Parliamo di sesso, vero?

di
genere
etero

I suoi occhi erano verdi, come le colline irlandesi. I capelli corti, scuri, lisci. Il corpo era avvolto in un tubino nero elasticizzato, aderente abbastanza da far risaltare i fianchi ampi e il culo:alto, tondo, sodo. Aveva i seni piccoli e graziosi. Magra, forse un po' troppo. Nel viso appariva stanca ma gli occhi brillavano e le labbra carnose, leggermente tinte di rosso, erano socchiuse. Dentro i bianchi denti, perfetti. Era seduta a un tavolo di un locale in centro, sorseggiava qualcosa che sembrava whisky ed era sola. Preso coraggio, mi sedetti nella sedia di fronte alla sua. “Sei molto bella, come ti chiami?” dissi cercando di sembrare disinvolto. “Sara e tu?”. Strano stava funzionando. Posati su di me, quegli occhi erano grandi, liquidi ma quasi inquisitori. “Daniele, sono di queste zone e tu? Dove sei saltata fuori?”. “Oh non credo sia molto importante, osservo, in fondo è il mio lavoro”. Mi fece l’occhiolino mordendosi leggermente il labbro inferiore. “Spiegami meglio" chiesi cercando di sostenere quello sguardo, presi tempo per osservare il collo lungo, le clavicole un po' sporgenti, la pelle scura, mulatta direi. Era una donna troppo raffinata per starsene lì a bere da sola. “Sono una scrittrice”. “E cosa scrivi?”. Lei rise lievemente, aveva una risata dolce, leggera, come una pioggerella autunnale. Abbassò un attimo lo sguardo, accavallò le gambe, lunghe ma belle muscolose. “Racconti erotici”. Ammetto che la risposta mi lasciò al quanto sorpreso, un lieve brividò iniziò a salirmi dal ventre, mi venne una domanda spontanea: “Ma allora cosa osservi?”. Lei accennò un sorriso “Le debolezze delle persone, i gesti che tradiscono la loro intimità. Ti faccio un esempio: quella ragazza laggiù truccata e vestita così bene la vedi? Ecco vuole sembrare spavalda al ragazzo con cui sta uscendo ma in realtà spera che lui non voglia arrivare al dunque. Non è pronta, ha paura”. “A me non sembra, ma comunque questo a cosa ti può servire?”. “Beh per prima cosa il sesso è il nostro più grande segreto, quando ne parliamo o ne scriviamo lo banalizziamo nei luoghi comuni di ‘donna con le tette grosse’ o ‘uomo con un cazzo gigante’. E credimi non è solo questione di fantasie, è questione di non voler addentrarci nella realtà". Rimasi un attimo stranito, mi ero seduto per rimorchiare eppure quel discorso sul sesso, lei così sinuosa, mi avevano coinvolto davvero. “Di cosa abbiamo paura?” domandai osservando le sue labbra comporre la risposta, i suoi occhi scrutarmi gli zigomi, le sue mani stringere il bicchiere. Se lo portò alla bocca, sorseggiò un po' e poi si passo la lingua sulle labbra. Immaginai per un secondo di baciarla, di sentire il suo sapore, quel sapore. Poi lei rispose: “Di parlare di noi, siamo l’unico animale che va in giro vestito, non credi che abbiamo dei grossi problemi con il nostro corpo? Per non parlare delle plastiche. E così quando finiamo a letto vorremmo ancora essere vestiti e lo siamo. Vestiamo i nostri sentimenti. Chi crede che il sesso sia solo un cazzo duro infilato in una figa sbaglia di grosso. Il sesso inizia e finisce proprio qui". Si alzò, mi portò una mano alla testa. Fece scendere la mano ad accarezzarti il viso, poi il petto. “Ci vediamo da queste parti Daniele". Cercai di realizzare che se ne stava andando ma il mio cervello era ancora al suo tocco, così imprevisto eppure così gradito. Mi gira e la vidi andarsene, da dietro la vita stretta conduceva a un culo favoloso, ma non era solo bella, c'era qualcosa che mi aveva detto o forse erano gli occhi. Parlai:“Vorrei sapere altre cose Sara". Lei si voltò lentamente, sorrise: “Allora stesso tavolo domani sera?”. Le sorrisi. Pensai tutta la notte: a lei, alle sue parole, al sesso.
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scritto il
2018-10-24
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