Ilenia (mia) 2

Scritto da , il 2017-08-23, genere etero

L’aria di quel Dicembre era molto fredda, sembrava che il Natale stesse arrivando con tutti gli onori del caso, con tutti i suoi tratti caratterizzanti. Le vetrine in festa e la città che sembrava ritornare indietro nel tempo, rallentando, mi confondevano trasmettendomi un misto di gioia e ansia.
Ilenia era quasi sempre con me, le uscite con il suo ragazzo si erano ridotte, solo quando davvero non poteva negarsi usciva per incontrarlo ed ogni volta che lasciava casa senza di me un pizzico di gelosia mi saliva allo stomaco come una fredda fitta.
Non potevo dire nulla, da un lato ero io il terzo incomodo, dall’altro volevo mantenere un atteggiamento distaste. La mia cultura mi impediva di mostrarmi sofferente e non volevo mi vedesse debole nel cercala assiduamente.
Non so dirvi se in poco più di un mese mi ero innamorato o se, semplicemente ero avvinghiato dalla passione, ma iniziava ad infastidirmi il fatto che celasse la nostra relazione a Luca e Saverio. Dovevo sopportare il suo attendere che i ragazzi dormissero per scendere nel mio letto o che, qualche volta, non scendesse affatto. Il perché non glielo chiedevo ma era chiaro che non volesse che i ragazzi pensassero a lei come una poco di buono.
Parlai con Samuele, mio collega e caro amico, nonché addestratore cinofilo per i miei coccoloni, della situazione e lui mi consigliò di volgere la situazione a mio favore.
Non amo la tecnologia, ma mi accorsi che in certe occasioni poteva darmi una mano.
Quella sera stessa, infatti, Ilenia mi disse che sarebbe rimasta sopra perché i ragazzi avevano intenzione, come era loro solito quando dovevano fare qualche prova d’esame, di studiare tutta la notte e che, quindi, se le fosse scesa si sarebbero accorti di tutto. La salutai con un semplice gesto della mano, mostrandomi nervoso. Come per vendetta o per gioco di seduzione s’alzo e s’avviò alla porta, ma quella volta non ebbe il mio ricorrerla per baciarla e pizzicargli il culo. Rimase sulla porta un poco, sentivo che mi guardava, quel cambiamento di atteggiamento l’aveva colpita.
-“io vado” non risposi.
- “va be, dai” rise e si lasciò la porta alle spalle. Credeva che scherzassi (in fondo era vero, stavo solo preparandomi una specie di tattica per potermela godere anche quando era lontana dal mio giaciglio)
Non mandai nessun messaggio. L’avevo abituata, in quel poco tempo, anche quando non era con me a ricevere qualche complimento, tramite Wapp, prima di dormire.
Era passata più di un’ora e rivolgendomi a Cesare che mi guardava con i suoi occhi ambra aspettando che l’carezzassi, dissi: “mi sa che chi voleva fregare e stato fregato” e gli passi la mano sul muscoloso collo.
Squillo il cellulare, Non avevo toppato, era lei. Aveva tirato come suo solito, ma qualcosa non gli tornava e non riusciva a prendere sonno:
-“ Giò, che fai? Io non riesco a dormire”
-“stavo passando la spazzola ai cani”
“ ah, quindi a me non pensavi, credevo che almeno tu…” cercava di farmi sentire in colpa per l’atteggiamento, sapeva benissimo che anche un accenno di paragone ad altri uomini della sua vita mi dava fastidio.
“no, semplicemente Cesare e Diana avevano bisogno di una spazzolata”
“ ma sai che mi aspettavo … ”
“ no” non sapevo che rispondere, in fondo stava dimostrando un bisogno di qualcosa, e mi limitai a lasciare a lei la parola.
“ Sei arrabbiato, lo so. Non posso scendere i razzi se ne accorgono”
“Questo lo capisco, ma non ti alzi e te ne vai. Ogni tanto puoi fare tu qualcosa per me senza aspettare che sia io sempre a muovermi. So che non ami i leccapiedi, e sai che non lo sono. Dolce e presente sì, ma..” sapevo che la posizione da traditrice la infastidiva, ma avevamo tanto parlato ed ero cosciente che non m’avrebbe perso mai.
“mhhhhhh……va bene….aahahhahahaha hai ragione. Anche questo mi aspetto da te, mi vuoi presente. Sai che adesso se fossi li con te ti abbraccerei forte perché sto vivendo davvero bene questi giorni con te…Grazie” avevo fatto centro o semplicemente davvero stava bene.
“si, e io mi limitavo ad un abbraccio, lo sai no….? ” incalzai, sperando che capisse il mi nervosismo era finto ed intuisse che volevo trascendere.
“ Si, lo so che sei un poco maialino ed anche questo mi piace di te, anche se ci siamo un poco Limitati”. L’ultima parola era segno che potevo lasciarmi andare, non c’avevo più provato a ficcargli il cazzo in figa, forse avevo paura che mi rifiutasse e che mi sentissi escluso dal suo copro a dispetto del suo compagno.
“sai che sto facendo ora?” la tentai
“ti stai toccando.” Non era una domanda, ma una affermazione. Un brivido mi prese alla schiena e il cazzo iniziò a tirarmi. Non mi segavo in realtà ero appena entrato in bagno per lavarmi dopo aver messo a dormire i cani.
“Sono nudo, sto per fare una doccia. Ho come l’impressione che anche tu ti stai toccando e ti vorrei qui dentro per SCOPARTI” osai.
“Bene, ma io non ci sono per SCOPARMI…”
“certe volte averi voglia di legarti, e prenderti a schiaffi... che rabbia”
“prenditi il tuo TEMPO…” mi stava forse dicendo che non c’era da aspettare, che quello che si doveva muovere si era mosso o stava ancora testando il terreno?
“a TEMPO debito in giuste situazioni…Comunque, a pensare ho un cazzo più duro del solito” gli scattai una foto e la inviai.
“oh, CAZZZOOOOO”
“che c’è?...non dirmi che non ti piace”
“Si, mi piace. Ma non chiedermi altro”
“No, parla. Sai che è cosi duro per te, che mi sto segando pensando all’altro giorno quando avevi il mio seme in bocca”
“Giòooooo” - non mi stava richiamando, qualcosa si stava muovendo anche in lei, gli piaceva, stavamo abbattendo un altro muro.
Vidi che stava scrivendo ancora e entrai mi entrai veloce nella doccia. Ci misi pochissimo tempo, il cazzo in erezione e il volere leggere i suoi messaggi che si susseguivano mi mettevano fretta.
Guardai il telefono:
“guarda che hai combinato” e tre foto che ritraevano la sua mano umida di umori, il buco della sua figa rosa aperto tra le dita e una in cui si era posta a pecora sul letto dando il culo allo specchio.
“allora ti fidi, di me??...che bona la mia troietta, sto esplodendooooo ”
Dopo poco: “ Certo che mi fido di te…per come sono io, davvero sto andando oltre….”
“vero, troietta MIA?”
“Si, è vero” non fece accenno al nomignolo che gli stavo affibbiando.
“Troietta, ti sei toccata allora?”
“Si, sono venuta”
“parla non TRATTENERTI” spornai…
“Si, ma….va be, con te lo faccio: Mi sono infilata due dita nella fighetta pensando che il tuo cazzone mi stesse tra le labbra e poi anche dove avevo le mani…volevo sentire il tuo pisello entrare e uscire”
“WOW, sai che sono venuto anche io leggendo queste parole” Avevo lasciato che il mio cazzo si rilassasse lasciando fuoriuscire il suo contenuto, ma più che le immagini furono le parole che dimostravano una tale apertura tanto forte, a rimanermi senza fiato.
Si fece mandare una foto del membro moscio a conferma di tutto, mi chiamò e come suo solito mi ringraziò per il bellissimo momento passato (quel modo di fare lo amo ancora oggi) ci demmo la buona notte tra tanti complimenti.
Il giorno successivo una chiamata del capo servizio mi comunicò che per tre giorni fino alla domenica sarei dovuto stare fuori per un servizio. Chiesi a Samuele di passare a dare uno sguardo ai cani e farli mangiare.
Solo la sera, quando era già in autostrada chiamai Ilenia, ed anche se si sentiva un poco di dispiacere nelle sue parole, mi disse che lei m’avrebbe spettato e che in fondo avevamo solo un modo per continuare i nostri giochi telefonici e aumentare il desiderio. Stava andando tutto bene, ci volevamo e io impazzivo.
Non nego che nel tragitto fino alla frontiera ligure ascoltai “il Califfo” . Mi sentivo un conquistatore esperto e la sua musica in certe circostante e il meglio possibile “TAC”.
Quella sera e le due successive ci tenemmo belli che eccitati. Ci scambiavamo foto sporchissime e terminavo anche la più banale delle conversazioni con “ ricordati che ti devo inculare” e come risposta un emoticon con due cuoricini dagli occhi.
Cosi dal Giovedì al Sabato mattina, quando mi avvertì che sarebbe stata il pomeriggio e la sera con “LUI” e che io non dovevo chiamare ne scriverle dei messaggi.
Mi sentivo scoppiare, nervoso. Ebbi l’impressione di aver accumulato tanta forza rabbiosa in corpo e che nemmeno la forza di Cesare potesse paragonarsi alla mia. Anzi, mi sentivo un “cane corso” all’attacco, duro, truce, fissato sull’obbiettivo da addentare e mettere a terra.
La domenica mattina le scrissi, ma nessuna risposta. Continuò cosi, ero le sette io ero rientrato a casa ma d’Ilenia nessuna notizia. Ero nervosissimo, pensavo a mille cose, ma soprattutto che l’avessi già persa e questo pensiero non lo sopportavo.
Lo squillo del cellulare mi risvegliò dai pensieri. Era Ilenia.
-Giò, scusami. Ha tardato ad andarsene è rimasto fino a poco fa qui, sto rientrando”
- Va bene, allora ci vediamo qui-
Non ci credevo, non mi fidavo delle donne e non mi fidai di lei, pensai che dato che avevano amici in comune Luca o Saverio potevano sapere qualcosa. Per fortuna loro erano in casa e l’invitai a scendere, mi dissero che già da una settima e passa Ilenia aveva lasciato il ragazzo e che il Sabato sera era stata con loro ad una festa, ma che poi la persero di vista e non rispondeva al cellulare. Si ritirarono soli e da allora non l’avevano Sentita.
-“Ragazzi, non raccontate nulla a lei di quanto vi ho chiesto, sta arrivando.” Avevano capito che c’era qualcosa che mi legava alla ragazza, quindi non avevo più bisogno di nascondere nulla.
Luca esitò un attimo e poi disse –“ Guarda, che sappiamo tutto, ce ne siamo accorti anche se facevate finta di nulla. Lei è davvero una brava ragazza, in questi due mesi che sta qui l’ho vista rinata, ha preso il coraggio di lasciare qual tipo che la trattava malissimo insultandola anche quando era in comitiva, ma non vorrei tu sia stato solo la fune che l’ha rialzata.
Li salutai, loro risalirono verso il loro appartamento ed io velocemente presi portafogli e quanto mi serviva e uscii.
Quella sera mi ritirai tardissimo, non risposi alle sue telefonate, né ai suoi messaggi, mi sentivo sconfitto e lo odio. Mi aveva mentito e non sapevo con chi fosse stata.
Il letto mi sembrava troppo piccolo, mi rivoltavo in continuazione non potevo accettare di non essere nessuno nella sua vita, io in fondo mi ero legato a lei e peraltro c’era il mio ego maschile in gioco, il cazzo voleva entrare nella sua carne anche se ero desinata a perderla. Decisi di comportarmi subdolamente, di stare al gioco.
La mattina gli mandai un messaggio Wapp con il quale mi scusavo delle mancate risposte, gli raccontai che avevo lascito il telefono a casa dalla fretta di correre a casa di Samuele che aveva un problema urgente e che da amico carissimo non ebbi modo di sottrarmi ed aggiunsi che la sera stessa le avrei fatto una sorpresa per chiederle scusa. Rispose che, stavolta, dato il rapporto che s’era creato e il mio comportamento, una sorpresa come scusa ci stava.
Prima di rientrare dal lavoro comprai delle rose.
Continua…

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