La terza regola (2)

Scritto da , il 2019-05-10, genere dominazione

Ero restato particolarmente sorpreso della risposta di Mirna. Quando le avevo scritto la lettera mi ero chiesto se non avessi esagerato tanto da essere restato indeciso fino all’ultimo se lasciargliela o stracciarla. Leggendo le sue righe coglievo il suo turbamento da un lato e dall’altro il desiderio di essere guidata nella trasgressione fingendo ruoli che non ci appartenevano. Era eccitante saperla disponibile alle mie richieste, lei che da sempre aveva mantenuto nei confronti del sesso una sorta di pudica reticenza. Mi chiedevo quale sarebbero stati i suoi limiti e nello stesso tempo fin dove avrei potuto spingermi nelle fantasie.
Del resto le basi del gioco erano chiare e lei sembrava accondiscendente ad ogni richiesta. Il fatto poi che non avesse protestato neppure leggendo parole che non rientravano nel suo vocabolario mi spingevano ad osare ancora di più, ne ero certo.
Ma volevo qualcosa di più, volevo sentire il suo turbamento, la sua paura trasformarsi in eccitazione, sentirsi strappare di dosso il suo ruolo di signora per bene vergognarsi di quello che le sarebbe stato chiesto, una schiava posseduta da un padrone, una puttana nelle mani del suo magnaccia.
Spinta un torbido gioco, sentirsi quasi obbligata a non rifiutare nullo di quanto le sarebbe stato chiesto . Lei era pronta, aveva accettato la terza regola.
Si aspettava che fossi io a dettare le condizioni, da quanto scriveva era certa che l’artefice del gioco ero io.
E se le avessi tolto questa certezza come avrebbe reagito? Non aveva mai voluto lasciarsi coinvolgere in giochi di sesso ed ora era improvvisamente capitolata solo per farmi piacere? Allora perché non provare qualcosa di più trasgressivo? Decisi di spingermi oltre e di lasciarle il sospetto che il suo Master non ero io. Aveva accettato il gioco e non avrebbe potuto rifiutare di realizzare quanto le sarebbe stato chiesto da uno sconosciuto o si sarebbe defilata? Preparai e le spedii la nuova mail.

LETTERA N. 2: È SOLO L’INIZIO.
Ho ricevuto la tua risposta alcuni giorni fa, non uso molto spesso la mia posta elettronica ma la tua mail mi sollecita a farlo più spesso.
Sinceramente mi ha sorpreso la tua risposta non mi aspettavo una tua resa incondizionata così presto, soprattutto a quelle richieste così sfrontate mirate a trasformarti in quello che fin’ora hai nascosto. Pensa se tuo marito leggesse la mia lettera e la tua risposta! Già perché hai dato per scontato che fosse tuo marito a scriverti: ne sei sicura? Un marito potrebbe mai chiedere ad una moglie di essere la sua schiava, la sua puttana? Ma chi sono allora? Il tuo Master. Hai dei ripensamenti? Ormai hai dato la tua parola, potrai fermarti ma solo dopo aver realizzato quanto sto per chiederti .

So, e non chiederti come mai, che sei sola in casa.
Spogliati. Quando sarai restata completamente nuda rifatti il trucco, un po’ accattivante e deciso, labbra rosso fuoco come se fossero da assaporare, ombretti scuri per valorizzare ancor più gli occhi
Saperti in casa nuda truccata in maniera diversa dal tuo solito trucco leggero, è estremamente eccitante. Potrei pensarti come una prostituta in attesa di un cliente e se ti guardi allo specchio sono certo che è la stessa sensazione che hai pure tu. Ma non perdiamo tempo. Indossa un abito e scendi nell’ingresso comune dove sotto le cassette delle lettere. Li troverai un pacco indirizzato a te ed al suo interno una lettera con le indicazioni per proseguire la tua avventura. Ti immagino scendere truccata in questo modo e soprattutto interamente nuda sotto il vestito. Mi piacerebbe che qualche tuo vicino ti potesse incontrare .Mi chiederei quanto il tuo disagio possa essere sopraffatto dalla tua eccitazione per questa situazione inusuale per te.
Non dubito però che la tua curiosità a proseguire riesca a vincere la tua esitazione.
Aspetto la tua risposta via mail una volta che sarai risalita ed avrai aperto il pacco e letto la lettera.


Rodolfo scrive a Mirna
“Ciao Mirna. Hai cominciato qualcosa che non ti saresti aspettata né avresti immaginato ti proponessi. Neppure io immaginavo, quando ho conosciuto una persona, che saremmo arrivati fin qua. In questo pacco c’è un collare da schiava che ti aspetta e non sarò io a mettertelo ma il master a cui verrai affidata. Quante volte mi hai detto “farei qualunque cosa tu mi dovessi chiedere” ora ti sto chiedendo di abbandonarti a qualcosa che ho scelto per te. Una sorta di educazione per fare di te la più docile delle geisha.
Da questa sera ti lascerai guidare dal tuo Master per iniziare quello che i francesi chiamano “dressage” dove una seria signora come te lentamente sarà trasformata da un esigente padrone in quella donna sexy e disponibile che ogni uomo desidera. I tuoi seri tailleur,le sobrie gonne e camicette sostituite da abbigliamenti indecenti: top aderentissimi minigonne vertiginose e lingerie provocanti in bella vista, tacchi a spillo.
Accetterai tutto per amor mio ed io saprò che finchè avrai su di te il collare esaudirai ogni richiesta della persona a cui sarai affidata. Ogni cosa che farai la farai per lui non più perchè te la chiederò io; lui diventerà il tuo padrone e saprai che da quel momento le sue richieste, diciamo meglio, i suoi ordini, saranno sempre più esigenti .
La “S” sulla medaglietta che ti lascerai mettere al collo significherà che sarai pronta ad accettare senza fare domande ogni sua richiesta, anche la più perversa pronta ad essere posseduta in maniera totale. “S” come schiava, soumise, slave . E quando durante il giorno , per salvare le apparenze, ti sarà concesso di togliere il collare dovrai portare un braccialetto alla caviglia sinistra come quelle delle schiave nell’antica Roma. Questo permetterà, a chi ne conosce il significato, di poter capire che sei una schiava. Io resterò ad ammirarti nel tuo cammino e sarò perversamente orgoglioso nel vederti docile e sottomessa trascinata in un gioco tento perverso.
Ora come sai le regole ti impongono di continuare e quindi dovrai indossare tutto quanto hai trovato nel pacco.
Se vorrai continuare chiedilo inviando una mail al Master che ti ha già scritto a cui ti rivolgerai chiamandolo sempre padrone. Viceversa, potrai fermarti e, vestita come ti è stato chiesto, resterai ad aspettare il mio rientro.
Sappi solo che ti desidero immensamente ogni giorno che passa per quella femmina sensuale che eccita le mie notti, per tutte le fantasie perverse che nessuna ha mai saputo scatenare in me per l’eccitazione di trasgredire con te, per tutto quello che mi hai dato, mi dai e mi saprai dare senza pudore. E’ inutile chiedermi cosa vorrei che tu scegliessi.
Ti amo. Rodolfo”




La risposta di Mirna a Rodolfo

Ho letto e riletto la tua lettera e la mail di … di … non riesco a trovare il termine … di quel master o padrone che dir si voglia che tu conosci e a cui hai deciso di affidarmi.
Ma sei impazzito? Fintanto che questi giochi li facciamo tra di noi passi pure, ma ora mi hai addirittura fatto scrivere da un perfetto estraneo, il quale conosce bene te e ora persino me … forse un maniaco?Sicuramente gli avrai parlato di me e sicuramente mi avrà vista … conosce persino le mie abitudini, visto che sa esattamente dove mi trovavo e forse anche quello a cui pensavo.
Addirittura mi ha mandato un pacco e una lettera con le indicazioni che dovrei seguire per essere una buona schiava.Non so se ridere o piangere, ho voglia di cancellare la mail e di gettar via il suo pacco senza nemmeno aprirlo. Lo sai che io ti amo e che per questo ho accettato il tuo gioco, ma mai avrei pensato che tu avresti potuto far entrare estranei nella nostra vita di coppia, addirittura offrendomi come sua schiava, sottomessa e forse anche puttana … ho scritto questa parola tremando, non avrei mai e poi mai immaginato di doverla scrivere, o magari anche pronunciarla.

Lo so, ho risposto alla tua prima lettera e in quella mi sono offerta a te come tu mi vorresti … ma capirai bene che non mi sarei mai aspettata una mail di un estraneo che per giunta si professa mio padrone. Pensavo fossi tu e pensavo di giocare con te Voleva che io mi truccassi più del normale, che stessi nuda e che scendessi a prendere il pacco in queste condizioni. Dio mio che vergogna! Ho cancellato la mail dopo averla letta … era troppo volgare e non potevo tenerla in evidenza … poi … poi l’ho voluta rileggere … l’ho riletta, riletta e poi riletta, quasi la volessi imparare a memoria … e l’ho rimessa nella posta in arrivo, perché non si cancellasse definitivamente … ma se crede che io gli risponda è matto da legare.
Ho pensato al pacco che giaceva giù nella cassetta delle lettere … e se fosse stato troppo grande? Se qualcuno l’avesse visto e lo avesse aperto? Mio Dio, non potevo permetterlo … dovevo scendere a prenderlo … ma … ma … prima mi chiedeva, anzi mi ordinava di spogliarmi nuda e truccarmi in modo vistoso … che pazzo. Lo so, forse sono io la pazza perché ho pensato che se nessuno mi avrebbe potuta vedere e quindi tutto sarebbe stato accettabile … ma che cosa sto scrivendo e come lo sto scrivendo? Sono impazzita?

Mi sono spogliata, sì, l’ho fatto e mi sono guardata allo specchio. Altre volte mi sono guardata nuda, ma stavolta mi guardavo con occhi diversi, quasi peccaminosi. Non sapevo cosa fare, se rivestirmi o continuare questo strano gioco. Mi sono decisa e poi ho preso anche i trucchi e ho accentuato quello che già avevo. Ho scelto nell’armadio un vestitino leggero e l’ho infilato. Mi sono riguardata … certo non si vedeva che sotto ero nuda, ma io però lo sapevo e … e … oddio, i capezzoli premevano sulla stoffa leggera e erano ben visibili. Ho pensato subito di togliermelo o mettermi un giacchino sopra. Ma non potevo perdere tempo, il pacco era lì e non volevo che restasse in vista … sono scesa così, rossa in viso e con la speranza di non incontrare nessuno.Per fortuna non c’era nessuno, solo il portiere che mi ha consegnato a mano il pacco con un sorriso ancor più esagerato del suo solito e con gli occhi ben piantati sul mio seno. Gli ho tolto bruscamente il pacco di mano e sono salita su, col cuore che mi andava a mille.

L’ho aperto appena chiusa la porta e per prima cosa ho letto la tua lettera … a cui ho risposto come avrai già letto. Poi, come un automa, ho messo tutto il contenuto del pacco sul letto, sorprendendomi a guardare un abbigliamento che nemmeno pensavo esistesse.

Ora non so che fare, ho la tua lettera tra le mani e davanti ai miei occhi un reggicalze, calze nere con la riga, un reggiseno a balconcino senza coppe, un perizoma microscopico ,dei sandali con la zeppa e tacco 13 e allacciatura alla schiava, una catena a doppio intreccio con un moschettone ed un lucchetto per la chiusura con appesa una medaglietta con “S” che dice tutto.. Ho voglia di buttare tutto e chiamarti al telefono, trattandoti per quello che meriti. Guardo il letto e alzo gli occhi verso lo specchio e mi guardo, col mio vestitino leggero, col trucco esagerato e con le mie forme in evidenza. Non so che fare … forse strappo questa lettera … ma forse te la faccio avere …

Ho deciso che devi leggere quello che scrivo e ho anche deciso di rispondere alla sua mail.

Anche io ti amo

Mail di Mirna al Master

Ho ricevuto la sua mail alla quale rispondo non certo con entusiasmo.

Certo non mi sarei mai aspettata una missiva di questo genere, tant’è che ne sono rimasta a dir poco sconcertata.
Se mi conosce bene, come sembra da quello che scrive, capirà anche come mi sia sentita nel leggere certe parole a dir poco volgari e offensive.
Ho comunque deciso di risponderle perché una signora non deve lasciarsi mai andare ad atteggiamenti ineducati e cafoni.
Non so per chi mi abbia presa e non so cosa le abbia potuto dire mio marito a riguardo, ma sappia che non ho nessuna intenzione di stare al suo gioco. Quello che io intendevo era un qualcosa che restasse tra me e mio marito, senza l’intromissione non desiderata di estranei.
Ho dovuto ritirare il pacco che mi ha mandato (e non senza una gran vergogna) per evitare che il portiere potesse capire cosa contenesse e ho letto la lettera di mio marito. Ovviamente mi sono sentita tradita e trattata come l’ultima delle donnacce. Ora ho davanti ai miei occhi quest’abbigliamento indecente e volgare … e quel collare … e la catena … e la medaglietta. Cosa crede che possa mai farne? Cosa vorrebbe che io ne facessi?
Ho voglia di gettare tutto nella pattumiera e non pensarci più … dimenticare persino che sono scesa a ritirarla con un vestitino leggero, senza nulla sotto e con un trucco fin troppo vistoso.


Spero di non ricevere più sue mail …



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