Dopo la discoteca

Scritto da , il 2018-02-19, genere etero

È sempre facile raccattare un ragazzo in una discoteca, ma, trovarne uno particolarmente bello e dotato è sempre un'impresa.
Rimasi quindi piacevolmente stupita quando, entrando dalla porta del mio appartamento, Gabriele non si fece attendere e mi sbatté contro il muro, facendomi sentire tutta la sua presenza. L'avevo conosciuto fuori dal locale solo mezz'ora prima, ma era chiaro ad entrambi che non volevamo altro che divorarci la pelle e l'anima, se possibile.
Nella camicia bianca, i muscoli erano ben visibili e toccarli con le mie lunghe dita era una pura gioia. Ma non voleva essere toccato, e con un rapido gesto mi immobilizzò.
Dopo avermi fissata per un istante con i grandi e bramosi occhi di ghiaccio, tenendomi le mani alte sopra la testa contro il muro, senza dire una parola, Gabriele si avventò vorace sulle mie labbra, esplorando con la lingua calda e morbida la mia bocca. Iniziai a gemere di piacere. Avevo bevuto molto champagne e la testa mi girava piacevolmente, eliminando qualsiasi freno inibitorio. Facendo forza, riuscii a liberarmi dalla sua stretta e a passargli le mani tra i capelli mori, tirandoli indietro, cercando di prendere il comando ed insinuare la mia lingua decisa nella sua bocca profumata. Baciava come un Dio, e volevo solamente sentire la sua lingua su ogni centimetro del mio corpo. Senza staccare le labbra con i respiri sincronizzati ed acceleratati, iniziai a spogliarlo, slacciandogli frenetica i bottoni della camicia, liberando il corpo statuario che racchiudeva. Mi fermai con il fiato corto ad ammirarlo, toccandolo lievemente, caldo sotto le mie mani fredde. Lo sentii rabbrividire e lo vidi mordersi il labbro gonfio. Sorrisi nella luce tenue del corridoio, abbassando lo sguardo sulla protuberanza dei suoi jeans, così sporgente e ricca di promesse. Era in attesa ora, sicuramente si aspettava che lo spompinassi lì, ma lo volevo nel mio letto, non ero solita a fare quello che volevano gli uomini quando lo volevano. Risi maliziosa.
- Vieni con me - gli dissi soave, guidandolo attraverso la casa, sculettando sui tacchi alti, i piedi che mi dolevano.
- Hai un culo da urlo... - e avvertii la sua presenza dietro di me, le sue mani che cercavano di insinuarsi sotto il mio vestito aderente, cercando di liberarmi. Incontrò solo gli autoreggenti. Risi di nuovo, girandomi verso di lui con un ghigno.
- Quanta fretta... entra.- e aprii la porta della mia camera, il letto a baldacchino al centro della camera, di fronte ad una parete di specchi.
Mi avvicinai di nuovo per baciarlo e per spingerlo con decisione sul letto. Mi guardò stupito e voglioso, anche a lui quella sera era andata particolarmente bene. Ora avremmo fatto a modo mio.
Feci un basso indietro, liberandomi dai tacchi infernali, per poi abbassarmi a 90 molto lentamente per prenderli e metterli a ridosso dello specchio. Sentii i suoi occhi sul mio culo, e sulle mie gambe, fasciate da autoreggenti neri, i miei preferiti. Comodi e veloci per legare qualcuno.
Senza girarmi, riuscendo a vederlo nel riflesso, iniziai sempre lentamente, ad abbassare la zip del vestito, lasciando che scivolasse sulle mie curve sinuose, fino a terra. Lo vidi toccarsi e slacciarsi la cintura dei pantaloni, mentre mi guardava in bustier e calze.
- Mi fai impazzire... - mi disse con voce roca mentre mi avvicinavo, guardandomi fisso negli occhi, mentre ghignavo pregustando la mia bellissima preda.
Aspettai che finisse di spogliarsi, abbassandosi jeans e boxer insieme, rimanendo nudo seduto sul mio letto. Una delizia per gli occhi. Il suo membro era enorme, le vene carnose in rilievo sulla pelle fine, duro come un sasso solo a guardarlo. Mi leccai le labbra.
- Sdraiati al centro del letto. - gli dissi facendogli passare la lingua sulle labbra e toccando lievemente il suo cazzo, era davvero duro.
Aveva l'aria smarrita, povera e meravigliosa creatura, ma obbedì immediatamente.
In piedi al fianco del letto, appoggiai un piede sulla trapunta satinata, sfilandomi con le lunghe dita la prima calza. I suoi occhi ardevano nei miei. Sfilai la seconda, e rapidamente andai alla testata del letto, allungandomi su di lui per prendergli le mani, strusciando volutamente il seno rinchiuso nel bustier sul suo viso. Lo sentì grugnire. Era eccitato oltremisura, ed io con lui. Sentivo le mutandine inumidirsi. Gli legai le mani al baldacchino con dei nodi semplici. Non sono una dominatrice, mi piace solo poter avere il controllo e giocare secondo i miei ritmi. Finalmente mi decisi a salire sul letto con lui, sedendomi sopra il suo membro. Avevo il clitoride in fiamme, che reclamava attenzioni, non riuscì a resistere dal strofinarmi piano contro di lui. Gabriele mi guardava con la bocca socchiusa, poco certo di cosa avrei fatto. Mi misi a baciarlo, infilandogli la lingua di nuovo in gola, tenendolo per le spalle forti, continuando a strusciarmi contro il suo cazzo durissimo. Un gemito sonoro mi uscì involontario dalla bocca e decisi che non era ancora ora di venire, l'avrebbe fatto lui dopo. Iniziai quindi a baciarlo, mordicchiando piano la mandibola, succhiando la pelle del collo, del torace accarezzando e succhiando fino a che non scivolai con la punta delle labbra sulla sua cappella. Lo guardai negli occhi, tirando fuori la lingua.
- È questo che vuoi? - gli chiesi, scostandomi i capelli dal viso.
- Sì, prendilo tutto in bocca, per favore. - sorrisi in risposta, iniziando a leccare la punta della cappella, prendendo il suo lungo cazzo tra le mani. Aveva già il mio sapore e questo mi mandava in estasi.
Leccai l'asta dalla punta dalla cappella alle palle per diverse volte, per inumidirlo bene, prima di farlo sparire completamente nella mia bocca, succhiando e leccando con decisione, accompagnando il tutto dalla mia mano. Lo sentì ansimare forte, mentre continuavo imperterrita a succhiare e leccare, prendendolo tutto, fino all'ultimo centimetro tra le mie labbra gonfie, fin giù nella gola. Con una mano cominciai a toccarmi attraverso la stoffa delle mutandine, i miei umori le avevano completamente bagnate. Mi eccitava da morire vedere Gabriele legato e sentirlo gemere sonoramente, le mani che cercavano inutilmente di liberarsi dalle calze.
Continuai per un po', toccandomi piano e succhiando la sua cappella ormai rossa, fino a che non divenne di marmo, pronto per me. Mi staccai quindi dal suo cazzo, guardandolo soddisfatta, notando un sorriso sul viso dell'uomo nonostante non l'avessi fatto venire, il che, non era nemmeno mia intenzione.
- ora ti libero, mi spogli, e mi piacerebbe che ti dedicassi a me, prima di mettermi a 90 e sbattermi finché le gambe non cedono ad entrambi. - gli dissi maliziosa e autoritaria, ordinandogli cosa volevo e come lo volevo. Lui rise, mentre gli liberavo le mani, strusciandomi sul suo corpo, le mie tette sulla sua faccia.
- Sì signora. - mi rispose, e mi sfuggì una risata, mentre ormai libero, mi prendeva con forza per i fianchi e mi sbatteva sotto di lui. Adoravo l'iniziativa.
- Questo potremmo tenerlo - mi disse mentre guardava il corpetto e liberava i miei seni, iniziando a giocare con i miei capezzoli. Mugugnai un assenso, lasciandomi scuotere dal piacere, mentre mi succhiava le tette avidamente, mordicchiando i capezzoli duri.
Tornò a baciarmi fugace, solo per succhiarmi il labbro, per poi scivolare tra le mie gambe e sfilarmi lentamente le mutande, annusandole prima di lanciarle per la stanza. Guardò la mia figa depilata, aperta e bagnata davanti a lui facendo passare un dito sul mio clitoride infiammato e infilandone solo la punta nella mia vagina che trasudava umori. Si leccò il dito, prima di affondare la testa tra le mie gambe, baciandomi prima l'interno della coscia, tenendomi con le mani forti i fianchi. Iniziò quindi piano a baciarmi le labbra, facendo passare timidamente la lingua intorno al clitoride, regalandomi un piacevole strazio. Quando iniziò a leccarmi, con un leggero movimento circolare, mi ritrovai a gemere di piacere. La sua soffice lingua mi mandava in estasi, era davvero bravo, e io fottutamente eccitata. Continuando a leccare lentamente, una mano si liberò dai miei fianchi per finire tra le mie cosce. Iniziò lo stesso movimento della lingua intorno al mio buco, senza penetrarmi, bagnandomi con la sua saliva e con i miei umori tutto intorno. Dio, quanto ero bagnata, quanto desideravo averlo dentro, ma non dissi nulla, gustandomi quegli attimi. Quando mi penetrò usò tre dita, che entrarono ed uscirono veloci, facendomi sfuggire un gridolino di piacere. I suoi occhi di ghiaccio non lasciavano i miei, che lo guardavano supplicante, chiedendo "ancora, ancora, ancora..." e così fece. Iniziò a scoparmi con le dita, piano e poi sempre più veloce, seguendo lo stesso ritmo con la lingua. Cercai di trattenermi, ma con il fiato corto, ansimante e tremante, mi lasciai scivolare verso l'orgasmo, venendo sulla sua faccia con un piccolo spruzzo, urlando di piacere. Chiusi le gambe intorno al suo viso, scossa da fremiti di piacere, e fu lui a sorridere malizioso, questa volta. Staccandosi da me, mentre portavo le mie mani tra le mie gambe per assaporare il mio orgasmo, mi prese nuovamente per i fianchi in modo rude, girandomi e mettendomi a novanta sul letto. Inarcai la schiena verso il basso, dandogli a disposizione tutto il mio culo. Lo vidi segarsi velocemente prima di affondare dentro di me senza alcun preavviso, le labbra contratte per il piacere. Gridai di nuovo e la mia figa si strinse contro il suo cazzo, così grosso da sentirlo dove mai era arrivato qualcun altro prima. Rimase dentro di me per un attimo, lasciandomelo assaporare, mentre stringevo convulsamente le lenzuola con le mani. Sentii le sue dita affondare nei miei fianchi sopra il corpetto per poi liberarsi dalla mia figa stretta ed affondare nuovamente. Divaricai di più le gambe, andandogli incontro, godendo come poche altre volte prima di quella.
- Ti piace eh? -
Mi grugnì da dietro, mentre continuava ripetutamente ad affondare dentro di me. Ad ogni colpo, gli andavo incontro, cercando di trattenerlo il più a lungo possibile. Iniziai a tremare di nuovo, le gambe malferme, preannunciando un nuovo e potente orgasmo. Notando i miei gemiti farsi più acuti, iniziò a sbattermi con più ferocia, senza lasciarmi il tempo di respirare. Gridai di nuovo, lasciandomi crollare sul letto, un secondo e potente orgasmo a scuotermi. Gabriele ansimò forte, e grugnì qualcosa, prima di finire sopra di me, il suo cazzo così duro che si scuoteva dentro la mia figa, venendo copiosamente.


È il mio primo racconto, siate buoni. Se volete ci sarà un seguito.

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