Luna
di
Perseo 73
genere
etero
Osservavo il sole al tramonto dipingere colori caldi nell’azzurro terso di un caldo pomeriggio primaverile.Afforntavo l’infinita serie di curve che mi separava da lei, le mani si muovevano con sicurezza e maestria ai comandi dell’auto , la stessa maestria che avrei voluto usare sul suo corpo. Le nostre vite si erano incrociate tra i miliardi di bit che ogni giorno corrono sulla rete, per mesi ci eravamo contattati instaurando un rapporto epistolare quasi di dipendenza l’uno dell’altra. I messaggi in breve diventarono lunghe telefonate . Un repentino susseguirsi di vicende sguardi attraverso le webcam e parole appena accennate ci avevano convinto dopo tre mesi a incontrarci. Luna, poco più che trentenne ,aveva un passato burrascoso,una vita in salita tutta da costruire partendo da ciò che aveva tra le mani e nella sua testa. Quando pensavo a ciò che avevamo costruito avevo la sensazione di aver rubato la sua innocenza.Un complicato intrigo di pensieri ed emozioni mi aveva investito dal momento in cui avevamo deciso un incontro ,nel mentre mi avvicinavo a lei sentivo i ghirigori di un filo conduttore intrecciarsi tra cuore stomaco e cervello.Le fresie adagiate al posto del passeggero che di li a poco l’avrebbero accolta riempivano l’auto del loro profumo, e non vedevo l’ora di osservare la sua reazione quando i nostri sguardi si sarebbero finalmnete incontrati.La paura di non piacerle di non essere quel personaggio carismatico e un po’ folle che le mandava decine di sms al giorno era in antitesi con l’emozione di poterle finalemente rivolgerle sorrisi ed attenzioni da vicino.Avevo programmato tutto con dovizia di particolari , fiori ,camicia di ricambio, albergo e tempi utili a organizzare il nostro incontro in una citta’ che non era la mia.Arrivai in primo pomeriggio presi possesso della camera pagandola per doppia speranzoso di poter passare qualche ora con lei dopo cena,di certo la mia era una vana speranza , ma mai avrei sperato che le cose si fossero poi svolte così come accadde.Entro’ nella mia macchina all’imbrunire,lo stupore nei suoi occhi per i fiori e nei miei per il suo sguardo azzurro e intenso fece da cornice all’imbarazzo, mi piacque al primo sguardo. Era vestita in nero ed aveva un decollete’ meravigliosamente pronunciato che esaltava il suo seno e la sua pelle bianca come luna piena in una notte di plenilunio.Le chiesi di scegliere il ristorante dove avrebbe voluto cenare,non ero mai stato nella sua citta’,ne scelse uno direttamente sul mare,non riuscì a mangiare quasi e comunque l’unica cosa degna d nota durante la cena erano i suoi sorrisi e il suo prfumo che mi eccitarono ancor piu’ di quanto gia’ non lo fossi alla sola idea di poterla incontrare.A fine cena tornando in macchina le cinsi i fianchi mentre ero un passo dietro di lei,la girai e con tutto il coraggio che trovai dentro di me le diedi un bacio che nemmeno accenno’ a rifiutare.Luna aveva le labbra tenere e rosse , invitnati come cerase esposte al sole di maggio che le riscalda e le rende dolcissime.Non ricordo quanto tempo duro’ l’incrocio delle nostre lingue, ma gli effetti sul mio sesso furono subito evidenti.Avvertì montare in me l’eccitazione, potevo sentire i suoi feromoni inebriarmi la mente e la mia voglia di farla mia fu subito evidente.Ci sedemmo in auto la baciai ancora per sentire di nuovo il suo sapore, e mi disse le più belle parole che avessi mai potuto intendere:
“ mica adesso mi accompagni a casa..??!?!?!”
Arrivati in albergo sgattaiolammo in camera senza nemmeno dare i documenti alla reception,salimmo in ascensore con i cuori che battevano a mille e le mie mani che si adoperavano per sentire il calore della sua pelle sotto i vestiti,la spinsi quasi a forza in camera e senza nemmeno accendere la luce mi misi dietro di lei,le mani salirono lungo i fianchi cercando i suoi seni.Scavallai il reggiseno e sentii i capezzoli esplodermi tra le mani come vulcani in eruzione.La mia bocca sul suo collo mordeva e baciava la sua pelle .Sentivo le sue mani cercarmi,ed i brividi montarle addosso, in men che non si dica lasciai scivolare via la maglietta scollata e sbottonai il reggiseno, la voltai verso di me, la mia bocca si tuffo’ sui capezzoli. Leccavo e mordevo sentendola gemere di piacere e mi davo da fare per toglierle i panatoni.Le nostre lingue si incorciavano in bocca mentre le toccavo i fianchi e cercavo al buio di delineare gli orli della coulotte che copriva a stento il suo culo prosperoso, così come tutto il suo corpo.In un attimo era nuda con in dosso solo l’intimo inferiore , mi spogliai, sentii la sua pelle aderire alla mia e nel mettermi sopra di le ci stendemmo sul letto , la mia gamba destra si infilo tra le sue e sentii il calore del suo sesso invadermi la coscia.Toccavo i suoi seni mentre sentivo la mia eccitazione montare e premere sul pube di Luna, che partecipava attivamente all’atto avvinghiandosi a me sfiorandomi il cazzo. Sentivo la cappella dura e pulsante premere contro di lei facendole apprezzare tutta la mia eccitazione.Aspettavo solo che le sue labbra scivolassero sul mio sesso così da poterle riempire la bocca di cazzo,l’avrei guidata con una mnao tra i capelli in un movimento lento e deciso così che avrebbe sentito la cappella scivolare sulla lingua e infilarsi in gola fino a toglierle il respiro, ma questo non avvenne mai,perche’ non ebbi il coraggio di chiederlo e lei mai forse l’intezione di farlo.La mia bocca scendeva lungo il collo poi alla spalla e poi di nuovo sul suo generosissimo seno .Lo tenevo tra le mani mentre lo leccavo, e lo mordevo con le labbra,con l’altra mano cinsi un fianco per tenerla ferma ed iniziai a stringere un capezzolo tra i denti fino asentirla sobbalzare dal dolore,al solo scopo di mandare in confusione i suoi sensi tra il piacere di essere sfiorata e il dolore del mio morso.La mano scendeva lungo i il fianco dirigendosi al monte di venere che emanava calore gia’ all’altezza dell’ombelico.Le dita si infilarono nella coulotte e scesi giu’ sentendo la peluria crespa diramarsi tra i polpastrelli, d’un tratto sentii un sospiro strozzarsi tra le labbra e il suo sesso mi esplose tra le mani inondadomi di umori le dita.Le sfilai gli slip ormai fradici e scivolai tra le sue gambe infilandoci in mezzo la bocca.La lingua solcava la sua passera colante inebriandomi la bocca del suo nettare.Sentivo il clitoride pulsare ed indurirsi ,almeno quanto poco prima i sui capezzoli, quasi come ci fosse tra loro una gara a mostrarmi il grado di eccitazione.Luna era partecipe e mi stringeva il viso tra le cosce ad ogni spasmo che la mia lingua infilandosi nella sua intimita’ le provocava.Mi sfilai i boxer e finalmnete provai il calore della sua candida pelle accarezzarmi il sesso.La sua pelle bianca e soffice avvolgeva la mia eccitazione e cominciai io stesso ad andare in confusione.Volevo Luna piu’ di ogni altra cosa in quel momento, volevo sentirla mia provocarla e renderla dipendente da ogni mio movimento.La girai, mi misi su di lei e le feci sentire il cazzo duro infilarsi da dietro accennando appena una penetrazione, mentre mi davo da fare con le mani sul seno a stringerlo e con la bocca a leccarle il collo.Volevo sentirla eccitata colante e vogliosa del mio sesso.La lingua si dimenava sulla noce del collo e poi arrivava ai lobi dlle orecchie per sentire di nuovo i brividi montare sulla pelle, mi alzai, la inginocchiai sul letto e mi misi nella posizione primordiale .Era piegata avanti a me con la fessura colante pronta a ricevermi ed io ero in paradiso.Mi avvicinai accennando una penetrazione,la mia cappella schiuse le grandi labbra , appoggiai il petto alla sua schiena e mi avvicinai al suo orecchio, le sussurrai:
“…mi vuoi??”
La risposta nn si fece attendere,e fu piu’ che eloquente e affermativa,nel mentre accennava con la testa la sua asserzione alla domanda, diedi una piccola spinta di bacino e le riempii il ventre della mia eccitazione, la presi per un fianco e per la spalle e inzia a scoparla con tutta la volutta’ di cui ero capace.Luna era uno spettacolo della natura sentivo i nostri sessi compelatrsi a vicenda e suoi sospiri erano linfa al mio testosterone.La volevo esattamente così,un’abatjour fioco illuminava i contorni dei suoi fianchi rubicondi,il mio cazzo era sempre più invasivo e insitente,sentivo il suo ventre diventare bollente,al punto che non resistevo al suo voluttuoso corpo per quanto fosse eccitante.
Stringevo le mani ai suoi fianchi burrosi e accattivanti, i suoi gemiti di piacere dettavano il ritmo ai miei movimenti. Mentre entravo e uscivo dalla sua intimità guardavo le grandi labbra schiudersi e adattarsi al profilo del mio sesso ad ogni colpo, nella penombra osservavo anche il più prezioso dei suoi orifizi e iniziai a sfiorarlo con la punta delle dita cercando di ungerlo dei suoi stessi umori, sentivo Luna spingere verso me il suo maestoso culo, pian piano le profanai il buco che sentivo quasi pulsare dalla voglia di essere usato. Incurante della natura dei suoi gemiti infilai il dito medio della mia mano destra, lo feci scendere in fondo sentendo le sue carni cedere. Ebbi l’ impressione che stesse godendo più di quanto io stesso avessi voluto, tenni il dito fermo nelle sue viscere,mentre continuavo a sbatterle la cappella dentro con tutta la virilità di cui mi sentivo capace. Sentii un brivido partirmi dalla punta del cazzo e infrangersi sulle palle,segno che ero pronto a riempirla del mio sperma, ma non ero sicuro che il suo piacere fosse giunto al culmine e in nessun modo avrei voluto lasciarla a metà strada. Mi sfilai e mi inginocchiai, stringendo le sue chiappe tonde e sode tra le mani con vigore, e cominciai a leccarle la passera. Imboccai il clitoride e iniziai a girarci intorno con la lingua.
Scomoda la mia posizione ma il suo piacere si avvertiva dal repentino aumento dei respiri,mi fermai,la girai le apri le braccia e la baciai.Scesi con la lingua giù fino a leccarle l’ombelico per poi ricominciare a torturarle il clitoride. Avevo solo voglia di sentirla godere, volevo capire cosa provasse al culmine del suo piacere,sentivo il suo respiro affannoso intensificarsi all’aumentare della goduria. Mi alzai sopra di lei,le invasi nuovamente la fessura colante del suo sesso con tutto il vigore della mia eccitazione. Allargai le gambe tenendole per le caviglie e iniziai a fotterla come se non esistesse un domani, solo per sentire il suo ventre contorcersi per l’orgasmo che speravo sopraggiungesse quanto prima, perché il mio era pronto ad esploderle dentro.
Avvertii i suoi spasmi di piacere, i muscoli del bacino premevano in maniera innaturale verso l’interno del ventre,il cazzo sempre ben piazzato dentro di lei.Un respiro le si strozzò in gola, sgranò gli occhi guardandomi e afferrandomi per i polsi.IL suo manicure mi affondava nella carne del braccio, ed era ilpiu’ dolce dei dolori che abbia mai provato.
In quel preciso istante sentii il pube completamente bagnato umido e caldo. La mia vita sessuale ebbe una Brusca sterzata. Il piacere che provai sapendo di averle fatto esplodere l’orgasmo nel fulcro dell’addome e che il suo piacere veniva apertamente manifestato negli sguardi nei movimenti e nei sospiri, fù il piacere etereo che rincorrerò per sempre.
-Gli americani prendono la apple pie come riferimento malizioso di una donna pronta ad essere consumata sessualmente. Nel Boom economico degli anni 50 la perfetta casalinga veniva sempre ritratta in vignette con la Apple Pie fumante tra le mani. Il sogno americano era tornare a casa e trovare la propria moglie con una torta appena fatta, dopo una dura giornata di fatica. La realtà e’ che la Apple Pie era la ricompensa che attendeva l’uomo dai sani principi che si occupava della propria famiglia. _
Luna quella notte mi regalò la mia “torta di mele”.
In quel momento giacevo beatamente rincoglionito dal piacere tra le sue cosce, così come se avessi affondato il cazzo in qualcosa di morbido umido e caldo come la Apple pie. Lo smarrimento per la goduria che mi avvolgeva completamente in quel momento, fu interrotto in un istante dallo sperma che era pronto ad esplodere e innaffiarla con copiosi getti cremosi. Tirai via il mio sesso dal suo, lo impugnai in una mano e guardandola fissa negli occhi iniziai a schizzarle addosso l’esplosione del mio piacere. Osservavo gocce di sperma inondarle il seno e colarle sui capezzoli, avrei voluto vedere le sue dita raccogliere le gocce bianche cremose frutto del mio piacere sporcare le sue meravigliose e carnose cerase ancor piu’ rosse e voluttuose, ora che il piacere l’aveva inondata.
Avrei voluto che sentisse il sapore del mio piacere. Credo che la sua ingenuità e la sua inesperienza inibirono qualunque iniziativa in merito,era stravolta a gambe e braccia aperte adagiata su di un letto che non era il suo,smarrita nello sguardo ma colma di piacere. Mi alzai,corsi in bagno e mi preoccupai di pulirla con un asciugamano, mi spinsi su di lei l’abbracciai schiacciandola sotto il mio peso, tenendola stretta per farle sentire quanto il sapore delle sue labbra e della sua pelle mi tenessero ancora eccitato. Restai abbracciato mettendomi a cucchiaio alle sue spalle.Le tenevo le tette tra le mani e il cazzo per nulla in tiro adagiato tra le sue chiappe sode e ancora calde. Le baciavo il collo e cercavo di nutrirmi del suo sapore,le leccavo i lobi per donarle ancora qualche brivido.Sentivo il suo respiro sulle braccia e il suo battito era all’unisono col mio.Due corpi stanchi, appagati,avvinghiati uno all’altro e uniti dalla stessa frequenza cardiaca.Aveva gli occhi chiusi in un riposo che chiedeva solo amore e protezione, consumammo il resto del nostro tempo con amorevoli baci alternati ad illecite carezze, dal sapore provocatorio.
Non l’avrei piu’ rivista, non l’avrei piu’ sentita,non smisi mai di deisderarla.
Luna ritorna nei miei pensieri nei momenti di solitudine.La sua torta di mele traccia il limite di confine tra il mio piacere e la libidine dell’autoerotismo.
“ mica adesso mi accompagni a casa..??!?!?!”
Arrivati in albergo sgattaiolammo in camera senza nemmeno dare i documenti alla reception,salimmo in ascensore con i cuori che battevano a mille e le mie mani che si adoperavano per sentire il calore della sua pelle sotto i vestiti,la spinsi quasi a forza in camera e senza nemmeno accendere la luce mi misi dietro di lei,le mani salirono lungo i fianchi cercando i suoi seni.Scavallai il reggiseno e sentii i capezzoli esplodermi tra le mani come vulcani in eruzione.La mia bocca sul suo collo mordeva e baciava la sua pelle .Sentivo le sue mani cercarmi,ed i brividi montarle addosso, in men che non si dica lasciai scivolare via la maglietta scollata e sbottonai il reggiseno, la voltai verso di me, la mia bocca si tuffo’ sui capezzoli. Leccavo e mordevo sentendola gemere di piacere e mi davo da fare per toglierle i panatoni.Le nostre lingue si incorciavano in bocca mentre le toccavo i fianchi e cercavo al buio di delineare gli orli della coulotte che copriva a stento il suo culo prosperoso, così come tutto il suo corpo.In un attimo era nuda con in dosso solo l’intimo inferiore , mi spogliai, sentii la sua pelle aderire alla mia e nel mettermi sopra di le ci stendemmo sul letto , la mia gamba destra si infilo tra le sue e sentii il calore del suo sesso invadermi la coscia.Toccavo i suoi seni mentre sentivo la mia eccitazione montare e premere sul pube di Luna, che partecipava attivamente all’atto avvinghiandosi a me sfiorandomi il cazzo. Sentivo la cappella dura e pulsante premere contro di lei facendole apprezzare tutta la mia eccitazione.Aspettavo solo che le sue labbra scivolassero sul mio sesso così da poterle riempire la bocca di cazzo,l’avrei guidata con una mnao tra i capelli in un movimento lento e deciso così che avrebbe sentito la cappella scivolare sulla lingua e infilarsi in gola fino a toglierle il respiro, ma questo non avvenne mai,perche’ non ebbi il coraggio di chiederlo e lei mai forse l’intezione di farlo.La mia bocca scendeva lungo il collo poi alla spalla e poi di nuovo sul suo generosissimo seno .Lo tenevo tra le mani mentre lo leccavo, e lo mordevo con le labbra,con l’altra mano cinsi un fianco per tenerla ferma ed iniziai a stringere un capezzolo tra i denti fino asentirla sobbalzare dal dolore,al solo scopo di mandare in confusione i suoi sensi tra il piacere di essere sfiorata e il dolore del mio morso.La mano scendeva lungo i il fianco dirigendosi al monte di venere che emanava calore gia’ all’altezza dell’ombelico.Le dita si infilarono nella coulotte e scesi giu’ sentendo la peluria crespa diramarsi tra i polpastrelli, d’un tratto sentii un sospiro strozzarsi tra le labbra e il suo sesso mi esplose tra le mani inondadomi di umori le dita.Le sfilai gli slip ormai fradici e scivolai tra le sue gambe infilandoci in mezzo la bocca.La lingua solcava la sua passera colante inebriandomi la bocca del suo nettare.Sentivo il clitoride pulsare ed indurirsi ,almeno quanto poco prima i sui capezzoli, quasi come ci fosse tra loro una gara a mostrarmi il grado di eccitazione.Luna era partecipe e mi stringeva il viso tra le cosce ad ogni spasmo che la mia lingua infilandosi nella sua intimita’ le provocava.Mi sfilai i boxer e finalmnete provai il calore della sua candida pelle accarezzarmi il sesso.La sua pelle bianca e soffice avvolgeva la mia eccitazione e cominciai io stesso ad andare in confusione.Volevo Luna piu’ di ogni altra cosa in quel momento, volevo sentirla mia provocarla e renderla dipendente da ogni mio movimento.La girai, mi misi su di lei e le feci sentire il cazzo duro infilarsi da dietro accennando appena una penetrazione, mentre mi davo da fare con le mani sul seno a stringerlo e con la bocca a leccarle il collo.Volevo sentirla eccitata colante e vogliosa del mio sesso.La lingua si dimenava sulla noce del collo e poi arrivava ai lobi dlle orecchie per sentire di nuovo i brividi montare sulla pelle, mi alzai, la inginocchiai sul letto e mi misi nella posizione primordiale .Era piegata avanti a me con la fessura colante pronta a ricevermi ed io ero in paradiso.Mi avvicinai accennando una penetrazione,la mia cappella schiuse le grandi labbra , appoggiai il petto alla sua schiena e mi avvicinai al suo orecchio, le sussurrai:
“…mi vuoi??”
La risposta nn si fece attendere,e fu piu’ che eloquente e affermativa,nel mentre accennava con la testa la sua asserzione alla domanda, diedi una piccola spinta di bacino e le riempii il ventre della mia eccitazione, la presi per un fianco e per la spalle e inzia a scoparla con tutta la volutta’ di cui ero capace.Luna era uno spettacolo della natura sentivo i nostri sessi compelatrsi a vicenda e suoi sospiri erano linfa al mio testosterone.La volevo esattamente così,un’abatjour fioco illuminava i contorni dei suoi fianchi rubicondi,il mio cazzo era sempre più invasivo e insitente,sentivo il suo ventre diventare bollente,al punto che non resistevo al suo voluttuoso corpo per quanto fosse eccitante.
Stringevo le mani ai suoi fianchi burrosi e accattivanti, i suoi gemiti di piacere dettavano il ritmo ai miei movimenti. Mentre entravo e uscivo dalla sua intimità guardavo le grandi labbra schiudersi e adattarsi al profilo del mio sesso ad ogni colpo, nella penombra osservavo anche il più prezioso dei suoi orifizi e iniziai a sfiorarlo con la punta delle dita cercando di ungerlo dei suoi stessi umori, sentivo Luna spingere verso me il suo maestoso culo, pian piano le profanai il buco che sentivo quasi pulsare dalla voglia di essere usato. Incurante della natura dei suoi gemiti infilai il dito medio della mia mano destra, lo feci scendere in fondo sentendo le sue carni cedere. Ebbi l’ impressione che stesse godendo più di quanto io stesso avessi voluto, tenni il dito fermo nelle sue viscere,mentre continuavo a sbatterle la cappella dentro con tutta la virilità di cui mi sentivo capace. Sentii un brivido partirmi dalla punta del cazzo e infrangersi sulle palle,segno che ero pronto a riempirla del mio sperma, ma non ero sicuro che il suo piacere fosse giunto al culmine e in nessun modo avrei voluto lasciarla a metà strada. Mi sfilai e mi inginocchiai, stringendo le sue chiappe tonde e sode tra le mani con vigore, e cominciai a leccarle la passera. Imboccai il clitoride e iniziai a girarci intorno con la lingua.
Scomoda la mia posizione ma il suo piacere si avvertiva dal repentino aumento dei respiri,mi fermai,la girai le apri le braccia e la baciai.Scesi con la lingua giù fino a leccarle l’ombelico per poi ricominciare a torturarle il clitoride. Avevo solo voglia di sentirla godere, volevo capire cosa provasse al culmine del suo piacere,sentivo il suo respiro affannoso intensificarsi all’aumentare della goduria. Mi alzai sopra di lei,le invasi nuovamente la fessura colante del suo sesso con tutto il vigore della mia eccitazione. Allargai le gambe tenendole per le caviglie e iniziai a fotterla come se non esistesse un domani, solo per sentire il suo ventre contorcersi per l’orgasmo che speravo sopraggiungesse quanto prima, perché il mio era pronto ad esploderle dentro.
Avvertii i suoi spasmi di piacere, i muscoli del bacino premevano in maniera innaturale verso l’interno del ventre,il cazzo sempre ben piazzato dentro di lei.Un respiro le si strozzò in gola, sgranò gli occhi guardandomi e afferrandomi per i polsi.IL suo manicure mi affondava nella carne del braccio, ed era ilpiu’ dolce dei dolori che abbia mai provato.
In quel preciso istante sentii il pube completamente bagnato umido e caldo. La mia vita sessuale ebbe una Brusca sterzata. Il piacere che provai sapendo di averle fatto esplodere l’orgasmo nel fulcro dell’addome e che il suo piacere veniva apertamente manifestato negli sguardi nei movimenti e nei sospiri, fù il piacere etereo che rincorrerò per sempre.
-Gli americani prendono la apple pie come riferimento malizioso di una donna pronta ad essere consumata sessualmente. Nel Boom economico degli anni 50 la perfetta casalinga veniva sempre ritratta in vignette con la Apple Pie fumante tra le mani. Il sogno americano era tornare a casa e trovare la propria moglie con una torta appena fatta, dopo una dura giornata di fatica. La realtà e’ che la Apple Pie era la ricompensa che attendeva l’uomo dai sani principi che si occupava della propria famiglia. _
Luna quella notte mi regalò la mia “torta di mele”.
In quel momento giacevo beatamente rincoglionito dal piacere tra le sue cosce, così come se avessi affondato il cazzo in qualcosa di morbido umido e caldo come la Apple pie. Lo smarrimento per la goduria che mi avvolgeva completamente in quel momento, fu interrotto in un istante dallo sperma che era pronto ad esplodere e innaffiarla con copiosi getti cremosi. Tirai via il mio sesso dal suo, lo impugnai in una mano e guardandola fissa negli occhi iniziai a schizzarle addosso l’esplosione del mio piacere. Osservavo gocce di sperma inondarle il seno e colarle sui capezzoli, avrei voluto vedere le sue dita raccogliere le gocce bianche cremose frutto del mio piacere sporcare le sue meravigliose e carnose cerase ancor piu’ rosse e voluttuose, ora che il piacere l’aveva inondata.
Avrei voluto che sentisse il sapore del mio piacere. Credo che la sua ingenuità e la sua inesperienza inibirono qualunque iniziativa in merito,era stravolta a gambe e braccia aperte adagiata su di un letto che non era il suo,smarrita nello sguardo ma colma di piacere. Mi alzai,corsi in bagno e mi preoccupai di pulirla con un asciugamano, mi spinsi su di lei l’abbracciai schiacciandola sotto il mio peso, tenendola stretta per farle sentire quanto il sapore delle sue labbra e della sua pelle mi tenessero ancora eccitato. Restai abbracciato mettendomi a cucchiaio alle sue spalle.Le tenevo le tette tra le mani e il cazzo per nulla in tiro adagiato tra le sue chiappe sode e ancora calde. Le baciavo il collo e cercavo di nutrirmi del suo sapore,le leccavo i lobi per donarle ancora qualche brivido.Sentivo il suo respiro sulle braccia e il suo battito era all’unisono col mio.Due corpi stanchi, appagati,avvinghiati uno all’altro e uniti dalla stessa frequenza cardiaca.Aveva gli occhi chiusi in un riposo che chiedeva solo amore e protezione, consumammo il resto del nostro tempo con amorevoli baci alternati ad illecite carezze, dal sapore provocatorio.
Non l’avrei piu’ rivista, non l’avrei piu’ sentita,non smisi mai di deisderarla.
Luna ritorna nei miei pensieri nei momenti di solitudine.La sua torta di mele traccia il limite di confine tra il mio piacere e la libidine dell’autoerotismo.
0
voti
voti
valutazione
0
0
Commenti dei lettori al racconto erotico