L'appetito mi portò lì.
di
Manganello.
genere
etero
Quel pomeriggio sfrecciavo con la mia nuova moto tra la campagna del Lazio ed al tramonto mi ricordai di una trattoria mai frequentata prima di quel giorno ma che da tempo la sua insegna mi diceva di andarci e provare la sua cucina e così feci. Mi presentai lì che non erano neanche le otto ma la proprietaria non disse nulla ed anzi, m'indicò un tavolino e lì mi accomodai. La cena fu luculliana perchè le portate non finivano mai e lei mi stimolava ad assaggiare questo poi quello ed insomma arrivai al dolce dopo una lunga sfilata di portate squisitissime e lì mi convinsi che non sarebbero bastati cinquanta euro...ma invece la signora Giovanna, la titolare, appunto, dopo un caffè ed una grappa di ruta, mi chiese venticinque euro che le diedi con l'aggiunta mia di altri cinque euro per la camerierina sua figlia Diana, una graziosissima biondina alta, tutta curve ed un visetto d'angelo. La signora Giovanna mi disse infine che aveva anche camere disponibili a poco prezzo ed allora pensai che era bene accettare la proposta sua invece di percorrere quasi cento chilometri di notte su una moto pesante per tornare a Roma e così presi possesso della camera offertami e la signora mi disse che mi avrebbe offerto anche una tisana per dormire bene ed infatti, la bella e ben formosa morona che offriva generosamente alla mia vista le sue curve tipo il seno ben scollato assai ben presentabile nonostante i suoi probabili cinquantanni, quando venne a portarmi la tisana, s'inchinò a posare la tazza sul comodino offrendomi la vista del suo appetitoso corpo di donna matura ma ben tenuta. Poi chissà come accadde, lei scivolo sullo scendiletto e cadde addosso a me ed io la afferrai per evitarle di cadere male e lì s'infransero le barriere del buon costume e ci ritrovammo entrambi allacciati l'uno all'altra. Lei chiuse a chiave la porta e si spogliò rapidamente ed io pure mi liberai di pantaloni e maglione, poi c'infilammo sotto le coperte del letto e, dopo carezze, baci in bocca e palpate del suo bel culo, le feci sentire tra le sue mani il pisellone che subito la fece sussultare. Lo palpò a lungo poi, senza indugi, se lo appoggiò alla sua grondante figa colma di umori e lo fece scorrere dentro di lei ed iniziai così a scoparla forsennatamente e quando godetti a lungo sborrando fiumi, lei gridò di piacere sussurrandomi di scoparla di nuovo appena mi fossi rimesso in forma. Non la feci attendere molto perchè ne avevo anch'io una gra voglia ed allora scopammo fino a sentirci esausti, sfiniti e felici. Poi Giovanna mi disse che doveva scendere a chiudere il lovale e poi sarebbe andata a dormire, così la salutai baciandola in bocca con passione e ci scambiammo la "buona notte!". Stavo quasi per dormire ma sentii bussare alla porta e dissi di entrare pure. Era Diana la bambolina bionda che mi stava letteralmente mangiando con gli occhi e, senza esitare, mi chiese se volevo approfittare di un suo metodo per dormire poi bene. Subito le dissi di sì e lei si sedette sul letto e mi palpò il cazzo che poi scoprì dalle lenzuola e se lo strinse nella sua mano per poi portarselo in bocca inchinandosi e succhiandolo famelicamente. Dopo che mi fece godere sborrando, mi disse che era ancora vergine e quindi se volevo, potevo benissimo solo incularla ed anche lì era ancora vergine perciò potevo penetrarla senza problemi. La sua proposta che chiamerei meglio provocazione, mi eccitò talmente che subito la afferrai ai fianchi e le dissi di spogliarsi tutta, poi la feci mettere sul letto a pancia sotto per leccarle l'ano insalivandolo tutto e dopo le accostai il cazzo al forellino e lo spinsi dentro il culo e lei strillò per il dolore pregandomi di lasciar perdere il gioco ma io ero troppo ingrifato e la possedetti fino a venurmene tutto dentro di lei ed infine fu lei stessa a dirmi cha superato il dolore quasi avrebbe riprovato nuovamente la sua nuova esperienza. Quindi la penetrai nuovamente e poi le stuzzicai col dito il clitoride e lei potè così sperimentare nuovi giochi di sesso. Poi lei andò via ed io crollai nel sonno.
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