In una giornata di lavoro

Scritto da , il 2010-05-18, genere etero

mi ricordo sai quel giorno
ero venuto in casa tua a montarti l'impianto di climatizzazione
cavolo che caldo che c'era
tu splendida bionda quarantenne dal capello corto e dagli occhi nocciola
donna forte di crattere
e sensuale nei movimenti da donna vera

io ho passato tutta la giornata a parlare con te di quello che fai
di come vivi di tuo marito dottore sempre via di casa o
nello studio ricavato nel seminterrato di casa
non mi ero accorto di quello che ercavi
di quello che sentivi

tutto preso dal lavoro con la fronte gocciolante di sudore
non vedevo quello che avevo sotto gli occhi
solo a lavoro finito ho avuto un contatto di pelle con te
mentre ti spiegavo come funzionava il lavoro finito e sbrigavo le pratiche buorcratiche
tu eri li che cercavi il contatto con il tuo corpo
e io coglione mi scansavo non vedendo e non sentendo quel che c'era

solo uscendo sulla soglia di casa tua ho aperto gli occhi
il tuo profumo mi ha perforato il cervello mi è entrato nei pori della pelle e mi ha
fatto andare in ebollizione il sangue
è li che mi sono fermato e ho pensato "cazzo fai?"

mi sono girato e ti ho guardato e ti ho detto "scusi signora dimenticavo una cosa"
mi sono avvicinato a te con la scusa di farti vedere un'altra carta
tu ancora ti sei strusciata con il tuo braccio destro al mio
io piano piano ho lasciato che il mio braccio cingesse con
delicatezza il tuo corpo e subito un istante dopo ti sei girata verso di me
guardandomi e con un filo di voce mi hai detto"cosa fai?"
e io ti risposi con voce bassa "quello che vuoi"
poi ho avvicinato la mia bocca alla tua ma tu ti sei scansata
porgendomi il collo dove nasceva il tuo profumo

e ti baciai li dove volevi tu
ti scaldai il collo con il mio respiro
mentre le mie braccia percorrevano la tu schiena e il tuo corpo tremante
passai una mano sotto la maglietta sottile che avevi
toccandoti la schiena umida di sudore
arrivai fino su ai ganci del reggiseno che con un'abile mossa slacciai
lasciando libero il tuo respiro che si faceva sempre più affannoso e caldo

tuo marito era giù nello studio che aveva la fila di pazienti in attesa;
non si sarebbe mosso per molto tempo e tu lo sapevi ed eri tranquilla
la stessa tranquillità la davi a me
avevi voglia di tenerezza di attenzioni

tra le braccia con un misto di forza e dolcezza ti stringevo
poi chinadomi ai tuoi piedi ti slacciai il nodo dei pantaloni di cotone bianco che avevi
quei pantaloni che per tutta la giornata con la loro trasparenza mi hanno tormentato
lasciando intravedere le tue mutandine con il bordo di pizzo
mutandine bianche che ti calai assieme ai pantaloni
in cerca del tuo nido caldo e umido sempre più

tu eri apogiata al mobile in noce del tuo salotto
con le mani che cercavano qualcosa da stringere per tenerti stretta
mentre la mi lingua ti esplorava nella tua intimità
rimasi li ai tuoi piedi per un po mentre tu di muovevi sensualmente sulla mia bocca
fino a quando mi hai spinto a terra

il mio membro era duro da fare male mentre spingeva contro i pantaloni
una volta a terra ci hai pensato tu a liberalo e ad accoglierlo tra le tu labbra
che sembravano prendere fuoco mentre mi baciavi i testicoli
e mi inumidivi con la tua saliva

ricordo che stavo esplodendo nella tua bocca ma ti fermai perchè volevo entrare in te
riempire il tuo umido nido
mi alzai da terra e ti presi in braccio appoggiandoti sul divano
tenendoti il sedere sul morbido bracciolo e con le tue gambe appoggiate alle mie spalle
entrai dentro di te con il mio membro pulsante
cominciando lentamente a spingere avanti e in dientro

le tue mani stringevano forte il tessuto del divano
e il tuo corpo tremava di piacere mentre
alternavo movimenti lenti e veloci dentro di te
poi ti presi le caviglie con le mani e comincia a sbattere forte contro di te
che ti lasciavi andare con gemiti strozzati di piacere per non fare troppo rumore
lasciai appoggiare le tue gambe sulle mie braccia mentre mi chinai su di te
continuando a pompare avanti e indietro
fino a baciare il tuo seno che sporgeva da sotto la maglietta
i tuoi capezzoli turgidi di piacere tra le mie labbra umide


con a lingua te li bagnavo e con un soffio ti facevo venire la pelle d'oca e tu sorridevi guardandomi
stavo per venire quando mi fermasti
mi buttasti giù dal divano spingendomi via con le gambe
e mi chiedesti di sedermi sul divano di modo che potessi prendere tu il comando della situazione
una volta seduto ti sei messa su di me cavacandomi velocemente con forti colpi
mentre la mia bocca ancora sul tuo seno
le mie mani tenevano il tuo sedere perfetto
spingnedomi la dove mai nessuno mi ha lasciato entrare

ti accarezzavo piano piano fino a lasciare entrare il mio dito dentro al tuo sedre
accorgendomi che provavi piacere mi lasciai andare e
cominciai a spingere sempre più a fondo le mie dita

poi fui io a femrarti sull'orlo di un vulcano in fase di eruzione
e tu mi dicesti piano "vienimi dentro dietro"
tu scendesti da me e io mi alzai
ti misi appoggiata con la pancia sul divano e le ginocchia a terra
e ti presi da dietro facendo piano per non fatri male
il tuo culo mi lasciò entrare facilmente inumidito dal tuo copioso bagato
non resitei molto all'eccitazione
e ti venni dentro con forza provando l'orgasmo più lungo mai provato prima

Questo racconto di è stato letto 4 1 2 8 volte

Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.