Il motore di un buon matrimonio

Scritto da , il 2016-03-06, genere etero

Era circa mezza notte e mezza quando si alzarono dal tavolo, mettendosi addosso le giacche dopo aver pagato il conto. Avevano cenato dopo tanto tempo in quel ristorante chic in centro perché i bambini quella sera erano finalmente rimasti dai nonni. Per quanto amassero i loro figli, Alessia e Andrea erano piuttosto contenti di quell'occasione, tenendo conto che con due carriere in ascesa e due piccoli ometti di tre da anni da crescere, di momenti romantici ce n'erano ben pochi.
Avevano mangiato della buonissima pasta allo scoglio e soprattutto bevuto uno dei migliori vini serviti in città, specialmente Alessia che durante il tragitto in macchina di ritorno verso casa, seduta al fianco di Andrea che guidava, continuava a ridere per ogni sciocchezza.
A lui sembrava bellissima la risata di sua moglie, le ricordava quella ragazzina che era stata ai tempi in cui l'aveva conosciuta, e poi si compiaceva al fatto che quella notte sarebbe stata tutta per loro una volta arrivati a casa. Erano ancora giovani in fondo, da poco affacciati sul mondo del lavoro, anche se l'essere dei genitori li faceva spesso sentire più grandi, più adulti; il sesso piaceva comunque a entrambi.
Lei quella sera era davvero bellissima, vestita nel modo più seducente che Andrea le avesse mai visto, tanto che si era sentito orgoglioso di entrare in quel ristorante con uno schianto del genere. Non che gli altri giorni, tra vestiti e fornelli, non fosse bella, certo, ma quella sera aveva qualcosa di speciale.
Andrea cercò di concentrarsi sul tragitto piuttosto che perdersi in quei pensieri e continuare a buttare l'occhio sulle gambe scoperte dall'abito di Ale, anche perché le strade erano ancora bagnate dalla pioggia che aveva cessato solo poche ore prima. Ci misero venti minuti appena, entrarono dal cancello automatico del loro cortile ed entrarono con l'auto in garage.
Andrea si voltò a guardare il viso di sua moglie illuminato dalla luce sul tettuccio sopra le loro teste; il profilo delle sue labbra rosse così carnose era una curva morbida che diceva "baciami", lo sguardo un po spento e lucido per via dell'alcol ma dannatamente ipnotico.
"La serata è stata di gradimento alla signora?" Chiese lui ironico, appoggiando una mano sul suo ginocchio.
"Molto" Rispose lei, sorridendo mentre si avvicinò con la testa a quella di Andrea. Gli stampò un bacio sulla bocca, oscillando leggermente; forse ne aveva bevuto un po' troppo di quel vino.
"Ma non è ancora iniziata sul serio" aveva poi aggiunto lei guardandolo per un istante negli occhi. Appoggiò sfrontatamente la sua mano sulla patta dei suoi pantaloni, stringendo per afferrargli il membro. Andrea rimase spiazzato per un istante, poi si leccò le labbra rilassando le spalle sul sedile, godendosi per un po' il tocco di sua moglie che era diventato una specie di massaggio attraverso il tessuto fastidioso degli abiti. "Già, piccola mia, non è ancora iniziata" Fece lui, pensando che a quel punto sarebbero scesi dall'auto e si fiondassero diretti in camera da letto, ma lei non si muoveva.
Gli stava baciando il collo e con il movimento della sua mano continuava a contribuire il crescere dell'erezione che aveva preso vita nelle sue mutande.
"Dai bellezza andiamo" disse lui sospirando, ma l'unica risposta di Alessia fu una specie di mugolio svogliato.
Allargò le gambe facendo salire la gonna del vestito nero che portava fino alle mutandine, sotto ai collant, mentre continuava a muoversi sinuosamente sul sedile a tempo con la sua mano. Andrea sorrise di fronte alla dolce schiettezza di sua moglie, allungando la mano verso quell'invito. Salì poi più in su, verso i seni pieni e sodi mentre lei continuava a torturargli il lobo delle orecchie e il collo con la sua bocca morbida.
Dopo poco lei armeggiò con la cerniera dei pantaloni liberandogli senza preavviso il membro duro e pulsante che da tempo cercava il suo spazio, stretto nella piccola prigione dei boxer.
Ale fece su e giù con la mano per un po', accarezzando di tanto in tanto la punta umida di quel pezzo di carne che continuava a crescere con il pollice. Andrea emise un sospiro tremante e chiuse gli occhi per un attimo, ripetendole ancora di andare in casa, anche se lei non sembrava minimamente calcolarlo. Dopo un ultimo bacio in bocca abbassò la testa e prese la sua erezione tra le labbra, facendola sparire pian piano all'interno della sua bocca magnificamente calda e umida centimetro dopo centimetro. Lui le appoggiò una mano sulla spalla e poi tra i capelli setosi e morbidi, scostandoli dal viso mentre un gemito rauco gli sfuggì dalla bocca.
Glielo succhiava piano; attorno all'asta che pulsava Andrea sentiva le pareti calde della sua bocca. Dio, era bellissimo.
Impazziva quando si soffermava sul suo frenulo, sotto la cappella, stimolandoglielo con la lingua.
Ad un certo punto Andrea spinse dolcemente la testa di Alessia verso il suo inguine, i capelli morbidi fra le dita, portando il cazzo in profondità della sua gola, e lei rispose con un mugolio. Andrea le diede il ritmo con la mano per un po, respirando forte e con la testa rivolta verso l'alto.
"Basta ora, mi fai venire qui. Entriamo." Disse quando si sentì con l'orgasmo alle porte. Stava godendo tantissimo, ma non voleva limitarsi a quello. Voleva buttarla sul letto, sul divano o anche sul tavolo e fare sesso tutta la notte, finché non la sentiva gridare basta. Alessia si sollevò per un istante dal suo uccello, dando a suo marito la finta impressione di aver finito di torturarlo. Poi, tutto d'un colpo, lo riprese in bocca fino ad appoggiare le labbra all'inguine. Succchiò con la stessa forza con cui si fa un succhiotto ad una persona, e Andrea si sentì impazzire, arrendendosi al fatto che da quella macchina non sarebbe uscito.
Respirò più profondamente un paio di volte mentre i suoi gemiti si facevano sempre più forti e frequenti, finchè arrivò al punto in cui le afferrò saldamente testa con una mano e spinse in avanti il bacino. Le venne in bocca un numero infinito di volte, trattendo il respiro e contraendo i muscoli. Quell'orgasmo sembrò durare tantissimo, lo lasciò col fiatone e il cazzo ancora eretto.
Alessia ingoiò, poi guardò il viso bellissimo di suo marito segnato dall'eccitazione con un sorriso malizioso. Scese dall'auto dicendogli: "muoviti, ti aspetto in camera" mentre lui ancora riprendeva fiato.
Quella notte fecero l'amore per ore (anche se "scopare" renderebbe più l'idea) come facevano da ragazzini e ogni posto e occasione era buono per eccitarsi. Lo fecero in bagno, sul tappeto della loro camera e infine sul letto.
Si amavano: il sesso era il loro modo per dimostrarselo a vicenda

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