’ordine alzando il mio mento con un dito della mano con cui si stava preoccupando di coprirmi la bocca e scosse la testa. Non voleva che lo toccassi? Forse sarebbe stato troppo esplicito? Non lo sapevo e non mi interessava neppure, in quel momento. Mi preoccupai piuttosto di non fare troppo rumore quando dal clitoride, due delle sue dita si spostarono per entrare dentro di me. Ovviamente non fece male, ero fradicia. Ma fu un sollievo quasi doloroso perchè non completo. La mia eccitazione era alle stelle e non mi sarebbe bastato essere toccata. Avrei voluto poterlo spogliare, toccarlo e scoparlo come lui stava scopando me con la mano. Le dita diventarono tre e io non potevo più evitare di venire, ne avevo bisogno. Avevo bisogno di scaricare quella tensione attorno a lui. Mentre continuava a scoparmi con le dita, misi un mio dito tra le labbra per lubrificarlo, fissandolo dritta negli occhi - la sua mano ora appoggiata sul cavallo dei suoi pantaloni- e lo abbassai anche io per toccarmi. Iniziai a masturbare il clitoride e mi resi conto che nel giro di pochi secondi sarei venuta. Sperai con tutta me stessa di non emettere alcun suono, tutta la mia concentrazione ancora disponibile andò in quella direzione. Ancora occhi dentro occhi, mi stava facendo impazzire tanto quanto la sua pelle fredda delle mani a toccare la mia bollente. Il suo sguardo però non era più così sicuro di se, iniziò a vacillare quando iniziai a toccarmi. La sua espressione rendeva palese la sua voglia di entrarmi dentro, di avere un orgasmo. Inarcai la schiena quando arricciò le dita in un modo diverso da quello usato fino a quel momento e lui alzò gli occhi al cielo sospirando. Finalmente mi diede il permesso di toccarlo portando la mia mano libera sul cavallo dei suoi pantaloni e bastarono pochi secondi per sentire la stoffa inumidirsi. Avevo appena fatto venire un ragazzo sconosciuto nei pantaloni, solo sfiorandolo, mentre mi stava toccando in una delle situazioni più eccitanti di sempre. Questo fece in modo che io gli venissi immediatamente attorno; inarcai nuovamente la schiena, le mie gambe iniziarono a tremare e mi coprii la bocca con la mia stessa mano per non emettere alcun suono. Continuavo a toccarmi e lui a scoparmi con le dita, rallentando a mano a mano durante il mio orgasmo. Mi tolse la mano dalla bocca e ci baciammo per la prima volta. Fu un bacio eccitante, provocatorio e mi mandò un ultimo brivido giù per la schiena prima che sentissimo l’altoparlante annunciare la prossima fermata e vedessimo le luci accendersi catapultandoci nella realtà. Prese il suo telefono dalla tasca e si fece segnare il mio account Instagram nelle note, prima di stamparmi un bacio veloce, recuperare la sua felpa e scendere.
Ci misi un po’ prima di tornare alla realtà e capire cosa fosse successo, ma di sicuro dopo il viaggio fu meno noioso.
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