Grazie Covid19

di
genere
incesti

Salve a tutti, mi chiamo G.
Qualche giorno fa ho scoperto questo sito, ed essendomi appassionato alla lettura dei racconti erotici ho deciso di fare il mio esordio come "autore", raccontando un'esperienza che ho realmente vissuto nell'ottobre 2021.
Prima di cominciare metto in chiaro che non sono affatto uno scrittore, per cui mi scuso in anticipo per eventuali errori e vi ringrazio per la lettura.

Grazie Covid19

Siamo ad ottobre 2021, la pandemia da Covid19 ci costringe all'interno delle nostre case. Le giornate sono del tutto monotone: sveglia, colazione, lezioni universitarie online, pranzo, altre lezioni, cena. Nel mezzo qualche serie tv, un po' di musica e, impossibile negarlo, qualche sega (in tempi duri bisogna accontentarsi). Come potete immaginare non è affatto facile per un ragazzo di 21 anni, abituato al confronto con i colleghi universitari, alle uscite con gli amici, alle serate.
La situazione può ulteriormente aggravarsi? Certo: zia A. risulta positiva e, dopo qualche sintomo anche per me, il tampone non può che dare esito positivo.
Data la necessità di isolamento, zia A. (anch'essa positiva) decide di ospitarmi. La zia, una 53enne ancora in discretissima forma, vive da sola: l'impossibilità ad avere figli ha fatto sì che il marito la lasciasse diversi anni prima.
Zia A., bassina, capelli mossi mori altezza spalle, discreto culo e terza abbondante, ha rappresentato l'oggetto dei miei desideri per diversi anni dell'adolescenza, per cui dover passare qualche giorno con lei non mi dispiace affatto.
I primi due giorni passano tranquilli, ma di certo non mi faccio pregare per osservare ciò che la sua tuta grigia e la sua maglietta mi danno la possibilità di vedere ed immaginare. La sera del terzo giorno decido di spiarla dalla serratura mentre fa la doccia: realisticamente parlando non riesco a vedere granché, ma i sui capezzoli visti di sfuggita e il ciuffetto di pelo curato tra le sue cosce bastano a scatenare una reazione tra le mie mutande. Decido allora di chiudermi nell'altro bagno, dove, seduto sulla tazza del water, mi libero di jeans e mutande e comincio a segarmi. Mentre me la immagino nuda che si stimola sotto la doccia con il getto dell'acqua il mio sguardo cade sulla lavatrice e sul cesto della biancheria alla sua destra: mi alzo e decido di scoperchiare quel "vaso di Pandora", da cui estraggo delle mutandine nere con bordino di pizzo. Non possono che appartenere a zia A., essendo l'unica donna in casa. Istintivamente le avvicino al mio viso. Con il naso cerco la porzione di stoffa che qualche ora prima era adagiata alla sua figa e l'odore inebriante che esso emana mi colpisce a tal punto che bastano un altro paio di colpi di mano a farmi venire copiosamente sul pavimento. Dopo qualche secondo finalmente mi riprendo, rimetto a posto le mutandine di zia, do una rapida pulita al pavimento ed esco dal bagno. Mi siedo sul divano e cerco di rilassarmi con un po' di TV. Poco dopo ricompare zia A., docciata e pronta per andare a letto. Il solo vederla, dopo quanto fatto in precedenza, basta a farmi tornare la voglia, ma decido di controllarmi; spengo la TV e vado a letto, nella stanza degli ospiti.
La mattina successiva mi sveglio con un'idea che mi ronza in mente: voglio dare un "segnale" a zia A., ma devo trovare il momento e la modalità giusta. L'idea che cercavo mi viene nel corso della mattinata: mentre zia organizza il pranzo, sgattaiolo nel bagno "secondario", quello in cui ero stato la sera prima. Ancora una volta apro il cesto della biancheria, e questa volta estraggo un paio di mutandine bordeaux. Noto che la sera prima non c'erano nel cesto, deve averle indossate durante la notte. Le annuso e mi sego con vigore, ma questa volta, al momento della venuta, le avvolgo intorno alla mia cappella e le riempio di sperma. Concluso il misfatto le ripongo all'interno del cesto della biancheria ed esco dal bagno. Qualche ora dopo sento il rumore della lavatrice: chissà se zia A., preparando il lavaggio, si è accorta del mio “regalo”. Fatto sta che, da qui in poi, non si torna indietro. Il resto della giornata fugge via con la solita routine. La sera, prima di andare a letto, zia A. mi porge una maglietta, e la frase che pronuncia è inequivocabile: "per favore nipotino, portala nel cesto della biancheria, mi sa che sai bene come trovarlo...". La zia ha trovato il mio "regalo".
Vado a letto con il cazzo bello duro, tramando per il giorno successivo.
La mattina dopo, quando vado a fare colazione, trovo zia in cucina, ancora in pigiama. Non porta il reggiseno, e la proiezione dei suoi capezzoli mi eccita non poco. Ecco l'idea che cercavo: vado a masturbarmi nel mio bagno preferito, ma stavolta lascio la porta socchiusa. Giusto per non lasciare niente al caso dico "zietta, vado un attimo in bagno".
Mi siedo sul water e comincio a toccarmi. Attendo qualche minuto, ma finalmente sento la sua voce provenire dall'uscio: "e che fai? Oggi te lo meni senza annusarmi le mutande?". Mi fingo imbarazzato e sorpreso, ma in realtà tutto va secondo i piani. Farfuglio qualche parola di scusa, ma zia A. mi zittisce e si inginocchia difronte a me. Mi sfila il cazzo ancora bello duro dalle mani e inizia a segarmi, prima lentamente, per poi aumentare man mano il ritmo. Dopo qualche colpo di mano mi faccio audace e le palpo timidamente un seno. Lei capisce al volo e si sfila la maglietta del pigiama, sfoderando quella terza abbondante, cadente ma ancora molto piacevole. A questo punto vorrei che me lo prendesse in bocca, ma non voglio rovinare il momento accelerando le cose, per cui mi limito a farmi segare mentre gioco con i suoi capezzoli ritti. Dopo qualche minuto la avviso che sto per venire, e lei, senza parlare, mi fa capire che intende ricevere la sborrata sulle tette. Eseguo. Quando riapro gli occhi ammiro la mia opera. Che piacevole visione.
Ci ringraziamo a vicenda, ci ricomponiamo ed usciamo dal bagno secondario, che ormai è diventato un luogo mistico per me. Le ore successive trascorrono tranquille, non c'è molto imbarazzo nè da parte mia nè da parte sua. Strano ma vero.
Abbiamo concluso la cena da una mezz'oretta, e sono sul divano a guardare un po' di TV. Ad un certo punto sento la sua voce che mi chiama; proviene dalla sua camera da letto. La visione che si mostra ai miei occhi quando entro è meravigliosa: zia A. è nuda sul letto, distesa con le gambe all'aria. Per un attimo mi blocco, ma è la sua voce a riportarmi alla realtà: "allora? Hai intenzione di restituirmi il favore di stamattina o no?!". Mi riprendo e letteralmente mi tuffo tra le sue cosce, iniziando a succhiarle labbra e clitoride. I suoi gemiti, la sua figa sempre più bagnata e i suoi mormorii su quanto ne avesse bisogno mi arrapano da morire. Stacco il viso dal suo sesso, ho bisogno di liberare il cazzo che mi fa male da quanto è duro. Zia A. coglie la palla al balzo e inizia a leccarmi la cappella, mentre con una mano mi massaggia le palle. Pochi istanti dopo mi accorgo di star vivendo il pompino più bello della mia vita. La afferro per i capelli e la stacco dal mio cazzo. La guardo negli occhi e le dico che non sa quanto io abbia desiderato questo momento; la bacio con passione. Quando le nostre bocche si separano, zia A. mi dice che percepisce quanto io abbia desiderato ciò che sta accadendo e, ricadendo sulla schiena, spalanca le cosce pronunciando queste parole: "è tutta tua, fammi vedere quanto l'hai desiderata". Non mi faccio pregare e la penetro. Il calore del suo sesso avvolge il mio, e mi arriva dritto al cervello.
-Ho difficoltà a descrivere le sensazioni che ho provato.-
Mentre la scopo, tra un gemito e l'altro, mi dice che vuole venirmi sopra. Mi sdraio di schiena e lei, con un'agilità che non le avrei attribuito, si impala e si penetra con ripetuti squat. Ormai sono al limite, non riesco più a resistere. Le dico che mi piacerebbe venirle in bocca. Lei apprezza, si sfila dal mio cazzo e si mette in ginocchio sul letto. Io mi alzo in piedi e comincio a segarmi, fino a quando dalla mia cappella, viola dall'eccitazione, partono diversi fiotti che le imbrattano il viso. Distrutto mi lascio cadere nudo sul letto. La zia, che intanto era andata in bagno a darsi una ripulita torna e si sdraia al mio fianco, abbracciandomi. Dopo una decina di minuti in questa posizione mi sussurra: "ancora non riesco a credere a quello che abbiamo fatto. È stato meraviglioso. Mi sa che questo isolamento da qui in avanti prenderà una piega piacevole ed insperata, che ne dici?". Io le sorrido e le rispondo: "credo proprio di sì zietta. Grazie Covid19!". Ridiamo e ci abbracciamo ancora più forte.

Grazie a tutti i lettori per avermi dedicato parte del loro tempo, è bellissimo poter finalmente condividere questa esperienza. Spero che il racconto sia stato di vostro gradimento.

di
scritto il
2023-03-23
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