La vendetta del marito

Scritto da , il 2013-07-30, genere bisex

Mai avrei potuto immaginare una situazione del genere, quello che mi sembrava essere una splendida chiavata, si era trasformato in un orgia a tre, con il mio culo protagonista.
Avevo incontrato Giulia al fare la spesa, io single convinto, con l’idea di scopare sempre e soprattutto donne impegnate, per evitare complicazioni. Lei sposata, con un mio amico, simpatica e disinvolta.
“Ciao Mario – mi disse – anche tu qui?”
“Certo – risposi sorridendo – devo pur mandare avanti casa.”
“Ormai a questa età dovresti trovare una donna per sistemarti.”
“Giulia, ormai a quarant’anni ho trovato pace e solitudine – risposi – non ho voglia di rimettere in discussione il mio equilibrio.”
“Scusami dovrei farmi gli affari miei, per penitenza ti invito a cena a casa mia.”
“Accetto – risposi – così ho l’occasione di rivedere Stefano.”
“Mio marito non c’è stasera per motivi di lavoro, se vuoi possiamo fare un’altra volta, ma ogni lasciata è persa.”
Capì subito e confermai l’invito.
La sera arrivai a casa di Giulia come d’accordo, aprendo la porta, comparve una donna intorno ai quaranta, un vestito nero estivo le scendeva fino alle ginocchia, lasciando intravedere le gambe; le braccia nude e il prosperoso decolté gli davano un’aria sexy, accentuata dalla forme un po’ in carne.
Mi invitò a seguirla in cucina e fui rapito dal fatto che aveva indossato un ardito perizoma che esaltava il suo culo in carne. Bevemmo due bicchieri di vino bianco e iniziammo a parlare del più e del meno. Potevo sentire la sua voglia di trasgressione, tanto che le domandai come andava con Stefano. “Bene – rispose – purtroppo spesso è fuori ma la nostra intesa è sempre ottima.”
Mi sarei atteso una risposta ben diversa, visto al situazione provocante avrei giurato che con il marito la situazione fosse compromessa, ed invece la risposta mi spiazzò, tanto da fare qualche passo indietro e rimanere in attesa di qualche sua mossa che non tardò ad arrivare.
Giulia infatti facendo finta di porre un piatto sul lavabo si appoggio con il culo sul mio inguine e girandosi poi verso di me disse: “Non sapevo ti facesse questo effetto”.
Avevo infatti il cazzo in tiro le mie fantasie avevano preso il sopravento. Poi riprese a sistemare le posate sul tavolo e il suo ondeggiare mi fece azzardare, mi avvicinai rapido e alzando il vestito gli toccai la fica. Giulia lasciò fare ed io andai avanti in silenzio infilando la mano tra la sua fica.
La sentì respirare profondamente, allora presi il comando la feci appoggiare con i gomiti sul tavolo, gli alzai il vestito, e gli sfilai un pò il perizoma, mi inginocchiai e dopo aver ammirato, iniziai a leccargli prima la fica e poi il culo. “Andiamo in camera – fu il suo commento al mio azzardo – ho tanta voglia di farmi scopare.” La camera era priva di armadio, un letto basso in stile orientale adornato da due comodini, un pouf e un tappeto; appena arrivati ci spogliammo rimanendo completamente nudi. Inizia a baciarla avidamente, poi scesi verso il seno per poi riprendere a leccargli la fica. Ero eccitatissimo pensavo che scopare le mogli altrui in alcuni casi era anche una terapia per il loro matrimonio. Mi misi sul letto con la schiena presi il viso di Giulia e gli misi il mio cazzo in bocca. Senza dire niente cominciò a farmi un bel pompino, io con le gambe piegate appoggiato sui gomiti guardavo e dirigevo a parole. “Brava, succhiami. Ora leccami le palle – dissi – fammi sentire quanto sei porca – continuai prendendole la testa – leccami anche il culo.”
Giulia obbediva e sentivo la sua partecipazione; poi si alzò e si sedette sopra di me infilandosi il mio cazzo nella fica. Giulia iniziò a muoversi, aveva le mani sul mio petto mentre le mie abbracciavano le sue chiappe.
“Voglio buttartelo nel culo – dissi – e prendendomi il cazzo lo spinsi nel buco posteriore.”
Aiutandola a scorrere sulla mia asta vedevo il suo culo inghiottire il mio pene, non resistetti: “Ti spacco il culo – dissi mentre venivo.
“Te lo spacco io il culo.”
Mi si fermò quasi il cuore, Giulia si fermò di botto e ci girammo verso la porta di camera: Stefano era in piedi che ci fissava.
Stefano in piedi si avvicinò al letto; il suo fisico dominava la stanza, alto circa un metro e ottanta aveva in passato giocato a pallavolo, poi una volta terminata l’attività agonistica si teneva in forma facendo nuoto e correndo. “Senti – quasi balbettai cercando di uscire dalla scomoda posizione in cui ero, ma con Giulia sempre sopra di me con il cazzo ancora colante di sperma non riuscivo a muovermi – è stato un momento io….”
“Lascia stare Mario – mi fece lui mentre con la mano aperta mi premeva sul petto come a dire di rimanere sdraiato – Giulia ti stai dando da fare – disse poi rivolgendosi a sua moglie – non hai resistito ed hai iniziato da sola – continuò sorridendo – lo sai che mi piace vivere queste situazioni.”
“Dai Ste – rispose la moglie – spogliati e vieni Mario era eccitatissimo prima della tua entrata.”
Ero sbalordito, guardavo Stefano mentre si toglieva i vestiti, non riuscivo ancora a capire tanto che fu Giulia svegliarmi da quello stato di trance cominciando a muoversi sopra di me. Stefano rimase completamente nudo e prendendosi in mano il suo cazzo cominciò a segarsi, poi salì sul letto mi circondò con le sue gambe e mise il suo cazzo in bocca a Giulia. Pensavo ad una scopata a tre e la cosa mi fece rilassare tanto da ricominciare a riprendere a scopare Giulia, ma fu per poco. “Basta amore – fece Stefano – ora tocca al nostro ospite succhiarmelo – e girandosi si chinò puntando il suo cazzo sulla mia bocca.
Cercai di liberarmi ma le grosse mani di Stefano mi presero i capelli e scuotendomi disse: “Ti sei scopando mia moglie –infilandomi il cazzo in gola – è il minimo che puoi fare – e cominciò spomparmi. Non durò molto si alzò insieme a sua moglie si mise con la schiena sul letto e girandomi mi portò all’altezza del suo cazzo facendomi continuare il pompino. Giulia intanto si mise dietro di me mi allargò le natiche e cominciò a leccarmi il buco del culo iniziando contemporaneamente a toccarmi l’orifizio finchè non sentì il suo dito penetrarmi. Mi ritrassi un poco facendo uscire il cazzo di Stefano dalla mia bocca. “Sei pronta amore?”
“Quasi – rispose Giulia – ancora un poco ed è pronto per essere sodomizzato.”
Le parole di Stefano all’iniziò non era state pronunciate tanto per dire. Stefano si spostò, rimasi nella posizione con i gomiti sul letto e il mio culo in alto alla mercè della coppia.
Sentì Stefano sistemarsi dietro, prendermi le chiappe allargandole con forza, poi sentì la cappella appoggiarsi nel mio orifizio e iniziare a spingere. Ero rimasto sempre in silenzio l’essere stato scoperto mi aveva tolto la parola ma riuscì a dire: “…fai piano…”
“Non preoccuparti – mi rispose Stefano – ti fotto come tu hai fottuto mia moglie.” La paura del dolore mi faceva rimanere contratto, così Giulia, scostò Stefano. “Fammi provare prima con questo.”
Un piccolo fallo si insinuò dentro di me guidato dalla mano esperta di Giulia, non mi faceva male, prima un leggero fastidio poi iniziò quasi a piacermi tanto che i due se ne accorsero. Stefano tolse il fallo e riposizionò il glande sul mio buco iniziando a premere. Il mio orifizio già allentato cedette ingoiando prima la cappella di Stefano e a poco a poco tutta l’asta. Una nuova sensazione mi pervase, sentivo i testicoli di Stefano appoggiarsi sui miei glutei, prima piano poi sempre più veloci; così come sempre più veniva scosso il mio scroto man mano che Stefano aumentava la velocità di pompaggio. “Amore sfondalo” quasi lo incitava sua moglie.
Uscì, ma prima che il mio sfintere potesse riprendere le dimensioni normali mi fece girare e alzandomi le gambe riprese ad incularmi. Non sentivo più dolore ma mi sembrava di godere; vedere tanta forza mi eccitava. “Sfondami il culo” – dissi mentre Giulia mi prese il cazzo e massaggiandomi le palle mi fece venire nuovamente. Vedevo Stefano sudare, tenendomi le gambe in alto sentì due colpi poi fermarsi mentre il suo cazzo schizzava dentro di me. Prima si piegò, poi fece uscire dal mio culo il suo cazzo; le mie gambe caddero sul letto mentre dallo sfintere sentivo uscire lo sperma di Stefano, che guardandomi sorrideva.


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