Squarci nel buio.
di
Laragazzanellefiamme
genere
pulp
La notte arriva silente come una dama ottocentesca vestita di nero tessuto. La luna accompagnava il loro passo, Rossella non sapeva dove Daniele la stesse conducendo, non provò a opporsi o dire qualsiasi cosa che potesse irritarlo, ma pensava a come tirarsi fuori dai guai. Arrivarono alla zona portuale, al molo c'erano delle barche ormeggiate e all'orizzonte le luci di qualche peschereccio. Aggirarono i capannoni, e entrarono in uno abbandonato. Percorsero uno stretto corridoio buio dove Rossella provò un sottile timore infantile ricordando, come da bambina, finiva sempre nel letto della gemella quando aveva paura. L’uomo la guidò fino alla sala: un vecchio teatro abbandonato. Le pareti a tratti riportavano ancora lo splendore autentico, il palco era stato adibito a esibizioni di lussuria oscena, le poltrone logore, servivano per la masturbazione o per il sesso, qualche tavolino con candele illuminava tenue la sala.
Le donne percorrevano le varie poltroncine ammiccando in modi sensuali, tessendo le loro trame da meretrici. I loro corpi erano un invito ai piaceri del sesso sfrenato. La ragazza si sentì fuori luogo, si potevano ascoltare solo sussurri osceni, risate maliziose, mugolii di piacere mischiati a gemiti di voglie indecenti. Odori forti di sesso e alcol arrivavano alle narici della mora. Si era seduta composta a una delle poltrone, mentre due donne una bionda e l'altra rossa intrattenevano Daniele. La testa bionda si muoveva tra le cosce dell'uomo, quei capelli erano accompagnati dalla sua mano possente. Su e giù, rumore di conati e mugolii mentre lui era impegnato con la bocca a succhiare dei voluttuosi seni con capezzoli enormi. Le sensazioni di Rossella, in quel momento, erano innumerevoli, i suoi occhioni erano tra il sorpreso e il vergognoso. Si sentiva irrequieta. Il suo sguardo era per quel demone lussurioso che grugniva e gemeva sempre di più, la mano sulla testa bionda era sempre più imperiosa, i versi sempre più osceni e i rumori sempre più bagnati. Strinse le dita attorno ai capelli, e Rossella poteva vedere il cazzo entrare e uscire dalla bocca della donna, vedeva la saliva colare lungo l'asta che ben presto si intrise di gocce biancastre. La ragazza rimase senza fiato nel mentre quelle scene rapirono la sua mente e il suo corpo, facendola cadere in un abisso di pura oscenità.
Uscirono da quel luogo di perdizione quando il sole era alto in cielo, Rossella non parlò per tutto il tragitto mentre Daniele stringeva i capelli biondi nella mano destra e quelli rossi nella sinistra. Raggiunsero la locanda e come sempre Madama occhieggiava i loro movimenti fin quando sparirono dalla sua arguta vista. Lei preferiva di gran lunga starsene da sola nella sua stanza, era imbarazzata dalla presenza dell'uomo e questo faceva che alimentare lui che la guardava in modo intenso.
"Rossella...-
La ragazza trasalì. "Si?"
"Ti ho visto al teatro."
"E…"
"Sei eccitata ancora!"
"No, io non sono…"
"Certo che lo sei. Mi guardavi, ti piaceva. Lo volevi tu, volevi che ti toccassi, che quelle donne ti toccassero, eri frustrata volevi godere, volevi…"
"Basta! Basta ti prego!"
"Ti vergogni adesso?"
"No e..."
"Cosa?"
Rossella lo guardò, ogni parola uscita dalle labbra di quel essere malvagio erano vere, ogni singola parola. Lei era un fascio di nervi eccitati, vibrava al solo pensiero di essere sfiorata da quella creatura. Ne provava ribrezzo e eccitazione.
"Vuoi essere toccata ora, vuoi che ti tocchi in questo modo…"fece lui, andando a sfiorare una statuina che rappresentava una fanciulla, sfiorò il collo con le dita e Rossella percepì il tocco su di sé. Le dita scesero sui seni, sfiorando i capezzoli che diventarono dritti, lei si inarcò offrendosi a quelle cure, le dita strinsero forte e urlò. Scesero giù violentemente, lungo la statuina. Fra le cosce premevano e premevano in modo indecente fin quando non la penetrò con irruenza. La ragazza gemeva, piagnucolava, godeva, sentiva le dita immerse nella sua calda fessura, si sentiva piena, si sentiva presa in modo osceno, aveva gli occhi di Daniele su di sé, a fissarla come a volerle entrare dentro e allo stesso tempo gli faceva rivivere le scene al teatro c'era lei con la donna bionda a succhiare l'asta dura, a guardare il volto di Daniele perso nel piacere, c'era lei che sbavava, c'era lei ad annaspare e sentire quel grosso palo entrare fino in gola e premere soffocandola. C'era lei a sbrodolare saliva e a ingoiare sperma, c'era lei a godere.
E venne, venne convulsamente…
Le donne percorrevano le varie poltroncine ammiccando in modi sensuali, tessendo le loro trame da meretrici. I loro corpi erano un invito ai piaceri del sesso sfrenato. La ragazza si sentì fuori luogo, si potevano ascoltare solo sussurri osceni, risate maliziose, mugolii di piacere mischiati a gemiti di voglie indecenti. Odori forti di sesso e alcol arrivavano alle narici della mora. Si era seduta composta a una delle poltrone, mentre due donne una bionda e l'altra rossa intrattenevano Daniele. La testa bionda si muoveva tra le cosce dell'uomo, quei capelli erano accompagnati dalla sua mano possente. Su e giù, rumore di conati e mugolii mentre lui era impegnato con la bocca a succhiare dei voluttuosi seni con capezzoli enormi. Le sensazioni di Rossella, in quel momento, erano innumerevoli, i suoi occhioni erano tra il sorpreso e il vergognoso. Si sentiva irrequieta. Il suo sguardo era per quel demone lussurioso che grugniva e gemeva sempre di più, la mano sulla testa bionda era sempre più imperiosa, i versi sempre più osceni e i rumori sempre più bagnati. Strinse le dita attorno ai capelli, e Rossella poteva vedere il cazzo entrare e uscire dalla bocca della donna, vedeva la saliva colare lungo l'asta che ben presto si intrise di gocce biancastre. La ragazza rimase senza fiato nel mentre quelle scene rapirono la sua mente e il suo corpo, facendola cadere in un abisso di pura oscenità.
Uscirono da quel luogo di perdizione quando il sole era alto in cielo, Rossella non parlò per tutto il tragitto mentre Daniele stringeva i capelli biondi nella mano destra e quelli rossi nella sinistra. Raggiunsero la locanda e come sempre Madama occhieggiava i loro movimenti fin quando sparirono dalla sua arguta vista. Lei preferiva di gran lunga starsene da sola nella sua stanza, era imbarazzata dalla presenza dell'uomo e questo faceva che alimentare lui che la guardava in modo intenso.
"Rossella...-
La ragazza trasalì. "Si?"
"Ti ho visto al teatro."
"E…"
"Sei eccitata ancora!"
"No, io non sono…"
"Certo che lo sei. Mi guardavi, ti piaceva. Lo volevi tu, volevi che ti toccassi, che quelle donne ti toccassero, eri frustrata volevi godere, volevi…"
"Basta! Basta ti prego!"
"Ti vergogni adesso?"
"No e..."
"Cosa?"
Rossella lo guardò, ogni parola uscita dalle labbra di quel essere malvagio erano vere, ogni singola parola. Lei era un fascio di nervi eccitati, vibrava al solo pensiero di essere sfiorata da quella creatura. Ne provava ribrezzo e eccitazione.
"Vuoi essere toccata ora, vuoi che ti tocchi in questo modo…"fece lui, andando a sfiorare una statuina che rappresentava una fanciulla, sfiorò il collo con le dita e Rossella percepì il tocco su di sé. Le dita scesero sui seni, sfiorando i capezzoli che diventarono dritti, lei si inarcò offrendosi a quelle cure, le dita strinsero forte e urlò. Scesero giù violentemente, lungo la statuina. Fra le cosce premevano e premevano in modo indecente fin quando non la penetrò con irruenza. La ragazza gemeva, piagnucolava, godeva, sentiva le dita immerse nella sua calda fessura, si sentiva piena, si sentiva presa in modo osceno, aveva gli occhi di Daniele su di sé, a fissarla come a volerle entrare dentro e allo stesso tempo gli faceva rivivere le scene al teatro c'era lei con la donna bionda a succhiare l'asta dura, a guardare il volto di Daniele perso nel piacere, c'era lei che sbavava, c'era lei ad annaspare e sentire quel grosso palo entrare fino in gola e premere soffocandola. C'era lei a sbrodolare saliva e a ingoiare sperma, c'era lei a godere.
E venne, venne convulsamente…
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