Scopata senza preavviso con la zia III

Scritto da , il 2022-06-28, genere incesti

Dopo aver scopato sotto la doccia io e mia zia Lorena iniziammo l'escursione tra i boschi intorno alla casa, cercavamo un punto da dove osservare il panorama. Tra una arrampicata e l'altra lei iniziò a parlare di cosa sarebbe successo alla fine di questa vacanza.
«Mario voglio che tu sappia che le nostre scopate rimangono un fatto del tutto eccezionale, e che non si ripeteranno più quando finirà la vacanza». Mi disse mentre cercava di salire sopra un grosso masso.
«Zia, io voglio che tu sappia che la tua figa mi ispirerà seghe per molto tempo».
«Sono seria Mario, dopo la vacanza scordati del mio corpo».
«Se ho capito bene hai detto dopo la vacanza… Dunque… »
«Abbiamo scopato meno di un ora fa e già ne hai voglia».
«Su, dai zia» Lo dissi mentre cercavo di farle gli occhioni dolci.
«Un pompino veloce, eh!»
Abbassai i pantaloni color crema che avevo messo giusto per l’esplorazione, che per inciso mi procuravano un gran caldo, comunque, mi feci scivolare le mutande e il mio pene ancora non eretto si trovava a circa dieci centimetri dal suo volto. Lei mostrò un breve sorriso e prima di prenderlo in bocca disse:
«Ti giuro ormai ero abituata a vederlo duro, vederlo così mi mette impressione. Ma vediamo di farlo diventare bello duro»
Il pene all’interno della sua bocca iniziava a gonfiarsi e lentamente iniziai a sentire la gioia che soltanto un pompino può portare, leccava come se tra le mani avesse un lecca lecca! Non l’avevo mai vista così energica, in verità non lo era mai stata, ma, anzi lo era solo mentre lo prendeva in culo. Mia zia Lorena ormai era indiavolata lo prendeva fino alla gola per poi tornare indietro con la testa, e poi nuovamente avanti; non avevo mai provato un godimento così puro in vita mia. Ci sputò sopra e iniziò a menarlo con le mani. Stavo per sborrare e per fortuna riuscì a trattenermi qualche secondo in più giusto per venirle in gola. Lei dopo questo splendido servizio si ripulì le labbra e mi diede una salvietta, poi mi guardò, e disse:
«Il tuo è un bel cazzo, ma ora continuiamo la ricerca»
Per tutto il tempo dell’esplorazione non mi toglievo di mente il pompino che mia zia mi aveva fatto poc’anzi. Lei se ne rese conto.
«Che hai Mario? Non ti ho accontentato?»
«Non è questo, però… Voglio scopare per un ultima volta con te».
«Mario… Dai non possiamo»
«Perché no? Non nascondere la verità io ti ho fatta godere»
«Senti è vero, mi piace scopare con te e sì mi hai fatta godere, ma non possiamo più»
«Ti prego soltanto un ultima volta»
«Va bene Mario ma, che sia l’ultima volta!»
Prima di scopare però dovevamo trovare un posto adeguato, non fu difficile trovarlo infatti prendemmo due piccioni con una fava! Avevamo trovato il luogo con il panorama perfetto per scopare e non soltanto per quello.
Bene ci spogliammo e iniziammo a toccarci, ora toccava me iniziare. La sua figa era davanti a me, per la prima volta avevo ansia da prestazione… L’idea di non poterla più toccare o avere mi rendeva nervoso e impacciato. Leccai lentamente la sua vulva, cercai ma non ci riuscì. Non ebbi l’eccitamento necessario per scopare. Me ne vergognai e dicendole:
«Non ci riesco scusami».
Mi resi conto della delusione che le procurai, ma lei gentilmente e con fare un po’ preoccupato mi rispose.
«Non è colpa tua Mario, è normale sono tua zia e il tuo corpo se ne sta rendendo conto».
Iniziai a lacrimare ma l’orgoglio non mi permise di farmi vedere da lei, perciò con la scusa di andare a urinare mi allontanai. Passarono diversi minuti e non vedendomi venne a cercarmi, era sorridente ma nello stesso tempo preoccupata; lo si vedeva dallo sguardo.
«Sentì ho un idea, prima ho preso io l’iniziativa. Facciamo così inizio io e facciamoci l’ultima scopata».
«Non so se ci riesco zia».
«Tu lascia fare a me»
Si inchinò e abbasso i miei pantaloni, prese il pene tra le sue labbra ma non ricevevo stimoli, lei si impegnava ma nulla. Così mi fissò e con un mezzo sorriso mi mostrò un dito, io avevo paura che me lo mettesse nel culo e mostrai naturalmente un po’ di dissenso dicendole di non permettersi ma la mia zietta non voleva penetrarmi il culo, no niente di simile. Lo mise sotto le mia palle e iniziò a massaggiare, fu una scoperta grandiosa! Quel movimento mi faceva indurire il pene. Con il ritorno della mia veemenza la presi per i capelli e la tirai verso l’alto, messa in piedi la girai a novanta gradi e glielo buttai dentro. La scopavo godendo come un pazzo, urlavo «ECCO COSA TI MERITI TROIA» e per tutta risposta ebbi: «UN CAZZO MOSCIO E UN FIGLIO DI PUTTANA CHE NON RIESCE AD AVERE UN EREZIONE SENZA L’AIUTO DELLA ZIA»
La scopavo veloce, il rumore prodotto dai nostri corpi attirò l’attenzione di due uccellini del bosco. Tolsi il mio cazzo dalla sua figa umida e ci misi le lingua; la leccai tutta e assaporando il suo nettare mi eccitai maggiormente. Sentivo che non sarei durato parecchio, le volevo sborrare dentro. Così la buttai a terra e le aprì le gambe, dopo averla penetrata con lei sotto di me urlante di piacere, sborrai e fu la sborrata migliore della mia vita.

(Questa è l’ultima parte del racconto, le altre due le trovate cliccando sul mio nome in alto)

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