L'inizio (2a parte)
di
Cuckie
genere
scambio di coppia
Trascorsero dei giorni e non ne parlammo mai, ma in cuor mio cominciava ad essere più presente la consapevolezza che qualcosa stesse cambiando.
Notavo delle piccole trasformazioni in lei: più curata nell'aspetto, nella acconciatura, nel vestire. Persino nella biancheria intima. Niente di particolarmente audace o aggressivo. Lei era bella così, al naturale. Ma quei piccoli cambiamenti erano comunque piacevoli.
Un sabato sera mi chiese di portarla a fare un aperitivo.
Andammo in un bel locale molto elegante e frequentato da bella gente. Mise un abitino blu, leggermente scollato. Un tacco che quasi mai indossava la slanciava in modo inusuale e rendeva le sue gambe ancora più sinuose del solito.
Così iniziammo a bere, a parlare e a ridere. Passo' del tempo e chiese un altro aperitivo. Poi un altro ancora. Era allegra, disinvolta, bella. Accavallo' le gambe spostando un pò il vestito e mettendo in mostra due splendide cosce. Mi sorrise. Poi si ricompose e mi chiese di andare.
Eravamo di nuovo in macchina tornando verso casa quando mise ancora la sua mano sul mio pacco. Mi guardava vogliosa. La guardavo soddisfatto. Poi fece una cosa che non aveva fatto mai e che mi sorprese non poco. Mentre guidavo mi aprì i pantaloni e cominciò a farmi un pompino. Non capivo se ero più eccitato o più colpito da quel suo improvviso modo di fare. Ma lei era eccitatissima e stava gustandosi il mio cazzo come mai aveva fatto.
Arrivammo a casa e, proprio come la volta scorsa, andammo velocemente in camera. Lei si tolse il vestito ed era un vero spettacolo.
Una biancheria curatissima e non volgare fasciava il suo corpo sinuoso e la rendeva ancora più desiderabile. Si sedette sul letto e mi aprì di nuovo i pantaloni tirandomi fuori il cazzo che era durissimo. Riprese a leccarlo, a pomparlo, con una voglia e un ingordigia degna di una puttana.
Quando stavo per venire la staccai e le chiesi "ma cos'hai stasera? ".
" Non ti piace la tua mogliettina troia? " fu la sua risposta.
La distesi sul letto e iniziai a scoparla. Si dimenava e lo chiedeva tutto. Era diversa. Non aveva mai fatto così.
Approfittai della situazione, vedendola particolarmente partecipe, e le dissi: "ti piace fare la troia? ".
Stavolta non rispose. Continuava a spingere e a gemere. "Scopami forte" mi diceva. Ed io insistetti: " Uno non ti basta più vero? Ne vorresti un altro? ".
Mi girò. Mi mise sotto e cominciò a cavalcarmi. Mi teneva i polsi con le mani e alla fine disse quello che mai avrei pensato potesse neanche pensare : " Vorrei che adesso ci fosse uno sconosciuto che mi inculi! Vorrei che mi accarezzare la schiena, vorrei sentire le sue mani forti e sicure che mi stringono i fianchi. E vorrei che mentre tu mi scopi lui me lo metta nel culo e mi faccia sentire una vera troia! ".
" Lo sei una vera troia! " fu quello che riuscii a dire mentre le venivo copiosamente dentro.
Esattamente come la volta precedente non dicemmo più niente. Però sapevamo entrambi di aver rotto un tabù. E sapevamo che ben presto avremmo ripreso quel discorso.
Notavo delle piccole trasformazioni in lei: più curata nell'aspetto, nella acconciatura, nel vestire. Persino nella biancheria intima. Niente di particolarmente audace o aggressivo. Lei era bella così, al naturale. Ma quei piccoli cambiamenti erano comunque piacevoli.
Un sabato sera mi chiese di portarla a fare un aperitivo.
Andammo in un bel locale molto elegante e frequentato da bella gente. Mise un abitino blu, leggermente scollato. Un tacco che quasi mai indossava la slanciava in modo inusuale e rendeva le sue gambe ancora più sinuose del solito.
Così iniziammo a bere, a parlare e a ridere. Passo' del tempo e chiese un altro aperitivo. Poi un altro ancora. Era allegra, disinvolta, bella. Accavallo' le gambe spostando un pò il vestito e mettendo in mostra due splendide cosce. Mi sorrise. Poi si ricompose e mi chiese di andare.
Eravamo di nuovo in macchina tornando verso casa quando mise ancora la sua mano sul mio pacco. Mi guardava vogliosa. La guardavo soddisfatto. Poi fece una cosa che non aveva fatto mai e che mi sorprese non poco. Mentre guidavo mi aprì i pantaloni e cominciò a farmi un pompino. Non capivo se ero più eccitato o più colpito da quel suo improvviso modo di fare. Ma lei era eccitatissima e stava gustandosi il mio cazzo come mai aveva fatto.
Arrivammo a casa e, proprio come la volta scorsa, andammo velocemente in camera. Lei si tolse il vestito ed era un vero spettacolo.
Una biancheria curatissima e non volgare fasciava il suo corpo sinuoso e la rendeva ancora più desiderabile. Si sedette sul letto e mi aprì di nuovo i pantaloni tirandomi fuori il cazzo che era durissimo. Riprese a leccarlo, a pomparlo, con una voglia e un ingordigia degna di una puttana.
Quando stavo per venire la staccai e le chiesi "ma cos'hai stasera? ".
" Non ti piace la tua mogliettina troia? " fu la sua risposta.
La distesi sul letto e iniziai a scoparla. Si dimenava e lo chiedeva tutto. Era diversa. Non aveva mai fatto così.
Approfittai della situazione, vedendola particolarmente partecipe, e le dissi: "ti piace fare la troia? ".
Stavolta non rispose. Continuava a spingere e a gemere. "Scopami forte" mi diceva. Ed io insistetti: " Uno non ti basta più vero? Ne vorresti un altro? ".
Mi girò. Mi mise sotto e cominciò a cavalcarmi. Mi teneva i polsi con le mani e alla fine disse quello che mai avrei pensato potesse neanche pensare : " Vorrei che adesso ci fosse uno sconosciuto che mi inculi! Vorrei che mi accarezzare la schiena, vorrei sentire le sue mani forti e sicure che mi stringono i fianchi. E vorrei che mentre tu mi scopi lui me lo metta nel culo e mi faccia sentire una vera troia! ".
" Lo sei una vera troia! " fu quello che riuscii a dire mentre le venivo copiosamente dentro.
Esattamente come la volta precedente non dicemmo più niente. Però sapevamo entrambi di aver rotto un tabù. E sapevamo che ben presto avremmo ripreso quel discorso.
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