L’agricoltore maturo

Scritto da , il 2021-07-23, genere gay

Quella che vado a raccontare è una storia realmente accadutami all’età di 19 anni. Ora ne ho 29 ed ho pensato di raccontare questa mia avventura perché, seppur faccia parte della mia intimità e vita privata, essendo stata un’esperienza più unica che rara volevo condividerla con tutti voi. Cambierò solo i nomi delle persone per una questione di privacy.

Allora abitavo in un piccolo comune nell’entroterra montano abruzzese, dove la maggior parte delle persone e cresciuta a pane e legna. Se mi vedevate allora non mi avreste mai dato del montanaro: alto 1,68cm, magrolino, lineamenti per nulla marcati. Da quando avevo scoperto la mia omosessualità, non avevo avuto mai il coraggio di provare a fare delle esperienze. Sia per la difficoltà del luogo dove abitavo, sia per la vergogna ed infine per la paura di conoscere gente, che potevo conoscere solo tramite chat, e che comunque abitavano sicuramente lontano da me. Quindi mi ammazzavo di pippe, pensando alla mia fantasia erotica preferita: gli uomini maturi!

Nonostane tutte le difficoltà, però, ebbi forse la fortuna più grande della mia vita. Non molto lontano da casa mia, c’era un signore che aveva una piccola azienda agricola dove aveva: agnelli, pecore, vitelli. E rivendeva la sua carne nella sua piccola bottega. Si chiama Giuseppe e all’epoca dei fatti aveva 52 anni. Lo conoscevo perché essendo piccolo il posto era amico di famiglia. Era il mio sogno erotico: alto 1,85, spalle e petto largo, braccia muscolose, collo taurino, mani grandi e robuste (che avranno un ruolo importante) gambe poderose. Non aveva barba o baffi, ma dei capelli neri corvino naturali. Molti peli ma nei punti giusti (no sulla schiena, sulle mani e sul collo). Insomma, perfetto per i miei gusti.

Spesso andavamo a comprare la carne, ci si scambiava due parole e poi via… Oppure i miei andavano a casa sua per qualche ragione, ed io ne approfittavo per stare li e gustarmelo. Spesso lo vedevo quando facevo in solitaria delle passeggiate… Insomma le occasioni non mancavano, ma mai mi sarei aspettato quello che sarebbe successo un giorno.

Tutto inizio una domenica pomeriggio di settembre, stavo cercando lavoro dopo il liceo, ed avendo un po’ di tempo per me decisi come al solito di fare una passeggiata. Decisi di fare una strada diversa, e passai per delle stradine interpoderali che di solito non faccio, che però decisi di fare perché li Giuseppe aveva una rimessa del fieno con un capannone e delle attrezzature. La strada è abbastanza nascosta tra i prati gli alberi e soprattutto perché si trova tra delle colline. Passai cosi li, anche con la speranza di vedere Giuseppe, ma la proprietà era vuota. Il cancello per entrare chiuso ma senza il lucchetto e così, seppur illegittimamente, entrai.

Non so perché lo feci, ma il desiderio di entrare in un luogo che era di proprietà di Giuseppe mi eccitava da impazzire. Cosi camminai un po’, tra il capanno con gli attrezzi il prato ed infine nel fienile, con la speranza che nessuno arrivasse anche perché sarei stato li poco tempo. Mentre camminavo tra le balle impilate, iniziai a sentire un rumore, allora mi affacciai piano piano dal fienile e sulla strada vidi la sua Pajero del 96 (una jeep che qui hanno in tanti) che stava tornando… In quel momento mi si gelò il sangue… Non sapevo cosa fare e avevo poco tempo… Se fossi andato via mi avrebbe visto e non so cosa avrebbe fatto, se fossi rimasto nascosto forse sarebbe stato peggio, ma rischiavo di meno… Allora tra le pile alte di fieno mi nascosi ed iniziai a sudare freddo e sperai di non essere visto…

Senti la jeep parcheggiare e lui scendere… Non sapevo dove sarebbe andato ma speravo non verso di me… Avevo però commesso un errore, quando entrai nella proprietà lasciai il cancello scostato, e quandi lui capi che forse era entrato qualcuno… Lo sentivo camminare e dopo qualche minuto, entrò nel fienile, fece un giro e dopo poco si accorse di me…

G: Federico!?!?!
Io completamente nel panico dissi: “Giuseppe scusami, non ho fatto nulla!!! Stavo solo facendo un giro, volevo vedere qui dentro ma non l’ho fatto con cattive intenzioni!!!!”. Ero bianco in viso e non sapevo che sarebbe successo, pensavo anche alla brutta figura con la mia famiglia.
Lui mi fisso in modo strano e poi scoppiò a ridere… Ad un certo punto mi disse che tra tutte le stranezze che aveva visto questa era la più strana. Io gli spiegai che era solo curioso di vedere il fienile, dato che era gigantesco. Lui mi disse di stare sereno, che mi conosceva e sapeva che persona fossi. Gli chiesi scusa e immensamente e lui mi fece una proposta (dato che stavo li) di aiutarlo a mettere alcune cose a posto nel capanno. Lo aiutai nel lavoro e nel mentre mi faceva delle domande, sul perché ero tanto curioso di entrare nel fienile. Gli dissi che era solo una stupida curiosità e che non so che mi era preso. Lui mi disse che da ragazzino fece un sacco di cazzate e che non se la sentiva di giudicare, ma dato che lo conoscevo, averi potuto chiederglielo direttamente.
La discussione poi prosegui, chiedendomi cosa stessi facendo ora che avevo finito il liceo infine mi fece una domanda che mi mise in difficoltà. “Sei fidanzato? Hai la ragazza?”. Risposi di no, e lui mi disse che facevo bene, e che se fosse tornato indietro non si sarebbe mai sposato. Io gli dissi che era esagerato, ma lui mi disse che erano molto tempo che con la moglie non andava più ed infatti erano separati. Quando mi disse così capì molte cose viste negli ultimi anni. Continuò poi dicendomi una frase del genere ”meglio se vai con gli uomini, almeno non hai il problema dei figli ahahaha” ed io risi alla battuta ma ero veramente imbarazzato. Finito quel piccolo lavoretto nel suo capanno, mi disse che mi avrebbe riaccompagnato a casa, che era a qualche chilometro di distanza. Sali sulla sua Jeep e ci avviamo.

Mentre stavamo ritornando, ritornò sul fatto che fossi nel fienile, e mentre ridevamo all’idea di quello che era successo mi diede una pacca sulla gamba. Al tocco di quella mano grande e robusta, ebbi un sussulto spaventoso dentro di me, e basto quel semplice tocco per farmi partire l’eccitazione. In quel momento lo guardai e lui mi fece uno sguardo davvero profondo… E ci fu un altra pacca, ma questa volta più alta, nell’interno coscia e più lunga. E di nuovo sguardi. Io ormai ero partito e contemporaneamente impietrito e non capivo più nulla e lui invece insisteva negli sguardi profondi.

Alzo poco la mano per poi riposarla e continuarmi a toccare, io guardavo quella bellissima mano, da maschio rude, che mi accarezzava la coscia. Ad un certo punto vidi che non girò per andare a casa mia, ma svio completamente. Continuò a camminare ed orami erano chiare le intenzioni di entrambi. Si avvicino ad una strada che dava direttamente nel bosco e con la sua jeep, ci entrò dentro.
Si fermo in un punto indefinito nel bosco. Io non ebbi il coraggio di dire una parola, e lui ricomincio a toccarmi la coscia. Io lo guardai e nel mentre inizio a ad avvicinarsi a me e io pietrificato ed eccitato non opposi resistenza (e comunque non avrei potuto contro un omone de genere) e mi iniziò a baciare. Passarono pochi secondi ed io mi sciolsi tra le sue braccia e le sue morbide labbra. Lui mi prese come un fuscello e mi porto sul suo sedile, ed io abbracciato al suo immenso corpo ed avvolto tra le sue braccia enormi mi lasciai andare. Sentivo l’odore della sua pelle, bagnata dal sudore. Sentivo quell’odore di uomo rozzo e forte che mi faceva impazzire. Ero completamente in estasi e dopo qualche minuto si fermo e mi disse “Ora ho capito perché eri nel fienile” io sorrisi e continuammo a baciarci. Eravamo così eccitati che in poco tempo ci sbottonammo e ci facemmo una sega a vicenda. Gia da sopra i suoi jeans sentivo l’enorme sua verga e tirata fuori era perfetta; dritta e larga, non troppo lunga (19 cm) ma venosa dura come il marmo. In pochi minuti venimmo tutti e due e ci sporcammo ovunque.

Appena ripuliti iniziammo a parlare. Lui mi confido che aveva sempre visto il modo in cui lo guardavo tutte le volte che lo incontravo e che lui sentendosi bisex, e piacendogli i ragazzi della mia età, aveva sempre fantasticato su di me. Io allora gli dissi che erano anni che pensavo a lui e che ero entrato nel fienile proprio perché mi eccitava l’idea di stare nella sua proprietà

Promettemmo ad entrambi che sarebbe stato il nostro piccolo segreto e che ci saremo visti ogni tanto per stare insieme e fare sesso. Lui fu subito chiaro “a me piace il culetto!!!” e dio ero felice per la cosa (sentendomi passivo) ma gli confidai però che per me era la prima volta per tutto e che non avevo mai avuto esperienza, e che di conseguenza avevo paura. Mi tranquillizzo dicendomi che con m avrebbe preso tutte le precauzioni del caso.

Mentre parlavamo continuavamo a toccarci. Io prendevo la sua enorme mano nella mia (ho una passione per le mani degli uomini): la guardavo, l’accarezzavo. Dopo qualche minuto, mi venne spontaneo prendere il suo grosso pollice ed iniziarlo a leccare. In pochi secondi anche lui fu di nuovo eccitato. Ed io mi chinai su di lui per iniziare un pompino. G:”ah, si !!! cosi!! vai, ciuccia puttanella!!!” gemitava. Io resistetti qualche minuto. La bocca era poco abituata e continuai con la mano. Anche lui prese il mio e di nuovo ci facemmo un’altra sega. Venimmo di nuovo e in fretta e furia ci ricomponemmo anche perché era tardi.

Mi saluto, ci scambiammo i cellulari e mi promise che la prossima volta mi avrebbe fatto sognare…

Ci sentivamo per messaggio e per chiamate e la domenica successiva ci incontrammo di nuovo nel suo fienile.

Appena andai li mi disse:”ora questo posto che ti piace tanto sarà la nostra camera da letto”. Io risi e lui mi prese in braccio mi alzo e mi inizio a baciare. Mi teneva come se fossi una piuma ed entrammo nel fienile. Aveva predisposto delle lenzuola poggiate sopra la paglia come letto.

Ci buttammo nera il “letto” ed iniziamo a pomiciare e poco dopo ci spogliammo nudi. Mentre mi trovavo sopra quel armadio di uomo, non credevo a quello che stava succedendo. Dopo anni di pippe e di solitudine, l’uomo che desideravo mi aveva fatto suo!!!

Non passo molto e lui si alzo e prese delle cose. Del lubrificante e dei preservativi. Mi disse di rilassarmi e di mettermi in posizione supina, di allargare le gambe e piegarle. Prese del lubrificante e con l’indice mi iniziò a massaggiare l’ano. Ero perso, eccitato, in una dimensione a me sconosciuta. Poi si lubrificò il dito e con l’indice iniziò a spingere nello sfintere… Mi diceva di stare rilassato, ma faceva male, era troppo stretto il mio buco, ed il suo dito troppo grosso. Allora mi disse ”Segati piano, e vedrai che il dolore diminuirà”. Io iniziai a segarmi e lui entrò senza troppo dolore, ma rischiavo di venire subito… E dopo un po’ così fu… Venni senza controllo… Sporcai il suo viso ed io per la vergogna mi misi le mani sul mio viso. Lui si vicino a me e mi disse che di stare tranquillo e che avremmo riportato a breve, perché ero giovane ed avevo tanto fuoco dentro. Nel frattempo il mio buchino si era allargato. Era un po’ dolente ma tutto sommato non troppo. Lui iniziò a baciarmi e a penetrarmi sempre con le dita, questa volta il medio. In pochi minuti il mio cazzo tornò duro. Appena vide la mia erezione mi disse “Sei pronto?” ed io con un soffocato “si” risposi. Prese il preservativo lo mise e si distese come me in posizione supina. Mi disse di sedermi sopra, e scendere piano piano. E cosi feci. Con l’ano ben allargato la penetrazione fu più facile, ma non semplice. Iniziai a sentire la cappella gigante che entrava, e con dolore piano piano feci entrare tutta l’asta ben lubrificata. Mi sedetti sopra di lui, nella posizione dello smorzacandela e lo guardavo. Non appena entro tutto dentro di me, senti un brivido che mi trapassò la schiena ed entrai in una dimensione ultraterrena.
Lui iniziò a montarmi e sentivo il suo cazzo che mi penetrava in modo vigoroso. Ero eccitato e lui mi parlava “che bel culetto tondo, che buchetto…. Senti il cazzo puttanella, lo senti? Ti apro in due” e poi continuava “Tu sei mio ora… Capito?”. Tutte quelle parole risuonavano in me così tanto che il piacere si amplificava. Senza dirmi nulla, e con il suo cazzone dentro di me, mi prese e si alzo in piedi.
Mi sentivo di volare. Mi continuava a montare con vigore ed io mi aggrappavo alle sue enormi braccia e alle sue spalle. Mi sentivo posseduto da un Dio. Passarono un po’ di minuti, e gli dissi che volevo che venisse dentro di me. Lui mi disse che aveva il preservativo per sicurezza, ma se questo desideravo, questo avrei ottenuto. Mi posò sopra le lenzuola, si tolse il preservativo e mi inculò nell’ultima posizione. Mi mise in posizione supina, mi apri le gambe e le piego verso di me. Da sopra lui si avvicinò sempre lubrificato e mi penetrò. Appena penetrato si mise sopra di me ed iniziò a inculcarmi. Io per il dolore iniziai ad alzare il volume dei miei gemiti, ma in poco tempo mi mise la sua enorme mano sulla mia bocca e mi disse “Zitto focietto, è questo quello che vuoi!!”. Vedevo quell’enorme maschio sopra di me che mi dominava. Io ero suo e lui mio. Mi montava con vigora forza e enegia, e appena vide nei miei occhi che il mio buchino non ce la faceva più, decise di venire dentro di me, e sentii un ondata di sperma caldo riempirmi le viscere… E anche io a quelle sensazioni venni, come non ero mai venuto. Eravamo entrambi in estasi e alla fine ci abbandonammo mi un lungo abbraccio.

Quando tirò fuori il cazzo uscì anche lo sperma e un po’ di sangue. Ero stato sverginato da colui che sognavo.

Quella fu solo una delle tante volte in cui ci vedemmo. Giuseppe mi iniziò al sesso e mi insegno tutto quello che adesso so.

La nostra tresca durò un paio di anni circa. Io poi decisi di andare via dalla mia terra per cercare fortuna altrove, e devo dire che feci bene. Parlammo tanto in quegli anni di passione e sesso, e di comune accordo, e sotto suo consiglio, mi fece capire che era meglio se io iniziavo a trovare un ragazzo della mia età, con il quale vivere serenamente la mia sessualità. Tutto troppo nascosto, tutto troppo difficile per entrambi. Troppe le cose da raccontare ci sarebbero, e mentre scrivo la passione anche con una lacrima scende… Posso solo dirvi che il piacere che ho provato con lui non lo più ritrovato, con la consapevolezza che quando torno nel mio paese, mi basta una telefonata per ritornare fra le sue braccia.

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