Festa in maschera
di
Roberto 10
genere
incesti
Voglio raccontare una storia che ha avuto inizio quando avevo 27 anni e lavoravo da poco. Durante la settimana abitavo nella città dove lavoravo, non mi andava di fare più di 160 km ogni giorno, andata e ritorno, per tornare a casa. Abitavo da solo e mi trovavo bene. Premetto che già allora ero consapevole che mi piacessero gli uomini ma anche perchè non c'erano social diffusi, faticavo e molto a trovare l'occasione per provare. Ci ero riuscito solo una volta, con un rappresentante di commercio ma fu solo per un pompino sul suo furgone, al volo quasi, anche lui nonera proprio a suo agio perchè era sposato. Non lo incontrai più, anche se mi disse che gli era piaciuto. Un giorno mio padre mi disse al telefono che sarebbe passato a trovarmi uno zio, che si trovava per impicci vari nella città dove lavoravo e sarebbe passato per salutarmi. Ci incontrammo in un bar conoscouto, perchè lui non sapeva dove abitavo. Aveva già 57 o 58 anni allora, questo zio, altissimo, almeno 1 e 90, con i baffi ed era conosciuto come un gran puttaniere. Lo aiutava molto il suo lavoro, girava spesso e non doveva rendere conto a nessuno se doveva dormire fuori casa. Venne a casa e mangiammo insieme. "Sai, stasera sono invitato ad una festa" mi disse "vuoo venire". Il giorno dopo dovevo lavorare e declinai l'invito. Lui insistette "vieni, è una festa in maschera, ci divertiremo certamente" "in maschera? e come mi devo vestire?" chiesi, quasi sorridendo. Lui non esitò "travestiti da donna, sono sicuro che stai bene". Io sorrisi, ma era un sorriso misto nervoso e impacciato. "Se vuoi venire usciamo e compriamo dei vestiti, te li compro io" ignoravo il motivo della sua insistenza, però l'idea di vestirmi da donna mi intrigava e molto; avevo dei vestitini a casa, mi travestivo di nascosto, così per giocare ma non lo potevo certo dire a lui. "Non ti devi vergognare e non lo diremo nemmeno a tuo padre, se è questo che ti frena" Tentai di obiettare qualcosa ma lui mi rintuzzava continuamente; alla fine gli dissi di si. Mi disse che lo aveva invitato un suo amico e che la casa dove dovevamo andare era in una via che sapevo lì vicino a casa mia, circa cinquecento metri; ci saremmo andati a piedi. Uscimmo e mi portò in un negozio di roba di basso costo; mi disse di scegliere cosa volevo. "Ma non ti vestire da vecchia comare" mo disse. Mi aspettò fuori ed entrò solo per pagare, senza dare troppa attenzione a ciò che avevo comprato. Mi domandai come mai lui insistesse tanto per portarmi a quella festa, con tutte le donne che ci sarebbero state, che mi voleva a fare appresso? Tornammo a casa e verso le sei mi disse di prepararmi. " Ma sei pazzo? Uscire travestito, qui mi conoscono quasi tutti" obiettai.Mi disse che saremmo andati presto a casa di quel suo amico, di portarmi i vestiti che mi sarei cambiato lì. Facemmo così. Mi presentò al suo amico; io ero un pò impacciato ma eccitatissimo per il fatto che mi sarei travestito, davanti a tante persone, sperando che non ci fosse nessuno di conosciuto. Avevo preso un vestitino attillato e corto, un tanga e delle autoreggenti, avevo comprato anche una parrucca e dei trucchi; ci misi una eternità a prepararmi tanto che lo zio bussò alla porta della stanza dove mi trovavo, per chiedermi se andava tutto bene. Uscì dalla stanza con il cuore in gola, le gambe, sui tacchi abbastanza alti, mi tremavano e poi non ero vestito certo da vecchia.comare: mi ero visto allo specchio e non sembravo così male. Mio zio e l'amico mi misero subito a mio agio, come se non avessero fatto caso al mio travestimento. C'erano altre persone e altre ne arrivavano, piano piano: erano le 20 circa, era già buio. Tutti quelli che arrivavano erano uomini o ragazzi travestiti. Pensai che si trattasse di una festa gay e la cosa mi turbò ma non ci badai molto. Vuoi vedere che lo zio si infila dove capita e non solo a donne? Stranamente, però, la festa proseguì semplicemente, tutti uomini o travestiti, si ballò, si mangiò tranquillamente ma niente di strano, se non noi travestiti. Ballai parecchie volte, anche con.mio zio ma senza altro. Ad un certo punto, verso le 11 mio zio mi disse se volwvo che andassimo via, anche perchè lui si sentiva stanco. Dissi di si e gli dissi di attendere che mi sarei cambiato. "Che ti cambi a fare? È notte e le strade sono buie e deserte, torniamo a piedi, chi vuoi che ti veda è inverno, sono tutti a casa". L'idea di camminare per strada vestito da donna mi intrigava e dissi di si. Uscimmo, avevo in mano la busta con gli altri miei vestiti: una specie di impermeabile copriva quasi tutti i vestiti che indossavo eccetto le gambe e i tacchi. Per strada non c'era nessuno, passava ogni tanto qualche auto ma noi eravamo.quasi riparati dai folti alberi che costeggiavano la strada. Ero a mio agio a camminare su quei tacchi, anzi, mi divertivo a sculettare, sotto l'impermeabile, lui non se ne sarebbe accorto. " posso fermarmi da te, stasera, è tardi per tornare a casa" mo disse improvvisamente. Pensavo avesse prenotato in qualche albergo: avevo un lettino di una piazza e mezza e un divanetto che si apriva a letto "va bene,c'è un divano letto, uno dei due dormirà lì. Arrivammo a casa e mi fiondai nel bagno per cambiarmi. Quando fummo pronti lui disse che non valeva la pena aprire il divano e che, se volevo anche io, ci saremmo arrangiati nel letto che era sufficiente per tutti e due. Cercai di insistere ma lui insistette per quella soluzione, disse che non voleva darmi fastidi. Andammo a letto e chiudemmo la luce. " stavi bene come eri vestito stasera, veramente" gr..grazie zio" farfugliai, npn sapendo se dovevo dimostrarmi contento di quel complimento. Tentammo di dormire ma dopo circa dieci minuti lui, dormendo, si appoggiò di fianco a me, attaccato al mio culo allungò un braccio, sembrava dormire. Feci finta di dormire ma dopo un pò lo sentì strusciare il sup corpo sul mio. Lo sentivo che sembrava dormire, pensai a movimenti non voluti, nel sonno. Lo strusciamento, però, aumentò dinritmo tanto che, ad un cerro punto percepì qualcosa di duro che mi premeva sulle natiche. Tentai di allontanarmi ma lui mi stava abbracciando, non.mi mossi di molto. " zio, zio" tentai di svegliarlo. Lui non rispose ma sentì la sua mano toccarmi il culo "zio, zio che fai, mi stai toccando il culo" udi un"ssssh" e mi girai di scatto "cosa fai zio? "mi hai eccitato moltissimo come eri vestito stasera" " ma no, zio, lascia stare. Adesso apro il divano e vado a dormire la" Non terminai la frase che lui aveva abbassato le coperte dalla sua parte: era nudo nella parte inferiore ed aveva il cazzo eretto. Rimasi attonito: quando se li era tolti i pantaloni e, soprattutto, come poteva esistere un cazzo così, così immenso! Era lungo più di venti centimetri, grosso ed in tiro, la sua nomea era ben giustificata. "Guarda come sono combonato" mi disse "è.colpa tua" concluse" "colpa mia?" "Già, con quel culo che hai e quelle belle gambe mi hai eccitato tantissimo" "ma zio, che" tantai di farfugliare qualcosa "non lo saprà mai nessuno, te lo giuro ma io ti desidero stasera e, se devo dirti la verità nonda stasera" "come non da stasera" " si, mi piaci molto, da tempo, non te ne sarai mai accoeto ma ti ho sempre osservato il culo, pensando che fosse veramente bello e stasera che l'ho visto mentre ti cambiavi ne ho avuto la prova. Quale migliore occasione se non questa, anche perchè penso che a te piacciano un pò gli uomini, non ne ho viste ragazze intorno".Rimasi molto sorpreso, sbigottito, quasi impaurito da quella situazione: un uomo nel mio letto, con un cazzo enorme che mi invitava a fare sesso e quell'uomo era mio zio e la cosa mi eccitava ancora di più." Dai, toccalo, sto morendo, rimarrà tra noi". Feci un sospiro profondo, il cuore andava a mille mentre lui mi prendeva la mano e lentamente l'avvicinava al suo cazzo enorme. Mi posizionò la mano sul cazzo e la mollò; incominciai ad accarezzarlo e mi piaceva da pazzi. Non ce la feci più e cominciai a toccarlo con convinzione. Luì incominciò ad abbracciarmi, a baciarmi dappertutto. Mi spogliò lui stesso, afferrandomi come fossi un giocattolo. Adesso eravamo nudi, ci stavamo baciando ed io dopo averlo toccato un pò scivolai con la bocca fino a quel totem enorme e iniziai a leccarlo: era incredibile sentirlo in bocca, fantastico. Entrava e usciva provocandomi piacere indescrivibile. "Hai della crema lubrificante?" Mi chiese "vorrei infilartelo nel culo". "Proviamo" risposi; pensavo di essere pronto perchè ci infilavo, quasi tutti i giorni dei bei cetrioli. Mi posizionai alla pecorina e lui tentò di infilarmelo nel culo: pensavo di essere pronto ma quel coso enorme mi fece un male cane, all'inizio. Gemetti, misto di dolore e piacere, poi quando la cosa divenne meno dolorosa cercaindi godermelo. Mi sbatteva tenendomi per i glutei, ogni colpo mi spostava in avanti e mi faceva ansimare di piacere. Gemevo, volevo gridare quasi, quello stantuffo sembrava quasi non finire mai, durò almeno venti minuti. Ad un ceeto punto lo sentì mugugnare, stava venendo dentro di me, anche per venire ci impiego almeno due minuti pieni. Quando finimmo ci straiammo ognuno dalla sua parte di letto, ansimando.." che culo che hai" bisbigliò ed io " e tu hai un cazzo, un cazzo, zio che" non seppi descriverlo, il mio pensieronera ancora coperto dal piacere provato. Da allora lo zio viene spesso a.trovarmi quasi una volta a settimana e devo dire che queste sue visite non mi stancano mai.
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