Racconti contadini - Adelina - Part II

Scritto da , il 2023-01-15, genere prime esperienze

Le settimane che seguirono di Tommaso non si ebbe traccia, al fontanone si diceva che fosse ripartito ma nessuno ne aveva la certezza. Adelina si era accorta di pensarlo spesso, di tornare spesso con il pensiero ai suoi capelli luminosi e dopo la conversazione con Maria oltre all’inquietudine si era aggiunta la curiosità. Delle volte si era ritrovata al molo a guardare il battello arrivare e a cercare con lo sguardo il ragazzo. Quando passava davanti alla macelleria buttava un occhio dentro e accelerava i passi ma lui non c’era mai, anche se tutti sapevano che non lavorava con il padre.

Una mattina, come solito, Adelina si incamminò verso il fontanone con i panni sporchi ma una voce aveva fatto il suo nome. Si era fermata e aveva girato lo sguardo verso destra oltre il ciglio della strada dove iniziava una radura di olivi e lecci. Tra le fronde aveva intravisto una figura. Era Tommaso. Subito era rimasta impietrita.
- Ehi, ti faccio paura?
In qualche modo voleva rispondere e non sembrare così impacciata ma le parole le si arrestavano in gola. Però aveva finalmente incrociato il suo sguardo e lui era bellissimo. Come lo aveva immaginato.
- Vieni, qui, non mordo. – disse sorridendo.
Adelina senti tutta la potenza delle parole di lui e poggiato il cesto sul ciglio della strada gli si fece incontro.
Lui la guardò intensamente. – Vieni, ti faccio vedere una cosa.
I due si incamminarono nella radura tra gli olivi e i rami secchi. Ogni passo, lui davanti, lei si concentrava sui semi appena caduti e che pestati facevano un rumore strano. Lui spesso si girava a guardarla, forse per controllare che lo stesse seguendo.
Arrivarono in una zona dove la vegetazione si infittiva e la luce penetrava con fatica. Tommaso si arrestò. Si girò verso di lei e si appoggiò al tronco di un leccio. Adelina si sentì arroventare le guance, voleva girarsi e fuggire ma qualcosa la teneva a lui.
- Abbassa il corpetto – Tommaso sembrava sicuro di sé e le sue parole risuonavano come un ordine.
- Non posso - traballante, un po' di voce le era uscita.
- E perché?
- È peccato. – Adelina sentiva su di sé tutte le omelie che aveva assorbito ma allo stesso tempo non vedeva l’ora che qualcuno ammirasse i suoi seni, i più belli del paese a sentire sua madre.
Tommaso non aveva aggiunto altro ma lo sguardo ormai si era posato sulla scollatura di lei e da lì non si muoveva. Adelina iniziò, come ipnotizzata, a slacciarsi il corpetto che teneva stretto per non dare nell’occhio con la prosperosità appena conquistata e ora, laccio, dopo laccio, si sentiva finalmente il torace libero e un senso di sollievo istantaneo. I seni erano usciti in tutta la loro rotondità agli occhi di lui che ora la guardava incantato. Bianchi e con i capezzoli rosa sporgenti. Lì tra le piante con il petto nudo Adelina si sentiva una dea ma allo tesso tempo aveva preso a tremare. Era così strano per lei spogliarsi davanti a un uomo.
Lui si staccò dal tronco e le si avvicinò, prese tra le dita i capezzoli rosei e inizio ad accarezzarli lentamente. Subito si fecero turgidi e una fitta di piacere scosse la ragazza. Rimase rigida davanti a lui con il corpetto a terra che lui ora calpestava. Con i capezzoli ancora tra le dita le ordinò di alzare lo sguardo. Gli occhi si incontrarono e lui le parlò con uno sguardo di ammirazione – sei la più bella di tutte – la baciò intensamente cercando la lingua di lei così inesperta. Adelina era un bagno di languore, aveva vergogna di tutto ma si sarebbe stesa lì tra i rami lasciandosi toccare per ore.
Poco dopo si ritrovò legata al tronco dell’albero dove lui prima era appoggiato. Le due mani dall’altra parte del tronco saldamente legate, addosso le era rimasta solo la gonna lunga, i seni di fronte a lui completamente esposti.

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