Serata di coccole

Scritto da , il 2017-02-17, genere dominazione

Dedicato a Bimba79

Sei sul divano a riposarti, dopo aver svolto un po’ di faccende in casa, vestita con una tuta rosa, leggi un libro ti rilassi e mi aspetti. Hai preparato la cena e mentalmente ti prepari a una serata tranquilla, romantica, di coccole… oggi sei proprio stanca e non vedi l’ora che torni a casa, mi immagini stanco dopo un’intera settimana di lavoro.
Il rumore delle chiavi che si infilano nella serratura ti risveglia dall’immaginazione e ti fanno capire che sono rientrato. Lasci il libro e mi corri incontro per salutarmi “Ciao amore, finalmente sei tornat..” “Questo è per te, indossale, ora.” Ti sbatto in mano un pacchetto, la mia voce ti investe come un treno, il tono non ammette repliche e subito capisci che devi dire addio alla serata di coccole e riposo… questa è una di QUELLE serate. I tuoi occhi sbarrati e la bocca aperta per la sorpresa non mostrano ciò che invece accade in basso… immediatamente le tue semplici mutandine “da casa” si inzuppano di umori in maniera indecente e ancora una volta ti chiedi come riesca farti questo effetto. Non solo ti ecciti e ti bagni ma sei un fiume in piena, non riesci a controllarti, il piacere comincia a fluire, sembra che la tua fica si comporti in maniera autonoma, sganciata da te… ma la verità è che queste parole, questo tono colpiscono la parte più profonda e ancestrale del tuo cervello, risvegliano il tuo istinto animale, odi ed ami questa sensazione, non riesci a controllarti ma ti senti cagna e ti piace. “MUOVITI!” – il mio urlo ti arriva come uno schiaffo e ti sveglia dal torpore, capisci che non devi perdere tempo e corri in camera da letto. Ti seguo, mi affaccio alla porta e ti guardo mentre ti sfili i pantaloni della tuta con una evidente macchia di bagnato sul cavallo. Mi guardi imbarazzata, io ti guardo con un sorriso beffardo, ancora una volta ti ho colpita, ti ho accesa in un secondo. “Mettiti il vestitino aderente, quello più corto. E senza mutandine!”. Ancora una volta le mie parole sono come uno schiaffo violento, non riesci a parlare, a rispondere.. non ti resta che eseguire gli ordini. Prendi il vestito, lo poggi sul letto e ti rendi conto che in automatico hai preso anche le scarpe col tacco più alto che hai, quelle nere col tacco 16 che sai che mi fanno impazzire. Prendi delle autoreggenti velate, il reggiseno no, con quel vestitino non va e comunque sai che mi eccita vedere la tua quarta stretta in quel vestito, che adoro vedere la forma dei capezzoli eccitati. Ti spogli completamente, le mutandine sono zuppe come se fossero state sotto l’acqua e immediatamente un profumo di femmina eccitata si spande nella stanza. Chiudo gli occhi e annuso, compiaciuto.. il mio cazzo duro nei pantaloni fa bella mostra di se, sai che mi piace da morire il tuo odore. Stai per indossare le calze quando ti ricordi del pacco e delle mie parole “indossale!”…così scarti il pacco e la tua faccia già sorpresa diventa stranita osservi le calze nere velatissime e le pinze del reggicalze ma… senza il reggicalze! Continui a non capire e finalmente trovi la forza e il coraggio di parlarmi: “Ma come si…” la tua frase resta lì sospesa, la domanda è chiara, la risposta molto di meno. Il mio sguardo improvvisamente cambia, si fa dolce, “ti aiuto io” ti dico e ancora una volta sei sconvolta da questo cambio di atteggiamento, resti ammutolita, ma come sempre docile creta nelle mie mani. Mi abbasso, prendo le calze e te le infilo, per bene, belle tese, aderenti sulle tue splendide gambe, sul tuo viso ancora il punto di domanda precedente. Ormai le calze ricoprono tutta le cosce ma ancora non capisci dove vanno quelle pinze, sei nuda e non hai altro a cui attaccarle, continui a non capire mentre io le afferro e ti guardo e all’improvviso capisci, ma non ci credi… “ma.. ma.. come si fa…” balbetti. Ti sorrido e agisco, ti apro le gambe, passo un dito tra le labbra della fica, che gronda succo, lo porto al naso annuso il tuo odore e poi me lo lecco, so che questo ti fa impazzire, poi afferro le labbra della tua fica e zac, prima pinzetta agganciata, tu gemi un misto di dolore, piacere e sorpresa… il tuo cervello è un turbinio di emozioni, non sai cosa provare, ma la tua fica non mente e un rivolo di piacere comincia ad uscire.. “Ecco che parte la mia dolce fontanella”, ti schernisco e tu avvampi, di vergogna e di piacere.. proseguo e zac, la seconda pinzetta fa presa da una parte… aggancio le altre dall’altra parte, poi mi allontano ed un’espressione di meraviglia si dipinge sul mio viso. Tu non riesci a vedere l’effetto, ma lo senti, senti di essere perennemente e oscenamente aperta. “Resta così, aspetta”, ti dico, lasciandoti a gambe aperte sul letto, con i capezzoli ritti per l’eccitazione. Torno con uno specchio e ti mostro la tua fica aperta dalle pinzette, all’improvviso ti viene in mente che ti ho ordinato di mettere il vestito corto e di non mettere le mutandine, una scarica di vergognosa eccitazione ti prende il cervello e incredibilmente godi… vieni senza toccarti, uno schizzo di liquido bagna lo specchio. Sei incredula anche tu, riapri gli occhi con l’affanno e mi vedi… mentre giro lo specchio verso di me, i miei occhi fissi nei tuoi mentre lecco lo specchio gustandomi il tuo sapore, una fitta ti prende allo stomaco, ormai non ti controlli più e per poco non vieni di nuovo. “Vestiti ora che usciamo”, ti ordino. Ormai esegui come un automa, ti metti il vestito, le scarpe altissime, ti alzi e mi dici “sono pronta”. Ti accompagno verso la porta e ogni passo è una tortura, ogni passo le pinzette tirano e aprono la fica, ogni passo è una scarica di dolore e piacere al cervello, non reggi al piacere e quasi svieni aggrappandoti a me. Ti guardo sorridendo, tu annuisci e ti rimetti in piedi. Usciamo, siamo per strada, l’aria fresca della serata primaverile ti colpisce sulla fica aperta e la goduria è incredibile, il contrasto tra il dolore delle pinzette, il calore della tua fica e l’aria fresca di fa perdere di nuovo i sensi per l’estasi in cui ti trovi. Cominciamo a camminare senza una metà, il dolore ormai è solo piacere, incrociare gli sguardi di uomini e donne che restano a bocca aperta di fronte a tanta esuberante oscena femminilità, ti fa impazzire, ti stringi a me, mi dai un bacio sulla guancia, mi sussurri “Grazie..” e ti lasci andare ormai sconfitta dal piacere, la tua fica comincia a sbrodolare, un rivolo si forma sulle tue cosce, ma non ti importa più di ciò che pensa la gente, anzi… godi di quegli sguardi, godi nel sentirti cagna, puttana, oscena, preda assoluta del piacere perverso e la cascata aumenta… sei una fontana e lo sai, sai che emetti liquido come poche al mondo e ora sai che tutti intorno a te l’hanno capito… non c’è più niente della dolce casalinga ora in te, sei completamente arresa alla tua natura di sottomessa e cagna e godi… ci fermiamo davanti ad una vetrina, indugio appositamente qualche minuto attendendo che gli uomini arrapati che ci seguono finti indifferenti si siano posizionati per bene dietro di noi. Poi andiamo via, lasciando una piccola pozza di piacere per terra. Mi volto un attimo e vedo gli uomini dietro di noi increduli, una donna passa col suo cane al guinzaglio, improvvisamente il cane fa uno scatto e si butta sulla pozza, annusa e lecca come una pazzo mentre la sua padrona ignara cerca di portarlo via. Ti faccio voltare a guardare la scena e tu, incredula vieni… e squirti sul marciapiede, quasi svenendo. Ora sono soddisfatto, il mio cazzo è di marmo, sta scoppiando nei pantaloni. “Andiamo a casa” ti dico… è ora delle coccole.

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