Mary 10 Una serata in Villa
di
Marilena C,
genere
dominazione
premessa
Quella parente di mio marito aveva ragione. Seppur tranquillizzandola e e rassicurandola che quello che aveva sentito in giro sul mio conto erano tutte pure fantasie che neanche sapevo scaturite da quale mia eventuale mancanza verso chissà chi, quindi fatte circolare per vendetta, la situazione andava gestita. Vi era la necessità di riconsiderare tutto.
Per niente facile. Dopo aver provato su me stessa il “paradiso” della trasgressione praticata in modo non comune con banali tradimenti consumati con chissà chi attraverso un – lo vogliamo entrambi, ma al contrario, con il mio -non non voglio, ma se mi prendi con la forza cosa ci posso fare?-
Una sola cosa, mi ha permesso di resistere al periodo di astinenza: le bimbe, mie figlie!
Ma veniamo ai fatti; anzi, torniamoci.
Prima parte
Eravamo rimasti che Franco sarebbe passato a prendermi, ma non capivo. A me aveva detto due giorni, mentre con mio marito, in mia presenza ha parlato di domani. Stavo per telefonargli quando un watsap....... scusami con tuo marito, gli ho detto domani, ma domani tra saluti e convenevoli si concluderà poco e io vorrei sbrigarmi un impegno di lavoro. Come ti ho detto andremo dopodomani. Tieniti pronta per 24 ore di follia! Anzi... magari dopodomani viene anche lui.
In risposta: - porco bastardo sai che non verrà. Ti ha fatto capire che preferisce me ne occupi io, ma certo non sa cosa mi farai veramente e cosa mi hai già fatto e so perfettamente che vuoi che lui rimanga a casa.-
Volevo aggiungere: -poi, se viene lui, niente follie. - ho lasciato perdere con un:- glielo dirò.-
-Mamma ho fame- mia figlia a me.
-Si amore, adesso mangiamo.-
No! Questo no. Assolutamente non doveva capitare.
-Rimettiti il vestito che avevi in ufficio da Piero.-
-È a lavare. Mi sistemo diversamente.-
-Se metti i pantaloni te li faccio togliere. Anche in macchina voglio figa e cosce a portata di mano... della mia mano e tra l'altro, dove andremo, una donna in pantaloni non va bene, rischiamo il divieto di ingresso. Regolati!-
Poco dopo, però un altro sms di Franco mi informava che l'appuntamento era rimandato a data da destinarsi, continuando poi con : - a tuo marito puoi sempre dire che il Convegno è stato rimandato causa Covid.-
Brutto colpo. Come avrei fatto a resistere? Sarei stata capace di interpretare a lungo il ruolo di moglie casta e fedele considerando il fatto che la notte stessa ho detto chiaramente a mio marito che volevo scopare, ma prima chiedendogli di leccarmi un po e già questo ha suscitato in lui una sorpresa?
Certo, da fidanzati e i primi mesi di matrimonio facevamo queste cose, poi, pian piano le notti d'amore si sono ridotte a lui che mi era sopra, tra le cosce, classica posizione alla missionaria, mi penetrava iniziando il vai e vieni mentre mi baciava il collo o mi mordeva il lobo dell'orecchia sussurrandomi qualche parolaccia e questo, prima che mi rituffassi nel mare torbido del sesso senza amore, mi eccitava e mi bastava. Eccitava e bastava a Marilena brave e fedele moglie, mamma, brava donna senza grilli per la testa. Non bastava più, però a Mary, da quando qualcuno mi aveva rinfrescato la memoria sull'essere adeguatamente stimolata e presa di prepotenza come la mia natura di succube richiedeva.
Mi si prospettava un lungo periodo di astinenza dalla mia vera natura di succube, schiava del sesso violento, forzato ma vissuto con il massimo del trasporto proprio per l'impossibilità di difendermi contro la forza del maschio che mi vuole ad ogni costo e con tutti i rischi del caso.
in quello stato di eccitazione, sentendo la vulva gonfia dalla voglia tanto da non riuscire a contenere l'imbarazzo neanche con il padre di mie figlie, mio marito se per caso mi avesse toccato durante il giorno accorgendosi della biancheria intima inzuppata dagli umori che mi colavano dalla vagina, mi faceva star male.
Sentivo che per Mary era una prova gigantesca, mostruosa. Pazzesca. Ci mancava solo un crollo psicotico che mi avrebbe fatto correre nuda per strada.
Ho provato più volte a chiudermi in bagno per masturbarmi, ma niente poteva essere all'altezza del pene di Franco e degli altri uomini che mi avevano fatto provare ognuno sensazioni differenti, facendomi innamorare, anzi, facendo innamorare il mio corpo, la mia figa e le mie parti intime ora di uno, ora dell'altro pene fonte del momentaneo piacere. Fonte di dolore, di piacere da uscire di testa, elemento di confusione totale delle idee, fatale distrazione anche dai più comuni e abituali impegni quotidiani.....
Ad aggravare il tutto vi era un altro particolare: cominciavo a ricevere messaggi da numeri di mittente a me sconosciuti che mi chiedevano senza mezze misure, di incontrarci per fare sesso, per scopare.
Il tenore degli stessi andava da:
-ciao Marilena, mi sei sempre piaciuta, mai avrei potuto immaginare che fosse così facile averti, ti ho sempre immaginata donna decisa, granitica, tutta d'un pezzo voglio recuperare il tempo perso. Ti va?-
oppure -Non immagini quante volte ho immaginato di stare tra quelle cosce meravigliose di cui madre natura ti ha fornito e ogni volta che ti vedo per strada qui in paese, è adrenalina pura.-
o ancora -Gran bella figona che sei. In paese concorri per in titolo di “Miss da scopare assolu tamente”. Dimmi quando sei sola e vengo a trovarti. Oppure ti voglio a casa mia. Piacerà di sicuro anche a te.-
Fino a- Litigo con mia moglie e vengo a dormire al B&b, ma solo se mi garantisci che la mattina ti troverò lì a prepararmi la colazione e sono sicuro che mi farai iniziare la giornata in modo strepitoso.-
Alcuni, spingendosi oltre, facevano riferimento alla presunta (secondo loro, lo davano per certo con frasi tipo – si vede che hai bisogno di maschio-) incapacità di mio marito a soddisfami – bella cavallona, tuo marito grande e grosso, ma a letto non è certo adatto per una vera femmina come te.-
Oppure addirittura-Ti porto al bar dagli amici. (nome del titolare....) sa che quando entro con te deve abbassare la serranda. Ci farai divertire! Alternativa? Tanti bei capannoni o ruderi nelle campagne qui vicino al paese e tu lo sai, visto che sei molto apprezzata dagli ospiti del tuo B&b per le precise indicazioni che dai a loro sui luoghi da visitare qui nei dintorni.-
Ma i brividi che mi percorrevano tutto il corpo si intensificavano ricevendo alcune foto che ricordo scattate con i telefonini dai maschi che con me si sono divertiti assicurandomi di volerle utilizzare come loro intimo ricordo e potersi eccitare ancora. Foto non certo caste e con i vestiti addosso. Alcune scattate anche a mia insaputa tra le quali anche alcuni scatti da una fotocamera posizionata in un punto alto dell'ufficio di Piero mentre distesa di schiena sulla scrivania accoglievo Franco di cui non era inquadrato il viso, in piedi tra le mie cosca allargare e sollevate. Fortuna che risultavano molto fuori fuoco, ma la tipica espressione sul mio volto tra dolore e piacere si notava, altre in cui mostravo molto del mio corpo. In effetti qualcuna poteva sembrare fake, falsa, fotomontaggio, ma pressoché tutte facevano riaffiorare gli episodi e le situazioni fonte di quelle immagini come se li avessi vissuti cinque minuti prima
BASTA! Era ora di fermarsi. Proseguire diventava rischiosissimo. Approfittando dell'attività del Bed & breakfast ridotta al lumicino e sperando, chissà... in tempi migliori. Mi si prospettava un periodo durissimo in cui frenare la mia ormai manifesta schiavitù sessuale non sarebbe stato assolutamente facile. Periodo durissimo.
Di “durissimo” concepivo solo il membro del maschio che mi costringeva a farmi scopare; facendomi godere da pazza.
Speravo però che Franco mi chiamasse per vivere quell'ultima avventura.
Mi aveva chiesto di indossare lo stesso abito in raso, lungo, con il quale mi aveva conosciuta in ufficio da Piero. Quello con spacco lungo la gamba, sul davanti,
che scivolandomi sulle cosce, le aveva messe completamente in mostra e lui non aveva perso tempo per farmi notare quanto apprezzava dicendo, rivolto a Piero ma in realtà a me: -Si … però …. se la signora mette in campo certi argomenti.... io mi arrendo!- e continuando, come scritto nei capitoli precedenti, giusto per ricordare: --Che è brava me lo dici tu, ma che è bona all'inverosimile lo vedo da solo e su certe cosce... beh... scusami...come fai a non lasciarci gli occhi? E che cazzo....
Gli avevo risposto che avevo portato l'abito a far pulire e che non sarebbe stato possibile, non volevo certo dargliela ancora vinta, ma non appena andato via ho trovato una scusa per uscire di casa e precipitarmi in lavanderia a supplicare la consegna in tempi pressoché immediati dell'indumento. Non c'era la signora che conoscevo. La sostituiva un uomo sulla quarantina che all'inizio mi spiegava l'impossibilità di quello che chiedevo vista la quantità di lavoro. La mia insistenza ha fatto si che lui..... :- signora, guardi, mi permetta, si affacci un attimo qui.- Facendomi passare a fianco al bancone mi ha mostrato quanti capi aveva da lavare prima del mio ed in effetti il lavoro non gli mancava di certo come ho potuto constatare. Individuando il mio vestito mi sono avvicinata entrando nella stanza dove erano le lavatrici e i macchinari insistendo con la mia richiesta
Lui: -signora mi perdoni, ma lei non è la proprietaria del B&b di via........ n........ qui in paese?-
Mi spiazzava, non capivo e al mio: - si c c certo s sono io.- balbettando a causa del non conoscere il motivo della domanda e ancora di più stupita delle precisione delle sue informazioni, lui ha continuato: - veda signora, qui girano certe voci su di lei e se sarà così gentile e premurosa da mostrarmi dal vivo quello che ho potuto ammirare in alcune foto che la riguardano, beh..... le prometto che se vuole domattina lei avrà il suo vestito perfettamente lavato e stirato e se mi dice a che ora la trovo, sarà mia preoccupazione consegnarglielo a casa o al b&b.-
Così dicendo, prima che io potessi avere la benché minima reazione mi sono trovata tra le sue braccia. L'avevo quasi del tutto dietro. Un suo braccio attorno l collo con la mano che mi afferrava un seno, strizzandomelo, facendomi male e l'altra mano tra le cosce a toccarmi la figa attraverso i pantaloni, sentivo il bozzo duro dentro i suoi pantaloni che mi si strofinava tra natica e fianco
-Aaahhh noooo, cosa faiiiii? Lasciamii non voglioooooooo sono sposataaa.-
Lui: - ohhh davvero???? A sentire chi ha avuto il privilegio di conoscerti veramente “in profondità” sostiene che il tuo problema è proprio questo: il tuo bel dolce maritino finocchione che non è in grado di soddisfarti scopandoti come davvero meriti, come merita una gran femmina come te e a quanto sembra te ne sei resa conto anche tu solo quando hai provato altro.-
-Lasciamiiiiiiii potrebbe entrare qualcunooo dai nooooo o o oo.-
-Tranquilla, ho chiuso e girato il cartellino su -torno subito- poi, quando finiamo, ti faccio uscire da quella porta . Da sul cortile con cancello aperto. Non ti vede nessuno.
Cazzo se sei bona.... tutta da godere!-
io: - lasciamiiiii ti assicuro che ti faccio passare guai. Sarai costretto ad andare via con una denuncia e ti giuro che lo faccio: porco nooo lasciami non toccarmiiiiiiiii.-
In un attimo di tregua sono scappata proprio dalla porticina da lui indicatami poco prima durante i palpeggiamenti che comunque avevano lasciato in me il segno sia visibile con una chiazza sui pantaloni tra le cosce per il bagnato sgorgato dalla vagina di cui mi sono accorta in macchina e che ho coperto annodandomi il maglioncino in vita, ma la conseguenza ancora più impegnativa me la portavo dentro. Non conoscendomi, il tizio non poteva sapere che se avesse insistito, se fosse stato più deciso e intraprendente, magari riuscendo ad infilare la mano dentro la maglietta a polo e dentro la coppa del reggiseno che indossavo, per massaggiarmi il seno nudo e se ancor di più avesse immaginato che sganciando il bottone e tirando giu la lampo dei pantaloni mi avesse fatto sentire quella mano più decisa nel frugarmi tra le cosce di cui avrebbe constatato pienezza, morbidezza e calore dato dall'incontrollabile eccitazione, non voluta, ma evidentissima, avrebbe completamente fiaccato le mie resistenze riuscendo a farmi tutto quello che voleva.
Ho girovagato per un po' in macchina indecisa se tornare da quell'uomo e lasciarmi andare con lui o puntare verso casa facendo finta di nulle e alla prima occasione stuzzicare mio marito seppur cosciente che una scopata con lui mi avrebbe calmata in parte e per un tempo limitato.
Provocare qualcuno in strada? O in un locale pubblico. Come ho già chiarito, non è il mio provocare che contribuisce a soddisfarmi, ma l'essere vittima inconsapevole e a sorpresa. Meno me lo aspetto. più provo piacere. I miei tentativi di difesa? Benzina sul fuoco. Quello della lavanderia non poteva saperlo, ma poi, pochi uomini sono davvero capaci di andare fino in fondo e non arrendersi ai primi no di una donna.
Optando per tornare a casa, la scopata con mio marito mi ha procurato uno stato di calma giusto per una trentina di minuti. Poi, il fuoco, l'incendio era più grande di prima. Non mi rimaneva che resistere e fiondarmi, quando arrivava il momento e facendo ovviamente finta di essere riluttante, dentro l'auto di Franco.
L'indomani una telefonata dal numero sconosciuto alla quale avevo terrore di rispondere, ma la curiosità era strapotentemente forte e alla seconda serie di squilli.... Pronto... si, sono Marilena, chi parla? Era la signora della lavanderia che mi annunciava che potevo passare a ritirare il vestito. Mi chiariva che il dipendente le aveva detto della mia richiesta di urgenza e che aveva fatto il possibile per consegnarmelo subito,. Ringraziandola, l'indomani ho ritirato il capo di abbigliamento. Mi sarei risparmiata l'avventura con il garzone della stessa lavanderia se avessi saputo prima che l'incontro di Franco era posticipato, però, lo stesso episodio mi ha fatto conoscere un altro pretendente ad infilarmisi in mezzo alle gambe e non solo lì. Mi ritrovavo a pensare a chissà quali ambienti frequentava quel ragazzo, chissà dove avrei potuto incontrarlo, facendo finta che era una casualità, chissà se incontrandomi ancora sola ci avrebbe riprovato. Il solito risveglio: io a me stessa – Marilena ma a che cazzo stai pensando? La smetti o no? Pensa al rischio per te e soprattutto per i tuoi cari affetti; piantala o vuoi degradarti ancora di più?
Già.... non mi bastava? Per la ragione era anche troppo, per il sottopancia, per la figa assolutamente no! Era appena l'inizio.
Sono bastati tre giorni e la telefonata di Franco è arrivata. Ufficialmente il Convegno si era ridotto ad un incontro tecnico per pochi veri interessati alle nuove tecniche e materiali per costruzione e ristrutturazione di ambienti. Il tutto si sarebbe svolto nella casa di campagna di uno dei Manager dell'Azienda produttrice.
Commenti, scambi di idee opinioni o altro MaryCambury@libero.it
Quella parente di mio marito aveva ragione. Seppur tranquillizzandola e e rassicurandola che quello che aveva sentito in giro sul mio conto erano tutte pure fantasie che neanche sapevo scaturite da quale mia eventuale mancanza verso chissà chi, quindi fatte circolare per vendetta, la situazione andava gestita. Vi era la necessità di riconsiderare tutto.
Per niente facile. Dopo aver provato su me stessa il “paradiso” della trasgressione praticata in modo non comune con banali tradimenti consumati con chissà chi attraverso un – lo vogliamo entrambi, ma al contrario, con il mio -non non voglio, ma se mi prendi con la forza cosa ci posso fare?-
Una sola cosa, mi ha permesso di resistere al periodo di astinenza: le bimbe, mie figlie!
Ma veniamo ai fatti; anzi, torniamoci.
Prima parte
Eravamo rimasti che Franco sarebbe passato a prendermi, ma non capivo. A me aveva detto due giorni, mentre con mio marito, in mia presenza ha parlato di domani. Stavo per telefonargli quando un watsap....... scusami con tuo marito, gli ho detto domani, ma domani tra saluti e convenevoli si concluderà poco e io vorrei sbrigarmi un impegno di lavoro. Come ti ho detto andremo dopodomani. Tieniti pronta per 24 ore di follia! Anzi... magari dopodomani viene anche lui.
In risposta: - porco bastardo sai che non verrà. Ti ha fatto capire che preferisce me ne occupi io, ma certo non sa cosa mi farai veramente e cosa mi hai già fatto e so perfettamente che vuoi che lui rimanga a casa.-
Volevo aggiungere: -poi, se viene lui, niente follie. - ho lasciato perdere con un:- glielo dirò.-
-Mamma ho fame- mia figlia a me.
-Si amore, adesso mangiamo.-
No! Questo no. Assolutamente non doveva capitare.
-Rimettiti il vestito che avevi in ufficio da Piero.-
-È a lavare. Mi sistemo diversamente.-
-Se metti i pantaloni te li faccio togliere. Anche in macchina voglio figa e cosce a portata di mano... della mia mano e tra l'altro, dove andremo, una donna in pantaloni non va bene, rischiamo il divieto di ingresso. Regolati!-
Poco dopo, però un altro sms di Franco mi informava che l'appuntamento era rimandato a data da destinarsi, continuando poi con : - a tuo marito puoi sempre dire che il Convegno è stato rimandato causa Covid.-
Brutto colpo. Come avrei fatto a resistere? Sarei stata capace di interpretare a lungo il ruolo di moglie casta e fedele considerando il fatto che la notte stessa ho detto chiaramente a mio marito che volevo scopare, ma prima chiedendogli di leccarmi un po e già questo ha suscitato in lui una sorpresa?
Certo, da fidanzati e i primi mesi di matrimonio facevamo queste cose, poi, pian piano le notti d'amore si sono ridotte a lui che mi era sopra, tra le cosce, classica posizione alla missionaria, mi penetrava iniziando il vai e vieni mentre mi baciava il collo o mi mordeva il lobo dell'orecchia sussurrandomi qualche parolaccia e questo, prima che mi rituffassi nel mare torbido del sesso senza amore, mi eccitava e mi bastava. Eccitava e bastava a Marilena brave e fedele moglie, mamma, brava donna senza grilli per la testa. Non bastava più, però a Mary, da quando qualcuno mi aveva rinfrescato la memoria sull'essere adeguatamente stimolata e presa di prepotenza come la mia natura di succube richiedeva.
Mi si prospettava un lungo periodo di astinenza dalla mia vera natura di succube, schiava del sesso violento, forzato ma vissuto con il massimo del trasporto proprio per l'impossibilità di difendermi contro la forza del maschio che mi vuole ad ogni costo e con tutti i rischi del caso.
in quello stato di eccitazione, sentendo la vulva gonfia dalla voglia tanto da non riuscire a contenere l'imbarazzo neanche con il padre di mie figlie, mio marito se per caso mi avesse toccato durante il giorno accorgendosi della biancheria intima inzuppata dagli umori che mi colavano dalla vagina, mi faceva star male.
Sentivo che per Mary era una prova gigantesca, mostruosa. Pazzesca. Ci mancava solo un crollo psicotico che mi avrebbe fatto correre nuda per strada.
Ho provato più volte a chiudermi in bagno per masturbarmi, ma niente poteva essere all'altezza del pene di Franco e degli altri uomini che mi avevano fatto provare ognuno sensazioni differenti, facendomi innamorare, anzi, facendo innamorare il mio corpo, la mia figa e le mie parti intime ora di uno, ora dell'altro pene fonte del momentaneo piacere. Fonte di dolore, di piacere da uscire di testa, elemento di confusione totale delle idee, fatale distrazione anche dai più comuni e abituali impegni quotidiani.....
Ad aggravare il tutto vi era un altro particolare: cominciavo a ricevere messaggi da numeri di mittente a me sconosciuti che mi chiedevano senza mezze misure, di incontrarci per fare sesso, per scopare.
Il tenore degli stessi andava da:
-ciao Marilena, mi sei sempre piaciuta, mai avrei potuto immaginare che fosse così facile averti, ti ho sempre immaginata donna decisa, granitica, tutta d'un pezzo voglio recuperare il tempo perso. Ti va?-
oppure -Non immagini quante volte ho immaginato di stare tra quelle cosce meravigliose di cui madre natura ti ha fornito e ogni volta che ti vedo per strada qui in paese, è adrenalina pura.-
o ancora -Gran bella figona che sei. In paese concorri per in titolo di “Miss da scopare assolu tamente”. Dimmi quando sei sola e vengo a trovarti. Oppure ti voglio a casa mia. Piacerà di sicuro anche a te.-
Fino a- Litigo con mia moglie e vengo a dormire al B&b, ma solo se mi garantisci che la mattina ti troverò lì a prepararmi la colazione e sono sicuro che mi farai iniziare la giornata in modo strepitoso.-
Alcuni, spingendosi oltre, facevano riferimento alla presunta (secondo loro, lo davano per certo con frasi tipo – si vede che hai bisogno di maschio-) incapacità di mio marito a soddisfami – bella cavallona, tuo marito grande e grosso, ma a letto non è certo adatto per una vera femmina come te.-
Oppure addirittura-Ti porto al bar dagli amici. (nome del titolare....) sa che quando entro con te deve abbassare la serranda. Ci farai divertire! Alternativa? Tanti bei capannoni o ruderi nelle campagne qui vicino al paese e tu lo sai, visto che sei molto apprezzata dagli ospiti del tuo B&b per le precise indicazioni che dai a loro sui luoghi da visitare qui nei dintorni.-
Ma i brividi che mi percorrevano tutto il corpo si intensificavano ricevendo alcune foto che ricordo scattate con i telefonini dai maschi che con me si sono divertiti assicurandomi di volerle utilizzare come loro intimo ricordo e potersi eccitare ancora. Foto non certo caste e con i vestiti addosso. Alcune scattate anche a mia insaputa tra le quali anche alcuni scatti da una fotocamera posizionata in un punto alto dell'ufficio di Piero mentre distesa di schiena sulla scrivania accoglievo Franco di cui non era inquadrato il viso, in piedi tra le mie cosca allargare e sollevate. Fortuna che risultavano molto fuori fuoco, ma la tipica espressione sul mio volto tra dolore e piacere si notava, altre in cui mostravo molto del mio corpo. In effetti qualcuna poteva sembrare fake, falsa, fotomontaggio, ma pressoché tutte facevano riaffiorare gli episodi e le situazioni fonte di quelle immagini come se li avessi vissuti cinque minuti prima
BASTA! Era ora di fermarsi. Proseguire diventava rischiosissimo. Approfittando dell'attività del Bed & breakfast ridotta al lumicino e sperando, chissà... in tempi migliori. Mi si prospettava un periodo durissimo in cui frenare la mia ormai manifesta schiavitù sessuale non sarebbe stato assolutamente facile. Periodo durissimo.
Di “durissimo” concepivo solo il membro del maschio che mi costringeva a farmi scopare; facendomi godere da pazza.
Speravo però che Franco mi chiamasse per vivere quell'ultima avventura.
Mi aveva chiesto di indossare lo stesso abito in raso, lungo, con il quale mi aveva conosciuta in ufficio da Piero. Quello con spacco lungo la gamba, sul davanti,
che scivolandomi sulle cosce, le aveva messe completamente in mostra e lui non aveva perso tempo per farmi notare quanto apprezzava dicendo, rivolto a Piero ma in realtà a me: -Si … però …. se la signora mette in campo certi argomenti.... io mi arrendo!- e continuando, come scritto nei capitoli precedenti, giusto per ricordare: --Che è brava me lo dici tu, ma che è bona all'inverosimile lo vedo da solo e su certe cosce... beh... scusami...come fai a non lasciarci gli occhi? E che cazzo....
Gli avevo risposto che avevo portato l'abito a far pulire e che non sarebbe stato possibile, non volevo certo dargliela ancora vinta, ma non appena andato via ho trovato una scusa per uscire di casa e precipitarmi in lavanderia a supplicare la consegna in tempi pressoché immediati dell'indumento. Non c'era la signora che conoscevo. La sostituiva un uomo sulla quarantina che all'inizio mi spiegava l'impossibilità di quello che chiedevo vista la quantità di lavoro. La mia insistenza ha fatto si che lui..... :- signora, guardi, mi permetta, si affacci un attimo qui.- Facendomi passare a fianco al bancone mi ha mostrato quanti capi aveva da lavare prima del mio ed in effetti il lavoro non gli mancava di certo come ho potuto constatare. Individuando il mio vestito mi sono avvicinata entrando nella stanza dove erano le lavatrici e i macchinari insistendo con la mia richiesta
Lui: -signora mi perdoni, ma lei non è la proprietaria del B&b di via........ n........ qui in paese?-
Mi spiazzava, non capivo e al mio: - si c c certo s sono io.- balbettando a causa del non conoscere il motivo della domanda e ancora di più stupita delle precisione delle sue informazioni, lui ha continuato: - veda signora, qui girano certe voci su di lei e se sarà così gentile e premurosa da mostrarmi dal vivo quello che ho potuto ammirare in alcune foto che la riguardano, beh..... le prometto che se vuole domattina lei avrà il suo vestito perfettamente lavato e stirato e se mi dice a che ora la trovo, sarà mia preoccupazione consegnarglielo a casa o al b&b.-
Così dicendo, prima che io potessi avere la benché minima reazione mi sono trovata tra le sue braccia. L'avevo quasi del tutto dietro. Un suo braccio attorno l collo con la mano che mi afferrava un seno, strizzandomelo, facendomi male e l'altra mano tra le cosce a toccarmi la figa attraverso i pantaloni, sentivo il bozzo duro dentro i suoi pantaloni che mi si strofinava tra natica e fianco
-Aaahhh noooo, cosa faiiiii? Lasciamii non voglioooooooo sono sposataaa.-
Lui: - ohhh davvero???? A sentire chi ha avuto il privilegio di conoscerti veramente “in profondità” sostiene che il tuo problema è proprio questo: il tuo bel dolce maritino finocchione che non è in grado di soddisfarti scopandoti come davvero meriti, come merita una gran femmina come te e a quanto sembra te ne sei resa conto anche tu solo quando hai provato altro.-
-Lasciamiiiiiiii potrebbe entrare qualcunooo dai nooooo o o oo.-
-Tranquilla, ho chiuso e girato il cartellino su -torno subito- poi, quando finiamo, ti faccio uscire da quella porta . Da sul cortile con cancello aperto. Non ti vede nessuno.
Cazzo se sei bona.... tutta da godere!-
io: - lasciamiiiii ti assicuro che ti faccio passare guai. Sarai costretto ad andare via con una denuncia e ti giuro che lo faccio: porco nooo lasciami non toccarmiiiiiiiii.-
In un attimo di tregua sono scappata proprio dalla porticina da lui indicatami poco prima durante i palpeggiamenti che comunque avevano lasciato in me il segno sia visibile con una chiazza sui pantaloni tra le cosce per il bagnato sgorgato dalla vagina di cui mi sono accorta in macchina e che ho coperto annodandomi il maglioncino in vita, ma la conseguenza ancora più impegnativa me la portavo dentro. Non conoscendomi, il tizio non poteva sapere che se avesse insistito, se fosse stato più deciso e intraprendente, magari riuscendo ad infilare la mano dentro la maglietta a polo e dentro la coppa del reggiseno che indossavo, per massaggiarmi il seno nudo e se ancor di più avesse immaginato che sganciando il bottone e tirando giu la lampo dei pantaloni mi avesse fatto sentire quella mano più decisa nel frugarmi tra le cosce di cui avrebbe constatato pienezza, morbidezza e calore dato dall'incontrollabile eccitazione, non voluta, ma evidentissima, avrebbe completamente fiaccato le mie resistenze riuscendo a farmi tutto quello che voleva.
Ho girovagato per un po' in macchina indecisa se tornare da quell'uomo e lasciarmi andare con lui o puntare verso casa facendo finta di nulle e alla prima occasione stuzzicare mio marito seppur cosciente che una scopata con lui mi avrebbe calmata in parte e per un tempo limitato.
Provocare qualcuno in strada? O in un locale pubblico. Come ho già chiarito, non è il mio provocare che contribuisce a soddisfarmi, ma l'essere vittima inconsapevole e a sorpresa. Meno me lo aspetto. più provo piacere. I miei tentativi di difesa? Benzina sul fuoco. Quello della lavanderia non poteva saperlo, ma poi, pochi uomini sono davvero capaci di andare fino in fondo e non arrendersi ai primi no di una donna.
Optando per tornare a casa, la scopata con mio marito mi ha procurato uno stato di calma giusto per una trentina di minuti. Poi, il fuoco, l'incendio era più grande di prima. Non mi rimaneva che resistere e fiondarmi, quando arrivava il momento e facendo ovviamente finta di essere riluttante, dentro l'auto di Franco.
L'indomani una telefonata dal numero sconosciuto alla quale avevo terrore di rispondere, ma la curiosità era strapotentemente forte e alla seconda serie di squilli.... Pronto... si, sono Marilena, chi parla? Era la signora della lavanderia che mi annunciava che potevo passare a ritirare il vestito. Mi chiariva che il dipendente le aveva detto della mia richiesta di urgenza e che aveva fatto il possibile per consegnarmelo subito,. Ringraziandola, l'indomani ho ritirato il capo di abbigliamento. Mi sarei risparmiata l'avventura con il garzone della stessa lavanderia se avessi saputo prima che l'incontro di Franco era posticipato, però, lo stesso episodio mi ha fatto conoscere un altro pretendente ad infilarmisi in mezzo alle gambe e non solo lì. Mi ritrovavo a pensare a chissà quali ambienti frequentava quel ragazzo, chissà dove avrei potuto incontrarlo, facendo finta che era una casualità, chissà se incontrandomi ancora sola ci avrebbe riprovato. Il solito risveglio: io a me stessa – Marilena ma a che cazzo stai pensando? La smetti o no? Pensa al rischio per te e soprattutto per i tuoi cari affetti; piantala o vuoi degradarti ancora di più?
Già.... non mi bastava? Per la ragione era anche troppo, per il sottopancia, per la figa assolutamente no! Era appena l'inizio.
Sono bastati tre giorni e la telefonata di Franco è arrivata. Ufficialmente il Convegno si era ridotto ad un incontro tecnico per pochi veri interessati alle nuove tecniche e materiali per costruzione e ristrutturazione di ambienti. Il tutto si sarebbe svolto nella casa di campagna di uno dei Manager dell'Azienda produttrice.
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