Desideri immorali 1° parte

di
genere
sentimentali

INNAMORARSI NELL’ INFERNO 1ª PARTE
Il cielo sopra il campo di concentramento, grigio e pesante come un sudario, riflette l'atmosfera opprimente di quel giorno di novembre del 1943. Il vento freddo taglia l'aria, portando con sé l'odore di fumo e terra bagnata. Un gruppo di prigionieri inglesi, stanchi e con i volti segnati dalla stanchezza e dalla fame, viene condotto attraverso il cancello principale, sorvegliato da soldati tedeschi in impeccabili uniformi. Tra loro, il giovane tenente d'aviazione Liam Smith, 22 anni, alto 180 centimetri, capelli castano chiaro e occhi azzurri alteza 180 centimetri corpo sportivo, vestito con la sua uniforme inglese da ufficiale della RAF, osserva l'ambiente circostante con apparente calma. "Benvenuti nei vostri nuovi alloggi", dice uno dei sottufficiali tedeschi con tono sarcastico, mentre i prigionieri sono schierati davanti al comandante del campo,

il generale Alexander Müller, 40 anni capelli rosso rame corti un uomo imponente dagli occhi di ghiaccio e dall'espressione impenetrabile. corpo sportivo alteza 185 centimetri. Una uniforme di ufficiale della Wehrmacht tedesca con cappotto lungo un cappello da ufficiale con lo stemma della wermacht tedesca un paio di stivali aderenti neri fino a sotto il ginocchio

Non lontano, appena fuori dal campo, la villa del generale Muller si staglia contro il cielo plumbeo, un elegante edificio in pietra circondato da alberi spogli. Sophia Muller, 18 anni, capelli rossi, occhi verdi, un corpo snello e sportivo, alta 170 centimetri, vestita con un abito color vinaccia che le arriva sotto le ginocchia, un paio di stivali neri, si trova fuori dalla villa guardando i nuovi prigioneri arrivati che stanno marciando scortati dai soldati tedeschi della Wermacht fanteria

la figlia diciottenne del generale rientrata in casa Sophia Muller 18 anni, capelli rossi, occhi verdi, un corpo snello e sensuale, alta 170 centimetri, vestita con un abito bianco maniche corte ed un paio di scarpe tacco basso nere osserva la scena dalla finestra del suo studio al piano superiore della villa. I suoi capelli rossi le ricadono in morbide onde sulle spalle e i suoi occhi verdi seguono con curiosità il gruppo di prigionieri.

C'è qualcosa in quel giovane tenente inglese 22 anni, alto 180 centimetri, capelli castano chiaro e occhi azzurri alteza 180 centimetri corpo sportivo, vestito con la sua uniforme inglese da ufficiale della RAF in piedi in fila con glche cattura la sua attenzione, un'aria di dignità e determinazione che spicca tra le altre. Sophia, vieni a tavola", chiama sua madre Greta Brown 38 anni capelli biondi lunghi sotto le spalle occhi azzurri corpo sportivo alteza 175 centimetri, vestita con un vestito Nero con maniche lunghe fino a sotto i ginicchi un paio di scarpe nere a tacco basso con voce dolce ma decisa. Sophia distoglie lo sguardo dalla finestra, ma non riesce a scrollarsi di dosso la sensazione che questo incontro cambierà qualcosa nella sua vita.

La sera cala sul campo, portando con sé un freddo pungente che si insinua nelle baracche dei prigionieri. Liam siede su una branda scricchiolante, avvolto nel suo cappotto logoro, mentre il suono dei passi delle guardie si mescola al sussurro del vento. "Dobbiamo resistere, non possiamo perdere la speranza", dice dolcemente a un compagno di prigionia, cercando di infondergli coraggio. Ma mentre parla, i suoi pensieri tornano a quella breve occhiata scambiata con la giovane donna alla finestra. C'è qualcosa in lei che lo ha colpito, una scintilla di umanità in un luogo che sembra averla dimenticata. Mentre si sdraia, chiude gli occhi, il pensiero di Sophia come un faro di luce nell'oscurità.

Nella villa,e'incapace di concentrarsi sui suoi studi.

La cena era un rituale silenzioso, interrotto solo dal rumore delle posate sui piatti. I suoi genitori parlano del conflitto con un distacco che la preoccupa, come se la guerra fosse solo uno spettacolo lontano. Ma Sophia sa che la realtà è molto più vicina, e i suoi pensieri tornano a quel giovane tenente. "Chi è perche sono cosi’ attratta da lui?" si chiede, con curiosità mista a un'inspiegabile desiderio . Si avvicina di nuovo alla finestra, guardando verso il campo, con il cuore che gli batte più forte al pensiero di un incontro che sembra scritto nel destino.

SGUARDI PROIBITI - PARTE 2
Il sole mattutino proiettava una tonalità dorata sull'accampamento militare, i suoi raggi filtravano attraverso gli alberi radi e proiettavano lunghe ombre sul terreno polveroso. L'aria era frizzante, con un leggero freddo che annunciava l'arrivo dell'inverno. Al centro del cortile, i prigionieri erano allineati in file rigide, le loro uniformi in netto contrasto con i colori vivaci del fogliame circostante. I soldati, posizionati in terza fila, erano sull'attenti, con i volti impassibili. I sottufficiali formavano la seconda fila, con espressioni più esperte ma altrettanto stoiche. In prima fila, gli ufficiali stavano in piedi con silenziosa dignità, gli occhi fissi in avanti mentre il comandante si rivolgeva loro con voce autorevole e autoritaria. Tra questi ufficiali c'era Liam un giovane di 22 anni, con i capelli biondi scompigliati dalla leggera brezza. I suoi occhi azzurri erano acuti, scrutavano la folla con un misto di curiosità e distacco, e la sua corporatura robusta completava l'uniforme della RAF con una certa rude eleganza.

Sophia osservava la scena svolgersi da bordo campo, la sua presenza come una macchia di colore sullo sfondo grigio militare. I suoi lunghi capelli rossi le ricadevano sulla schiena, catturando la luce e sembrando brillare come un alone di fuoco. I suoi occhi verdi, vividi e scrutatori, si spostarono sugli uomini riuniti fino a posarsi su Liam.
Liam con i capelli biondi scompigliati dalla leggera brezza. I suoi occhi azzurri erano acuti, scrutavano la folla con un misto di curiosità e distacco, e la sua corporatura robusta completava l'uniforme della RAF con una certa rude eleganza. sentì il peso del suo sguardo prima ancora di vederla, una consapevolezza formicolante che gli fece voltare leggermente la testa.

Quando i suoi occhi incontrarono i suoi, il tempo sembrò rallentare, il mondo intorno a loro svanire in una leggera sfocatura. Il suo sorriso era impercettibile, una semplice curva delle labbra, ma fu sufficiente a trasmettergli una scossa elettrica. Lui ricambiò il sorriso, un dolce, quasi timido riconoscimento che diceva molto nel linguaggio silenzioso di due anime che si riconoscono in uno spazio affollato. L'attimo fu fugace, eppure ardeva di un'intensità che prometteva più di quanto il presente potesse offrire. In quel breve scambio, nel rigido ordine del protocollo militare, nacque qualcosa di tenero e pieno di speranza, una scintilla di connessione che sfidò i confini dei loro mondi.
CUORI ELETTRICI PARTE 3
Il destino volle che in casa del generale Muller si sviluppasse un mal funzionmento della linea elettrica causando la mancanza di energía, essendo Liam un perito elettrotecnico venne mandato allá casa del generale per ripristinare il guasto.
Il maestoso atrio d'ingresso della casa del generale era una testimonianza di precisione militare ed elegante austerità. Il sole del mattino filtrava attraverso finestre alte e strette, proiettando lunghe ombre sul lucido parquet. Liam, nella sua uniforme immacolata, era in piedi vicino alla porta, con la cassetta degli attrezzi in mano, sentendosi leggermente fuori posto in mezzo a quella grandiosità. Un soldato in servizio, in uniforme standard, gli si avvicinò con un rapido saluto militare. "Tenente Liam, grazie per essere venuto. È il circuito principale dello studio che si sta comportando male", spiegò il soldato, indicando un corridoio fiancheggiato da ritratti di antenati dall'aria severa. Liam annuì, scrutando brevemente la stanza opulenta prima di concentrarsi sul compito da svolgere. La casa era stranamente silenziosa, il solito trambusto assente, con il generale in ufficio e sua moglie a Vienna. Mentre percorreva il corridoio, il suono dei suoi passi echeggiava dolcemente, mescolandosi al ticchettio lontano di un elaborato orologio a pendolo.

Liam era inginocchiato nello studio, con le mani che armeggiavano abilmente con i fili dietro un pannello, quando sentì un leggero fruscio. Si voltò, e lei era lì: Sophia, in piedi esitante sulla soglia. I suoi capelli castano rossicci riflettevano la luce, creando un effetto alone che la faceva apparire quasi eterea. Le sue guance si colorarono di un delicato rosa quando i loro sguardi si incontrarono, e Liam sentì un calore diffondersi in lui che non aveva nulla a che fare con la temperatura della stanza. "Liam", sussurrò lei, con un sorriso sulle labbra. "Sophia", rispose lui, con la voce un po' roca per la sorpresa e per qualcos'altro che non riusciva a identificare. Si avvicinarono, le loro mani si incontrarono in una dolce stretta che la diceva lunga sul desiderio che era cresciuto tra loro durante il tempo trascorso separati. Il mondo esterno sembrò svanire, lasciando solo loro due in una bolla di emozioni inespresse e una storia condivisa.
Le baracche del campo di concentramento erano in netto contrasto con l'opulenza della casa del generale, eppure emanavano un certo fascino rude. Liam tornò ai suoi alloggi, la soddisfazione per un lavoro ben fatto si mescolava al calore persistente dell'incontro con Sophia. Quella sera, mentre il sole tramontava all'orizzonte, tingendo il campo di sfumature di arancione e viola, il generale in persona si avvicinò a Liam. "Tenente, il suo lavoro oggi è stato esemplare", affermò il generale con voce roca ma approvante. "Come segno del mio apprezzamento, è libero di muoversi per l'accampamento e dedicarsi ai suoi interessi". Gli occhi di Liam si spalancarono per la sorpresa, la gratitudine evidente nella sua espressione. "Grazie, signore", rispose, con la mente già rivolta alla pratica del Kung Fu e alla possibilità di rivedere Sophia.
Nel campo di addestramento improvvisato, Liam si esercitava nel Kung Fu con una dedizione che rasentava la riverenza. L'aria era frizzante e il suono ritmico dei suoi movimenti scandiva la quiete dell'accampamento. I suoi muscoli si muovevano con fluida precisione, ogni colpo e calcio erano la testimonianza di anni di disciplina. Sophia si sentiva spesso attratta da quel luogo, la sua presenza un segreto conforto per Liam. Lei osservava da lontano, con il cuore che saltava un battito ogni volta che lui incrociava il suo sguardo e le rivolgeva un sorriso malizioso. I loro scambi silenziosi erano permeati da un'intimità giocosa, una danza di sguardi e parole non dette che li lasciava entrambi senza fiato per l'attesa. Mentre il crepuscolo calava sull'accampamento, Liam terminò la sua routine, il respiro affannoso e lo sguardo persistente di Sophia promettevano altro.


Si stava avvicinando il Natale e come da ordine del generale tutto il campo doveva essere illuminato a festa , questo anche per un eventuale ricognizione alleata sul campo, cosi da confermre che era un campo di Soldati alleati e si praticava il rispetto della convenzione di Ginevra, cosa che non accadeva in altri campi di concentramento.Dopo che Liam fini di illuminre il campo sireco nella villa del generale per allestire l’interno ed externo per la navita’.

FINE DELLA 1/2 DELLA STORIA
scritto il
2025-11-27
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