Lui, lei e la Ford nera

di
genere
dominazione

Questa è la storia di un uomo e una donna. Ne' più ne' meno di due persone comuni. Lui, bassino, capelli neri, corti, occhi castani con sfumature alla luce verdastre, fisico non proprio asciutto ne' muscoloso. 
Lei, altezza media, lunghi capelli scuri, occhi castani, lineamenti regolari e fisico... Beh, il fisico caspita! Forse quello non molto comune o forse si, quando veste normale lo camuffa ma nuda o in intimo nero lì e tutta un'altra storia. 
Iniziò tutto in un mattino; era una di quelle giornate d'estate. Complice il caldo, le gonne più corte e certi risvegli che già la primavera aveva portato con se. 
E quella sembrava essere una lunga magnifica estate. 
 
-"Dai, stronza sali" gli grida dal finestrino della sua Clio nera. 
Ma lei continua a camminare a passo svelto con quel culo di marmo adagiato sulle gambe tornite e nervose, bronzee d'abbronzatura d'agosto inoltrato. 
Il vestitino a fiori lascia poco spazio all'immaginazione e i capelli fluttuano ad ogni passo. 
Lo ignora, la stronza. 
È orgogliosa, nervosa, gelosa. È una stronza "inside" e lui vuole mandarla a fanculo. 
Ogni volta ci prova e sembra andar bene ma poi che cazzo ne so cosa succede. 
Non si sfanculano mai per sempre. 
Lui la segue piano, accostandosi. 
Ah! Sta piangendo la stronza!
-"Che cazzo ti piangi ora? Guarda che ti vengo dietro perché siamo su una statale e non arrivi da nessuna parte"
Lei rabbiosa si volta -"Vai a farti fottere!!"
Lui ingrana la prima, furioso la supera senza nemmeno voltarsi. 
Forse è la volta buona che si libererà di lei. 
Dio che caldo che fa e nemmeno l'aria condizionata che funziona. 
Accende la radio che passa una bella canzone al primo colpo.
Oggi potrebbe essere il suo giorno fortunato. 
Ha già in mente di passare dai suoi amici per una partitina alla play e poi boh chissenef... Eh no hey ma cos'è? No cazzo!!! 
Spegne di botto. Proprio quello stronzo del suo cantante preferito dovevano trasmettere?!?
Si passa le mani sulle tempie, poi prosegue, accarezzandosi e grattandosi nervosamente. 
No, che non si libererà di lei nemmeno stavolta. 
Si guarda, lo specchietto retrovisore mostra i suoi occhi che lei definisce "dolci" ma lui quella dolcezza non la trova vedo solo tormento e ansia e in quella bocca che sempre lei definisce "che sorride con gli occhi" vede una smorfia di rabbia e desiderio. 
Abbassa gli occhi e i pantaloni mostrano chiaramente la sua eccitazione. 
Svolta e si ritrova su una parallela in mezzo alle campagne. Campi di girasoli costeggiano la strada, sembrano sorridergli ad ogni passo. 
Un bar sembra un miraggio ai lati dell asfalto, frena d'un colpo. 
Prende una cartella porta documenti abbandonata sul sedile posteriore e la utilizza per coprire il suo pacco ancora troppo evidente. 
Entra e un ventilatore da soffitto gli ricorda che deve ancora montare in camera da letto quello che ha voluto comprare lei (sempre lei) ma che lui per pigrizia non ha sncora messo. 
Afferra una bottoglia d'acqua ghiacciata dal frigo e si dirige alla cassa. 
Un'attempata zitella gli sta guardando lil basso ventre, masticando svogliatamente una cweengum. 
Solo a quel punto si rende conto che ha dimenticato, nel prendera l'acqua di riportasela li davanti, la borsa. Ma ormai...
Paga ed esce frettoloso. 
Ma prima si scola mezza bottiglia. 
Rimonta in auto ridendo di se e sgommando parte. 
Guarda il cellulare, nessuna telefonata ne messaggi. Stronza e orgogliosa. 
Ma è il caso di andarla a recuperare prima che...
Prima che...?
Ok prima che chieda l'autostop a qualche coglione!
Mica per gelosia sia ben chiaro, solo non vuole grane. 
Rifugge dalle grane. Se ne libera subito e senza dolori. 
Eccola li seduta su un tronco mozzato con le cosce che le arrivano quasi al petto per quanto e basso. 
Si sederebbe  pure su un sassolino pur di non poggiare il culo a terra. Troppo schizzinosa per sporcarsi il vestito e troppo fobica di ritrovarsi animali striscianti tra le mutande. 
Ma il suo cazzo strisciante tra le cosce però non gli ha mai fatto schifo. 
Ha il cellulare in mano, gli auricolari e parla. 
No, canta. 
Canta. 
Sicuramente quel coglione che ascolta lei, giura che prima o poi lo uccide. 
Ce l'ha talmente sparato nelle orecchie che nemmeno lo sente arrivare. 
La fissa. È accaldata, i capelli raccolti con una penna fuoriescono ai lati incornicialdole il viso. Gli occhi scuri, profondi, irrequieti, il naso all'insu e la bocca dipinta di rosso come vuole la moda. 
È bella, dio se è bella. Ma lui non glielo dice quasi mai per non alimentare il suo ego. 
Lei finalmente si accorge. Si alza di scatto pulendosi la vesta e di avvicina sorridendo al suo finestrino. 
-"Ciao, mi sono persa potresti darmi un passaggio?"
Lui le dice incazzato: " Monta su che ce ne andiamo".
-"Ho sete" risponde lei
E lui prende dal sedile la bottiglia ancora fresca acquistata poco prima e porgendogliela senza guardarla fa per spegnere la radio. 
Lei tracanna l'acqua tenendo la bottiglia distante dalle sue labbra carminio e la lascia cadere sul collo e sui seni color gianduia che luccicano sotto il sole cocente.
Lui la guarda di sottecchi e lei non si accorge. 
Bella, sensuale e troia. Un mix micidiale. 
corrucciata sale, lui non sta al suo gioco è il solito incazzoso, razionale del cazzo. 
Si toglie i sandali e appoggia i piedini sul cruscotto. 
In quella posizione la gonna scopre un po di piu le cosce e il vestito bagnato mostra i capezzoli turgidi sotto la stoffa.
Non lo guarda e non si accorge che lui finge di non guardarla.
Il suo profumo di donna lo inebria e lo stordisce.
Il cazzo risponde subito al richiamo di femmina.
È li che sta scoppiando nei pantaloni. 
Come sempre quando pensa a lei. 
-"Togli i piedi dal cruscotto, stai composta" le dice nervoso. 
Le narici un po dilatate e gli occhi coperti dagli occhiali da sole. 
-"Mi parli solo per rompere il cazzo?"  Gli risponde lei. 
-"Quando ti ho conosciuta non eri così scurrile"
-"E invece ora sono come una camionista!"E lascia  intendere se ti sta bene cosi se no ciao! 
L auto si ferma di colpo e lei sobbalza in avanti. 
Furiosa esclama: "Che cazzo fai?"
Lui le afferra la mascella con la mano e gli alita i faccia guardandola negli occhi: "Quello che mi pare".
Lei sposta il viso e lui le morde le labbra. 
-"Ahi"
Non smette e cerca di infilare la sua lingua in bocca. 
Lei fa x scostarlo e lui le strappa il vestito. 
I suoi seni generosi sgusciano fuori, i capezzoli piccoli e turgidi nelle areole grandi e rosa. 
Ne afferra uno ma in una mano non ci sta. Stringe e col pollice stuzzica il capezzoli mentre non smette di infilargli la lingua tra i suoi denti. 
L altra mano cerca di insinuarsi tra le sue cosce lisce fino a giungere ai suoi slip ed accorgersi che in realtà lei non li indossa. 
Ancora piu eccitato le dice senza togliere le sue labbra dalle sue e i suoi occhi nei suoi: -"Ti sei tolta le mutande per darti scopare da qualche camionista?"  
-"Si" le risponde sfidandolo. 
E a quel punto lui senza alcun preavviso gli infila un dito nel suo sesso. Affonda subito, è inzuppata di umori, il pelo nero impiastricciato di miele trasparente e appiccicoso che sa di sesso e di saccarina. 
Lo muove dentro tra le pareti calde ed accoglienti e lei lo snobba. 
Toglie di colpo il dito, se lo lecca, la lascia li fradicia e col vestito strappato e riparte. 
Lei stavolta lo fissa dal suo sedile, incredula.
Stridula la sua voce gli intima di portarla a casa e qualcosa tipo "tu non sei normale". 
Un Km dopo senza sguardi ne parole, la voce di lei rompe il silenzio. 
-"Fermati, devo pisciare"
Scende, il vestito strappato sui seni e sempre senza mutande li tra l erba alta che le arriva alle gambe. Dal parabrezza, dietro gli occhiali da sole lui fissa il suo fiore tra i fiori e immagina la sua pipì calda e intrisa di umori addosso. E gli vien voglia di leccargliela cosi, ora. Di lei non gli fa schifo niente nemmeno la sua urina. 
È invece scende dalla macchina e quando lei si avvicina la spinge a pancia in giu sul cofano e quelle tette sembrano scoppiare contro la lamiera bollente e quel culo ora, in quella posizione è poesia. 
Il suo cazzo duro ha bagnato pantaloni e boxer, nulla di strano con lei capita sempre. 
Lo tira fuori e altre gocce di eccitazione brillano sulla sua punta e a pochi centimetri il suo culo sodo lascia maliziosamente scoprire i suoi buchini. Uno in particolare è fradicio e a quel punto lui l afferra per i fianchi mentre lei con metà guancia schiacciata sul cofano lo fissa con una faccia da troia. Vogliosa di cazzo che lui no, non resiste più e gliel affonda in un colpo solo tenendola per i fianchi e la colpisce una, due... Diecimila volte sotto quel sole cocente d agosto e non sa più se scottano piu i raggi o quella figa incandescente. 
E perde la cognizione del tempo e dello spazio l, solo il rumore della sua pelle con la sua, gli ansimi di lei, le parole di lui che non smette di dirle "Te la sfondo", "Sei la mia troia", "Tu mi fai uscire pazzo" e lei che gode e gli dice: -"non ti fermare amore mio" e non vuole venire per non finire e lui che non si ferma, affonda  e afferra le sua spalla e gli graffia quella schiena perfetta e cerca di non guardare il suo culo o le tette che schiacciate fanno un rigonfio ai lati, di non guardare il suo viso, di non pensare alla sua figa, alla sua mente, a quando si strofina a quando... No, lui non deve pensarci, deve concentrarsi sull arbre magique appeso oltre il parabrezza altrimenti esplode e no vuole rimanere cosi per sempre. 
Ma nemmeno piu l arbre magique ne il cinguettio degli uccelli, e il rumore di un trattore in lontananza riesco no a distrarlo, nemmeno quella poesia che come faceva... No...
Inarca la schiena ed Esplode e lo fa dentro di lei. 
Sente il suo latte caldo inondargli la figa e mischiarsi al suo miele, il suo  inguine e i suoi boxer e pantaloni  non calati sporchi di lei ma non si stacca. 
Resta li, dentro, al sicuro. Adagia il suo petto sulla schiena di lei, e con il suo viso si avvicina al suo orecchio e le sussurra "Ti amo. "
scritto il
2018-10-09
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