Il master del sex shop (2)

di
genere
confessioni

SEGRETI SVELATI

Mi girai esausto ma ancora più sorpreso mentre appoggiò la testa sul mio petto riprese a parlarmi come se cercasse una scusa.
“mi vergogno dirtelo, ma dopo quella lettera non riesco a cancellare l’immagine ….. sentirmi gli occhi di quell’uomo addosso mentre mi spoglio nel suo locale …. mi eccita - continuò singhiozzando – è follia ma ho anche fantasticato di accettare le sue richieste. Ho persino temuto che se un giorno me lo dovesse chiedere potrei cedere alle sue richieste”
Incredulo sentivo di nuovo crescere la mia eccitazione “ti piacerebbe veramente lasciarti guardare mentre vai in giro vestita da zoccola ed appartenere a lui?”.
Usai per la prima volta quel verbo,appartenere e mi spinsi anche oltre.
“Ti lasceresti veramente trattare come una puttana? Non credo che lui sarebbe tanto tenero con te, sarai nelle sue mani e ti potrà chiedere quello che vuole”
Silvia si aprì interamente lasciandomi completamente incredulo. “E’ difficile fartelo capire, non avrei voluto, ma sei riuscito a tirarmi fuori una fantasia che non avrei mai avuto il coraggio di svelarti, che fuggivo in continuazione e questa sera mi sono trovata ad avere la possibilità di giocare un ruolo che ho immaginato con vergogna per tanto tempo, mi hai eccitato come non mai …tutto li. Da li a farlo veramente ce ne passa però. Cosa penserai di me ora?”
Dopo un attimo di ripensamento e mentre le accarezzavo le tette ancora gonfie tirai fuori anche quello che avevo fantasticato su di lei: “ Che chiunque mi invidierebbe una moglie così sensuale. Mi hai fatto morire con questa fantasia. L’avessi saputo pure io non mi sarei tenuto nascosto le mie fantasie. Sono pazzo di te e non smetterei mai di giocare , potrei portarti in giro come farebbe quel Vito seminuda e lasciare che tutti mi invidino”.
“ho voglia di uscire con una puttana la più sexy delle puttane che conosca, mia moglie” completai io sfacciatamente” “

“ma io non sono quel genere di donna” mi disse teneramente.
Non persi l’occasione per continuare “Chissà quante altre donne si vestono sexy per i loro mariti e non fanno tante scene. Non saresti certo la prima e poi ricorda che mi hai detto che saresti pronta a lasciarti andare come piace a me e se ti voglio come la mia puttana per una sera che male c’è?”
Si aprì completamente ammettendo con vergogna che si era eccitata immedesimandosi in una prostituta “non considerarmi male, non lo farei mai ,prostituirmi sarebbe estremamente umiliante mi eccita solo l’idea di essere desiderata e pagata per le mie esibizioni” mi disse restando con la testa sul mio torace senza guardarmi negli occhi.

Vito aveva senza dubbio scardinato il suo pudore se si immaginava poter cedere alle offerte di un uomo di dubbia reputazione.
“sono fantasie – continuò – ma mi eccita immaginarmi sottomessa senza potermi ribellare alle sue richieste più squallide diventare un oggetto del suo desiderio e del suo piacere anche se in realtà non lo farei mai”
Restavo sempre più sconcertato da quelle sue affermazioni ed ancor più dalla sua conclusione “se dovessi prostituirmi per Vito so benissimo me mi infilerei in un tunnel senza via d’uscita sarei completamente nelle sue mani e non riuscirei a controllare il limite della sua perversione”.
Anche se erano fantasie mi eccitava sentirla raccontare senza inibizioni che avrebbe potuto prostituirsi. Così la mia fantasia si spinse ancora oltre.
“diventeresti non solo la sua puttana ma la sua schiava”.
Silvia sobbalzò.

“la schiava di Vito cosa ti viene in mente” ma sembrava solo un alibi.
“L’hai detto tu stessa che non riusciresti a controllare la sua perversione – presi fiato e continuai – e le tue perversioni …” e lascia la frase in sospeso.
Avevo toccato un filo scoperto e la sua mente entrò in corto circuito “quali perversioni?”mi chiese chinando il capo e baciandomi il sesso che lentamente riprese vigore.
“quelle che ancora mi nascondi – e senza fermarmi la volli stimolare ancora di più – la schiava di Vito in catene ai suoi piedi”
Mi accarezzò il sesso teso “Si , l’ho pensato e mi sono vista…” ma si interruppe subito forse vergognandosi dei suoi pensieri che da li a poco mi avrebbero sconcertato.
Scivolai con le mani tra i suoi capelli quasi incoraggiandola e liberò le sue fantasie “ … mi sono vista incatenata in un tugurio sozzo obbligata a strisciare ai suoi piedi”
Allungai la mano contraccambiando le carezze sul suo sesso e sentendo la sua eccitazione, quasi un incoraggiamento a continuare. “ero trascinata al guinzaglio in una stalla”
“E tu nuda ed in catene” azzardai l’inimmaginabile a cui non si sottrasse di dare un seguito. Mi interruppe con la voce strozzata “una stalla, senza potermi ribellare gattonavo tra il pagliericcio sporco”
La accarezzai e sentii la sua pelle accapponarsi.

Smise di accarezzarmi “non posso, mi vergogno, non so cosa sto dicendo”.
La mia curiosità divenne morbosa “Continua voglio sapere cosa facevi la dentro con il tuo padrone”
Sembrò sbloccarsi ed immedesimarsi nella situazione
“non è solo pagliericcio lo sai le mani e le ginocchia nude sprofondano nel fango”
La sentivo eccitata, cosa le stava succedendo?
“mi fa camminare nello sterco “ si bloccò come se avesse detto uno sproposito.
Ero di nuovo eccitato pure io e la sparai ancora più grossa “ti farà gattonare tra lo sterco di una porcilaia e mostrandoti ai tuoi colleghi si vanterà di averti trasformata nella sua schiava fino a vederti abbandonata in un porcile, la sua troia con cui divertirsi”

Tutto degenerò.
Non persi tempo “adesso ti scopo ancora come quella maiala che sei” e la penetrai di nuovo
Sembrava impazzire dal piacere sotto la spinta del mio sesso.
Per la prima volta mentre facevamo sesso si mise a parlare, frasi scombinate “sono la tua maiala, la puttana di Vito”
Mi retrassi prima di raggiungere l’apice e le rovesciai addosso ancora una buona quantità di sperma.
Le presi una mano e la feci scivolare sul seme sparso sul suo corpo come non avevo mai fatto, guidandola per una mano a spargerselo sulle tette.
“voglio vedere la mia maiala tutta insozzata”.
Lei non emise parola e continuò ad accarezzarsi il corpo.
Non riuscivo a trattenermi volevo vederla precipitare ancora più in basso.
Le guidai la mano verso il volto. Cercò di retrarla ma senza molta resistenza e si lasciò portare la mano sul viso.
“sei proprio una maiala, leccala”
Chiuse gli occhi e mentre iniziò a leccare la mano ricoperta dallo sperma con l’altra iniziò ad accarezzarsi il sesso.
Era la prima volta che la vedevo masturbarsi, sembrava assatanata.
Mi inginocchia davanti a lei tenendo le gambe divaricate intorno al suo corpo e flettendomi verso il suo volto le appoggiai il sesso sulle labbra.
Non ebbi bisogno di chiederle nulla ed iniziò ad avvolgerlo leccandolo interamente senza perdersi le ultime gocce della mia eccitazione mentre perdeva il suo vigore.
Inavvertitamente non riuscii a trattenere un piccolo getto di urina che le scivolò sul collo.
Mi guardò senza riuscire a dire una parola.
Non sapevo cosa dire per scusarmi. Mi alzai e velocemente raggiunsi il bagno per farmi una doccia.
Mi raggiunse prima che aprissi l’acqua . Immaginavo mi facesse una sceneggiata,invece entrò nel box doccia e si inginocchiò davanti a me.
“sono la tua maiala, la tua schiava guardami sono tutta zozza, voglio essere così sempre la schiava e puttana di Vito, finisci quello che hai iniziato”
Non capivo o meglio non potevo crederci.
Grondava di sperma, avvicinò il suo volto al mio sesso ormai spento poi si sedette sul fondo della vasca. Chiuse gli occhi ed iniziò a masturbarsi di nuovo.
“ti prego, fammi sentire ancora più laida”
Non sapevo come comportarmi ma quella sua richiesta vinse ogni pudore.
Quando il primo zampillo della mia urina raggiunse il suo corpo, Silvia lanciò un grido liberatorio aumento l’intensità della sua masturbazione.
La inondai di urina sul corpo e diressi il getto anche sul volto e sui capelli.
Lei era in preda ad uno stato quasi di delirio.
Socchiuse le labbra e diressi un ultimo getto verso di lei che senza un minimo ritegno se lo lasciò scivolare in bocca.
Ero sconvolto.
Aprì gli occhi mi sorrise .
La sollevai ed aprì i rubinetti della doccia, la più piacevole che ebbi mai fatto.

Ritornammo a letto. Lei indossò la sua pudica camicia da notte e la strinsi teneramente “ora che so tutto potremmo vivere la nostra sessualità come se fosse un gioco senza che nessuno di noi si debba vergognare di qualunque fantasia che ci confesseremo sempre , per quanto perversa possa sembrare”
Silvia si strinse ancora più forte a me quasi avesse altri segreti da narrarmi.
Pensai che la vita riserva sorprese quando meno te le aspetti ma queste talvolta finiscono col cambiare radicalmente tutto.


L’eccesso in storie come queste fa parte del gioco non può essere accantonato. Silvia continuerà a raccontare i suoi segreti e se lei ed il marito condivideranno con me le loro fantasie non smetterò di raccontarvi il seguito della loro storia
Serendipi2016@libero.it
scritto il
2025-11-26
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