Amichevoli tenerezze

Scritto da , il 2018-11-19, genere etero

Carla e’ un’amica di famiglia da trent’anni e,dopo la separazione da Giancarlo trova conforto a frequentarci ancora più assiduamente di prima.
Io e Marina,mia moglie,le vogliamo bene e le stiamo vicini ,il marito,grande amico anch’egli,oltre che tradirla per tutta la vita,l’ha rovinata
economicamente lasciandole mutuo della casa e prestiti vari da pagare,tutti contratti per sanare le sue situazioni debitorie.
Fortunatamente il figlio Giovanni(del quale sono padrino)è bravissimo e serio come la madre e ha trovato un ottimo impiego
contribuendo cosi alle spese di casa e alleggerendo la situazione finanziaria d Carla,dandole un po’ di respiro.
Io e mia moglie le vogliamo cosi bene che le abbiamo regalato una settimana di riposo nella nostra casina al mare,che tra l’altro non abbiamo mai
affittato a nessuno perché è un nostro svago privato del quale siamo gelosi.
Io lavoro spesso in zona ed ero nei paraggi quando un fortunale di incredibile intensità si abbatte’ sulla riviera rendendo pericolosa la circolazione creando code interminabili sulla statale,per questa ragione decisi di girare verso casa per vedere se Carla era al sicuro. feci appena in tempo ad arrivare,parcheggiare la macchina ed entrare in casa sprangando la porta e la finestra.
Carla era riuscita a rientrare in tempo dalla spiaggia e attendemmo che passasse la tempesta dopodiché ,quando tutto si cheto’,aprimmo la porta per verificare i danni. Il giardino era tutto sottosopra ma il guaio era che un albero era caduto nel cortile,non aveva fatto danni a noi ma aveva devastato la macchina del vicino e impediva l,uscita dalla strada di accesso.
Dopo aver telefonato a casa per avvisare che avrei dormito al mare con Carla(naturalmente nella stanza attigua) abeammo a parlare con i vicini dell,accaduto e,a una cert’ora preparammola cena.
Verso le 23,00 decisi di fare una doccia prima di andare a letto,Carla si era già sistemata,aveva parlato al telefono con mia moglie ed era in camera sua ,cosi avevo la possibilità di muovermi con comodità .ero sotto la doccia,avevo lasciato la porta semiaperta e ,l’occhio mi cadde di sfuggita nello specchio di fronte ,ebbi l‘impressione di vedere qualcosa muoversi,guardai meglio e rimasi di stucco,Carla,credendo di non essere vista,mi stava spiando nudo sotto la doccia. la cosa mi turbo’ parecchio perché,in tanti anni,mai mi era passato per la testa di approcciarla sessualmente,le volevo semplicemente bene e lei lo voleva a noi,probabilmente la situazione di solitudine e privazioni che stava vivendo le facevano fare cose inaudite.
Passato lo stupore ,la cosa mi provocò turbamento e anche eccitazione,mi piaceva pensare di essere spiato in quel modo,dopotutto ho sessanta anni e ,in condizioni normali,sarebbe impensabile una cosa del genere,anche se sono in buone condizioni fisiche, anche Carla è ancora attraente,ha cinquantacinque anni,è in leggero sovrappeso ma ha una bella presenza.
Finita la doccia mi asciugai,quando uscii dal bagno era tutto tranquillo,non si sentivano rumori e Carla era a letto con la porta socchiusa, mi coricai con una
Inquietudine strana. Le stanze sono attigue e sentivo qualche leggero strofinio,probabilmente la mia ospite si muoveva ed era agitata.
Attesi un po’ di tempo,non sapevo come comportarmi,normalmente avrei finto indifferenza ma quella situazione mi stava rodendo come un tarlo,mi alzai e mi portai sulla porta dell’altra camera spiando cosa accadeva, Carla,probabilmente aveva avvertito la mia presenza e aveva cessato ogni movimento,forse anche lei non sapeva come comportarsi,forse si vergognava ,forse temeva che mi fossi accorto dei suoi movimenti precedenti o forse,semplicemente,dormiva.
Dopo qualche minuto,col cuore che batteva forte decisi di entrare ,piano,forse facevo una stupidaggine ma potevo sempre trovare qualche scusa se fosse stata sveglia,mentre se avesse dormito non sarebbe stata necessaria.
Avanzai lentamente fino al letto,lei era coperta da un lenzuolo leggero,dormiva? NoN saprei,lo scostai con timore e vidi le sue gambe fino al ginocchio,indossava una sottoveste di cotone, cosa fare ora? Lei era immobile,forse troppo,cercavo di ascoltare il respiro ma era tanta l,emozione che il battito del mio cuore mi sembrava si sentisse ovunque. Ruppi gli indugi e posai una mano sul polpaccio,sentii un fremito leggero percorrere la sua pelle,attesi un attimo e feci scorrere la mano verso il ginocchio, ormai era chiaro che era sveglia ma taceva,mi appoggiai sul letto con tutto il peso ,alzai la sottoveste e le baciai la pelle appena sotto la coscia. La sentii contrarsi per nascondere l,eccitazione,forse ancora voleva che pensassi che dormiva.
Lentamente avanzai leccandola e arrivai più in alto,sorpresa meravigliosa,non indossava le mutandine,quindi giocherellai con la lingua fra le sue cosce senza fretta,ora mugolava,non riusciva più a frenarsi,quando affondai le mie labbra si lascio’ sfuggire un lamento lunghissimo.le misi le braccia sotto il culo e la sollevai in modo di avere la sua figa a mia disposizione,la leccai a lungo fino a quandolo prese l’iniziativa,si alzo’sul letto ,mi guardo’ e mi disse: ti prego,voglio baciartelo anch’io, mi fece stendere e inizio’ a toccarmi il cazzo facendo scorrere la pelle su e giu poi appoggiò le labbra sulla mia cappella leccandola con dolcezza e decisione.
Dopo un po’ si mise a pecorina,non avevamo bisogno di parlare,sembrava che facessimo sesso da sempre, la presi con decisione e incominciò a urlare pregandomi di sbatterla e scoparla come una Troia , la sentii venire a lungo,si chinò in avanti come per riprendere fiato,attesi qualche secondo,estrassi il cazzo,mi bagnai la mano e le inumidii l,ano, entrai dentro di lei pianissimo mentre tremava vistosamente,una volta dentro i suoi gemiti ripresero sempre con maggior vigore.
La inculai per diversi minuti poi mi fece capire che dovevo uscire,si girò,fece in modo di mettermi steso sulla schiena e sali’sopra di me, si inserì il cazzo fino in fondo e mi offerse le sue tette da baciare,erano grosse e pesanti ma ancora belle, le succhiai avidamente e sentivo che la mia eccitazione era ormai al culmine , la pregai di rallentare perché altrimenti non avrei resistito ma lei mi disse: vieni insieme a me e mentre mi sbatteva con violenza mi urlava di darle tutto il mio cazzo,poi si sciolse in un orgasmo liberatorio al termine del quale inizio’anche a singhiozzare.
Era tutto finito,era stato meraviglioso,io giacevo accanto a lei, la abbracciai e le dissi: ti voglio bene Carla, non scordarlo mai
Rispose: lo so ,te ne voglio anch’io e ne voglio tanto anche a Marina,scusami per questa sera.
Mi alzai e tornai nella mia stanza,l‘indomani mattina vennero i pompieri a liberare la strada e potemmo rientrare,ognuno a casa nostra, la sentii in serata al telefono con Marina che parlavano del tornado e dei danni che aveva fatto.
Non abbiamo mai più affrontato la cosa o fatto alcuna allusione a quanto successo,continua a venire farci visita,l’ultima volta era con suo figlio e la sua ragazza e abbiamo cenato insieme.

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