Un sabato pomeriggi

Scritto da , il 2012-10-09, genere sentimentali

“Cosa ti infastidisce?!” strizzo l'occhio e accenno un sorriso dall'alto della scala, “Che sia una donna indipendente?” chino il capo verso destra, ammicco alzando il corto vestito nero scollato e svelando la coscia ancora abbronzata , “O che sia una donna brava ad utilizzare il cacciavite?” rido e lo fisso attentamente, sfidandolo con lo sguardo e scuotendo il cacciavite rosso davanti ai suoi occhi verdi. Mi riscopro, in questo preciso istante, come 20 anni fa: sfacciata giovane e paurosamente vogliosa.
E' un sabato pomeriggio come tanti altri, dedicato ai lavori di casa, una coppia come tante altre, che vive più nel ricordo delle emozioni passate che desiderando emozioni future.
Sono settimane che lo stuzzico, da quando l'altro uomo, quello virtuale, quello al quale confido la mia voglia di sesso mi ha fatto capire che è disposto a realizzare i miei desideri, una via di fuga dalla realtà, la possibilità di sentirmi desiderata, di eccitarmi ascoltando i racconti di ciò che mi farebbe, sognando le sue braccia che mi cingono e la sua lingua correre sul mio collo. Costruendo nei miei sogni pause interminabili di coccole dopo un sesso che non ha bisogno di spiegazioni, un rapporto durante il quale i nostri due corpi si muovono all'unisono e si soddisfano pienamente.
Torno con la mente in questa stanza “Sesso con mio marito, un allenamento per essere abile con un altro uomo! Sesso libero, senza lo scoglio del primo incontro, niente timore di essere giudicata e soprattutto niente ansia di prestazione.”
Mentre nella mia testa girano vorticosamente questi pensieri, sento la sua mano correre lungo la mia gamba, dalla caviglia, sfiora l'interno del mio ginocchio e arriva sulla coscia, temporeggia in attesa di un mio cenno. Allargo le gambe, ora il mio sorriso è deciso e incredulo...”sesso, il sabato pomeriggio...con mio marito”
Sento le sue dita salire verso la mia figa, non è ancora bagnata, la sorpresa prevale
sull' eccitazione, decido di stare al gioco, mi sfilo gli slip grigi, sportivi, che a mala pena coprono il mio voluttuoso sedere bianco.
Lo stupisco “ Sono settimane che mi istighi, a cosa devo questo risveglio?” mi chiede afferrandomi i glutei “ Ho letto qualche racconto erotico, puoi prendere molte idee da certi scrittori!”
Gli passo dolcemente la mano sul viso “ Vuoi leggere qualcosa con me?”
Sono certa della sua risposta, è un marito fantastico ma dentro di sé, ama il sesso in tutte le sue sfaccettature, sesso dolce, sesso perverso, sesso arrabbiato.
Decido per un racconto che ho trovato in un blog, inizio a leggere, appoggiata all'armadio bianco a muro, sul freddo pavimento. Descrive il rapporto caldo di due sconosciuti che si incontrano in un bar, la passione prevale, il sesso è violento ma appagante, consumato nel bagno del locale, senza implicazioni sentimentali, senza conseguenze per le vite dei protagonisti...
Le sue mani ripercorrono le mie gambe, non si fermano il suo dito ora si muove dentro di me, “ Usa due dita, oggi voglio godere” sussurro al suo orecchio mordicchiando il suo collo.
Introduce due dita nella mia figa, le muove internamente disegnando piccoli cerchi,
“Dove ha imparato questi gesti ? Mi piacciono” penso stupita.
La sua bocca si avvicina alla mia, un lungo bacio mi toglie il respiro , lui è calmo, con un tono di voce pacato esclama “ Oggi non mi scappi, non ci sarà mal di testa e nemmeno la paura che le bimbe ci sentano”. Toglie le dita bagnate dei miei umori, le alza, le posiziona davanti al mio viso; è sicuro e mi sfida. “ Fammele leccare, voglio sentire il mio sapore” sussurro aprendo poco le labbra, le introduce nella mia bocca, le succhio e un secondo dopo lo bacio. Riprende respiro e dice “ Sei audace, vediamo dove vuoi arrivare”.
Si abbassa i pantaloni della tuta con un gesto netto, passa una mano tra i miei capelli scuri illuminati dal sole del pomeriggio, li stringe forte e porta la mia bocca all'altezza del suo cazzo, duro, scappellato, gonfio, uno strattone mi porta ad aprire le labbra e subito dopo la sua asta sparisce nel mio anfratto.
Lo succhio, la mia lingua lecca la sua cappella come un gelato, la sua mano stringe forte, sempre più forte , sento il suo cazzo riempirmi la bocca, arrivare in gola, non ho il tempo di pensare, mi alza il volto e mi guarda fisso negli occhi.
“Ok tesoro, ora gioco io: inculami! Voglio sentire il tuo cazzo duro nel mio culo, voglio sentire il mio buco aprirsi per te, voglio che ti senti libero di farmi male, di godere con me” la mia voce è secca, il tono perentorio. Mi chiedo a quale uomo stia pronunciando queste parole ma l'effetto su mio marito è immediato. Non riesco a farmi troppe domande, le azioni si fanno concitate, i respiri affannosi, le guance rosse e gli occhi desiderosi.
Non escludo che anche lui vicino a sé, nei suoi pensieri, immagini un'altra donna...
Mi giro a quattro zampe, sculetto, gli mostro il mio sederone e lo invito a farsi avanti.
Non passano cinque secondi e sento le sue mani armeggiare con il mio buchetto, le sue dita senza troppi complimenti entrano, escono, disegnano il contorno della mia rosa e subito sento la sua punta, sforzare appena sopra, per poter aprire senza difficoltà il mio sedere...
Resto sospesa per qualche secondo, si infila velocemente il preservativo, la mia attenzione è tutta riposta verso quel dolore, che tra poco sarà più intenso e poi sarà enorme piacere.
Entra, fa male, mi piace, non dice nulla, fa poca attenzione e subito spinge, forte, fino in fondo, mi manca il respiro, inarco la schiena e stupidamente contraggo i miei muscoli, il dolore aumenta. Lo immagino sorridente, soddisfatto, avanza dentro di me con foga, arretra con lentezza e subito sforza ancora, ormai sono larga, bagnata di noi, il piacere cola dalla mia figa, sento l'odore di sesso nelle mie narici, continua a muoversi con ritmo sempre più veloce, afferrando i miei fianchi tirandomi a sé ogni volta, con più forza, per supplire alle sensazioni ormai affievolite dalle mie pareti completamente aperte.
Si ferma, credo sia venuto ma non ne sono certa, ero concentrata, per una volta almeno, a gustare, solo e unicamente, le risposte del mio corpo a questa inconsueta forma di sesso. Si gira, sfila velocemente il preservativo e senza chiedere, senza darmi la possibilità di scegliere, infila il suo cazzo duro nella mia bocca, odora di me, capisco che non è venuto.
Prende a scoparmi la bocca come se fosse la mia figa, entra, esce, mi si tappano le orecchie, è durissimo, arriva in gola, quasi un conato di vomito, non respiro, vedo i suoi occhi offuscarsi.
Conosco i suoi gesti, le sue abitudine, mi preparo a ricevere il suo seme, ad ingoiarlo, invece toglie la sua asta dalla mia bocca, sgrano gli occhi e lui con una sola mano, portata avanti e poi indietro come se caricasse un fucile, spara schizzi del suo sperma sul mio viso, sui miei occhi, sulla mia bocca. Piega le gambe con quel gesto che bene conosco, i suoi respiri sono rallentati, tutta la sua forza è veicolata al suo cazzo, al suo venire liberamente sopra di me.
Sfinita lo guardo, è bello, è compiaciuto, è mio marito...
“Te lo aspettavi? Il tuo maritino è ancora in grado di stupirti” dice allontanandosi, mentre si reca in bagno per pulirsi.
Mi trovo lì, sporca, stanca e pensierosa “ Mi ha stupito, mi ha soddisfatto, è stato all'altezza dei mie sogni, delle mie fantasie nascoste”
Lo raggiungo in bagno, gli bacio le spalle ancora abbronzate, ci guardo riflessi nello specchio, vedo una coppia affiatata, segnata dai sali-scendi delle montagne russe del matrimonio. Mi allontano, apro l'acqua della doccia e aspetto che sia calda.
Entro.
Rifletto facendo scorrere l'acqua bollente su di me, “ Anche oggi, diventerà un ricordo sbiadito dal tempo, proprio come risulta ora la mia immagine ai suoi occhi, è sfuocata, appannata dal vapore profumato che rende i vetri opachi ma l'emozione di un pomeriggio, può risvegliare il desiderio di una coppia?”
Passo una mano sul vetro, disegno un arcobaleno trasparente per permettergli di vedermi e ricordargli che io ci sono, da anni e per anni nella nostra quotidianità.

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