Il collega di mia figlia

Scritto da , il 2010-05-14, genere etero

Sono Stefania, la mamma di Irene, ho 40 anni e mia figlia ne ha 24.
Tra di noi esteticamente non c’è tanta differenza, siamo entrambe more, occhi castani, gran seno e sedere prosperoso, siamo mediterranee e quando usciamo insieme non è difficile che gli occhi dei ragazzi facciano a gara su quale culo delle due posarsi.
Credo che a mia figlia dia un po’ fastidio questa situazione, c’è forse un po’ di competitività tra di noi, ma non posso farci nulla se quel giorno madre natura decise che mamma e figlia dovevamo essere accomunate da questa vena sexy e ammaliatrice!
Ho un marito, Gabriele, due anni più grande di me, con lui ho una vita sessuale molto attiva e non poteva essere altrimenti, perché mi considero una gran troia ed ho bisogno di un uomo che sappia soddisfarmi per bene.
Quello che sto per raccontarvi avvenne questo inverno, il giorno prima dell’ esame di mia figlia Irene.
Quel giorno Irene, invitò a casa nostra Luca, un suo collega di studi col quale spesso si ritrovavano per studiare.
Quel ragazzo mi aveva subito colpito, era molto affascinante, fisico atletico, sarà stato alto un metro e ottanta cinque, dalle mani lunghe e affusolate e dallo sguardo penetrante.
Altre volte avevo notato gli occhi di Luca su di me, ma non lo consideravo niente di straordinario, visto che non era il primo a fissarsi sulle mie curve.
Irene mi avvisò dell’arrivo di Luca appena in tempo per riorganizzare la casa che in quei giorni lasciava un po’ a desiderare visto che la colf si era presa alcuni giorni di vacanza per andare a trovare i genitori in Sud America.
Luca suonò alla porta alle tre e andai io ad aprirgli.
“Salve” mi disse, gli risposi con un sorriso e lo invitai ad entrare. In quei pochi secondi che rimanemmo sulla porta, notai come gli occhi di Luca si posarono discretamente sul mio seno. Feci finta di nulla come al solito e lo feci accomodare sul divano.
Vestiva con un paio di Jeans stretti e un maglioncino grigio a collo alto, anche quel giorno quel ragazzo continuava ad essere attraente.
Mi affaccia per le scale per avvisare Irene dell’arrivo del suo amico.
Volontariamente mi curvai un po’ più del dovuto, mettendo in mostra il sedere, nascosto solo dal pantalone di stoffa che portavo.
Sapevo che Luca mi stava osservando, e l’idea di avere addosso gli occhi di quel ragazzo mi pizzicava sul cuore e sulla figa facendomi sentire un pò troia.
Stefania ci mise qualche attimo a dare segni di vita, cosi che ne approfittai per offrire la mia merce agli occhi di quel ragazzino.
Stavo curvata sulla rampa delle scale e riuscivo a percepire le dilatazioni del buco del mio sedere che istintivamente chiamavano a se gli occhi e gli umori di Luca.
Alla fine Irene si degnò di rispondermi e mi strillò che ancora era sotto la doccia.
Mi voltai e sorrisi a Luca, dicendogli che doveva pazientare ancora un pó.
Gli occhi mi caddero sul pantalone che portava, e precisamente sul suo pacco, non riusciva a nascondere la forma del suo cazzo, grosso e compresso alla destra del suo jeans.
Sapevo di essere l’artefice della sua eccitazione, e questo faceva salire in me il desiderio di farmi possedere in quel momento, su quelle scale da quel ragazzo, rischiando di farmi scoprire da mia figlia.
I secondi successivi furono un susseguirsi veloce di azioni, quando Luca si accorse che avevo posato gli occhi sul suo cazzo, sorrise leggermente, e si portò la mano sulla stoffa che nascondeva il suo cazzo, cominciò a massaggiarselo, mentre si avvicinò a me mi prese per il braccio e mi spinse a lui, forzando la mia bocca con la lingua.
Non resistetti e cominciammo a baciarci, mentre la sua mano scese velocemente sulla stoffa che celava il buco del mio culo.
Cominciò a forzare il pantalone e con uno scatto repentino, mi tirò per terra, aprendo la patta del suo jeans e facendo venire fuori un cazzo grosso e venato. L’odore di quel uccello mi avvolse, aprì la bocca e cominciai a succhiarglielo. Ma cosa stavo facendo? Mia figlia su a fare la doccia ed io inginocchiata per terra a fare un pompino ad un suo collega!
Mi prese per i capelli e mi scopava la bocca con violenza, faceva uscire completamente il cazzo dalla bocca e subito dopo me lo infilava completamente, fino a farlo scivolare giù per la gola.
Notai che Luca cominciò ad andare più velocemente e le vene del suo cazzo si gonfiarono più del dovuto, non feci in tempo a rendermene conto che quel cazzo comincio a schizzare dentro la mia bocca rivoli di sborra.
Non me lo aspettavo e sorpresa non feci in tempo ad accogliere tutto quel seme che in parte fini nel mio stomaco.
Mi fece alzare e stringendosi la cappella, cominciò a infilarmi l’indice nel culo, lubrificandolo con la sborra che ancora restava nella punta del suo cazzo.
Dopodichè furono attimi, Irene apri la porta del bagno e facemmo appena in tempo a rivestirci mentre mia figlia scendeva giù per le scale.
Dovetti ingoiare la sborra che ancora avevo in bocca per non farmi scoprire da mia figlia, e dovetti cancellare in un secondo l’espressione di piacere che avevo stampata sulla faccia.
I ragazzi rimasero a studiare in camera di Irene tutto il pomeriggio, mentre io mi misi sul divano pensando all’esperienza fugace che avevo vissuto quel pomeriggio.

Quando finirono di studiare Irene accompagnò Luca alla porta che mi salutò dissimulando un certo imbarazzo. Rimasero qualche minuto a parlare sulla porta, e quando mia figlia lo salutò, gli diede un bacio a stampo sulle labbra.
In quel momento capì che quel pomeriggio avevo fatto un pompino al ragazzo di mia figlia!
Oddio cosa avevo fatto!
In quel momento mi assalirono i sensi di colpa, mentre quel ragazzino sicuramente se ne stava tornando a casa, soddisfatto d’aver sborrato in bocca alla mamma della sua ragazza.

iraccontierotici@libero.it

Questo racconto di è stato letto 1 3 5 2 7 volte

Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.