Una notte a Verona

di
genere
confessioni

Eravamo rimasti a terra in Italia, il nostro volo per Francoforte sarebbe partito solo l’indomani. Così, un po’ stanchi e un po’ rassegnati, decidemmo di fermarci a Verona per la notte.
Gli hotel erano quasi tutti pieni e alla fine trovammo posto solo in una piccola stanza matrimoniale.
Per rispetto, le dissi che avrebbe potuto dormire nel letto e che io mi sarei sistemato sul divano. Lei sorrise, forse divertita da tanta formalità.
Dopo la doccia, entrò nella stanza avvolta nell’accappatoio e mi disse che le gambe le facevano male per la giornata lunga. Mi chiese se potevo farle un massaggio per alleviare la stanchezza.
Accettai con un po’ d’imbarazzo, ma anche con tenerezza. La luce della stanza era soffusa, e il profumo dell’olio balsamico riempiva l’aria.
Man mano che le mie mani cercavano di sciogliere la tensione, tra noi si fece spazio un silenzio diverso: non più quello della stanchezza, ma quello carico di un’intesa inattesa.
Non servivano parole, solo respiri e piccoli gesti.
Fu una notte che nessuno dei due aveva previsto, ma che entrambi avremmo ricordato a lungo: una notte in cui la distanza si fece vicinanza, e Verona divenne il nostro segreto.
scritto il
2025-10-31
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