Caldo notturno a scuola
di
ElenaR
genere
fantascienza
Elena sedeva sul davanzale dell'aula deserta, con le gambe accavallate, l'abito attillato che le aderiva alla pelle nel calore della notte romana. La luna gettava una luce argentea attraverso i vetri polverosi, illuminando debolmente le file di banchi vuoti e la lavagna che sembrava schernirla, silenziosa e immutabile. Aveva trascorso anni davanti a essa, spiegando equazioni complesse ad adolescenti distratti. Ma quella sera era diverso. Quella sera non era più la severa e rispettata insegnante di matematica. Era una donna, una donna in attesa, con il cuore che batteva forte, la mente infiammata da una fantasia a lungo repressa.
La notte era pesante, l'aria satura di calore e promesse. Elena si accarezzava distrattamente la spallina dell'abito, le sue dita sottili tracciavano invisibili disegni sulla pelle. Aveva scelto quell'abito apposta, un tessuto pregiato che abbracciava ogni curva del suo corpo, sottolineandone le forme generose. Era sempre stata consapevole del suo potere di seduzione, anche quando si nascondeva dietro gli occhiali e i libri di matematica. Ma stasera non si nascondeva più. Stasera stava abbracciando pienamente il suo desiderio.
Il lontano cigolio di una porta la fece sussultare. Si alzò a sedere, scrutando con lo sguardo l'oscurità fuori dalla finestra. Poi li vide. Due figure scure e agili, che scalavano il basso muro che circondava la scuola. I loro movimenti erano precisi, determinati, come se avessero provato quell'intrusione decine di volte. Elena sorrise, un sorriso malizioso che contrastava con l'austerità dell'aula. Erano loro. I suoi ex studenti. Ora uomini, ma pur sempre gli stessi ragazzi che l'avevano fatta arrossire di desiderio dietro la sua scrivania.
Entrarono dalla finestra, con il respiro affannoso, gli occhi brillanti di desiderio. Elena si alzò lentamente, i tacchi che ticchettavano sul pavimento di piastrelle. Era in piedi davanti al dipinto, una figura scura e accattivante. "Siete sempre stati i miei studenti preferiti", sussurrò, con voce dolce ma decisa, carica di allusioni. Le sue parole echeggiarono nella stanza, rompendo il silenzio della notte.
I due uomini si avvicinarono, con lo sguardo fisso su di lei. Poteva sentire il loro desiderio, un'ondata palpabile che la travolgeva. Senza dire una parola, si voltò, sollevando lentamente la gonna. Il suo sedere nudo era esposto al loro sguardo, un'offerta silenziosa. La pelle liscia, le curve generose, sapeva l'effetto che avrebbe avuto. E aveva ragione.
Uno di loro, Luca, l'uomo dai capelli scuri e dal sorriso malizioso, si fece avanti per primo. La premette contro il dipinto, la mano ferma sul suo fianco, sollevandole il vestito per rivelarle completamente il corpo. Le sue dita scivolarono tra le sue natiche, trovando il suo sedere bagnato, pronto a ricevere il suo tocco. Elena gemette dolcemente, le unghie che si conficcavano nel legno della lavagna.
Nel frattempo, Marco, l'altro uomo, dagli occhi azzurri penetranti e dal corpo atletico, si era inginocchiato davanti a lei. Le sollevò delicatamente le gambe, appoggiandole sulle spalle, e le seppellì il viso tra le cosce. La sua lingua calda e umida le esplorò la figa, leccandola e succhiandola, facendola gemere di piacere. Elena afferrò i capelli di Luca, tirandoli leggermente, mentre i suoi fianchi si inarcavano sotto le carezze di Marco.
L'aula, un tempo così silenziosa, ora echeggiava dei loro gemiti, sospiri e suoni di carne che si urtava. Luca le tolse le dita dal sedere, portandosele alle labbra per assaporare la sua eccitazione, prima di spingerle di nuovo dentro, più a fondo questa volta. Elena si dimenò, stretta tra i due uomini, il suo corpo reagiva a ogni stimolazione.
Poi, Luca si tirò indietro leggermente, sbottonandosi i pantaloni per liberare il suo pene rigido e pulsante. Lo guidò verso la bocca di Elena, che accolse senza esitazione. Lo ingoiò fino in fondo, le labbra strette intorno, la lingua che giocava con la punta. Luca gemette, le mani chine sulla sua testa, guidandola a un ritmo più veloce.
Marco, nel frattempo, si era alzato, con il suo pene duro e pronto. Si posizionò dietro Elena, guidando la punta del suo pene verso l'ingresso della sua figa bagnata. Penetrava lentamente, assaporando ogni millimetro, prima di iniziare a scoparla con forza e passione. Elena era ora intrappolata tra i due uomini, il suo corpo un campo di battaglia di sensazioni.
Gemeva, urlava, le mani si aggrappavano a qualsiasi cosa trovasse per sostenersi. L'aula sembrava ruotarle intorno, le pareti si avvicinavano, poi si allontanavano, mentre il suo piacere aumentava. Sentiva l'orgasmo avvicinarsi, un'ondata potente che minacciava di travolgerla.
"Più forte, più veloce", sussurrò, con voce roca e supplichevole. Gli uomini obbedirono, i loro movimenti si fecero più disperati, più primordiali. Luca le fece un pompino profondo.
Stava succhiando con fervore, mentre Marco la scopava con un'intensità che la lasciava senza fiato.
Poi fu troppo. L'orgasmo la travolse, un'esplosione di piacere che la fece urlare i loro nomi. Il suo corpo si irrigidì, poi si rilassò, tremando per l'intensità della sensazione. Sentì lo sperma di Marco riempirle la figa, caldo e denso, mentre Luca le ritraeva il cazzo dalla bocca, lasciandola ansimante e soddisfatta.
In un momento di relativa calma, Elena aprì gli occhi, guardando i volti dei suoi ex studenti, ora uomini, i loro lineamenti segnati dal desiderio e dalla soddisfazione. Sentì una strana malinconia invaderla, una dolce tristezza che le tingeva il piacere. Questa fantasia, sebbene ardente e intensa, era anche un ricordo del tempo che passava, degli anni trascorsi, dei sogni e dei desideri che si erano evoluti.
La notte finì lentamente, i corpi si separarono, il respiro si calmò. Elena, ancora appoggiata alla lavagna, guardò i due uomini vestirsi, i loro volti di nuovo seri, quasi timidi. Sorrise, un sorriso tenero e comprensivo. "Grazie", mormorò, con voce dolce e piena di emozione.
Se ne andarono come erano venuti, scomparendo nella notte, lasciando Elena sola nell'aula deserta. Scivolò lungo la lavagna, sedendosi sul pavimento freddo, con il vestito in disordine intorno a sé. La luna continuava a splendere attraverso le finestre, ma l'aria ora era più fresca, più calma. L'emozione, tuttavia, persisteva, fluttuando nell'aria come una promessa silenziosa, un ricordo inciso nel suo cuore e nel suo corpo.
Elena chiuse gli occhi, con un sorriso sulle labbra. Quella notte era stata tutto ciò che aveva sperato, e anche di più. Ma sapeva anche che era una notte unica, un momento rubato al tempo. E mentre il silenzio dell'aula la avvolgeva di nuovo, si sentì allo stesso tempo appagata e nostalgica, pronta a tornare alla sua vita, ma con un segreto ardente inciso nell'anima. Su Libidoz il suo soprannome è ElenaR (4foto)
La notte era pesante, l'aria satura di calore e promesse. Elena si accarezzava distrattamente la spallina dell'abito, le sue dita sottili tracciavano invisibili disegni sulla pelle. Aveva scelto quell'abito apposta, un tessuto pregiato che abbracciava ogni curva del suo corpo, sottolineandone le forme generose. Era sempre stata consapevole del suo potere di seduzione, anche quando si nascondeva dietro gli occhiali e i libri di matematica. Ma stasera non si nascondeva più. Stasera stava abbracciando pienamente il suo desiderio.
Il lontano cigolio di una porta la fece sussultare. Si alzò a sedere, scrutando con lo sguardo l'oscurità fuori dalla finestra. Poi li vide. Due figure scure e agili, che scalavano il basso muro che circondava la scuola. I loro movimenti erano precisi, determinati, come se avessero provato quell'intrusione decine di volte. Elena sorrise, un sorriso malizioso che contrastava con l'austerità dell'aula. Erano loro. I suoi ex studenti. Ora uomini, ma pur sempre gli stessi ragazzi che l'avevano fatta arrossire di desiderio dietro la sua scrivania.
Entrarono dalla finestra, con il respiro affannoso, gli occhi brillanti di desiderio. Elena si alzò lentamente, i tacchi che ticchettavano sul pavimento di piastrelle. Era in piedi davanti al dipinto, una figura scura e accattivante. "Siete sempre stati i miei studenti preferiti", sussurrò, con voce dolce ma decisa, carica di allusioni. Le sue parole echeggiarono nella stanza, rompendo il silenzio della notte.
I due uomini si avvicinarono, con lo sguardo fisso su di lei. Poteva sentire il loro desiderio, un'ondata palpabile che la travolgeva. Senza dire una parola, si voltò, sollevando lentamente la gonna. Il suo sedere nudo era esposto al loro sguardo, un'offerta silenziosa. La pelle liscia, le curve generose, sapeva l'effetto che avrebbe avuto. E aveva ragione.
Uno di loro, Luca, l'uomo dai capelli scuri e dal sorriso malizioso, si fece avanti per primo. La premette contro il dipinto, la mano ferma sul suo fianco, sollevandole il vestito per rivelarle completamente il corpo. Le sue dita scivolarono tra le sue natiche, trovando il suo sedere bagnato, pronto a ricevere il suo tocco. Elena gemette dolcemente, le unghie che si conficcavano nel legno della lavagna.
Nel frattempo, Marco, l'altro uomo, dagli occhi azzurri penetranti e dal corpo atletico, si era inginocchiato davanti a lei. Le sollevò delicatamente le gambe, appoggiandole sulle spalle, e le seppellì il viso tra le cosce. La sua lingua calda e umida le esplorò la figa, leccandola e succhiandola, facendola gemere di piacere. Elena afferrò i capelli di Luca, tirandoli leggermente, mentre i suoi fianchi si inarcavano sotto le carezze di Marco.
L'aula, un tempo così silenziosa, ora echeggiava dei loro gemiti, sospiri e suoni di carne che si urtava. Luca le tolse le dita dal sedere, portandosele alle labbra per assaporare la sua eccitazione, prima di spingerle di nuovo dentro, più a fondo questa volta. Elena si dimenò, stretta tra i due uomini, il suo corpo reagiva a ogni stimolazione.
Poi, Luca si tirò indietro leggermente, sbottonandosi i pantaloni per liberare il suo pene rigido e pulsante. Lo guidò verso la bocca di Elena, che accolse senza esitazione. Lo ingoiò fino in fondo, le labbra strette intorno, la lingua che giocava con la punta. Luca gemette, le mani chine sulla sua testa, guidandola a un ritmo più veloce.
Marco, nel frattempo, si era alzato, con il suo pene duro e pronto. Si posizionò dietro Elena, guidando la punta del suo pene verso l'ingresso della sua figa bagnata. Penetrava lentamente, assaporando ogni millimetro, prima di iniziare a scoparla con forza e passione. Elena era ora intrappolata tra i due uomini, il suo corpo un campo di battaglia di sensazioni.
Gemeva, urlava, le mani si aggrappavano a qualsiasi cosa trovasse per sostenersi. L'aula sembrava ruotarle intorno, le pareti si avvicinavano, poi si allontanavano, mentre il suo piacere aumentava. Sentiva l'orgasmo avvicinarsi, un'ondata potente che minacciava di travolgerla.
"Più forte, più veloce", sussurrò, con voce roca e supplichevole. Gli uomini obbedirono, i loro movimenti si fecero più disperati, più primordiali. Luca le fece un pompino profondo.
Stava succhiando con fervore, mentre Marco la scopava con un'intensità che la lasciava senza fiato.
Poi fu troppo. L'orgasmo la travolse, un'esplosione di piacere che la fece urlare i loro nomi. Il suo corpo si irrigidì, poi si rilassò, tremando per l'intensità della sensazione. Sentì lo sperma di Marco riempirle la figa, caldo e denso, mentre Luca le ritraeva il cazzo dalla bocca, lasciandola ansimante e soddisfatta.
In un momento di relativa calma, Elena aprì gli occhi, guardando i volti dei suoi ex studenti, ora uomini, i loro lineamenti segnati dal desiderio e dalla soddisfazione. Sentì una strana malinconia invaderla, una dolce tristezza che le tingeva il piacere. Questa fantasia, sebbene ardente e intensa, era anche un ricordo del tempo che passava, degli anni trascorsi, dei sogni e dei desideri che si erano evoluti.
La notte finì lentamente, i corpi si separarono, il respiro si calmò. Elena, ancora appoggiata alla lavagna, guardò i due uomini vestirsi, i loro volti di nuovo seri, quasi timidi. Sorrise, un sorriso tenero e comprensivo. "Grazie", mormorò, con voce dolce e piena di emozione.
Se ne andarono come erano venuti, scomparendo nella notte, lasciando Elena sola nell'aula deserta. Scivolò lungo la lavagna, sedendosi sul pavimento freddo, con il vestito in disordine intorno a sé. La luna continuava a splendere attraverso le finestre, ma l'aria ora era più fresca, più calma. L'emozione, tuttavia, persisteva, fluttuando nell'aria come una promessa silenziosa, un ricordo inciso nel suo cuore e nel suo corpo.
Elena chiuse gli occhi, con un sorriso sulle labbra. Quella notte era stata tutto ciò che aveva sperato, e anche di più. Ma sapeva anche che era una notte unica, un momento rubato al tempo. E mentre il silenzio dell'aula la avvolgeva di nuovo, si sentì allo stesso tempo appagata e nostalgica, pronta a tornare alla sua vita, ma con un segreto ardente inciso nell'anima. Su Libidoz il suo soprannome è ElenaR (4foto)
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