Mai sazia

di
genere
dominazione

Non riuscivo a concentrarmi sulla conversazione fra le ragazze con cui ero uscita a prendere un aperitivo. Avevo solo avuto il tempo di fare una doccia, truccarmi e vestirmi per raggiungerle, dopo l'incontro con Dario.
Ho accettato di vederlo oggi per la prima volta dopo qualche mail di contatto. Mi aveva lusingata per vederci ed io ho accettato. Non avevo compreso il suo intento.
Sono morta di paura, ma ho goduto come mai prima.
Sento i capezzoli strusciare ad ogni movimento contro il pizzo del reggiseno; è quasi dolore e nello stesso tempo sento pulsare la figa, ancora bollente.
Nella stanza di albergo in cui ci siamo visti mi ha sorpresa, dopo una gentilezza iniziale, gettandomi con una spinta sul letto, spogliandomi e legandomi al letto. Le braccia sopra la testa e le gambe divaricate, con il sesso esposto.
Mi ha bloccato la bocca con una palla allacciata dietro la nuca.
Ha fissato dei morsetti ai capezzoli, poi sostiutiti da due tiralatte.
Mentre le tette venivano sprimacciate dalla macchina, ha inizato a lavorare con impegno alla figa.
Mi ha svergognata mettendo inevidenza quanto ero bagnata, ed ha iniziato a mettere dentro le dita. Mi sentivo sporca e violata, ma ero eccitatissima.
Da una borsa ha preso un dildo gonfiabile, me lo ha messo dentro e ha iniziato a farlo ingrossare. Ad un certo punto sembrava di esplodere, sentivo le pareti della figa come se stessero lacerando. Ho iniziato a guaire, più forte che potevo, nonostante la palla che mi impediva di parlare.
All'improvviso ho sentito sgonfiare il dildo. Lo ha tolto e lo ha sostituito con il suo cazzo. Mi ha scopata senza tenerezza, e mentre pompava mi ha chiamata puttana.
E' venuto dentro.
Mi ha liberato la bocca e mi ha costretto a leccare il suo cazzo floscio. Lentamente ha ritrovato l'erezione ed ha cominciato a pompare in bocca.
Quando finalmente si è scaricato (pensavo mi soffocasse) ha anche tolto i tiralatte dalle tette. Mi sentivo dolente ovunque. Non mi avevano mai trattato con tanta durezza e poco rispetto. Pensavo mi lasciasse andare, ma con un sogghigno mi disse che non aveva ancora finito. Mi fece girare, dopo avermi slegata e mi fece mettere a pecora. Di nuovo con un dildo, stavolta mi deflorò nel culo. Urlai, come potevo, era grosso e nonostante la lubrificazione faceva male. Lo sentivo aprirmi come se mi tagliasse.
Quando lo ebbe affondato completamente inizio a scoparmi. Il mio corpo era completamente irrigidito dal dolore, ma lentamente iniziai a godere. Smise solo quando mi sentì venire.
"volevo la prova che sei proprio una gran troia". mi disse.
Ero sudata e grondante dei miei e suoi umori. Mi sembrava una situazione paradossale, ma ero lì di mia spontanea volontà e non avevo istinto di fuga.
Non so perchè, pensavo di detestarlo, non mi piaceva come uomo, ma rimanevo lì a guardarlo. Umiliata, dopo avergli dimostrato che poteva farmi ciò che voleva.
Mi disse che usava la chat per trovare nuovi contatti, e normalmente trovava ragazze più giovani di me. Ma aveva una clientela che richiedeva donne più mature, sulla quarantina come me. E mi riteneva in grado di fare parte del suo staff di puttane.
Gli dissi che non mi interessava e senza farmi finire la frase mi colpì al volto con un ceffone.
"troia, se ti dico che farai la puttana per me, vuol dire che tu accetti. Io comando e tu esegui. Metterai a frutto la tua maialaggine. E rimarrà un segreto fra noi. Altrimenti quello che è successo oggi lo troverai sul computer, e su quello dei tuoi famigliari e colleghi"
Rimasi di sale. Supida. Stupida. non avevo pensato che poteva ricattarmi, che probabilmente aveva filmato quello che mi ero lasciata fare.
Mi si avvicinò nuovamente, mettendo il suo cazzo all'altezza della mia bocca. "Lavoralo, troia. Fai un bel lavoretto di bocca e ingoia quando è il momento."
Gli feci la pompa più grandiosa che potevo fare, e vidi che ne era soddisfatto. Venne ed ingoiai ogni goccia di sperma.
"Puoi andare, ti chiamo appena avrò un cliente che richiede una troia come te"
Uscii.
All'aperto respirai profondamente, mi sembrava il primo alito di ossigeno respirato dopo tanto tempo.
Non sapevo se essere arrabbiata con me, se ero soddisfatta o no.
Il mio corpo aveva goduto, ero ancora bagnata. In un angolo del cervello avevo il segnale di compiacimento. Ma la puttana.... Non sapevo che pensare.
E così mi trovavo con le amiche, ma la testa ritornava a quella camera.
Arrivò un messaggio. Immagine. Io con un cazzo in bocca. Guardai quell'immagine. Il mio volto era trasfigurato dal piacere. Non avrei immaginato di trasformarmi così mentre godevo.
Altro messaggio. Altra immagine. Io inculata alla pecorina. Sembrava che io incitassi l'uomo che mi stava prendendo.
Tremavo. Paura, rabbia, eccitazione erano mescolati.
Messaggio: "vedi che troia sei? ho fatto girare le foto, hai già molte richieste. Pagano bene. Tieniti pronta"
Non riuscivo più a rimanere lì, salutai le amiche e rientrai a casa. Feci un bagno caldo, tentai di calmarmi.
Alla fine riuscii ad addormentarmi.
Tre giorni dopo arrivò un messaggio "cliente anziano, vuole il culo. oggi dopo le venti hotel Milano, stanza 145. Sii puntuale"
Verso mezzanotte uscii dall'hotel Milano, dopo avere succhiato l'uccello ad un vecchio porco, per consentirgli un'erezione tale da potermi inculare.
Lui ha avuto il mio culo, io ho in borsa duecento euro in più. Non mi servo i soldi, ho un buon lavoro e una buona rendita. Ma sono ufficialmente una puttana al servizio di un magnaccia che è anche il mio padrone.
Devo raggiungerlo, ha detto che desidera premiarmi per essere stata una troia obbediente.

di
scritto il
2015-12-23
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