La festa di Ilaria

Scritto da , il 2018-05-08, genere orge

[Per il lettore: è la mia prima storia, puramente di fantasia, qualsiasi riferimento è puramente casuale. Spero di rientrare nei campi di utilizzo del sito e che troviate questa storia interessante. Quando raccontai di questa storia alla mia ragazza ci fu molto d’ispirazione per diversi giochini erotici.]

Era il 14 gennaio di un paio d’anni fa. Facevamo il quinto anno di liceo linguistico ed era la fine delle feste per i diciotto anni. Ilaria, di un anno più piccola del resto della classe perché fece la primina, era l’ultima della nostra piccola famigliola scolastica a raggiungere l’obbiettivo della maggiore età e decise di fare una festa che ci saremmo ricordati a vita.
Quella sera portava un abito nero spezzato, con una scollatura pronunciata sulla sua fantastica quinta di seno, una gonna stile tubino che le metteva in risalto le curve del fondoschiena e dei fianchi e un reggiseno di pizzo che si intravedeva dalla scollatura.
Iniziammo con i soliti balli di gruppo con le solite canzoni spagnole da festa, un po’ di Gigi D’Ag, come andava di moda all’epoca e la solita cena a buffet con i soliti stuzzichini, la solita pizza e la solita birra (per altro servita con parsimonia come richiesto dalla festeggiata dopo diversi episodi di sbronze nei compleanni passati).
Finita la cena a buffet, lo scarto dei regali, le foto con amici e parenti e poi tutti a casa, almeno così pensavamo io e altri due nostri amici…
Mentre tutti si avvicinavano alle macchine, come stavamo facendo io, Simone e Matteo, Ilaria si avvicinò a noi e ci chiese se potessimo farle compagnia quella sera dal momento che sarebbe rimasta sola a casa (fin qui nulla di strano in quanto spesso ci fermavamo a dormire da lei poiché la madre, essendo infermiera, faceva spesso i turni di notte), allora montò in macchina con noi e andammo dritti verso casa sua.
Arrivati alla sua villetta in una cittadina di campagna poco lontano dove ha festeggiato, come al solito ci sedemmo sul divano a dondolo a fumare, nonostante il freddo. Pochi minuti dopo Ilaria ci chiama dalla finestra dicendoci di entrare per bere qualcosa in onore degli appena compiuti diciotto anni, allora andammo dentro.
Una volta in salotto, urlando dall’altra stanza, ci disse di cominciare a sederci sul divano mentre preparava le bottiglie. Poi entrò nel salotto, con ancora il vestito indosso e un vassoio con dei bicchieri vuoti, una bottiglia della grappa fatta in casa da un suo parente e tre scatole di preservativi. Noi eravamo impietriti, non sapevamo come reagire, eravamo sempre abituati alla piccola, timida e sempliciotta Ilaria che non avrebbe mai pensato neanche lontanamente a presentarsi ai suoi amici d’infanzia con dei profilattici. Nel mentre cercavamo di metabolizzare cosa stesse succedendo e lei si era chinata, si era levata le mutandine da sotto la gonna e ce la tirò addosso.
Dopodiché, avendo visto le nostre facce allibite, si avvicinò a Matteo, che era al centro del divano, tra me e Simone. Allargò le gambe e si sedette a cosce spalancate sulle gambe di Matt (come solevamo chiamarlo). La visuale era paradisiaca, aveva un passera bella liscia, ancora un po’ rossa dalla depilazione, nel mentre si slacciava il reggiseno da sotto il toppino che portava, una volta tolto lo prese e lo poggiò sulla mia testa. Intanto tutti e tre avevamo un’erezione ben visibile e cominciò a tastarci la patta.
Una volta averci arrappati per bene ci fece alzare e lei si inginocchiò continuando a tastarci la patta. Cominciò a slacciare i pantaloni a Simone e tirò fuori un’erezione massiccia che, dopo un momento di stupore per le generose dimensioni, cominciò a segarlo e disse a me e Matt di cominciare a spogliarci.
Quando eravamo tutti e tre a uccello di fuori cominciò a spompinarci e il culmine dell’emozione ci fu quando, durante il pompino cominciò a leccare le palle a tutti a turno, cosa che ci lascò ulteriormente di stucco sapendo quanto fosse una santarellina. Dopo poco aver cominciato il lavoro orale scoppiammo tutti e tre insieme in una copiosa sborrata di gruppo che le ricoprì il viso fino a quel momento innocente e le imbiaccammo letteralmente i suoi capelli neri.
Aveva i suoi occhi a “pallocchio” ricoperti di sperma, che stava colando sul toppino. Allora se lo tolse, facendo finalmente sballonzolare di fuori le sue tettone che per tanti anni avevamo immaginato io, Matti e Simone di vedere. Aveva delle areole chiarissime, sebbene abbastanza larghe. Cominciammo a toccargliele, mentre lei ci segava per bene per farci tornare i piselli duri. Erano morbidissime, talmente tanto grandi da tenere le mani di tutti e avevano ancora addosso il profumo che si era messa per la festa.
Una volta ritornati su i soldaniti ci portò nella camera della madre, su un bel letto a due piazze dove ci fece stendere e uno ad uno ci infilò i preservativi. “E siamo solo al primo giro” ci disse. Allora cominciò a sedersi su Matt, che tutti sapevamo essere il suo “preferito” del gruppo, e cominciò a cavalcarlo, concedendogli la sua verginità. Nel mentre segava noi due rimasti. Pessima idea quella di farci un raspone con i preservativi in dosso, pensammo inizialmente io e Simone, però poi ci stupì ci che ci disse: “uno di voi due può penetrarmi il culo se vuole, stasera voglio proprio essere sfondata”. Allora, da bravo amico, cedetti il posto a Simone, che era letteralmente palpitante dall’emozione. Appena infilò la punta del proprio pene, dopo aver lubrificato con la saliva tutto per bene, Ilaria tirò fuori un urlo, inizialmente di dolore ma poco a poco di piacere, talmente forte che, se la sua non fosse una villetta praticamente sperduta in questa cittadina, probabilmente i vicini avrebbero chiamato la polizia.
Ilaria, totalmente invasa dal piacere di essere penetrata sia nella figa che nel culo, per di più durante la sua prima esperienza sessuale in assoluto, tirò indietro gli occhi rimando con uno sguardo fisso nel vuoto e si stese con le sue enormi tettone su Matt, lanciò un secondo urletto, molto più fioco e trattenuto, e venne anche lei. Aveva fatto letteralmente un lago con i suoi liquidi vaginali su di Matt, bagnando anche il letto della madre. Di lì a poco, mentre Ilaria si riprendeva dal godimento estremo appena provato e mentre continuava a stringere la mia stecca, Matt e Simone vennero di nuovo dentro di lei, sui loro volti era possibile capire il loro godimento nel venire nel culo e nella passera di una vergine.
Finalmente era il mio turno di scoparla e mi disse che, per aver dimostrato molta amicizia nei confronti di Simone, avrei potuto scegliere in qualche orifizio penetrarla e in quale posizione. Chiaramente scelsi la posizione della cavallerizza rivolta verso di me, da patito delle tette non desideravo altro che vederle ballonzolare davanti ai miei occhi, e mi presi la sua figa appena violata. Nel mentre Matt e Simone si erano andati a prendere qualcosa da bere e a fumare una sigaretta.
Rimanemmo solo io e Ilaria in camera. Lei mi stava montando come una forsennata, aveva un’espressione da vogliosa di cazzo e quelle tettone erano ipnotiche, al che la fermai e le chiesi un favore: “potremmo fare una breve pausa? Vorrei che usassi queste belle tette per farmi una spagnola”. Lei accolse felicemente la mia richiesta, mi fece poggiare con la schiena sullo schienale del letto, mi tolse il preservativo, mi fece allargare un po’ le gambe e, in posizione da pecora, cominciò a farmi una sega con le tette. Dopo non molto venni di nuovo e, ancora, le ricoprii la faccia di caldo sperma, che colò sulle tette.
Questa volta, anziché pulirsi, lo bevve tutto e solo vedere quella scena me lo fece tornare duro come una roccia, allora lei prese un altro preservativo e me lo mise, ma stavolta con la bocca, cosa che mi fece eccitare ulteriormente.
Allora mi chiese, con tono molto ansioso di avere ciò che vuole, di continuare a scoparle la figa, ancora e ancora, e, da bravo amico quale mi ritengo, la scopai come non ebbi mai fatto. Dopo un po’ di tempo la avvertii che sarei venuto di lì a poco e allora lei lo tirò fuori, levò il preservativo, ingoiò il mio cazzo e di conseguenza anche tutto la sborra che mi era rimasta in corpo.
Quando finimmo decidemmo di andare nel salotto a vedere cosa stessero facendo Matt e Simone, però si erano addormentati entrambi sul divano. Allora Ilaria mi fece una proposta che non avrei mai potuto rifiutare: “Siccome sei l’unico ancora sveglio, che ne dici di finire quelle scatole di preservativi e darci alla pazza gioia?”. Come potei dire di no? Assolutamente impossibile!
Continuammo tutta la notte a fare sesso come conigli, in tutte le posizioni che conoscevamo, alternando figa e culo di Ilaria, fino a che non finimmo i preservativi. Al che lei mi disse che questo non era un periodo fertile per lei, aumentando ancora di più la mia già abbastanza alta eccitazione. Allora le dissi che avrei accettato solo se mi avesse fatto una spagnola ogni volta che voglio e che, per stanotte, solo sesso anale senza preservativo.
Quando lo misi dentro la prima volta senza alcuna protezione a dividere me da lei fu un’esperienza eglatante, quella prima volta a dare a una ragazza del sesso anale, al momento dell’orgasmo, esplosi e la riempii letteralmente di sborra, tanto che le colava dal buco del culo.
Da quel giorno, almeno una volta al mese, tutti e tre ci incontriamo a casa sua per passare nottate come quella, e ogni volta la sua frase è: “Questa è proprio un’esperienza sfondante per me, grazie ragazzi, vi voglio un bene dell’anima!”. E a noi sta benissimo così.

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