Nel Vagone Bollente
di
Ale04
genere
etero
Ogni giorno timbro il cartellino ed esco da lavoro alle diciotto in punto, fumo una sigaretta mentre cammino verso la metro e poi entro in stazione e lì, per lo più mi annoio, aspetto il treno sperando di essere a casa il prima possibile.
Questa è la mia noiosa routine quando esco dal lavoro, ma un giorno l’ho vista stravolgersi.
Come ogni giorno seguo la mia stupida routine, mi siedo nel treno e mi metto a scarabocchiare sul mio quadernino, mi aiuta a far passare il tempo. Poi alzo lo sguardo e la vedo, di fronte a me c’è seduta una dea.
Non so perché, ma sembra che la luce della metro sia fatta apposta per lei. È come se il resto del vagone sbiadisse, e rimanesse solo la sua immagine.
Ha i capelli scuri, morbidi, che le cadono sulle spalle in modo disordinato ma perfetto. Il viso è pieno di lentiggini, piccole, ovunque; sulle guance, sul naso, anche un po’ sulla fronte e sono la prima cosa che mi colpisce. Poi noto gli occhiali tondi, che le danno un’aria particolare, come se fosse una di quelle persone che vivono nel proprio mondo e non si accorgono di quanto attirino l’attenzione.
Indossa una camicetta bianca a righe azzurre, leggera, un po’ sbottonata. La stoffa si muove piano con il respiro, lasciando intravedere la curva del seno che non è grande, ma pieno, sodo, con quella naturalezza che non ha bisogno di esagerare per farsi notare. È una cosa piccola, ma mi blocca lo sguardo. Ogni tanto lei si aggiusta la camicetta, senza pensarci, e in quel gesto c’è qualcosa di incredibilmente umano, quasi intimo.
La gonna marrone le arriva a metà coscia e da lì in giù la pelle è nuda, liscia, illuminata dai neon tremolanti. Le gambe sono affusolate, le ginocchia unite, e più in basso i piedi poggiano leggeri, con un piccolo tacco che le lascia la caviglia scoperta. È un dettaglio minuscolo, ma riesce comunque ad attirarmi, come se ogni parte di lei avesse un suo modo di farsi notare senza cercarlo davvero.
Sta lì, assorta nel telefono, forse ignara del fatto che qualcuno la sta guardando come si guarda una visione. E io, seduto di fronte, mi sento quasi ridicolo, ma non riesco a smettere.
C’è qualcosa in lei che mi colpisce al punto da farmi dimenticare tutto il resto.
Non è solo bellezza, è presenza.
Mi perdo a fissarla e a un tratto lei alza lo sguardo, che poco prima era perso nel telefono, mi guarda e sorride, io distolgo lo sguardo, ma cavolo quanto è bella.
Sceso dalla metro mi maledico, non la rivedrò mai più e ho passato tutto il tempo a guardarla, dovevo parlarle. Questo penso per tutto il tempo, ma il destino a volte è strano.
Il giorno dopo arrivato in stazione, la vedo aspettare il treno, il modo di vestire è sempre lo stesso e come il giorno prima mi incanta. Mi butto tra la gente solo per potermi assicurare il posto davanti a lei. Questa diventa la mia nuova routine.
Ogni giorno corro solo per vederla, è diventata la protagonista degli scarabocchi sul mio quadernino e anche dei miei sogni più intimi, ma purtroppo è ancora solo un sogno lontano.
Il nostro rapporto resta lo stesso all’incirca per due settimane, io la guardo come un maniaco e lei mi sorride, niente di più, finché un giorno, perso nel disegnarla, mi distraggo e finisco per uscire di corsa dal treno, non mi ero reso conto di essere arrivato e nella fretta il quadernino che avevo rapidamente messo nella tasca della giacca scivola e io non me ne accorgo.
Quando me ne rendo conto mi dispero, su quel quaderno c’erano appunti di lavoro, idee e mille cose importanti, come potevo averlo perso!
Speravo davvero di averlo perso a casa, ma chiaramente non è così, il giorno dopo andando al lavoro esamino attentamente tutta la strada che faccio da casa alla metro, nella speranza di averlo perso lì e di trovarlo per terra, ma non succede, oramai ho perso le speranza.
Vivo la mia giornata con amarezza e nel viaggio del ritorno, dopo aver fatto la mia solita corsa per sedermi di fronte a lei, non so cosa fare per passare il tempo, ma, a un certo punto lei si alza e viene verso di me.
Cosa cavolo sta succedendo?
“scusami, ieri hai lasciato questo sul sedile.” mi dice porgendomi il mio quadernino, cavolo aveva una voce dolcissima, sembra così gentile.
“cavolo grazie!” le dico prendendolo con un ritrovato entusiasmo. “mi hai davvero salvato! Questo quaderno è pieno di cose importanti.”
“l’ho notato sai!” dice sorridendo e tornando al suo posto come nulla fosse.
Lo ha aperto. Inizialmente non ci penso troppo, poi noto la sua scollatura, questa volta c’è un bottone sbottonato in più, l’intimo di pizzo nero che indossa è chiaramente visibile, in quel momento realizzo!
Il mio quaderno era pieno di suoi disegni, in quasi tutti il suo seno è totalmente scoperto e in molti è totalmente nuda in pose, beh molto provocanti.
Arrossisco immediatamente, probabilmente aveva letto la mia nota vicino all’ultimo disegno, avevo scritto “pagherei oro solo per poter vedere un bottone in meno” e lei mi aveva assecondato e ora è difronte a me, Il cuore mi salta un battito, Per un istante non capisco se sto sognando
Questo pensiero ha infestato la mia testa per tutta la sera. Mi sono dato un piacere così intenso la notte solo a pensare a quel seno leggermente scoperto ed è proprio in questo frangente che ho avuto un’idea. Non poteva essere stata una coincidenza, Devo osare di più. Il pensiero mi brucia dentro, più forte del desiderio stesso.
Passo la notte in bianco, la disegno con una delle sue classiche camicie, ma sotto nessun reggiseno, il disegno volutamente esagerato con la camicia abbastanza aperta da mostrare i suoi capezzoli e come nota ci scrivo “forse dovrebbero respirare di più”.
Più si avvicinava l’ora di dargli questo foglio, più il dubbio e il timore di una denuncia riecheggia nella mia testa. Quando finalmente la vedo come ogni giorno, noto che sbottona il bottone della camicia non appena mi vede arrivare, mi sembra sempre più chiaro, è il momento di rischiare.
Faccio tutto il viaggio come al solito e prima di uscire, di sfuggita le porgo questo bigliettino, senza dire nulla, uscendo dalla metro in silenzio e con il cuore che palpita.
La fantasia inizia a volare, nelle 24 ore successive, mi tirerà uno schiaffo o vedrò quel seno che tanto desidero? L’attesa è snervante e quando finalmente esco dal lavoro il sangue ribolle, la mia virilità cresce stretta contro il pantalone e io cammino facendo finta di nulla.
Come al solito lei è già lì, aspetta il treno, ma indossa una giacca, non riesco a vedere se indossa o meno il reggiseno. Aspetto pazientemente di entrare e mettermi di fronte a lei, eccitato come non mai.
Quando finalmente quel momento arriva, la delusione si accende nei miei occhi a vedere la giacca chiusa, a quanto pare era semplicemente tutto nella mia testa, penso mettendo il muso sul quadernino, ma dopo poco noto un movimento con la coda dell’occhio, si sta sbottonando la giacca e subito dopo si stiracchia ed è lì che lo vedo, non indossa nulla sotto, stiracchiandosi il seno era ben visibile, mi sentivo come se ci fossimo solo io e lei in quel treno.
Passo tutto il tempo a guardarla, mentre chiaramente si muoveva apposta in modo provocante per mostrarmi sempre di più il seno. Lo spettacolo nella mia testa dura troppo poco, la mia fermata sembra arrivare fin troppo velocemente e nell’esatto momento in cui mi alzo e le passo avanti mi afferra il braccio.
“ieri hai dimenticato questo” dice porgendomi il foglio di ieri ben piegato. Un sorriso malizioso si accende sul suo volto mentre lo dice e poi mi lascia andare.
Io la ringrazio, rosso come un pomodoro ed eccitato, non vedevo di andare a casa a darmi piacere su tutto quello che avevo visto oggi.
Corsi letteralmente a casa e quando posai il foglio sulla scrivania, notai qualcosa all’interno, lo aprii e vidi una polaroid girata, con scritto “uno spunto per i tuoi disegni.”
La giro di scatto e quando la vedo resto a bocca aperta, questa polaroid la ritrae davanti allo specchio, una mano tiene la fotocamera mentre con l’altra mette un dito tra i denti, facendo un'espressione incredibilmente sexy, ma non è la portata principale, quella è il seno nudo esposto senza censure, i capezzoli visivamente duri che mi fanno venire una voglia di succhiarli e un sottile intimo di pizzo a coprire la sua intimità.
I bottoni del mio pantalone insieme al mio cuore scoppiano, immediatamente mi trovo a darmi piacere su quella foto e cavolo se è eccitante. Prima avevo tanti dubbi, ma ora è chiaro, lei mi vuole ed è arrivato il momento di fare la prima mossa.
Il giorno dopo va tutto come sempre, ma questa volta, mi siedo accanto a lei. Sono pronto a rompere questa maledetta routine, lei indossa i soliti vestiti, sento il suo buon profumo che non fa altro che eccitarmi ancor di più. Lei non perde tempo, si gira verso di me e mi guarda.
“è uno strano posto per fare conoscenze non credi?” mi dice con tono fermo e seducente.
Io le poggio una mano sulla coscia, senza scrupolo. “è vero. Ma l’importante è averti conosciuta” le dico cercando di sembrare affascinante e seducente.
Lei abbassa lo sguardo sulla mia mano con un'espressione sorpresa. “sei molto diretto vedo. Cosa ti fa pensare che io sia interessata a conoscerti?” la sua voce è bassa, quasi un sussurro, mentre osserva gli altri passeggeri per assicurarsi che nessuno ci stia guardando.
“diciamo che ho avuto questa impressione.”
Alza un sopracciglio e un sorriso ironico le spunta sul volto, mentre la sua mano si sposta vicino alla mia. “e come ti avrei dato questa impressione?” dice con un finto tono ingenuo.
Io mi avvicino con la bocca al suo orecchio. “credo che la foto di ieri fosse un bel indizio” le sussurro mentre le accarezzo la coscia salendo sempre più su.
Sorride, un sorriso divertito e carico di malizia, la sua gamba si muove verso la mia. “io non ricordo nessuna foto” abbassa la voce, mentre con lo sguardo mi studia con curiosità. “qui sei tu quello che mi guarda sempre, non io.”
“quindi se non ti interesso, immagino ti dia fastidio se faccio così” dico spostando lentamente la mia mano sotto la sua gonna, iniziando a sfiorare la sua intimità attraverso quel sottile intimo che sentivo.
Trattiene il respiro per un istante, le sue pupille si dilatano leggermente. Guarda la mia mano sotto la gonna e poi mi fissa negli occhi. “io non ho mai detto che non mi interessa...” la sua voce è appena udibile, mentre il suo corpo si irrigidisce per il momento di tensione.
Non risponde, inizio a darle piacere lentamente, mi muovo piano cercando di non far vedere a occhi esterni cosa succede sotto la gonna.
Lei sussulta al mio tocco, le sue labbra si schiudono in un respiro trattenuto. guarda rapidamente intorno a noi per assicurarsi che nessuno stia guardando. “sei audace...ma non dovremmo farlo qui.” nonostante le parole, non si allontana. Il suo corpo la tradisce con un leggero tremito, è eccitata da morire.
Io mi muovo ancora più intensamente, facendo finta di non sentirla e guardando la sua espressione in estasi.
Stringe le cosce attorno alla mia mano, per poi allargarle di nuovo e farmi spazio. Un lieve gemito le sfugge dalle labbra, mentre cerca di mantenere un’espressione normale. “dio...sei impazzito cazzo?”
Sposto leggermente le sue mutandine, non curante delle sue parole, ma solo del suo corpo e la penetro con due dita, iniziando a muovermi dolcemente dentro di lei.
Sussulta violentemente, questa volta un vero gemito le sfugge dalla bocca, il suo corpo reagisce istintivamente al mio tocco e finora, sembra che nessuno ci stia guardando. “no fermo... potrebbero vederci...” ma nonostante le sue parole, il suo corpo si inarca leggermente verso di me, tradendo il desiderio che sta provando.
Io vado avanti senza sosta, iniziando a muovermi in modo sempre più deciso e intenso, nel mentre mi guardo attorno cercando di sembrare normale.
Lei trema visibilmente, il respiro diventa irregolare mentre lotta per mantenere la compostezza. Le sue guance si arrossano e gli occhi sono lucidi di piacere. “ti prego continua…sto per venire...” dice per poi mordersi inferiore per trattenere i gemiti.
Faccio ciò che chiede, mi muovo sempre più intensamente che posso, cercando di non farmi notare troppo. Ad un tratto lei si irrigidisce, le sue dita affondano nella mia gamba mentre raggiunge l’orgasmo. I suoi occhi si chiudono e il suo corpo trema incontrollabilmente, “Mmm...oh...dio!” dice riuscendo a mantenere un minimo di controllo, mentre respira affannosamente cercando di riprendersi, con le mutandine umide e le gambe ancora tremanti.
“allora ti è piaciuto? E comunque piacere, Ale” le dico mentre lentamente tiro fuori la mano dalla sua gonna, eccitato da tutto questo rischio.
Mi guarda con occhi ancora annebbiati dal piacere, il respiro ancora pesante. “è stato incredibile...ma folle!” si sistema velocemente, lanciando occhiare nervose intorno per assicurarsi che nessuno abbia notato tutto quello che è appena successo. “e comunque piacere mio, Giulia”
“bene giulia e ora cosa si fa?” le chiedo eccitato e desideroso di farla mia.
Guarda fuori cercando di capire in che stazione stiamo per fermarci, totalmente disorientata. Mi guardo con un mix di desiderio e preoccupazione poi. “non possiamo continuare qui, scendiamo alla prossima fermata, conosco un posto” la sua voce è bassa, calcolatrice, come se stesse pianificando qualcosa.
Scendiamo insieme dalla metro e io la seguo, scende rapidamente le scale della metropolitana, guardandosi indietro per assicurarsi che nessuno ci segua.
Usciamo dalla stazione e Giulia cammina con passo sicuro ma veloce, imboccando una strada laterale che porta a un edificio commerciale. Mi guida verso un’entrata secondaria. “c’è un bagno dei disabili che nessuno usa mai.” dice sbloccando la porta con una chiave che estrae dalla borsa, rivelando un corridoio buio e silenzioso.
“come fai ad avere le chiavi di questo posto?” le chiedo curioso e leggermente intimorito.
Non risponde, mi fa entrare rapidamente e poi mi trascina in questo bagno, dove c’è un’unica cabina molto spaziosa. “tu non preoccuparti e fai piano” poi si avvicina a me, poggiando la borsa sul lavandino e guardandomi con desiderio.
Io me ne frego di tutto, la sbatto contro il muro e la bacio intensamente, giulia risponde al bacio con passione bruciante, le sue mani si aggrappano alla mia camicia mentre mi tira verso di lei, i nostri corpi l’uno contro l’altro.
Le tolgo la giacca e le strappo i bottoni della camicia con foga, scoprendo finalmente quel seno che desideravo ardentemente ogni notte, inizio a succhiare i capezzoli già duri senza perdere neanche un secondo, stringendo tra le mani i suoi seni con violenza. “si...fammi tua...qui e ora...” i suoi gemiti mentre stringe le mani tra i miei capelli rendono tutto così intenso.
Una mano scende, spostandosi di nuovo sotto la gonna, mentre la mia bocca continua a succhiare e leccare freneticamente. Inizio di nuovo a darle piacere, ma questa volta non sembra bastarle. “voglio sentirti dentro di me...” continuava a ripetere e io non potevo che accontentarla.
Mi allontano e tolgo pantaloni e mutande rapidamente, mentre lei è lì che mi desidera. Finalmente nudo e con la virilità eretta, mi avvicino di nuovo a lei afferrandole una gamba e tirandola su, mentre mi struscio dolcemente sulla sua intimità
Giulia si aggrappa al mio collo mentre dolcemente penetro la sua intimità già fradicia, quando inizio a muovermi dentro di lei, emette un gemito così acuto che riempie quel bagno. “cazzo sì sì...più forte!” il suo corpo reagisce violentemente ai miei movimenti, spingendosi contro di me con abbandono e urgenza, che nel mentre le sto dando ciò che vuole muovendomi sempre più intensamente e violentemente, mentre famelico le succhio le tette.
Giulia oramai geme senza controllo mentre i miei movimenti si fanno sempre più decisi, la testa gettata contro il muro mentre viene penetrata con forza. I seni che si muovono ad ogni spinta e il capezzolo turgido nella mia bocca. È tutto maledettamente stupendo.
“non ti fermare...sto per...” mi dice mentre le sue unghie si conficcano nella mia schiena e il suo corpo trema, vicino all’orgasmo. Io a questo punto vado avanti senza sosta, sempre più violentemente.
Poi finalmente raggiunge l’apice, con un grido strozzato e il suo corpo che si contrae violentemente attorno a me. La sua intimità sembra stringersi mentre viene ripetutamente. “OH MIO DIO! ALE!” dice in piena estasi aggrappandosi a me come se stesse cadendo, completamente persa nel piacere. Io però non mi fermo, anzi, prendo il totale controllo con violenza e decisione, tentando di farla impazzire.
Giulia urla dal piacere, il suo corpo diventa sudato e trema incontrollabilmente e le sue guance sono arrossate, “non ce la faccio più...è troppo intenso!” dice mentre le sue gambe cedono leggermente, ma io continuo a tenerla ferma contro il muro, continuando senza pietà.
Inizia a singhiozzare, sopraffatta dall’intensità. Il suo viso è un misto di piacere e dolore mentre il suo corpo reagisce istintivamente alle mie spinte selvagge. “sto venendo giulia!” le dico in piena estasi e sopraffatto dall’eccitazione.
“veniamo insieme Ale!” mi risponde, le sue pareti interne si stringono con forza disumana, mentre il suo corpo trema e si contorce in estasi totale. Io nel mentre sparo tutto il mio seme caldo dentro di lei. I suoi occhi si spalancano in un misto di sorpresa e piacere estremo.
“sii...riempi la mia povera figa.” il suo respiro irregolare mentre cerca di recuperare, ma è ancora completamente sopraffatta dall’esperienza. La aiuto a sedersi sul gabinetto, estasiato dal rapporto più bello della mia vita.
Lei crolla sul water, con le gambe incapaci di sostenerla. Il suo corpo è sudato e il trucco completamente sbavato. “non mi sono mai...sentita così...” mi guarda con occhi stanchi ma soddisfatti e un leggero sorriso.
Neanche davanti alla visione del suo corpo nudo ed esausto però, riesco ad avere pietà di lei, la mia virilità è ancora dura e pronta per un altro round. Così le afferro la nuca, guidando il suo viso verso la mia erezione pulsante.
Giulia lo guarda con un mix di stupore e desiderio, ancora stordita. “non so se posso...ma lo voglio...” si avvicina esitante, le labbra leggermente aperte, pronta ad accogliermi di nuovo.
Prende la mia virilità in bocca, succhiando delicatamente mentre cerca di riprendere fiato. Le sue mani tremano leggermente sulle mie cosce.
Si impegna con passione, alternando movimenti lenti e profondi con altri più veloci. La sua lingua gioca abilmente sulla punta mentre succhia. Un gemito soffocato le sfugge mentre continua, completamente concentrata sul mio piacere.
“è bellissimo cazzo!” le dico gemendo intensamente, la mano stretta tra i suoi capelli.
Giulia accelera il ritmo sentendo le mie parole, eccitata dal mio piacere. I suoi occhi brillano di soddisfazione mentre succhia con più vigore. La sua mano accompagna i movimenti della bocca, cercando di darmi il massimo del piacere.
Ogni mio gemito la spinge ad aumentare l’intensità, i suoi occhi fissi nei miei quando finalmente spruzzo la mia passione nella sua bocca senza contenermi, mentre con la mano le tengo ferma la testa.
Giulia si ritrova colta di sorpresa, il mio seme che riempie completamente la sua gola. Cerca di deglutire tutto, gli occhi lucidi per lo sforzo. Si stacca dopo qualche secondo, respirando affannosamente, un rivolo di passione che le cola dall’angolo della bocca.
Le prendo il viso tra le mani con un pizzico di violenza e la guardo. “ma quanto sei bella” dico guardando la ragazza che avevo sottomesso, così sensuale.
Lei mi guarda con occhi pieni di gratitudine e sottomissione, le mie mani sul suo viso la fanno rabbrividire. Annuisce debolmente poi, incapace di parlare ancora, il respiro ancora irregolare mentre il mio seme scende sul suo mento.
“Da quanto non ti sentivi così?” le chiedo.
Lei si china per raccogliere la camicetta, abbassa lo sguardo e ride piano, quasi tra sé.
“Da molto” sussurra. “Il mio ragazzo… è diverso. Più delicato.”
Non serve altro.
Si riveste in silenzio, lentamente, come se ogni bottone servisse a richiudere anche quello che è successo qui dentro.
Io resto fermo, a guardarla sistemarsi la camicia, le dita che tremano appena, la pelle ancora arrossata dal calore.
Quando apre la porta e la luce fredda del corridoio filtra dentro, ho la sensazione che tutto stia già tornando alla normalità.
Lei si volta solo per un istante, e il suo sguardo ha ancora addosso qualcosa che brucia.
“Ci vediamo sul treno?” chiede a bassa voce.
“Ci vediamo sul treno.”
Poi esce.
Resto solo con l’eco dei nostri respiri e il rumore lontano della metro. E con la certezza che domani, alla stessa ora, la cercherò ancora.
Questa è la mia noiosa routine quando esco dal lavoro, ma un giorno l’ho vista stravolgersi.
Come ogni giorno seguo la mia stupida routine, mi siedo nel treno e mi metto a scarabocchiare sul mio quadernino, mi aiuta a far passare il tempo. Poi alzo lo sguardo e la vedo, di fronte a me c’è seduta una dea.
Non so perché, ma sembra che la luce della metro sia fatta apposta per lei. È come se il resto del vagone sbiadisse, e rimanesse solo la sua immagine.
Ha i capelli scuri, morbidi, che le cadono sulle spalle in modo disordinato ma perfetto. Il viso è pieno di lentiggini, piccole, ovunque; sulle guance, sul naso, anche un po’ sulla fronte e sono la prima cosa che mi colpisce. Poi noto gli occhiali tondi, che le danno un’aria particolare, come se fosse una di quelle persone che vivono nel proprio mondo e non si accorgono di quanto attirino l’attenzione.
Indossa una camicetta bianca a righe azzurre, leggera, un po’ sbottonata. La stoffa si muove piano con il respiro, lasciando intravedere la curva del seno che non è grande, ma pieno, sodo, con quella naturalezza che non ha bisogno di esagerare per farsi notare. È una cosa piccola, ma mi blocca lo sguardo. Ogni tanto lei si aggiusta la camicetta, senza pensarci, e in quel gesto c’è qualcosa di incredibilmente umano, quasi intimo.
La gonna marrone le arriva a metà coscia e da lì in giù la pelle è nuda, liscia, illuminata dai neon tremolanti. Le gambe sono affusolate, le ginocchia unite, e più in basso i piedi poggiano leggeri, con un piccolo tacco che le lascia la caviglia scoperta. È un dettaglio minuscolo, ma riesce comunque ad attirarmi, come se ogni parte di lei avesse un suo modo di farsi notare senza cercarlo davvero.
Sta lì, assorta nel telefono, forse ignara del fatto che qualcuno la sta guardando come si guarda una visione. E io, seduto di fronte, mi sento quasi ridicolo, ma non riesco a smettere.
C’è qualcosa in lei che mi colpisce al punto da farmi dimenticare tutto il resto.
Non è solo bellezza, è presenza.
Mi perdo a fissarla e a un tratto lei alza lo sguardo, che poco prima era perso nel telefono, mi guarda e sorride, io distolgo lo sguardo, ma cavolo quanto è bella.
Sceso dalla metro mi maledico, non la rivedrò mai più e ho passato tutto il tempo a guardarla, dovevo parlarle. Questo penso per tutto il tempo, ma il destino a volte è strano.
Il giorno dopo arrivato in stazione, la vedo aspettare il treno, il modo di vestire è sempre lo stesso e come il giorno prima mi incanta. Mi butto tra la gente solo per potermi assicurare il posto davanti a lei. Questa diventa la mia nuova routine.
Ogni giorno corro solo per vederla, è diventata la protagonista degli scarabocchi sul mio quadernino e anche dei miei sogni più intimi, ma purtroppo è ancora solo un sogno lontano.
Il nostro rapporto resta lo stesso all’incirca per due settimane, io la guardo come un maniaco e lei mi sorride, niente di più, finché un giorno, perso nel disegnarla, mi distraggo e finisco per uscire di corsa dal treno, non mi ero reso conto di essere arrivato e nella fretta il quadernino che avevo rapidamente messo nella tasca della giacca scivola e io non me ne accorgo.
Quando me ne rendo conto mi dispero, su quel quaderno c’erano appunti di lavoro, idee e mille cose importanti, come potevo averlo perso!
Speravo davvero di averlo perso a casa, ma chiaramente non è così, il giorno dopo andando al lavoro esamino attentamente tutta la strada che faccio da casa alla metro, nella speranza di averlo perso lì e di trovarlo per terra, ma non succede, oramai ho perso le speranza.
Vivo la mia giornata con amarezza e nel viaggio del ritorno, dopo aver fatto la mia solita corsa per sedermi di fronte a lei, non so cosa fare per passare il tempo, ma, a un certo punto lei si alza e viene verso di me.
Cosa cavolo sta succedendo?
“scusami, ieri hai lasciato questo sul sedile.” mi dice porgendomi il mio quadernino, cavolo aveva una voce dolcissima, sembra così gentile.
“cavolo grazie!” le dico prendendolo con un ritrovato entusiasmo. “mi hai davvero salvato! Questo quaderno è pieno di cose importanti.”
“l’ho notato sai!” dice sorridendo e tornando al suo posto come nulla fosse.
Lo ha aperto. Inizialmente non ci penso troppo, poi noto la sua scollatura, questa volta c’è un bottone sbottonato in più, l’intimo di pizzo nero che indossa è chiaramente visibile, in quel momento realizzo!
Il mio quaderno era pieno di suoi disegni, in quasi tutti il suo seno è totalmente scoperto e in molti è totalmente nuda in pose, beh molto provocanti.
Arrossisco immediatamente, probabilmente aveva letto la mia nota vicino all’ultimo disegno, avevo scritto “pagherei oro solo per poter vedere un bottone in meno” e lei mi aveva assecondato e ora è difronte a me, Il cuore mi salta un battito, Per un istante non capisco se sto sognando
Questo pensiero ha infestato la mia testa per tutta la sera. Mi sono dato un piacere così intenso la notte solo a pensare a quel seno leggermente scoperto ed è proprio in questo frangente che ho avuto un’idea. Non poteva essere stata una coincidenza, Devo osare di più. Il pensiero mi brucia dentro, più forte del desiderio stesso.
Passo la notte in bianco, la disegno con una delle sue classiche camicie, ma sotto nessun reggiseno, il disegno volutamente esagerato con la camicia abbastanza aperta da mostrare i suoi capezzoli e come nota ci scrivo “forse dovrebbero respirare di più”.
Più si avvicinava l’ora di dargli questo foglio, più il dubbio e il timore di una denuncia riecheggia nella mia testa. Quando finalmente la vedo come ogni giorno, noto che sbottona il bottone della camicia non appena mi vede arrivare, mi sembra sempre più chiaro, è il momento di rischiare.
Faccio tutto il viaggio come al solito e prima di uscire, di sfuggita le porgo questo bigliettino, senza dire nulla, uscendo dalla metro in silenzio e con il cuore che palpita.
La fantasia inizia a volare, nelle 24 ore successive, mi tirerà uno schiaffo o vedrò quel seno che tanto desidero? L’attesa è snervante e quando finalmente esco dal lavoro il sangue ribolle, la mia virilità cresce stretta contro il pantalone e io cammino facendo finta di nulla.
Come al solito lei è già lì, aspetta il treno, ma indossa una giacca, non riesco a vedere se indossa o meno il reggiseno. Aspetto pazientemente di entrare e mettermi di fronte a lei, eccitato come non mai.
Quando finalmente quel momento arriva, la delusione si accende nei miei occhi a vedere la giacca chiusa, a quanto pare era semplicemente tutto nella mia testa, penso mettendo il muso sul quadernino, ma dopo poco noto un movimento con la coda dell’occhio, si sta sbottonando la giacca e subito dopo si stiracchia ed è lì che lo vedo, non indossa nulla sotto, stiracchiandosi il seno era ben visibile, mi sentivo come se ci fossimo solo io e lei in quel treno.
Passo tutto il tempo a guardarla, mentre chiaramente si muoveva apposta in modo provocante per mostrarmi sempre di più il seno. Lo spettacolo nella mia testa dura troppo poco, la mia fermata sembra arrivare fin troppo velocemente e nell’esatto momento in cui mi alzo e le passo avanti mi afferra il braccio.
“ieri hai dimenticato questo” dice porgendomi il foglio di ieri ben piegato. Un sorriso malizioso si accende sul suo volto mentre lo dice e poi mi lascia andare.
Io la ringrazio, rosso come un pomodoro ed eccitato, non vedevo di andare a casa a darmi piacere su tutto quello che avevo visto oggi.
Corsi letteralmente a casa e quando posai il foglio sulla scrivania, notai qualcosa all’interno, lo aprii e vidi una polaroid girata, con scritto “uno spunto per i tuoi disegni.”
La giro di scatto e quando la vedo resto a bocca aperta, questa polaroid la ritrae davanti allo specchio, una mano tiene la fotocamera mentre con l’altra mette un dito tra i denti, facendo un'espressione incredibilmente sexy, ma non è la portata principale, quella è il seno nudo esposto senza censure, i capezzoli visivamente duri che mi fanno venire una voglia di succhiarli e un sottile intimo di pizzo a coprire la sua intimità.
I bottoni del mio pantalone insieme al mio cuore scoppiano, immediatamente mi trovo a darmi piacere su quella foto e cavolo se è eccitante. Prima avevo tanti dubbi, ma ora è chiaro, lei mi vuole ed è arrivato il momento di fare la prima mossa.
Il giorno dopo va tutto come sempre, ma questa volta, mi siedo accanto a lei. Sono pronto a rompere questa maledetta routine, lei indossa i soliti vestiti, sento il suo buon profumo che non fa altro che eccitarmi ancor di più. Lei non perde tempo, si gira verso di me e mi guarda.
“è uno strano posto per fare conoscenze non credi?” mi dice con tono fermo e seducente.
Io le poggio una mano sulla coscia, senza scrupolo. “è vero. Ma l’importante è averti conosciuta” le dico cercando di sembrare affascinante e seducente.
Lei abbassa lo sguardo sulla mia mano con un'espressione sorpresa. “sei molto diretto vedo. Cosa ti fa pensare che io sia interessata a conoscerti?” la sua voce è bassa, quasi un sussurro, mentre osserva gli altri passeggeri per assicurarsi che nessuno ci stia guardando.
“diciamo che ho avuto questa impressione.”
Alza un sopracciglio e un sorriso ironico le spunta sul volto, mentre la sua mano si sposta vicino alla mia. “e come ti avrei dato questa impressione?” dice con un finto tono ingenuo.
Io mi avvicino con la bocca al suo orecchio. “credo che la foto di ieri fosse un bel indizio” le sussurro mentre le accarezzo la coscia salendo sempre più su.
Sorride, un sorriso divertito e carico di malizia, la sua gamba si muove verso la mia. “io non ricordo nessuna foto” abbassa la voce, mentre con lo sguardo mi studia con curiosità. “qui sei tu quello che mi guarda sempre, non io.”
“quindi se non ti interesso, immagino ti dia fastidio se faccio così” dico spostando lentamente la mia mano sotto la sua gonna, iniziando a sfiorare la sua intimità attraverso quel sottile intimo che sentivo.
Trattiene il respiro per un istante, le sue pupille si dilatano leggermente. Guarda la mia mano sotto la gonna e poi mi fissa negli occhi. “io non ho mai detto che non mi interessa...” la sua voce è appena udibile, mentre il suo corpo si irrigidisce per il momento di tensione.
Non risponde, inizio a darle piacere lentamente, mi muovo piano cercando di non far vedere a occhi esterni cosa succede sotto la gonna.
Lei sussulta al mio tocco, le sue labbra si schiudono in un respiro trattenuto. guarda rapidamente intorno a noi per assicurarsi che nessuno stia guardando. “sei audace...ma non dovremmo farlo qui.” nonostante le parole, non si allontana. Il suo corpo la tradisce con un leggero tremito, è eccitata da morire.
Io mi muovo ancora più intensamente, facendo finta di non sentirla e guardando la sua espressione in estasi.
Stringe le cosce attorno alla mia mano, per poi allargarle di nuovo e farmi spazio. Un lieve gemito le sfugge dalle labbra, mentre cerca di mantenere un’espressione normale. “dio...sei impazzito cazzo?”
Sposto leggermente le sue mutandine, non curante delle sue parole, ma solo del suo corpo e la penetro con due dita, iniziando a muovermi dolcemente dentro di lei.
Sussulta violentemente, questa volta un vero gemito le sfugge dalla bocca, il suo corpo reagisce istintivamente al mio tocco e finora, sembra che nessuno ci stia guardando. “no fermo... potrebbero vederci...” ma nonostante le sue parole, il suo corpo si inarca leggermente verso di me, tradendo il desiderio che sta provando.
Io vado avanti senza sosta, iniziando a muovermi in modo sempre più deciso e intenso, nel mentre mi guardo attorno cercando di sembrare normale.
Lei trema visibilmente, il respiro diventa irregolare mentre lotta per mantenere la compostezza. Le sue guance si arrossano e gli occhi sono lucidi di piacere. “ti prego continua…sto per venire...” dice per poi mordersi inferiore per trattenere i gemiti.
Faccio ciò che chiede, mi muovo sempre più intensamente che posso, cercando di non farmi notare troppo. Ad un tratto lei si irrigidisce, le sue dita affondano nella mia gamba mentre raggiunge l’orgasmo. I suoi occhi si chiudono e il suo corpo trema incontrollabilmente, “Mmm...oh...dio!” dice riuscendo a mantenere un minimo di controllo, mentre respira affannosamente cercando di riprendersi, con le mutandine umide e le gambe ancora tremanti.
“allora ti è piaciuto? E comunque piacere, Ale” le dico mentre lentamente tiro fuori la mano dalla sua gonna, eccitato da tutto questo rischio.
Mi guarda con occhi ancora annebbiati dal piacere, il respiro ancora pesante. “è stato incredibile...ma folle!” si sistema velocemente, lanciando occhiare nervose intorno per assicurarsi che nessuno abbia notato tutto quello che è appena successo. “e comunque piacere mio, Giulia”
“bene giulia e ora cosa si fa?” le chiedo eccitato e desideroso di farla mia.
Guarda fuori cercando di capire in che stazione stiamo per fermarci, totalmente disorientata. Mi guardo con un mix di desiderio e preoccupazione poi. “non possiamo continuare qui, scendiamo alla prossima fermata, conosco un posto” la sua voce è bassa, calcolatrice, come se stesse pianificando qualcosa.
Scendiamo insieme dalla metro e io la seguo, scende rapidamente le scale della metropolitana, guardandosi indietro per assicurarsi che nessuno ci segua.
Usciamo dalla stazione e Giulia cammina con passo sicuro ma veloce, imboccando una strada laterale che porta a un edificio commerciale. Mi guida verso un’entrata secondaria. “c’è un bagno dei disabili che nessuno usa mai.” dice sbloccando la porta con una chiave che estrae dalla borsa, rivelando un corridoio buio e silenzioso.
“come fai ad avere le chiavi di questo posto?” le chiedo curioso e leggermente intimorito.
Non risponde, mi fa entrare rapidamente e poi mi trascina in questo bagno, dove c’è un’unica cabina molto spaziosa. “tu non preoccuparti e fai piano” poi si avvicina a me, poggiando la borsa sul lavandino e guardandomi con desiderio.
Io me ne frego di tutto, la sbatto contro il muro e la bacio intensamente, giulia risponde al bacio con passione bruciante, le sue mani si aggrappano alla mia camicia mentre mi tira verso di lei, i nostri corpi l’uno contro l’altro.
Le tolgo la giacca e le strappo i bottoni della camicia con foga, scoprendo finalmente quel seno che desideravo ardentemente ogni notte, inizio a succhiare i capezzoli già duri senza perdere neanche un secondo, stringendo tra le mani i suoi seni con violenza. “si...fammi tua...qui e ora...” i suoi gemiti mentre stringe le mani tra i miei capelli rendono tutto così intenso.
Una mano scende, spostandosi di nuovo sotto la gonna, mentre la mia bocca continua a succhiare e leccare freneticamente. Inizio di nuovo a darle piacere, ma questa volta non sembra bastarle. “voglio sentirti dentro di me...” continuava a ripetere e io non potevo che accontentarla.
Mi allontano e tolgo pantaloni e mutande rapidamente, mentre lei è lì che mi desidera. Finalmente nudo e con la virilità eretta, mi avvicino di nuovo a lei afferrandole una gamba e tirandola su, mentre mi struscio dolcemente sulla sua intimità
Giulia si aggrappa al mio collo mentre dolcemente penetro la sua intimità già fradicia, quando inizio a muovermi dentro di lei, emette un gemito così acuto che riempie quel bagno. “cazzo sì sì...più forte!” il suo corpo reagisce violentemente ai miei movimenti, spingendosi contro di me con abbandono e urgenza, che nel mentre le sto dando ciò che vuole muovendomi sempre più intensamente e violentemente, mentre famelico le succhio le tette.
Giulia oramai geme senza controllo mentre i miei movimenti si fanno sempre più decisi, la testa gettata contro il muro mentre viene penetrata con forza. I seni che si muovono ad ogni spinta e il capezzolo turgido nella mia bocca. È tutto maledettamente stupendo.
“non ti fermare...sto per...” mi dice mentre le sue unghie si conficcano nella mia schiena e il suo corpo trema, vicino all’orgasmo. Io a questo punto vado avanti senza sosta, sempre più violentemente.
Poi finalmente raggiunge l’apice, con un grido strozzato e il suo corpo che si contrae violentemente attorno a me. La sua intimità sembra stringersi mentre viene ripetutamente. “OH MIO DIO! ALE!” dice in piena estasi aggrappandosi a me come se stesse cadendo, completamente persa nel piacere. Io però non mi fermo, anzi, prendo il totale controllo con violenza e decisione, tentando di farla impazzire.
Giulia urla dal piacere, il suo corpo diventa sudato e trema incontrollabilmente e le sue guance sono arrossate, “non ce la faccio più...è troppo intenso!” dice mentre le sue gambe cedono leggermente, ma io continuo a tenerla ferma contro il muro, continuando senza pietà.
Inizia a singhiozzare, sopraffatta dall’intensità. Il suo viso è un misto di piacere e dolore mentre il suo corpo reagisce istintivamente alle mie spinte selvagge. “sto venendo giulia!” le dico in piena estasi e sopraffatto dall’eccitazione.
“veniamo insieme Ale!” mi risponde, le sue pareti interne si stringono con forza disumana, mentre il suo corpo trema e si contorce in estasi totale. Io nel mentre sparo tutto il mio seme caldo dentro di lei. I suoi occhi si spalancano in un misto di sorpresa e piacere estremo.
“sii...riempi la mia povera figa.” il suo respiro irregolare mentre cerca di recuperare, ma è ancora completamente sopraffatta dall’esperienza. La aiuto a sedersi sul gabinetto, estasiato dal rapporto più bello della mia vita.
Lei crolla sul water, con le gambe incapaci di sostenerla. Il suo corpo è sudato e il trucco completamente sbavato. “non mi sono mai...sentita così...” mi guarda con occhi stanchi ma soddisfatti e un leggero sorriso.
Neanche davanti alla visione del suo corpo nudo ed esausto però, riesco ad avere pietà di lei, la mia virilità è ancora dura e pronta per un altro round. Così le afferro la nuca, guidando il suo viso verso la mia erezione pulsante.
Giulia lo guarda con un mix di stupore e desiderio, ancora stordita. “non so se posso...ma lo voglio...” si avvicina esitante, le labbra leggermente aperte, pronta ad accogliermi di nuovo.
Prende la mia virilità in bocca, succhiando delicatamente mentre cerca di riprendere fiato. Le sue mani tremano leggermente sulle mie cosce.
Si impegna con passione, alternando movimenti lenti e profondi con altri più veloci. La sua lingua gioca abilmente sulla punta mentre succhia. Un gemito soffocato le sfugge mentre continua, completamente concentrata sul mio piacere.
“è bellissimo cazzo!” le dico gemendo intensamente, la mano stretta tra i suoi capelli.
Giulia accelera il ritmo sentendo le mie parole, eccitata dal mio piacere. I suoi occhi brillano di soddisfazione mentre succhia con più vigore. La sua mano accompagna i movimenti della bocca, cercando di darmi il massimo del piacere.
Ogni mio gemito la spinge ad aumentare l’intensità, i suoi occhi fissi nei miei quando finalmente spruzzo la mia passione nella sua bocca senza contenermi, mentre con la mano le tengo ferma la testa.
Giulia si ritrova colta di sorpresa, il mio seme che riempie completamente la sua gola. Cerca di deglutire tutto, gli occhi lucidi per lo sforzo. Si stacca dopo qualche secondo, respirando affannosamente, un rivolo di passione che le cola dall’angolo della bocca.
Le prendo il viso tra le mani con un pizzico di violenza e la guardo. “ma quanto sei bella” dico guardando la ragazza che avevo sottomesso, così sensuale.
Lei mi guarda con occhi pieni di gratitudine e sottomissione, le mie mani sul suo viso la fanno rabbrividire. Annuisce debolmente poi, incapace di parlare ancora, il respiro ancora irregolare mentre il mio seme scende sul suo mento.
“Da quanto non ti sentivi così?” le chiedo.
Lei si china per raccogliere la camicetta, abbassa lo sguardo e ride piano, quasi tra sé.
“Da molto” sussurra. “Il mio ragazzo… è diverso. Più delicato.”
Non serve altro.
Si riveste in silenzio, lentamente, come se ogni bottone servisse a richiudere anche quello che è successo qui dentro.
Io resto fermo, a guardarla sistemarsi la camicia, le dita che tremano appena, la pelle ancora arrossata dal calore.
Quando apre la porta e la luce fredda del corridoio filtra dentro, ho la sensazione che tutto stia già tornando alla normalità.
Lei si volta solo per un istante, e il suo sguardo ha ancora addosso qualcosa che brucia.
“Ci vediamo sul treno?” chiede a bassa voce.
“Ci vediamo sul treno.”
Poi esce.
Resto solo con l’eco dei nostri respiri e il rumore lontano della metro. E con la certezza che domani, alla stessa ora, la cercherò ancora.
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