La storia di Luca - parte V

Scritto da , il 2019-07-31, genere gay

Nelle settimane successive i rapporti tra Luca e Marco divennero sempre più frequenti ed anche sempre più spinti. Tra di loro c’era una grande intesa sessuale. Appena avevano la possibilità si facevano travolgere dalla passione e dalle loro fantasie erotiche.
Una volta, dopo che Lucia uscì di casa, Marco e Luca immediatamente cominciarono a baciarsi appassionatamente e contemporaneamente si tolsero tutti i vestiti fino a rimanere completamente nudi con i cazzi ormai durissimi. Luca si inginocchiò ai piedi di Marco ed iniziò a gustare e poi a spompare il suo cazzo. Marco poi lo fermò e gli disse:
- Andiamo in camera, voglio scoparti nel letto al posto di tua madre
Mi distese sul letto, si sdraiò sopra di me è cominciò a baciarmi ovunque. Amava mordicchiarmi i capezzoli, insisteva fino a farmi leggermente male, e con una mano mi ficcava le dita in bocca fino in gola. Io succhiavo avidamente, mi lasciavo andare completamente e mi trasformavo in una vera troia sottomessa. Le sue labbra piano piano finirono sul mio cazzo è lì iniziò a succhiarmelo. Era la prima volta che lo faceva, mi piacque e gli piacque tanto. Poi smise e cominciò a scoparmi, assestava colpi forti, duri, sempre più veloci. Io ansimavo, godevo e lo incitavo ad essere ancora più aggressivo. Quella volta mi scopò molto forte quasi a spaccarmi il culo. Poi tolse il cazzo dal culo e prendendomi per i capelli me lo ficcò in bocca, tutto, fino in gola. Ho ingoiato con piacere la sua sborra calda.
Un pomeriggio invece mi portò in bagno e dopo avermi slinguazzato come al solito e tolti tutti i vestiti, prese, dal cesto dei panni sporchi, dell’intimo di mia madre e volle che lo indossassi. Mi misi un reggiseno ed un tanga di pizzo nero ricamato, ero super eccitato. Marco, dietro di me, infoiato come non mai, tenendomi per i capelli mi girò verso lo specchio e mi disse:
- Guardati! Sei una vera troia. Ti voglio rompere il culo!
Mi fece inarcare un po’ e dopo aver inumidito il mio buchetto iniziò a scoparmi. Prima piano e poi sempre più veloce con colpi secchi e potenti. Quella volta mi scopò senza ritegno. Non gli importò di farmi male. Aveva voglia di essere animale ed io assecondai. Ad un certo punto si fermò e mi tolse di forza il tanga. Ci sborrò sopra. Mi fece mettere in ginocchio e guardandomi negli occhi mi disse di leccare la sborra. Presi il tanga e avidamente cominciai a leccare.
Un'altra volta il porco, come finì di scopare mia madre, venne in camera mia e buttandosi sopra di me mi fece vedere il preservativo pieno di sperma, me lo riversò sulle labbra ed io iniziai a leccare, poi ci baciammo con foga mischiando, con le nostre lingue, la saliva e la sborra. Nel frattempo mi segava, sempre più forte, finché venni sull’addome. Mi baciò sulla fronte e se ne andò.
Con mia madre si cercava di fare massima attenzione ed un paio di volte abbiamo rischiato di farci beccare come quella volta che lei rientrò a casa prima del previsto. Io e Marco eravamo chiusi in camera mia a scopare, sentimmo la sua voce, ci blocchiamo ed in tre secondi Marco, ancora col cazzo duro, si rivestì, uscì e corse da lei. Abbracciandola calorosamente, la portò in camera e cominciarono a fare sesso mentre io, che sentivo tutto, restai un po’ deluso.
Alcune volte lo facevamo anche quando lei era a casa. Ad esempio una sera, mentre mia madre era intenta a preparare la cena, Marco venne da me in camera e cominciò a stuzzicarmi fino a farmelo diventare duro. Cominciò a masturbarmi e nello stesso tempo a baciarmi. Io ero seduto alla scrivania, si alzò, si tolse il cazzone ormai duro dalle mutande e me lo ficcò in bocca. Iniziò a scoparmi la bocca. Prima piano e poi sempre più veloce e sempre più in fondo. Arrivava fino in gola. Mi provocava conati di vomito e riversavo la saliva dalla bocca. Poi cominciò a stantuffarmi velocemente finché non venne tutto dentro. Nel frattempo mia madre ci chiamò per la cena e senza neanche pulirmi ci dirigemmo verso la cucina ma ad un passo dalla porta Marco mi spinse al muro e cominciò a baciarmi con foga.
Passavano i giorni, le settimane e piano piano si avvicinava il giorno del mio compleanno. Mia madre voleva organizzare la classica festa con parenti ed amici ed io che invece volevo fare qualcosa di soft, anzi avrei voluto passare tutto il tempo tra le braccia del mio Marco.
Sarà l’avvicinarsi del mio compleanno ma cominciai a rattristirmi un pochino. Il mio desiderio principale era quello di avere Marco tutto per me e di non vivere più una relazione clandestina. Così il giorno prima del compleanno scrissi una lettera a Marco in cui gli ho dichiarato il mio amore verso di lui e che non avevo più intenzione di tenere nascosta la nostra relazione e soprattutto gli ho chiesto di dirmi quali sono i suoi sentimenti nei miei riguardi.
Il giorno dopo appena sveglio giro in casa senza trovare nessuno, ma dopo mezzoretta rientra Marco che mi abbraccia e mi bacia dandomi gli auguri di buon compleanno. Poi ci spostiamo sul divano e cominciamo a baciarci, ad accarezzarci, ci spogliamo ed iniziamo a fare l’amore. E’ stato molto dolce e mi emozionai tantissimo. Gli diedi la lettera e gli dissi di leggerla dopo cena. Lo baciai e me andai in bagno.
La giornata proseguì tra auguri, abbracci, lacrime e tante altre cose scontate che avrei evitato volentieri. Prima di iniziare con i festeggiamenti stavo vestendomi in camera mia quando arriva Marco che abbracciandomi si poggia dietro di me facendomi sentire che aveva il cazzo duro, poi mi bacia sul collo, mi gira la testa e iniziamo a baciarci con le lingue, io mi giro, mi inginocchio e comincio a succhiarlo. Ma lui fermandomi comincia a muovere il cazzo nella mia bocca, lo fa entrare e poi uscire, lo ficca sempre più in profondità. Mi scopa la bocca, fino alla gola, e poi viene facendomi ingoiare tutto.
La serata procede con la festa organizzata prima in un ristorante con i parenti e poi con un party in un club nel centro di Milano dove c’erano i miei amici e compagni di scuola. Proseguì tutto come da programma ma la mia testa restava su Marco e sulla lettera. La leggerà? Cosa penserà? Come mi risponderà? Quali saranno le sue reazioni? Tutte domande che fra qualche ora dovrebbero avere una risposta. Nella lettera avevo scritto anche di farsi trovare dopo la festa, all’uscita del club, in modo da poter parlare e sapere le sue intenzioni.
Ormai la festa stava terminando, era circa l’una. Le ultima persone se ne erano andate ed io mi misi ad aspettare. Ad aspettare Marco! Si fecero le due, poi le due e mezza. Alle tre, non vendendolo arrivare, mi decisi di tornare a casa. Ero triste. Piansi!
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