Quella passione per le piante

Scritto da , il 2016-04-09, genere prime esperienze

La storia è frutto di fantasia.

Come ogni soleggiata mattina di Luglio, L. si era recato nell' appartamento dei vicini. Abitare in città, per qualcuno come lui, da sempre appassionato di giardinaggio e botanica, nonostante la giovanissima età, non era facile. In particolare, la cosa gli pesava d' Estate, quando anche gli amici fuggivano, al seguito delle famiglie, verso località marittime e montane, lasciando quasi da solo in quella trappola di smog e cemento che proprio non tollerava. La sua famiglia, purtroppo, non era benestante e non poteva permettersi quei viaggi. Il massimo che gli concedevano era una giornata nei paesi limitrofi, dovendo rigorosamente sottostare agli orari dei mezzi pubblici. Sì, non potevano permettersi neanche la macchina. Il padre lavorava come spazzino, la madre si arrangiava con le pulizie in appartamento. Ben misere entrate per far fronte all' affitto ed a quattro figli, di cui L. era il maggiore, oltre che alle numerose spese di tutti i giorni. Le sue giornate trascorsero pigre ed uggiose per anni, fino a quando, nel loro condominio, verso Novembre, si trasferì una coppia da fuori regione. Lui era un signore distinto, sui quarantacinque anni, impiegato in una concessionaria. G. Alto, capelli neri e folti baffi che stava sempre ad accarezzare. Lei sulla quarantina, fisico atletico modellato da anni di palestra, capelli castani ricci e lasciati crescere fin sotto le spalle. Era impiegata in un negozio di cosmetici. I rapporti tra le due famiglie furono ottimi fin da subito e presto iniziarono continue visite reciproche. V., la donna, era a sua volta appassionata di piante, retaggio della propria infanzia passata in un podere, per cui trascorreva giornate intere a discutere con L. di fiori, alberi e tutto ciò che poteva appartenere al mondo vegetale, istruendolo grazie alla maggiore esperienza. In casa aveva numerosi vasi di quella che chiamava "la sua collezione". Senza trascurare la scuola, in cui aveva comunque buoni voti, L. diventava sempre più esperto e competente, imparando a prendersi cura di molte diverse specie. Durante le vacanze estive, fu naturale che a lui venisse affidata la chiave di casa ed il compito di annaffiare e potare quando necessario. Per un mese intero, era l' unico responsabile della vita di quegli esseri. Per tre anni, a Luglio, svolse lo stesso rituale: alzarsi, fare colazione, vestirsi e poi via, in casa dei vicini. I genitori non riuscivano a comprendere quell' interesse, così inusuale in un ragazzo di quell' età, ma erano contenti che stesse lontano da cattive compagnie e fosse così disponibile con gli altri. Naturalmente, a fine mese, riceveva anche una cospicua mancia, ben più di quanto meritasse. Del resto, sia G. che V. erano a conoscenza della situazione economica dei genitori, per cui si dimostrarono più volte assai generosi. Una vera manna dal cielo.

L' estate dei diciotto anni, però, le cose presero una piega decisamente inaspettata. Anche quella mattina L. stava andando nell' appartamento accanto, ad annaffiare. Visto il caldo, indossava un paio di ciabatte, dei bermuda ed una canottiera senza maniche. Sovrappensiero, o forse ancora insonnolito, non si accorse che la serratura era già aperta e che la porta si aprì subito. Entrato in casa, attraversò il soggiorno e andò verso la terrazza. Dei passi affrettati lo misero in allarme, ma quando si voltò si trovò davanti alla signora V.. "Ah, sei tu... scusami mi ero scordata che venivi la mattina, pensavo fossero i ladri..." Indossava una vestaglia rosa piuttosto leggera, che metteva in evidenza il seno nudo e copriva neanche metà delle cosce. Il viso era rigato da lacrime. "Signora V., va tutto bene? Oggi è solo il ventuno, come mai è già a casa?" Nonostante il loro legame, continuava a rivolgersi a lei dandole del lei. "Noooo!" Gli rispose, esplodendo in un pianto a dirotto ed abbracciandolo. "Quel bastardo mi ha tradita!!! L' ho trovato a letto con una sconosciuta, nel letto della nostra stanza, capisci!?" L. rimase spiazzato, non sapendo cosa dire. A complicare il tutto, c' era il turbamento che provava per quel contatto così ravvicinato con la donna. Non avendo mai avuto una fidanzatina, troppo timido ed introverso, oltre che considerato strano da tutti per la sua passione, era da parecchio che le dedicava i propri orgasmi, rubati in fretta nella solitudine del bagno. Averla così attaccata, praticamente nuda se non per quel piccolo velo di stoffa, gli provocò un' immediata erezione. Fece il possibile per nasconderla, ma i bermuda e le dimensioni era traditori... "Venga, andiamo di là" Si sciolse dall' abbraccio, portandola verso il divano e facendola sedere. Ignorando i suoi discorsi, provò a tranquillizzarla. "Ma è sicura di quello che ha visto? Non è che può essersi sbagliata?" "No, sono sicura! Dovevo stare in spiaggia tutto il pomeriggio, ma avevo scordato in albergo il libro, così dopo un paio d' ore sono tornata a prenderlo e loro erano la! Erano nudi sopra il nostro letto!" Abbracciò di nuovo L., poggiandogli la testa sulla spalla. "Sono diventata brutta e vecchia! Ormai non mi vuole più! Prefesice le ragazze giovani!" "Ma no signora, non dica così... lei non è nè brutta nè vecchia, anzi! E' più bella lei di tutte le mie compagne di classe! E' davvero una donna meravigliosa!" "Oh L.... sei sempre così gentile e buono...""Guardi che dico davvero. Non sono frasi di circostanza, io la trovo veramente uno schianto, sul serio! Non si faccia buttare giù, il mondo è pieno di gioie e se G. non ha saputo apprezzarla vuol dire che non capisce nulla!" Quello slancio gli uscì spontaneo, neanche lui sapeva da dove provenisse. "Sei un tesoro L.. Chissà quante ragazzine avrai dietro, una persona dolce come te avrà la fila..." Imbarazzato, distolse lo sguardo. "A dire il vero sono single... noon ho neanche mai baciato una donna..." V. rimase in silenzio qualche istante, fissandolo negli occhi. "Quanti anni hai?" "Ne ho compiuti diciotto il dodici" "Allora è arrivato il momento di farti un regalo". Gli portò una mano dietro la testa, spingendola in avanti e poggiando le proprie labbra sulla sue. L' altra scese fino al pacco, palpandolo da sopra i pantaloni.

Continua...
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