Laura: una classica storia d'ufficio capito 2

di
genere
etero

Eccomi di nuovo davanti allo specchio. Finalmente, ho dormito bene. Cerco di scrutare la mia anima otre al mio corpo. In ambo gli aspetti non trovo smagliature. Mi sento di nuovo libera e pronta per affrontare la vita.
La mattinata di sabato scorre veloce. A pranzo andiamo tutti in un piccolo agriturismo non lontano da casa. Il cibo è ottimo e la possibilità di mangiare mentre i bimbi giocano lo rende perfetto. Il dialogo tra mio marito ed io è superfluo. Generalmente parliamo poco di noi e molto degli altri. Al limite ci confrontiamo sull’educazione della nostra prole. Finito di mangiare vado dalla parrucchiera così da poter essere libera per le 16 e dare il cambio a Davide. Lui esce per andare a giocare a calcio. Io rimango a casa. I ragazzi sono davanti alla tv. Riordino il bucato e finalmente mi posso rilassare un po’. Mi metto davanti al pc per leggere le e-mail e gli ultimi gossip. Non appena apro la mia casella di posta elettronica trovo un messaggio da parte della segretaria del megadirettore. Oggetto: nuova proposta di lavoro. Non lo apro subito. Per un attimo ritorno in quel oblio che pensavo dimenticato. “Ed ora cosa mi succederà?” penso tra me e me. La cosa mi sembra strana. La e-mail è stata spedita nella mia casella privata. Mi faccio coraggio, dopotutto l’oggetto mi permette di essere positiva sul contenuto. La apro. Dopo i soliti convenevoli di rito si arriva al dunque. In poche parole il direttor Formigoni mi ha convocata nel suo studio lunedì dopo pranzo per discutere della possibilità di occupare un posto vacante nel suo staff personale. L’incontro si terrà nel pomeriggio alle 13 e posso ritenermi libera per il resto del pomeriggio. I soliti saluti di circostanza e poi il nulla. Rimangono solo i miei pensieri. Il contenuto è chiaro ma al tempo stesso non è preciso. Quale posto mi verrà proposto? Dovrò lasciare quello attuale? Il compenso economico? Insomma mille domande, ma le risposte le avrò solo durante l’incontro. Un’ultima domanda mi pervade la mente. Ho una casella di posta elettronica del lavoro, perché invece farlo in modo così informale? Non posso pensarci troppo, la mia bimba mi chiama, vuole mangiare.
Il sabato sera è dedicato a un film. Oggi è il turno di Coco. A metà della proiezione mi addormento. Sogno di essere ufficio, tutti mi scrutano con un sorriso malizioso. Ad un certo punto arriva il megadirettore e mi prende per la cintura e mi fa voltare e sollevandomi la gonna mi sculaccia davanti ai miei colleghi. Mi sveglio impaurita. Do un bacio ai miei cari e mi corico a letto. Quando mi sveglio è mattino. Sento le urla dei tre in cucina. Scendo e trovo un macello, ma la sola cosa che mi resta da fare è ridere e dare una mano a pulire. Volevano preparare i biscotti ma non ci sono riusciti. Usciamo, andiamo in pasticceria e la giornata vola via senza nulla da aggiungere. Alla sera camomilla e libro. Domani è pur sempre lunedì.
Entro nella palazzina in anticipo. Oggi mi sono svegliata presto. Mi sono vestita abbastanza in fretta perché ho preparato la mia scelta già ieri sera. Ho scelto un vestito tubino blu, senza maniche. Senza calze. Reggiseno e perizoma di pizzo anch’essi blue. Mi piace come mi si vede addosso. Favorisce le mie forme pur rimanendo comodo e classico. Perfetto per discutere di un nuovo posto di lavoro.
Entro nella sala caffè, ho fortuna, c’è già li Paolo a sostenersi sulla macchinetta. Avevo proprio bisogno di un confronto con lui. Mi avvicino minacciosa. Vado al sodo: “mi avevi detto che saresti stato zitto”. Lui mi guarda con occhi gonfi per il poco sonno, “forse è soltanto stanco dal segarsi sul completino intimo che ho dovuto regalargli”. Si slaccia leggermente la cravatta e mi intima di andare sul terrazzo. La curiosità di sapere mi porta a seguirlo. La storia è breve. I suoi due sottoposto volevano un premio anch’essi e quando il bavoso ha detto loro che non avevo accettato la proposta sono corsi velocemente a dirlo al capo per fare un dispetto a Paolo. In pratica un ammutinamento. Non ci credo, ma l’incredulità dura poco. Già alle nove vedo il signorino portare via le sue cose ed accomodarsi in un semplice box con scrivania. Mi ha detto la verità. In pausa pranzo, mentre parlo con Manu lo vedo rattristito, non è il solito viscido Paolo. Mi fa pena, anche se un po’ se lo merita. Magari lo aiuterò ma prima ho bisogno di capire di cosa si tratta la proposta del direttor Formigoni.
Sono le 12:45. Sono in bagno. Piccolo ritocchino al make-up. Mi rassicuro. Entro in ascensore, l’ansia che non si era fatta presentare in tutto il weekend d’improvviso mi assale. Cerco di distrarre i miei pensieri aggiustandomi una volta in più il vestito. Mancano due piani. Guardo le mie scarpe a spillo blue. Le ho comprate in offerta ma fanno la loro bella figura. La porta si apre su un piccolo corridoio. Lo percorro con una strana sensazione di eccitazione che mi cresce nello stomaco. Infondo, sarà la prima volta che avrò il megadirettore davanti. Lui è un uomo di colore. La sua storia personale è interessante. Da piccolo è stato adottato da una benestante famiglia di Milano. Percorso di studi eccellenti con raggiungimento della laurea con il massimo dei voti alla Bocconi. L’entrata nel mondo del lavoro è stata costellata da indubbi successi e l’approdo alla carica di direttore quasi immediata. Divorziato e senza figli, ma della sua vita privata non si sa un gran che. Si vocifera sia un ottimo amante ma a questo punto della storia la cosa ancora non m’interessa.
Busso e mi presento alla segretaria. Lei mi fa attendere offrendomi un caffè, opto per un bicchiere d’acqua naturale. Ho la gola secca. Mi siedo e passano al massimo 10 minuti. Mi sono persa nei miei pensieri. Sento un delicato tocco e la signora m’invita gentilmente ad entrare nell’ufficio del direttore. L’immagine che mi si presenta davanti è da perdifiato. Lo spazio è luminoso ed ordinato. Difronte alla parta c’è un massiccio tavolino in legno rettangolare con sei eleganti sedie ed al centro bicchierini da short. Sulla sinistra si vedono due poltrone e un divano di pelle nera disposti attorno ad un piccolo tavolino. La luce entra da una grande finestra e finisce direttamente su una bellissima scrivania dove si può vedere solamente un grande schermo della Apple. Dietro, seduto sulla sua lucente poltrona c’è lui. Un affascinante uomo di mezza età. Accenna ad un sorriso. Si possono vedere i sui perfetti denti bianchi che riflettono ancora di più con il contrasto con la sua pelle. Senza alzarsi mi invita a sedermi su una delle due sedie presenti. I 20 passi che mi dividono dalle sedie non finiscono mai. Il mio cuore comincia a battere e le mie mani si fanno d’improvviso sudate. Mi siedo e mi accomodo con la classica postura dritta e le gambe incrociate. Nel farlo ho incrociato il suo sguardo. È un uomo sicuro di sé. Mi piace.
Prende la parola. Il suo sguardo è fermo e deciso. Le sue frasi sono ricercate e il ritmo che impone al discorso rende il tutto piacevole. M’informa che ha ricevuto il soddisfacente rapportino dell’incontro avuto con il dottor Costa. Spero semplicemente non che sia redatto in modo dettagliato! Il mio capo gli ha riferito che lo spiacevole accaduto è stata solo una mancanza involontaria da parte di mio marito e che la cosa non si ripeterà ulteriormente. La cosa mi solleva di non poco l’anima. Continua dicendo che ha riscontrato con piacere la mia totale predisposizione nel soddisfare le esigenze della ditta. Per questo motivo ha valutato la opportunità di offrirmi un posto nel suo staff personale. Non so se sentirmi offesa o ringraziare per il complimento ricevuto. Comunque decido di mostrare interesse nel posto e chiedo di cosa si tratti. Lui sembra non sentire la mia domanda e con semplici parole dice che il mio attuale posto non è assolutamente in pericolo. In pratica potrò liberamente rifiutare il nuovo incarico. La cosa comincia a suonare strana, penso. Lo invito a continuare con un semplice “capisco”. Nel notare la mia disponibilità prosegue dicendo che in effetti il nuovo posto di lavoro avrà meno ore ma la retribuzione sarà più alta. Parte dalle cose positive, ottimo stratega. Aggiunge che praticamente ci saranno periodi in cui non lavorerò e che se vorrò potrò arrotondare lo stipendio svolgendo le mie attuali mansioni o altrimenti posso rimanere a casa. A questo punto chiedo di quanto denaro stiamo parlando. Lui senza esitare dice: “il triplo di quello attuale”. Mi viene da chiedere dove devo firmare ma meglio aspettare. Continua dicendo che però ci saranno dei piccoli periodi, non più di 5 giorni lavorativi, in cui sarò lontana dalla città. La cosa non mi è chiara e chiedo spiegazioni. Ripete che c’è la possibilità di viaggiare partendo il lunedì mattina e rimanere fuori città tutta la settimana ma che il rientro sarà sempre assicurato per le 5 del venerdì pomeriggio. Questo significa che prima di decidere dovrò parlarne con mio Marito. Glielo faccio presente ma senza scomporsi mi risponde che avrò 24 ore di tempo per dare una risposta in quanto il primo appuntamento di lavoro è fissato per mercoledì alle 19. A questo punto mi sorge spontanea una domanda. Il mio orario di lavoro. Lui mi assicura che al massimo dovrò lavorare 8 ore al giorno ma non mi può dare un orario preciso di inizio e fine. Insomma reperibilità 24 su 24 con un minimo di preavviso di 12 ore. La faccenda si fa complicata ma lo stipendio è ottimo. Mi dice che è arrivato il momento di rispondere alla mia prima domanda. La cosa mi colpisce, denota una certa attenzione in me e alla mia persona. Senza giri di parole mi dice che verrò assunta con un contratto regolare da artista e che la mia performance sarà quella di figurare come la sua fidanzata in cene di lavoro etc etc. La cosa mi prende totalmente allo sprovvisto, non ho parole. Sono forse vittima di molestie sul posto di lavoro? Lui capisce il mio imbarazzo e mi torna a ripetere che il mio attuale posto è al sicuro. Però lui è convinto che le mie capacità sono meglio espresse in questo indiscutibile strano lavoro. Il suo fascino mi ha colpita. La sua capacità di essere diretto ma al tempo stesso gentile mi ha conquistata e credo se ne sia accorto dalle mie guance rosse. Cerco di trovare le parole giuste per essere alla sua altezza. Lui non mi lascia il tempo di farlo. Il direttor Formigoni ribadisce che la risposta deve essere data solo dopo 24 ore e che sarò libera fino a quel momento. Conclude dicendo che nell’informare mio marito non mi dimentichi di menzionare il fatto che se accetterò il contratto con la ditta di mio marito verrà firmato su falsariga del precedente senza valutare altre proposte. Insomma uno scacco matto! Ora sono costretta a dirlo a Davide e ho uno strano presentimento. Per la seconda volta in pochi giorni non faccio altro che ringraziare in modo servizievole. Mi accompagna alla porta e baciandomi la mano mi dice semplicemente: Ci vediamo mercoledì alle 19 a casa mia. Sento una scossa che parte dalla mano e percorre tutto il mio corpo. Vorrei che mi abbracciasse. Esco. Sono sconvolta. Ci sono vari aspetti della vicenda che vanno analizzati: il primo il direttore ha molto fascino però ho una famiglia e l’idea di figurare come sua fidanzata non è un lavoro. Due: sono tanti soldi. Tre: L’idea mi eccita e non poco. Devo fare qualcosa non posso pensarci, non posso avere un orgasmo in strada. Decido di andare in palestra e di scaricare tutta la tensione sul tappirulan. Doccia e casa. Continuo involontariamente a ripensare a quel bel uomo di colore. Sicuro di sé. Mi ripeto che non devo farlo, sono sposata. Una strana vocina mi dice che lo farei anche per mio marito. So quanto lui ci tenga alla sua ditta. Insomma, quel uomo di colore mi ha stregato ma sono una madre, non posso.
La casa è di nuovo piena, ceniamo. Mio marito mi chiede cos’ho, gli rispondo che sono pensierosa. Lui insiste nel sapere cosa mi turba. Alla fine cedo e gli racconto tutto cambiando la parte della fidanzata con assistente personale. Lui non ha dubbi devo accettare. Mi bacia, ma mi scosto e piango. Lui non capisce mi abbraccia ma sento una strana sensazione di freddo. Prima di addormentarsi dice: non ti preoccupare se dovrai dormire fuori, è per il bene di tutti anche dei bambini. Accenno a un sorriso e penso “povero stupido mi stai mettendo nelle mani di un altro uomo”. Si addormenta. Io non dormo mi rivolto fino a che una vocina non mi dice: “Accetta”. Cado in un sonno profondo.
Mi sveglio d’improvviso, sudata. Cerco il cellulare sul comodino, sono le 5. Davide dorme, lo accarezzo come si fa con un figlio. Mi alzo e vado in bagno. Mi ritrovo a guardarmi negli occhi. Continuo a ripetermi che è per il bene di tutti. Torno a letto. I miei pensieri non mi lasciano dormire ma sto ferma a guardare il soffitto. Mio marito si sveglia alle 7. Fingo di dormire. 40 minuti dopo sono pronta per svegliare i figli. Solita rutine, ma questa volta non andrò al lavoro. Verso le 9 vado in palestra. Scelgo un outfit semplice. Maglietta gialla a coprire un reggiseno sportivo. Leggins al ginocchio che sollevano il mio fondoschiena. Sotto mutande nere da donna, sono comode. In palestra non c’è quasi nessuno. Meglio. Mi dedico alla parte inferiore del corpo. È la mia scheda preferita. Cerco di sudare molto, ma lo sforzo non mi basta.
Arrivo a casa alle 10:40. Non riesco a resiste, estraggo dal fondo del cassetto il mio amante silenzioso. Durante tutta la mattinata ho pensato alla proposta del direttor Formigoni. Mi sento eccitata, ma non dovrei. In parole semplici sarà come prostituirsi. Non riesco a resistere al pensiero. Ho una strana voglia di guardarmi allo specchio mentre lo farò. Voglio vedere tutta la mia femminilità e il desiderio che porto dentro. Desidero osservare la libidine che percorre il mio corpo. Avvicino la poltrona. Posiziono una coperta bianca sopra e aggiusto i due cuscini in modo da sentirmi comoda. Mi svesto. Lasciando solamente il reggiseno nero di pizzo a coprire i miei seni. Infilo il vibratore rosa e comincio a farlo pulsare. Le mie natiche si muovono al ritmo dei piccoli colpi inflitti dal ovetto. Sono a 90 ma con la schiena diritta. Mi massaggio il pancino piatto e osservo il mio sinuoso corpo rispondere ai movimenti del mio piccolo amante. Vicino al bracciolo sinistro della poltrona c’è un piccolo tavolino. Lo avvicino e appoggio la mia testa sulle braccia incrociate sorrette dal piccolo comodino. I miei capelli ricadono sulla faccia, li sposto e vedo il mio sguardo libidinoso. Comincio a pensare a quelle mani forti e nere che si muovono con sicurezza. Le immagino sui miei fianchi. Cresce il desiderio di sentire la sua carne scura dentro di me. Lo immagino forte e poderoso che pompa tutta la sua forza dentro di me. Lancio un primo gridolino di piacere. Aumento il ritmo, continuo a guardarmi. Il mio corpo si muove, la mia intercapedine bagnata si allarga e si contrae. Sento l’orgasmo crescere. Dalla mia bocca esce un sonoro “ahhhhh”. Sento l’orgasmo vicino. La mia bocca si apre, i miei occhi si socchiudono. Il ritmo comincia a farsi forsennato. Lo percepisco, la mia mente va al dirretor Formigoni. Rilascio un urlo forte. Mi adagio ansimando sulla poltrona. La mia essenza è completa. Ho goduto.

Dopo una doccia rigenerante mi vesto. I minuti non passano ed immagino a come sarà l’incontro. Decido di vestirmi in modo sexy ma non troppo. D’altronde sono pur sempre una madre e una moglie. Sopra al classico intimo di pizzo indosso un blazer bianco che si ferma poco sopra l’ombelico. Giacca doppio petto e gonna rossi. Tacchi rigorosamente a spillo. Esco e mi avvio verso l’ufficio. Nell’entrare alcuni colleghi mi squadrano. Salgo l’ascensore e mi dirigo subito al ultimo piano. La segretaria m’informa che lui non c’è. Mi sento delusa. Mi viene proposto un semplice contratto artistico in non vengono mai specificate le reali mansioni da svolgere, ma si parla sempre di partecipazione artistica. Senza esitazione firmo e la segretaria mi porge una lettera sigillata. Avrò il tempo di leggerla e poi devo riconsegnarla.
La lettera è redatta a mano con una calligrafia ordinata e chiara. L’impostazione è schematica e le frasi sono delle semplici indicazioni da seguire. Verrà depositato un piccolo acconto sul mio con corrente che figureranno come buona uscita dal mio vecchio contratto. I soldi sono sufficienti per comprare uno dei tre vestiti che troverò nella collezione del negozio X in via Y. La stessa cosa per le scarpe e l’intimo che a seconda della prima scelta avrò differente opzioni. L’appuntamento è previsto in via x in un ufficio secondario dove troverò un incaricato che mi porterà nel luogo del appuntamento. L’ultima cosa che viene indicata è che la segretaria mi fornirà di un telefono che dovrò accendere dalle 15 di oggi pomeriggio dovrà essere reperibile fino a venerdì alle 15 per poi essere riacceso lunedì alle 8 e così via. La piccola lettera si conclude con i migliori auguri per la mia nuova avventura. Riconsegno la lettera. Sono le 13:45. Ho del tempo per passare da Emanuela per un saluto. Le devo una spiegazione. Non ho ancora risposto al suo messaggio
Manu è nel suo piccolo ufficio, mi fa sedere e solleva la cornetta per non essere disturbata. Mi chiede cosa stia succedendo. Le racconto la faccenda ma anche a lei ometto la parte più sexy della storia, ma lei non ci casca o almeno non se la beve tutta. Mi stuzzica, ma questa volta non cedo. Una strana forza si sta impadronendo di me. Voglio che questo rimanga un segreto tra me e Formigoni. Ridiamo e mi dice che sabato dobbiamo assolutamente festeggiare. Le rispondo che dovrò parlarne con Davide. Lei insiste dicendo di portare anche lui. Cedo. Esco dallo stabile, sono le 14:20. MI dirigo verso casa. Una strana voglia di accendere quel cellulare mi attrae ma resisto, voglio essere una dipendente obbediente. Sono le 15 in punto, sono a casa mia e tutto è silenzioso lo accendo. Ho il cuore in gola. Non succede nulla. Passano 10 minuti in cui accendo e spengo il telefono. Lo metto giù e proprio in quel momento squilla. Il numero dice Andrea. Rispondo e sento la sua voce ferma. Mi saluta e mi esprime tutta la sua soddisfazione per avermi nel suo staff privato. Rispondo che il piacere è tutto mio. Si assicura che abbia capito la lettera. Mi saluta dicendomi che devo lavorare sulla mia sicurezza infondo devo impersonare la sua fidanzata. Mi dice che mi richiamerà tra 20 minuti e faremo una prova. Arrossisco.
In quei venti minuti cerco di rispolverare le mie conoscenze artistiche e alla fine decido di lasciarmi andare. Alla fine non possiamo risolvere un problema che ancora non esiste. Suona il telefono. Rispondo entusiasta esclamando un “ciao amore” che suona totalmente naturale. Lui mi risponde con un “ciao piccola, come stai?” in effetti al suo cospetto sono veramente piccola. Gli rispondo che sto bene e che non vedo l’ora di vederlo domani. Anche in questo caso non fingo. Lui mi spiega brevemente che andremo a cena da un suo amico imprenditore. La cena sarà a casa di lui. Mi racconta un po’ degli argomenti che verranno trattati e del modo come vuole che mi comporti. Sono rapita dalla sua voce. In tutto la chiamata dura 20 minuti e ci salutiamo con le stesse parole con cui abbiamo iniziato.
Durante la cena dico a mio marito che all’indomani avrò la giornata libera ma alla sera sarò impegnata in una cena di lavoro e che non so a che ora rientrerò. La sera e la notte scorrono tranquille. All’indomani l’impegno con i bimbi risulta molto più semplice e la possibilità di poter andare in palestra al mattino mi piace. Non ci sono troppi sguardi indiscreti a turbare il mio allenamento. Mi metto d’accordo con Emanuela e mangiamo qualcosina assieme. Parliamo del più e del meno e lei mi chiede come sta andando il mio nuovo lavoro. Insomma trascorro un momento felice in sua compagnia. Verso le tre mi reco al negozio indicatomi e le scelte che mi trovo davanti sono complicate. Sono tutti dei vestiti corti da sera ma alla fine decido di comprare un abito intero di pizzo aderente che mi calza a pennello. Nel negozio di scarpe ho l’opzione si tre paia di scarpe nere. Scelgo la seconda. Per quanto riguarda l’intimo non ho molte opzioni. C’è un perizoma nero ad aspettarmi. Con il nuovo orario posso passare a prendere i ragazzi così Davide è libero e ha del tempo per lui. A casa mi preparo con cura e finalmente arrivano le 18:30. È tempo di andare. Do un bacio a mio marito e ai bimbi è uno di quei baci classici che si danno prima di andare al lavoro.
scritto il
2023-09-27
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