Estate scorsa

Scritto da , il 2017-04-17, genere bisex

Ciao a tutti. Volevo raccontare il casino che ho combinato l'estate scorsa ed il culo incredibile che ho avuto.
Avevo appena passato l'esame di maturità (un disastro annunciato) ed avevo finalmente rotto con Daniele. Ero felice come poche altre volte: finito tutto, basta, libero! Quella strana relazione con Daniele mi aveva letteralmente mandato in paranoia e sputtanato anche l'esame.
Con lui mi ero divertito (non sempre, però) e, come dire?, mi ero aperto mentalmente. Mi piaceva stare con lui, non lo nego, ma non ne ero assolutamente innamorato, come credo di non poterlo mai essere di un ragazzo... avrete capito il casino in cui ero finito: cercavo sesso con chi avrebbe voluto di più da me.
Di dieci anni più grande, l'ho conosciuto in palestra: prima di allora credo di aver pensato solo alle ragazze, mai agli uomini... beh, qualche fantasia me la sono sempre fatta, ma me ne sono sempre vergognato: mi pareva sbagliato ed impossibile, non so se mi spiego. Ma anche con le ragazze non andava troppo bene, avevo avuto solo un paio di esperienze pasticciate ed un'amica che non mi cagava nemmeno di striscio, ma che mi stava sempre attaccata per studiare, passeggiare e fare shopping. Insomma, con loro mi consolavo di mano, da solo.
Eppure Daniele mi attirava e le sue attenzioni mi facevano sentire bene. Ci sapeva davvero fare, era sicuro di sé e molto delicato, tanto che capii solo alla fine che mi aveva fatto la corte dal primo momento. Non mi sfiorava nemmeno l'idea che fosse gay e mi divertivo a scambiare battute con lui, in spogliatoio e per strada (facevamo insieme un pezzo di strada). Cominciammo anche ad alternarci agli attrezzi e, non senza sorpresa, mi accorsi di fissargli a lungo le cosce larghe, i pettorali sotto la maglietta sudata e... sì!, lo fissavo anche lì, sempre più attentamente. Quando mi disse che avevo un culetto meglio di una ragazza fu un lampo nel cervello: capii tutto in un istante e mi sentii il più scemo della terra. Feci finta di nulla, continuai le serie di esercizi e non smisi di scherzare con lui, ma quella volta lo anticipai in spogliatoio e scappai come un ladro.
Saltai un paio di giorni e, quando tornai in palestra, cambiai orari. Per due settimane non lo vidi. In compenso mi feci una cultura su video porno e siti gay. Il resto delle ore lo passavo nudo di fronte allo specchio e sperimentai anche giochetti con verdure, innescando orgasmi mai provati prima. Ero in palla. Il fatto che un uomo mi desiderasse mi faceva sentire in un modo pazzesco, non saprei dire come... mi pareva tutto nuovo, che mi si fossero aperti gli occhi... e facevo fantasie pazzesche ad occhi aperti.
Quando lo rividi avevo pianificato tutto. Lo salutai da lontano e mi dedicai alla mia scheda senza avvicinarlo, alternandomi con un'amica, ma mi ero messo dei calzoncini di lycra neri e la mia maglietta preferita, tutta strappata. La palestra era piena, ma sentivo il suo sguardo addosso. Cazzo che bello, mi sentivo a caccia!
Ci incrociammo poi sotto le docce ed io gli diedi le spalle tutto il tempo. Mi asciugai appena ed uscii per primo. Una volta fuori, zainetto sulla schiena, mi appoggiai di spalla al muro e lo aspettai. Nemmeno il tempo di farmi venire dubbi e lo vidi uscire di corsa, il borsone ancora aperto. Ridemmo e c'incamminammo insieme. È un po' più alto di me, ma ha almeno venti chili di muscoli in più. Dopo un paio di minuti di silenzio mi disse che aveva avuto paura di avermi offeso... non mi ero fatto più vedere. Risi come uno scemo, presi la scusa dell'esame e non so cos'altro dissi. Rallentò fino a fermarsi, si guardò attorno e mi sussurrò 'Hai davvero un bel culetto' e mi mise la mano sotto. Non mi sorprese la sua mossa, che mi aspettavo e speravo, ma mi sconvolse il piacere che provai e, senza alcun timore di essere visti dalle auto in passaggio, tesi le natiche e lasciai che mi carezzasse a lungo, lisciandomi i jeans. Solo quando sbucò una coppia dall'angolo si allontanò da me. 'Abito appena dopo quel bar.' Non risposi e lo seguii.
Chiusa la porta mi ritrovai in bocca la prima lingua di un uomo. Non mi piaceva, ma accettai, se questo lo eccitava. Mi stringeva contro il muro e mani pesanti mi cercavano tutto. A fatica infilai le mie e glielo strinsi. Cazzo, ora volevo la sua lingua fino in gola! Mi liberò dalla pressione, mi levò lo zainetto e si mise lui di spalla al muro; io gli scivolai col viso lungo il torace e gli addominali, alzandogli la maglia, e mi strusciai forte contro il suo pacco, sotto i calzoni della tuta. Sapevo che avrei dovuto tirarglielo fuori e fargli provare il mio primo pompino, ma lo desideravo troppo, e mi rigirai appoggiandomi contro di culo. Fu fantastico sentirlo duro contro le chiappe e, quando mi afferrò i fianchi, ballai un twerking, come se lo avessi sempre fatto, senza smettere, sempre sfregandomi contro, anche mentre le sue mani mi sbottonavano i jeans, liberando la mia erezione. Lo avevo eccitato, era anche lui in palla. Mi spinse malamente in avanti, facendomi inciampare nei jeans abbassati. Mi abbracciai allo schienale di un divano.
Minchia, ero a novanta col culo nudo e, non so, ero tranquillissimo, come se lo avessi sempre fatto. Godetti come un riccio quando mi lavorò con le dita bagnate, ma, non appena spinse, ebbi paura, mi contrassi, e fu un male cane! Si spaventò anche lui, ma ormai era dentro. Mi ritrovai sudato fradicio, quasi non riuscivo ad articolare parole, mi faceva male anche la gola. Ero tesissimo. Mi disse qualcosa, doveva smettere?: no, no, gli dissi di scoparmi. Ben presto mi rilassai: cazzo mi stava scopando un uomo!, mi stavano sbattendo come una troia! Non ci potevo credere, era fantastico.
Più volte mi si chinò sopra per baciarmi; quando mi prese per i capelli mi sentii una puttana perfetta, quindi lo incitai con gemiti. M'afferrò il viso con entrambe le mani, infilandomi le dita in bocca e tirandomi indietro, mentre mi scopava sempre più forte, con colpi che spostavano il divano verso il centro della stanza. Sotto ero duro come il marmo; me lo strinsi ed al primo accenno di segata venni in tre o quattro fiotti densi, che mi chiudevano il culo sul suo cazzo in fitte terribili, che mi tolsero le forze. Ero uno straccio. Lo implorai di venire.
Daniele era sconvolto; parlava a raffica sparando mille domande, mentre mi pulivo un poco con l'asciugamano che mi aveva passato. Lo rassicurai con un sorriso: sì, mi era piaciuto, tranquillo, certo che torno... mi riabbottonai e feci per uscire. Accettai un ultimo bacio, avevo fretta di andarmene.
Camminai a lungo, facendo il giro largo, con ancora delle gocce che sentivo colare. Mi bruciava. Avevo i muscoli a pezzi. Gli addominali doloranti, ma questa volta non era stata la palestra!
Fui il suo amante per due mesi, ma io ci volevo solo scopare. Sempre più a fatica accettavo baci ed attenzioni. Alla fine non ci volevo nemmeno parlare... ma il sesso che facevamo era stratosferico! Ci andavo anche quattro giorni di seguito e, nelle ultime settimane, tutte le mattine prima di andare a scuola, per fargli il pompino del buon giorno.
Si era anche innamorato del mio cazzo, che segava e succhiava. Questo non mi dava problemi, mi piaceva essere il suo giocattolo e mi eccitavo da morire quando mi voleva spogliare lui e poi portarmi a letto: ci metteva un tempo infinito, carezzandomi e palpandomi, leccandomi e mordendomi tutto... le ultime volte mi bendava anche. Fantastico.
Ma mi pesava troppo quella relazione: lo mollai e incominciai a guardarmi attorno.
Continua...

fgera4@outlook.it

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