De rustica progenie, semper villana fuit

di
genere
voyeur

In biologia l'imprinting è quella fase precocissima della vita di un essere vivente durante la quale si decidono i tratti salienti del suo cervello, del suo carattere, del suo modo di relazionarsi con il resto del mondo. E' come se l'individuo ricevesse un'impronta, un marchio, che influenzerà nel bene e nel male tutte le azioni e le decisioni che quell individuo prenderà durante la propria vita.
Mi chiamo Alessandro e purtroppo sono stato proprio sfigato in quella fase della mia vita.
Sin dall'inizio ho avuto problemi grandi, grandissimi. Nasco in un contesto contadino, umile. Madre degenere e padre inesistente. Finiti gli studi superiori, non potendomi permettere l'università decido di fare lo studente-lavoratore. Ancora sacrifici, guardare le persone più fortunate di me in quella fase della mia vita, non ha fatto altro che caricarmi ancora di più di invidia, rabbia, disprezzo dei sentimenti. Esce fuori l'imprinting...
Iniziai a convogliare la mia energia negativa nei rapporti sentimentali, trasformandomi in un mostro depravato, amante delle esperienze più luride che potevo immagiare. Poi, quando la vittima sacrificale di turno era soggiogata e spaventata dai miei modi di fare violenti, la scaraventavo in un tunnell di sesso deviato, violento, sporco, lontano anni luce da sentimenti e passione che normalmente sono la base di una coppia.
Trovai la mia dimensione nelle pratiche BDSM e in modo seriale cercavo di avviare in quella direzione ricattando le povere donne disperate che si rimediano nei siti di incontri su internet. Non mi bastava.
Mi spinsi oltre e scoprii il mio lato omosessuale. Amo essere penetrato, amo il cazzo, nel tempo ho sviluppato un'evidente ed imbarazzante impotenza nei confronti delle donne che cerco di mascherare con metodi posticci al limite del grottesco.
Di contro ho creato attorno a me una facciata di perbenismo che a chi scopre la mia vera natura di malata depravazione, genera un senso di pena immenso perchè percepisce il mio grande disagio psichico.
Cerco di vestirmi in maniera elegante, per trasmettere un'immagine equilibrata e rassicurante agli altri, ma sono cosciente che l'eleganza è una dote che non è assolutamente presente nel mio imprintig di cafonetto di paese; al contrario non vedo l'ora di travestirmi da donna, dando sfogo alla mia omosessualità repressa che mi porta a desiderare continuamente che qualche uomo mi sodomizzi.
Anche questa è un'altra mia fissazione: i rapporti anali. Sono ossessionato dai rapporti anali. Una volta uno psicologo mi spiegò che questo problema è la spia di traumi del mio passato, probabilmente vere e proprie violenze subite nelle quattro mura domestiche. Il mio dramma nasce da lì, da una squallida realtà di degrado rurale, dove non c'è spazio per l'amore, per i sentimenti, ma si diventa sempre più simili alle bestie con le quali ho vissuto a stretto contatto. Come fanno le bestie, vivo giorni sempre uguali, dietro ad un pc a spiare gli altri, cercando in qualche modo di sottrarre a loro un briciolo di felicità che io non ho mai provato. Ma col tempo ho capito che anche la felicità fa parte dell'imprinting. Chi per natura ha la felicità nel suo imprinting sarà sempre felice, chi, come me ha ricevuto solo negatività, è destinato alla solitudine e alla rabbia. Gli animali mi hanno trasmesso anche la tristezza: una vita in attesa di finire al macello. Forse è proprio questo che mi sta succedendo. Giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno, sto morendo e sono triste perchè consapevole che dopo tutto il male fatto, nessuno verserà una lacrima quando toglierò il disturbo definitivamente. Sparirò tra l'indifferenza generale.
Come da copione solo ora che mi avvio alla terza età, capisco di aver vissuto una vita piena di odio, invidia, rancore. Purtroppo, nonstante la mia consapevolezza sia totale, non è sufficiente a farmi comportare civilmente e continuo a provare invidia che mi porta a spiare in maniera compulsiva ed ossessiva le persone che sono l'esatto opposto di me: persone equilibrate, vere, ispirate da sentimenti positivi, che anche nel lavoro si rendono utili per il prossimo.
Mi viene in mente un proverbio latino, particolarmente adatto a sintetizzare la mia gretta esistenza: “De rustica progenie, semper villana fuit” è un proverbio della lingua latina che tradotto letteralmente significa: “Colui che discese da stirpe rustica, rimase sempre rozzo”.

P.S. Anche con photoshop sono scarso: forse il mio decadimento fisico ha colpito anche la vista e non mi rendo conto che i miei fotomontaggi sono evidenti come la mia impotenza coeundi. Farei meglio a tornare a fare il contadino o a raccogliere la cacca delle vacche che tanto mi piacciono. (a proposito, complimenti per la chianina che ti scopi, una vera vaccona ;-)
scritto il
2022-01-12
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