Videocamera nascosta

di
genere
incesti

La prima settimana in un villaggio per nudisti passò tranquilla, era un bel posto di mare con bungalow, tende, camper e un piccolo centro commerciale con ristorante, teatrino e pista da ballo. Una volta divorziata da un cretino bigotto (mio padre) lei era tornata ad essere la ragazza disinibita di un tempo, amante della natura e priva di pregiudizi cretini. Io l’avevo seguita volentieri in vacanza: in quei luoghi si fanno amicizie e si formano coppie e comitive di coetanei e non. Se poi sono tutti nudi nessuno si scandalizza, fa effetto chi rimane vestito, anche se la sera in realtà ci si veste lo stesso perché cala la temperatura e l’umidità attira le zanzare. Mia madre poi era ancora una bella gnocca e le piaceva farsi corteggiare, il che è normale per una divorziata quarantenne. E infatti non tardò a rimorchiare un bel giovane che faceva windsurf e a portarselo nel bungalow per farci l’amore, mentre io facevo gruppo coi miei coetanei.
La seconda settimana successe una cosa strana: girando sempre nudi in casa, nessuno badava certo all’intimità o provava pudore davanti agli altri, ma mia madre e il giovane si toccavano e baciavano anche davanti a me, senza pensare affatto a mantenere privati i loro sentimenti e l’esibizione dei loro genitali. Passavo magari per andare in cucina o al bagno e li trovavo abbracciati mentre si baciavano sulla bocca o si mettevano il dito nel culo, per non parlare di quello che dicevano. Non ero una ragazzina impubere ma neanche ero abituata ad atti espliciti, io ancora ero nella fase romantica o così credevo. Ma quando mia madre iniziò a maneggiare il pene dell’uomo e lo vidi ingrossare davanti ai miei occhi, rimasi sbalordita davanti a tale spettacolo: quell’appendice esterna stava diventando un bastone di carne. Mi misi la mano davanti alla bocca per non gridare, mentre mamma continuava a fare avanti e indietro con la mano e baciava l’uomo sulla bocca. Volevo scappare ma qualcosa mi tratteneva. Mamma se ne accorse e mi fissò con un sorriso, come dire: figlia mia, fidati. Quando entrarono in camera da letto neanche chiusero la porta, e anche se non volevo vedere la scena fino alla fine, era impossibile non assistere al loro accoppiamento. Andai al bagno tutta eccitata e lì mi masturbai con il manico della spazzola per capelli. Poi crollai sul divano e solo quando mi risvegliai capii che i due mi avevano pietosamente messo una coperta sul mio giovane corpo nudo. Quel giorno avevo capito una cosa: finora sulla spiaggia avevo visto solo piselli, questo invece era un CAZZO.
I giorni successivi scorrevano quasi normali, nel senso che sulla spiaggia mi chiedevo cosa sarebbero diventati i piselli mosci che vedevo ovunque. Forse quelli dei nonni no, ma gli altri? Avrei fatto la prova con i coetanei, ma come e quando? Ero diventata diversa e le amiche se ne accorgevano, ma non avevo il coraggio di dire quanto avevo visto, anche se una di loro aveva una sorella sposata e quindi ne sapeva di più. Purtroppo era tedesca e ci capivamo poco in inglese, per cui non poteva aiutarmi neanche lei. Ma una volta tornata nel bungalow tante cose le avrei imparate dai due amanti: non solo facevano tutto come non ci fossi, ma in un certo senso cercavano proprio quello: amavano essere guardati da me. Non sapevo di questo lato di mia madre, ma sicuramente lui la incoraggiava e in fondo io gli piacevo. Ma fu proprio mamma a farmi provare: sotto la doccia m’invito a prendere in mano l’arnese del suo bel fidanzato, dicendomi “Sara, vediamo se sei capace pure tu”. Non ne sapevo molto, ma evidentemente Madre Natura mi aiutò, perché in poco tempo stringevo in mano un duro bastone di carne da regalare a quella troia di madre che il destino mi aveva assegnato. Mamma non era immorale ma amorale, ma una quarantenne divorziata se non trova un amante giovane è una mina vagante. Io invece mi rendevo conto ora di quanto sia facile sedurre un uomo se si è libere da pregiudizi e se si mette da una parte l’amore romantico. E poi mi ero eccitata, anche se non si vedeva perché eravamo sotto la doccia e l’acqua scorreva calda sulla mia fichetta. Avessi avuto le mutandine, subito si sarebbe vista una bella zona bagnata. Mamma e il suo maschio si stavano penetrando davanti a me, ma invece di farmi uscire dal vano doccia mi invitarono a restare. Che fare? Baciavo la schiena dell’atleta, ma dopo una bella saponata mamma m’invitò a mettergli il dito nel culo. Solo in quel momento mi accorsi che l’ano era molto aperto, penso per un prolasso del retto, quindi potevo andare fino in fondo ma non lo feci; tremavo, avevo paura di me stessa e delle mie future reazioni. Mamma non poteva fare a meno di scopare, e io? Ero ancora vergine, ma una volta scatenati gli istinti che avrei fatto? Mi sarei controllata o lasciata andare? E poi?
Quello che mia madre non sapeva è che il suo ganzo aveva il vizietto delle immagini rubate. Mentre scopavano in camera ho aperto per curiosità l’archivio delle foto del suo cellulare, scoprendone alcune che mi aveva scattato mentre dormivo nuda sul divano, sembrava un quadro di Balthus, quell’artista francese che ritraeva le ragazzine sbracate a cosce aperte. E non erano le uniche: mi aveva spiato sotto la doccia, sulla spiaggia e pure al cesso. Va detto che anche mia madre figurava spesso nel catalogo, quindi non era un maniaco specializzato. Mia madre però era consenziente, si vedeva dalle pose esibizionistiche e provocatorie, io invece ero la vergine da adorare (per ora). Ma non finisce qui: c’erano delle foto riprese penso da una minicamera in chissà quale B&B, dove lui era riconoscibile e si scopava chissà quale ragazza. Questa delle videocamere nascoste negli alberghi e nelle locande è un’industria pesante che alimenta il settore “hidden cams” e ogni tanto qualche caso finisce pure in cronaca. Qui però c’era lui, quindi la scena era opera sua oppure – una volta scoperta la minicamera – si era fatto consegnare il girato in cambio del silenzio. Mamma lo sapeva? Non credo, ma non era il caso di dirglielo ora. Magari ne aveva nascosta una proprio ora in camera da letto... Mi venne un’idea folle: a porta aperta, iniziai a masturbarmi nuda in piedi davanti a loro con uno sguardo di sfida. Nel porno la filgia(stra) o la sorellina lo fanno nascoste dietro la porta o una tenda, io invece esibivo orgogliosa il mio corpo acerbo alla loro lussuria. Mamma era esterrefatta, lui no e le fece un cenno di lasciarmi fare. Tempo due o tre minuti di ditalini fui invitata nel loro lettone, tutta bagnata ma felice. Mi misero in mezzo abbracciandomi e baciandomi, per poi eccitarsi ancora di più e scopare come ricci. Ancora sento la lingua di quell’uomo sulla mia bocca e le mani di mamma sulle mie orecchie mentre facevo il mio primo pompino a un uomo grande. Qualcosa avevo fatto coi miei coetanei, ma qui eravamo in un mondo diverso, con mia madre impalata da un arnese che io avevo fatto diventare grosso e duro e con la morbosa complicità di un incesto. Sapevo che la scena era stata registrata e proprio per questo sognavo di essere stata inquadrata come una pornostar. Si, video porno ne avevo visti, ma la realtà è diversa, sei coinvolta con tutto il corpo in calore e non riesci più a controllarti. Anch’io volevo essere guardata mentre si faceva sesso, quindi nessuno di noi tre era innocente. Ma era davvero una colpa? Mia madre sapeva bene che un amante giovane prima o poi si sarebbe stancato di lei, per cui mandava avanti me sperando che il ganzo avrebbe gradito la giovane vittima sacrificale dai seni acerbi da amare a turno con sua madre tettona, rimanendo legato per sempre al paradiso che gli veniva offerto su un piatto d’argento. Mia madre si sarebbe sfogata con lo stallone, io avrei avuto un maestro di sesso bello e atletico che mi avrebbe insegnato tante cose utili per poi sedurre quei fessi dei miei coetanei. Perverse? No, donne vere. Ormai io e mamma avevamo il nostro uomo in pugno: oltre che arrapato e dipendente era ricattabile vista la mia (presunta) innocenza e vista la faccia che fece quando, spalancando la fica e guardandolo negli occhi, con un cenno verso un angolo della specchiera gli feci capire che avevo scoperto la videocamera nascosta e che ora stavo al gioco, purché in futuro mi scopasse davanti e di dietro come avevo visto fare con mamma. Se voleva gli avrei anche infilato la mano nel culo fino al polso, ma soprattutto io e mamma saremo state per molto tempo le sue donne e lui il nostro amante. Quella zoccola di mia madre non può fare a meno del cazzo ma la capisco benissimo: ormai sono una donna pure io.
scritto il
2025-11-05
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