La donna della mia vita

Scritto da , il 2018-12-20, genere prime esperienze

Buona parte delle vacanze estive le avevo trascorse a casa affrontando lo studio dell’analisi matematica, l’incubo di ogni studente di Ingegneria, intervallato dalle poche ore trascorse con Virginia. Eravamo insieme da poche settimane, ma abbastanza per capire che Virginia fosse tale di nome e di fatto. Non che io avessi un passato da lupo mangiatore di donne, anzi, ero decisamente impacciato e imbottito di sani principi, tanto da rifiutare l’occasione che mi si era presentata quasi contemporaneamente all’inizio della storia con lei.
Angela.
Angela era una ragazza del sud. Piccolina, ma ben proporzionata, pelle ambrata e capelli corvini, labbra sottili, eppure voluttuose. Molto diversa da Virginia.
Mi aveva girato attorno per un po’, poi visto che ero tutto preso dal mio nuovo amore, aveva un fatto un passo indietro.
In realtà non mi era indifferente, tra l’altro il corpo sottile possedeva un seno decisamente prorompente, che mi faceva sognare. Più di una volta mi ero trovato a pensare come avesse i capezzoli e come sarebbe stato vederla completamente nuda davanti a me. Ma oltre a qualche gioiosissima sega in suo onore non ero stato capace di far meglio. Tanto più che nel frattempo avevo conosciuto la mia attuale ragazza e avevamo iniziato a frequentarci.
Virginia era la tipica ragazza di paese, di quelle che ormai non ci sono quasi più.
Seria, pudica, fisico acerbo, un poco abbondante sui fianchi, bel visino. Mi aveva attratto proprio per quest’ ultimo e per gli occhioni da cerbiatto che mi stregavano.
Poche fiamme, piuttosto un far coppia ragionato e mirato al vissero per sempre felici e contenti.
E le cose sarebbero andate avanti così se non fosse che Angela aveva una sorella maggiore, Caterina.
Non assomigliavano particolarmente, ma possedevano alcune parti anatomiche piuttosto simili, anche se non proprio uguali, ed erano legatissime. Più e più volte lei aveva sponsorizzato la sorella con me.

Quell’anno parte della compagnia partì per il campeggio mentre io e pochi altri rimanemmo in paese con l’accordo che saremmo andati a trovare i più fortunati almeno la domenica successiva per trascorrere una giornata rilassante.
Ci mettemmo in viaggio quindi di buona mattina con la scassatissima UNO del mio amico Luca fino alla località dove erano montate le tende. Lui era uno di quei tipi che non vanno per il sottile e, pur di prenderne, sono disposti a qualsiasi compromesso. Era anche uno dei cardini del gruppo, in grado di tenere banco per una serata intera facendo divertire tutti. Non feci caso quindi alla sua allegria che, per quanto ho spiegato, non era insolita.
Virginia sedeva immusonita. Non sopportava Luca e ancor meno le sue battute cameratesche che giudicava volgari e stupide.
Arrivammo così dopo tre ore di viaggio non proprio tranquillo tra le battutacce di Luca e gli sguardi seccati di Virginia.
Il campo era formato da ben quattro tende tra grandi e piccole. Una canadese era occupata da franco e tina una coppia “storica”, un’altra, la più grande, da alcune ragazze sigle, la terza era occupata dai ragazzi. L’ultima un po’più piccola, da Angela e Caterina che scoprii dopo, dormivano su un grande materasso gonfiabile in un unico enorme sacco a pelo. Già questa situazione avrebbe dovuto suonare strana, ma lì per lì non mi ero posto domande e poi non era affar mio.
Trascorremmo il resto della mattinata in modo molto divertente e all’ora di pranzo ci organizzammo per un pantagruelico barbecue.
– A cosa servite tutti attorno alla griglia? Puoi aiutare me e mia sorella a mettere tavola? – sentii la voce di Caterina dietro di me. Aveva un tono esageratamente gentile e non potei fare a meno di seguirla. Virginia, poco lontano, tentò di unirsi a noi, ma Luca e Lucia, l’amica del cuore di Caterina, una bionda cui lui stava mirando da mesi, la intercettarono e portarono via con una scusa.
Ci mettemmo ad apparecchiare e per tutto il tempo non potei evitare di lanciare sguardi ben altro che innocenti ad Angela. Gli short lasciavano in bella vista un paio di gambe abbronzate e snelle, ma soprattutto la canotta tesa da tutto quel po’po’ di roba che portava al petto era una calamita irresistibile.
Lei rideva esageratamente, un po’ nervosa finendo continuamente per incrociare il suo percorso con il mio.
Caterina invece era più tranquilla, sembrava saper bene come condurre il gioco.
-Come va con Virginia?-
-Bene, benissimo-
-Davvero?-
-Certo, perché?-
-Sono convinta che non sia il tipo per te. Ci vorrebbe altro. Una che ti conosce e sa come farti star bene –
Angela divenne improvvisamente silenziosa e proseguì a lavorare impacciata. Era chiaro che la sorella me la stesse ancora proponendo, ma il modo così sfacciato in cui lo faceva sembrava infastidire anche lei.
Pure il pomeriggio trascorse tra simili incursioni delle due sorelle mentre Virginia veniva coinvolta ora da Luca, ora da Lucia in attività che la tenevano a distanza.
Mi sentivo in imbarazzo. Da una parte gli sguardi furiosi di lei mi facevano presagire un indomani piuttosto burrascoso. Dall’altra l’abbondante quantità di pelle messa in vetrina da Angela e le mosse di Caterina che praticamente me la buttava in braccio stavano cominciando ad incrinare la certezza delle mie scelte.
Venne l’ora del ritorno… ed io ero pieno di dubbi.
Salimmo in macchina, ma a quel punto motore non diede segno di vita: la batteria?
Provammo a collegare con i cavi la vecchia Uno al fuoristrada di Franco, uno di noi, poi tentammo di spingerla per centinaia di metri… nulla.
Era impossibile a quell’ora ed in quel luogo trovare aiuto.
-Non avete alternative- disse Lucia- dormirete qui e domani cercherete un carro attrezzi-
-i miei mi uccideranno! – rispose la mia ragazza – non crederanno mai a quanto sta capitando! –
-Stai tranquilla – la confortò – spiegheremo tutto-
-E poi che problema c’è – aggiunse – ma se davvero non vuoi stare col tuo uomo, e in questo non ti capisco, possiamo separare la coppietta per una notte in modo tale da farti dormire nella canadese con Tina. Angela e Caterina verranno con noi nella tenda grande e siccome quella dei ragazzi a questo punto è piena Paolo andrà nella loro da solo -
C’era un chè di illogico in tutto questo che non riuscivo a cogliere, ma data la stanchezza e la poca lucidità dovuta all’ansia ci adeguammo a questa proposta e ci avviammo alle rispettive tende per riposare.
-Non mi piace che tu dorma in quella – ruggì Virginia.
-Cosa vuoi che Succeda? Sono solo- risposi seccato e mi allontanai.
Però…
…Infilarmi nel grande sacco a pelo dove aveva dormito Angela risvegliò in me strane idee. Vidi le sue gambe, il culetto, il seno straripante che mi aveva passato sotto il naso per tutta la giornata e… non potei trattenermi, mi sembrava di sentire il profumo della sua pelle, mentre la immaginavo nuda accanto a me e la mano scendeva verso il mio potere ormai teso in maniera inesorabile…
-Ehi!- Sussurrò una voce da fuori mentre la zip della tenda si apriva.
Trasalii e cercai di ricompormi prima che qualcuno mettesse la testa dentro.
-Ehi! Siamo noi, possiamo entrare un attimo?-
Caterina non attese risposta, sicura del fatto suo stava realizzando il suo piano diabolico. Entrò seguita dalla sorella cercando di non fare rumore.
-Vorremmo parlarti di una cosa molto importante- continuò
-Adesso?-
-Sì, adesso. Oggi non ne avevamo il modo –
-Accidenti, volete mettermi in difficoltà? Se Virginia se ne accorge mi farà una scenata incredibile! – protestai.
- Facciamo piano, stai tranquillo e poi chissà se… - ma non finì la frase.
-Dunque?-
-Ecco, vedi, vorrei poterti far capire che ci sono cose, persone, di cui dovresti accorgerti, mentre sembra che tu ti sia imbarcato su una rotta assolutamente sbagliata per te….-
Sapevo dove volesse andare a parare e pensai di tagliar corto prima che la situazione diventasse imbarazzante, ma ancora una volta la sfacciataggine di Caterina mi spiazzò.
brrr… che freddo! abbiamo soltanto shorts e canotte. Facci riscaldare un po’ nel sacco. È abbastanza grande per tutti e tre e possiamo terminare il nostro discorso senza gelare –
Non ebbi la prontezza di oppormi, ero ancora eccitato dai pensieri precedenti e l’idea di rimanere stretto tra due ragazze ben poco vestite era più forte del buon senso e della serietà praticati con Virginia.
Anche io indossavo l’indispensabile: t shirt e mutande, queste ultime incapaci di contenere il mio cazzo gonfio come non credevo fosse possibile. Rischiavo, o almeno credevo di rischiare, una figuraccia da maiale ed era proprio questo il punto a cui voleva portarmi Caterina.
-Ora va meglio- disse dopo che si furono intrufolate una a destra e l’altra a sinistra accanto a me.
Io invece sudavo e certo non per il caldo della tenda.
-Bene, tu sai che sono sempre stata convinta dell’errore che hai commesso mettendoti assieme a Virginia. Penso che tu abbia bisogno di una ragazza di tutt’altro genere... –
Entrambe si stringevano a me mettendomi il fuoco addosso. La situazione stava precipitando.
-Come ho visto quest’oggi infatti, il tuo interesse va piuttosto ad un tipo di donna diversa.-
-Ma cosa dici?-
-No,no, ascolta: non negherai di aver incollato gli occhi su mia sorella per tutto il giorno?-
-Ehi, ma dai…è una bellissima ragazza, però…-
-Quale però? non ti piacciono quelle tette?- E così dicendo prese la mia mano portandola su una mammella calda e opulenta di Angela sulla quale sentii ergersi un capezzolo duro come un chiodo.
-Mmmh- fece lei che non aveva proferito parola fino a quel momento- perché non ti piaccio? Cos’ho che non va?- E prendendo la mia mano tra le sue la portò sotto la canotta a toccare la pelle liscia e calda del ventre.
-Mia sorella è una bellissima ragazza e oltre tutto ti ama da tempo. Non permetterò che un’altra ti porti via. Avvicinati, stringila, toccala!-
Ma io ero già vicino, già stretto a lei e già la toccavo mentre iniziava a baciarmi l’orecchio, intrufolando la punta della lingua, cosa che ancora oggi mi fa letteralmente impazzire… come faceva a saperlo…barcollavo.
Mani di donna guidavano le mie sul corpo di Angela, salii fino al seno provando una scarica elettrica mentre prendevo possesso delle sue coppe strabordanti e passavo l’indice sui capezzoli erti sulla vetta.
-Così,così! Voglio essere per sempre tua! Toccami, baciami! – Sussurrava.
Alle mie spalle Caterina prese a massaggiarmi la schiena, poi scivolò verso la parte inferiore della pancia quindi giù fino all’elastico degli slip.
- Non cercare di resistere! Senti, ti vuole, è calda, è pronta e anche tu lo sei! – Così sussurrando portò una mano alle mutandine della sorella e scostandole appena strisciò l’indice sulla fessura.
-Senti com’è bagnata, annusa come profuma la sua fica per te!- Disse con voce provocante mentre mi portava il dito alle narici e poi tra le labbra..
-Ti voglio, ti voglio per me! Per sempre! Voglio essere toccata, voglio impazzire di te! – Non avrei mai immaginato che Angela fosse così calda né Caterina così perversa.
Quest’ultima prese a stimolarmi il cazzo sfiorandone la punta e a pressarmi col suo corpo contro il corpo della sorella.
-Prendila! È tua! Prendila la mia bellissima sorellina!- E così dicendo mi sfllò le mutande mentre Angela si toglieva quel poco che ancora aveva indosso.
-Scendi, baciami, succhia! Voglio che mi succhi l’anima! –Disse lei porgendomi le tette con le mani, ormai in preda al parossismo.
Poppavo, leccavo, mordevo. Non avevo mai fatto niente del genere.
Sotto le mie mani il corpo di Angela mi si offriva irresistibile.
Palpavo il culetto sodo, annusavo il profumo di sesso che saliva dalla fica rovente, avevo perso il mio ritegno nelle mani della maggiore che mi spingeva sempre più verso il piacere.
Seguendo la sua trama diabolica Caterina era riuscita ad annullare le mie resistenze e mi preparava sapientemente al coito.
Come un ragno che tesse la sua tela fatale stava per portare a termine il suo piano portandomi a fare quel che voleva.
Senza che me ne rendessi conto scese in basso e lo prese con la bocca insalivandolo ben bene.
Fui colto da un fremito.
-E’ pronto –bisbigliò alla sorella.
Io non avevo più volontà. Anzi no, l’ avevo, ma soltanto di penetrare tra quelle carni.
Aprì le gambe, l’odore irresistibile di sesso bruciò l’ultimo debole legame con Virginia.
Senza smettere di stimolarmi Caterina mi accompagnò al capestro. Prese la mia voglia in mano e la aiutò a sprofondare nell’abisso.
Abisso caldo, liquido, avvolgente.
-Siii! Sono tua! Prendimi! Più su, più su! Spingi! Spingi! –
-Ti voglio, ti voglio! Nessun’altra, solo te!
Ero perduto, ma t emendo che in un lampo di lucidità mi sfilassi in tempo per venire fuori le due sorelle avevano pianificato anche l’ultima mossa.
Mentre l’ una mi intrappolava ai fianchi incrociando le sue gambe su di me, l’altra mi svuotò la prostata infilando il medio nel culo e provocando una dirompente sborrata tutta dentro alla sorella.
Ci accasciammo muti e ansimanti.
Ripresi padronanza di me e cominciai a ricostruire quel che era successo. Ma prima che potessi parlare Caterina mi affrontò- Da questo momento le cose cambiano. Hai avuto mia sorella e le hai riempito il ventre di te. Sono i giorni della sua fertilità, probabilmente vostro figlio sta già iniziando a formarsi. Non tornerai indietro. Domattina darai il benservito a Virginia e farai vedere a tutti con chi starai da ora in poi – disse – Angela del resto ti ama e hai visto da te quanto sia calda e ben disposta per il tuo piacere –
Poi tornando ad un tono più pacato si rivolse alla sorella – vi lascio e torno alla tenda delle donne. Ora potete parlare e fare l’amore tutta la notte tanto ormai quel che doveva essere è stato fatto –

Rimasi in silenzio per alcuni minuti mentre Angela asciugava alla meglio la fica grondante dei suoi e miei umori. Poi timidamente si avvicinò – Non mi odierai, vero? Ti ho sempre amato e quando ti sei fidanzato ho creduto di averti perso per sempre! Poi il piano di Caterina mi ha fatto tornare a sperare, ma non so come tu la prenderai ora. Ho paura che possa allontanarti per sempre, ma io ti voglio. Ti voglio e desidero essere la tua compagna per sempre. Di più se staremo assieme saremo per sempre amanti. Sarò pronta ad ogni cosa per te, ma non lasciarmi! –
Ero sbalordito. Quella giovane donna era disposta a tutto per me. Aveva corso il rischio di restare incinta e sola pur di giocare l’ultima carta per avermi.
Sfiorai la sua guancia con i polpastrelli. Scesi sul seno, il ventre che forse portava mio figlio, toccai quella fica che mi aveva appena dischiuso e che poteva essere per sempre mia.
Ebbe un fremito. Capii.
Non sarebbe stato facile appagare una femmina così calda, ma indubbiamente valeva la pena di tentare. Presi la mia decisione.
-Anche io ti amo – risposi.
Non ci fu bisogno di altro. Portò la bocca sulla mia e mi abbracciò. Sentii il seno premere sul mio petto e strinsi con le mani i suoi fianchi nudi.
Da quel momento il profumo della sua pelle si impresse nella mia mente per sempre. Capii per la prima volta cosa volesse dire fondersi l’uno nell’altro.

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