E se la mamma II cap

Scritto da , il 2011-06-28, genere incesti

Vi ho detto nel precedente capitolo di come sia scoccata la scintilla della lussuria tra me e mia madre. Un racconto d'impeto scritto di getto per fissare gli ultimi avvenimenti di una strana relazione (consentitemi il termine) che ha origini lontane. Ecco vi parlerò di come tutto è iniziato.

Per commenti, dettagli scambi epistolari o semplici curiosità mi potete contattare a pompeopompeo64@yahoo.it . ciao


Dal mio punto di vista tutto è iniziato il primo giorno di vacanza a mare di 14 anni fa. Dovevamo andarci nel mese di agosto in vacanza quell'anno ma mio padre ebbe impegni di lavoro dell’ultim’ora per cui anticipammo una settimana di vacanza a luglio. Ricordo che per fare lo spostamento non prendemmo l’appartamento che eravamo soliti affittare ma un altro e per giunta per telefono tra le lamentele di mia madre che non ebbe, ovviamente, modo di visionarlo.

Mio fratello maggiore era già in campeggio con i miei zii ed i cugini a cui era molto legato. A me non fecero andare perché ero “una responsabilità troppo grande” per i miei zii (che ringrazio tanto ora!) data l’età.

Partimmo di domenica pomeriggio ed il lunedì mio padre doveva comunque tornare a lavoro e ci avrebbe raggiunto due giorni dopo. L’appartamento non era panoramico come quello solito era a pian terreno avevo in compenso un giardino che girava tutt’intorno delimitato da un muretto pressappoco di un paio di metri alto. Nel giardino vi era un vialotto senza sbocco dove, nella parte cieca, i proprietari avevano sistemato degli assi di legno e cose avanzate dalla costruzione. Questa zona era prospiciente alla finestra della camera da letto dei miei. Dentro c’erano 3 stanze, cucina, soggiorno ed un bagno…e che bagno!. Ricordo che i proprietari ci dissero di usare la doccia all’esterno più comodo che per questo il bagno era troppo piccolo e si allagava. In effetti era talmente stretto che per cagare bisognava fare il contorsionista (già ero bello alto per la mia età). A farmi le seghe scoprì che andava benissimo solo che sudavo come una bestia.

Il lunedì era il mio primo giorno di vacanza, ero solo e speravo di trovare amici. Chiesi a mia madre di andare subito in spiaggia e capire se riuscivo a farmi la comitiva. Ma lei, vista anche la breve distanza dalla spiaggia, mi disse di avviarmi che sarebbe venuta dopo. Pensavo che dovesse finire di mettere apposto la roba, mi cambiai e mi avviai in spiaggia per dare un occhiata. Il primo impatto con le signore e le ragazze mi destabilizzo abbastanza. Era il primo anno che mi ero sviluppato ed avevo iniziato a segarmi dall’inverno precedente insieme agli amici stimolato dalla visione di qualche rivista porno che quello più grande aveva sempre a disposizione. Per cui quando gli occhi si posarono sulla nudità, lasciate scoperte dai vari costumi, delle donne assaporai quelle sensazioni tipiche di quando ero pronto a spararmi una bella sega. Cercai di resistere per qualche minuto ma poi decisi di rientrare e chiudermi in quel gabbiotto che era il bagno e dare sfogo ai miei ormoni.

In seguito non mi feci tanti problemi imparando a segarmi in acqua senza farmene accorgere.

Tornato a casa decisi di capire se mia madre era ancora dentro e diedi un occhiata dal giardino alla sua camera sperando che fosse li così mi fiondavo in bagno, che era all’ingresso, senza che lei mi chiedesse perché non ero in spiaggia. Gli infissi esterni in legno erano malandati ed una doga era mezza era penzoloni, così quatto quatto mi abbassai scostando ancora di più la doga e sbirciai all’interno. Lo confesso speravo di riuscire a vedere qualche nudità di mia madre. Ma non per il fatto che fosse lei. No non era ancora arrivato a quel livello di consapevolezza ma essendo simile alle donne in spiaggia la paragonai a loro ed in mancanza di altro speravo che magari potessi vederela mentre si cambiava. Non avevo fatto conto che essendo da sola in casa e con un bagno che era quello che era, potevo addirittura sperare in qualcosa di altro. A prima vista sembrava proprio che non ci fosse nessuno li dentro. Pensai forse sta in cucina a sistemare la roba in credenza.

Pensai anche di segarmi dove ero del resto nessuno mi poteva vedere essendo ben coperto dalla vista di estranei e dalla sua. Poi succede quello che mai mi sarei aspettato. Mia madre entra che ha solo un asciugamano da spiaggia che l’avvolge dalle tette in giù. Già la visione delle sue spalle nude fecero finire di impazzire i miei ormoni. In quel periodo mia madre era nel fiore degli anni. Portava il caschetto nero era una bella donna con la pelle color olivastro un po’ abbondante con due gambe tornite e delle tette che mi sembravano enormi. Lei ancora non lo sa ma furono proprio questi minuti che l’hanno fatta diventare la donna più desiderata della mia vita. In quel momento aveva un piccola bacinella in mano che depose sul letto insieme ad uno specchio ed ad altre cose che al momento non riuscì a distinguere. Ero li e decisi di rimanerci! Si sedette sul semplice letto senza spalliera rivolto alla finestra dove mi ritrovavo a spiarla. All’inizio si aprì a livello dell’inguine l’asciugamano e la vidi intenta e sforbiciarsi i peli del pube. Fu un tonfo al cuore. Mi cacciai il cazzo di lato dal costume, di quelli a mutandina, e senza alcun rimorso iniziai a segarmi. Ricordo ancora il grande stato di eccitazione per cui ciò che avevo appena visto mi bastò per schizzare quel poco di sperma che producevo, provocandomi un orgasmo celestiale. In realtà vedevo solo che tagliava qualcosa il resto fu immaginazione e deduzione. Capì che era nuda sotto l'asciugamano e che mi aveva spedito in spiaggia per dedicarsi a fare una cosa che manco immaginavo. Imparai poi col tempo che era un suo rito, preparatorio al mare, quello che di depilarsi (ha sempre usato costumi molto sgambati).

Non mi mossi neanche quando mi ripresi dalla sborrata, in cuor mio speravo che lo spettacolino non fosse ancora finito.

Mi madre prese in seguito il flacone della schiuma da barba di mio padre che si era portata sul letto se ne spruzzo una bella quantità in mano e se la passo in mezzo alle gambe. Si tolse l’asciugamano che fino a quel momento aveva celato il suo corpo ai mie occhi e lo sistemò sul letto. Avevo il gran culo di mia madre a poche decine di cm dai mie occhi e poi quando si girò ancora per distendersi, le vidi il figone (o meglio la schiuma da barba che faceva trapelare una foresta di peli che partiva da mezzo le gambe e finiva sotto la pancia) e le tettone con le areole grandi ed i piccoli capezzoli all’insù. Si aggiustò due cuscini dietro la schiena ed armeggio con la lametta da barba bic di colore bianco, una di quelle che mio padre usava per radersi. Se la passava delicatamente sulla zona pubica dal basso verso l’altro e poi la immergeva nella bacinella per sciacquarla. Cazzo! Ero in una posizione privilegiata perché lei era del tutto esposta a me. I suoi piedi erano a 30 cm della finestra ed ero in grado di apprezzare soprattutto le tette. Mi tornò duro da morire e mentre guardavo mi segavo lentamente. Non era la prima volta che mi facevo 2 seghe una dietro all’altra ma a differenza delle altre volte stavolta il desiderio era ancora maggiore della prima. Più cercava di radersi verso il centro delle gambe più si doveva chinare col busto in avanti e più quella parte del corpo diventava inaccessibile. Io per la prima volta osservavo una figa dal vivo e che figa! La parte alta era completamente priva di schiuma e di peli. Non potetti non notare di che forma strana ma ammaliante era quel piccolo tesoro. Lei per agevolare la rasatura ai lati divarico le gambe mostrandomi intimità delle labbra vaginali gonfie e scure. Ero in paradiso, tutto era iniziato con un eccitazione in spiaggia ed ora eccomi qui a spiare ogni minimo dettaglio della femminilità di mia madre. Lei immerse la mano in acqua si sdraiò del tutto e si portò le cosce al petto. Si passo la mano tra il buchetto della figa e quello del culo ancora privo di schiuma. Nel fare questo mi diede una visione del suo corpo che mi lasciò senza fiato. Le potevo vedere la protuberanza finale delle labbra ancora pelose e l’incavo del culo ed anche le sinuose curve che raccordavano le cosce al bacino. Era da infarto. Prese alta schiuma da barba e la spalmò li in mezzo dove c’era ancora pelo nascondendo per qualche minuto la sua intimità ai miei occhi. Durò poco! Mia madre prese il suo specchio lo teneva alto, aprì del tutto le gambe e con perizia da esperto barbiere tirò via striscia dopo striscia la schiuma ed i peli. Lo faceva lentamente per non tagliarsi ed ad ogni striscia che tirava passava nell’acqua della bacinella la lametta per pulirla e ricominciava. Sempre con le gambe portate al petto ed ben divaricate. Le potevo vedere tutto ma proprio tutto neanche un film porno avrebbe offerto posizioni e dettagli altrettanto arrapanti.
Osservare di nascosto quel corpo conturbante così sovra esposto ai mie occhi mi segnò parecchio.
Vedere una donna che si depila il pube in maniera così puntigliosa assumendo pose così sensuali è una cosa che ho rifatto negli anni con le mie fidanzate del periodo. Nessuna è riuscita a regalarmi le stesse sensazioni di quella volta, vuoi perché non c’era quella tensione dovuta alla paura di essere scoperto, vuoi perché non erano lei: non erano mia madre.
Sborrai per la seconda volta quando mia madre con le cosce spalancate e portate al petto si osserva con lo specchietto per ammirare il suo capolavoro e per operare qualche ritocco là dove era rimasto qualche peletto. Mi sono poi chiesto, crescendo, che esigenza c’era di radersi a zero il culo, la figa ed il pube. Compresi che il problema non era “la prova costume sgambato”, sarebbe bastato depilarsi ai lati e poi, perché a questo punto farlo solo d’estate mentre normalmente durante l’anno teneva il pelo incolto (anni di spiate nei suoi confronti mi hanno confermato che lo faceva solo nel periodo estivo).
Oggi, malignando (ma non troppo), posso dire che la risposta a questa mia domanda me la diede lei stessa dopo che finì di osservarsi la spacca così liscia. Mia madre si eccitò nel guardarsi così. Imparai anche io a farlo nella mia adolescenza. No a depilarmi ma a guardarmi le zone intime, generalmente nascoste al nostro sguardo, durante le mie interminabili sedute masturbatorie.
Iniziò in qul momento a carezzarsi la figa con le dita e mentre lo faceva aveva sempre lo specchietto in posizione, così da potersi osservare. Attraverso quelle doghe penzolanti della finestra sentivo il suo respiro farsi affannato mi spaventai anche un pochino ma li volli restare. Non capì subito quello che stava facendo ma quando fece scivolare un dito dentro al buco che era come il centro di un bocciolo di rosa i cui petali erano le sue labbra gonfie, collegai i discorsi fatti con gli amici sulle ragazze che si fanno i ditalini ed alle foto sulle riviste dove le porcone di turno in posa avevano un espressione lasciva mentre si infilavano le dita dentro. Le doveva piacere un casino guardarsi mentre si masturbarbava, me ne accorsi dai suoi gemiti da quei “Ohio Ohio Ohhhhh” che ho poi risentito quando mio padre se la sbatteva.
Fu un escalation prima un dito dentro, poi i lamenti di godimento e poi si lasciò andare del tutto. Spostò la bacinella dal letto e posò lo specchietto, stava sdraiata con la schiena appoggiata ai due cuscini a gambe larghe e si passava ora una, ora due mano sulla figa. Muoveva le dita sopra la parte alta ma poi si fermava e spingeva le dita di entrambe le mani sulla sua intimità. Io osservavo ogni gesto, ascoltavo ogni lamento, mi deliziavo delle sue aperture e chiusure di gambe. Ora posso dire che ci sapeva proprio fare a spararsi i ditalini. Ogni volta che arrivava all’apice si fermava per poi ricominciare. La vedevo strizzarsi le tette cercare e riuscire a leccarsi i capezzoli ed il mio cazzo divenne duro di nuovo. Cominciai la terza sega e non sentendomi per nulla appagato fu una sega d’impeto come le precedenti due. Mi madre prese il rasoio, ne impugnò la testa tra le nocche della dita e si calò il manico tutto dentro. Poca roba (negli anni lo immaginata che si prendeva cazzi di negri, di cani e di cavalli…) ma per lei dovette essere una novità quella penetrazione con il bic. Si rimise di schiena sul letto e si riportò le cosce oscenamente aperte al petto e con il rasoio infilato nella figa rifece lo scherzetto dello specchietto e si rimise ad ammirarsi. Io potevo vedere anche meglio di lei questa scena così conturbante. Sto rasoio che sbucava dalla figa e questo fluido biancastro che si era raccolto dentro al buchetto fermato dal manico del rasoi.
Niente a confronto a quando riprese la testa della bic ed iniziò un movimento avanti ed indietro scopandosi letteralmente con lo striminzito rasoi. Qui i suoi "Ohi Ohio Ohio" si fecero molto serrati. Capì con gli anni che era una porca in cerca di godimento. Si intende assolutamente nulla di male in questo anzi…
Smise di trapanarsi e tirò fuori il manico del bic ma senza staccare gli occhi dallo specchietto. Nell’allontanare il bic dalla figa un filo appiccicaticcio unì, per un istante, il manico del rasoio al roseo interno della sua intimità. Era la sborra femminile che tanto mi avrebbe interessato in seguito.
Lo stesso manico se lo passo più giù, in mezzo al culo, e poi facendo forza lo fece scomparire dentro al buco. Si scopava nel culo e si guardava mentre si fotteva da sola. Posò lo specchietto e mentre con una mano armeggiava, da dietro la coscia nel culo, con l’altra si stimolava la vagina. Ormai non esisteva più una posizione, si contorceva come un serpente. Godeva godeva e godeva ed infatti rannicchiandosi chiuse le gambe e fu presa da brividi di godimento mentre i suoi lamanti si fecero meno frenetici e più prolungati. Il tutto durò un manciata di secondi il tempo di chiudere gli occhi e di immaginarmi dentro la stanza con lei e godetti pure io per la terza volta.
Quello che fece dopo è stato da stimolo per i mie sogni e fantasie più sfrenate. Si tolse il bic dal culo e dopo essersi ripresa se la portò sotto il naso e la odorò e poi se la passo in bocca succhiando il manico appena uscito dal suo sfintere come fosse stato un calippo.
Da questo momento in poi orientai i miei pensieri sessuali solo ed esclusivamente su di lei. Tante situazioni, tante spiate e tantissime seghe immaginando semplicemente quello che riuscivo a vedere oppure rielaborando 10 100 volte nella mia testa.
Fu quell’estate la più ricca di situazioni scottanti (fino a sei mesi fà in cui decisi di agire) infatti per tutta la vacanza ebbi modo di scoprire tane cose di lei. Col tempo ho sempre immaginato (e ne ho avuto proprio ieri la conferma) che lei sapeva del mio interesse e per questo stava attenta con me. Forse per questo non ho avuto più la fortuna di questa prima volta ma mi sto riprendendo, grazie alla sua complicità, tutto il perso con gli interessi.


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