Il ritorno della schiava

di
genere
dominazione


Nella giornata di ieri ho incontrato la mia ex, Elena, fuori da un baretto in città, non ci vedavamo da quando 4 anni fa la lasciai per dedicarmi a me. ieri aveva un vestitino rosso con la cintura a metà vita che risaltava il suo culo alto e marmoreo, i capelli erano come me li ricordavo, rossi e mossi lunghi fino al seno, una seconda piena e soda.
Appena l'ho vista da lontano ho cominciato a fantasticare di violentarla e mi sono tornate in mente tutte le cose che adoravamo fare a livello sessuale.
Mi ricordo il suo culo grande e sodo che amava essere scluacciato, i suoi capezzoli che inturgidivano all'istante quando stimolati e la sua voce addolcirsi quando veniva schiaffeggiata.
Mi sono avvicinato a lei per salutarla siccome in 4 anni immaginavo che non ci fosse più niente da parte sua. Ho capito subito di essermi sbagliato, come ha alzato il suo sguardo è passata dell'avere uno sguardo sorpreso a uno imbarazzato, è arrossita in un'istante.
Lì ho capito che era ancora ai miei piedi.
La chiacchierata diventa presto piacevole e non sembra esserci imbarazzo.
Nel parlare di vecchi ricordi non riesco a far altro che pensare a quando la inculavo senza pietà e agli schiaffi che le davo per ricevere un docile sguardo da troia indietro, prestissimo mi diventa duro come il marmo
Comincio a toccarmi un po il cazzo da sotto il tavolo ma da sopra faccio finta di niente.
Lei mi guarda con quello sguardo genuino di chi non ha grandi aspettative e decido di puntare all-in, il bar si è svuotato e noi siamo gli unici seduti fuori, coperti dalle siepe intorno e dalla porta chiusa che fa entrare nel bar, creando un ambiente intimo.
tiro fuori il cazzo durissimo e le dico di guardare sotto il tavolo lei si abbassa e io avevo prontamente la mano diretta verso i suoi capelli castani, l'ho tirata per i capelli facendola cadere dalla sedia e portandola dinanzi al mio cazzo.
La troia fa un attimo di resistenza ma io tengo salda la presa per mantenere la sua faccia sul mio cazzo, ha le mani sulle mie ginocchia e esercita lì la forza per provare a staccarsi.
Uso anche l'altra mano per portarmela al cazzo e la troia dopo un po di esitanento apre la bocca e prende il cazzo dentro, sborro immediatamente senza darle nemmeno il tempo di iniziare da quanto ero eccitato.
Non le lascio modo di indietreggiare la testa perché la tengo ben salda sul cazzo finché non è uscita ogni singola goccia di sperma che lei ingoia prontamente.
Dopo che si è svuotato anche dell'ultima goccia lo rimetto dentro e faccio per andarmene.
Lei si è rimessa a posto facendo finta di niente e ignorando l'accaduto, aveva ancora un pò del mio sperma che le colava dal labbro, non gliel'ho fatto notare poiché trovavo che le donasse.
Mi sono diretto verso l'uscita senza salutarla o proferire parola, non ha provato a trattenermi, moriva dall'imbarazzo e si sentiva una troia. Sapevo che sarebbe stata lei a cercarmi successivamente.

il giorno stesso la sera ricevo un suo messaggio, diceva di voler chiarire le cose e che non sa perché l'ha fatto, non ho visualizzato il messaggio subito. Per quello avrebbe aspettato il giorno dopo.
Le rispondo che non c'era niente che lei non volesse davvero fare e sapeva benissimo quello che avrebbe voluto. Le propongo di venire a parlarne da me per cena.
Fa la preziosa e accetta la mia richiesta chiarendo di voler solo parlare.
Quante bugie.

Il giorno dopo viene da me, molto vestita ma truccata e tutta pulita, noto subito l'anella nera sulla narice che le dicevo farmi eccitare, lo scorso giorno non ce l'aveva.
La faccio accomodare.
Ovviamente avevo preparato le varie stanze della casa per soddisfare i miei più reconditi desideri sessuali
Sul tavolo della cucina c'era solo un plug a centro tavola, sarebbe stata quella la sua cena.
Le chiedo se volesse qualcosa da bere ma rifiuta gentilmente per poi chiedere di parlare dell'accaduto.
Controbatto suggerendo di parlane a cena.
Lei accetta e ci spostiamo verso la cucina, appena vede il plug sul tavolo si gira con la faccia arrabbiata e imbarazzata al contempo.
Mi ringhia chiedendomi che idee io abbia in testa
Non le lascio il modo di dire altro che le arriva uno schiaffo in faccia
Rimane girata per un po con la faccia sconvolta e umiliata.
“Girati e metti le mani sul tavolo” le ordino
Lei si gira lentamente e appoggia le mani sul tavolo, il suo sguardo è lo sguardo della vergogna e il suo corpo è rigido, ha la pelle d'oca e i capezzoli turgidi che noto a contatto con la maglietta.
È tesa e non dice una parola, ma sento esattamente cosa vuole davvero
Mi avvicino tirandole un po indietro i capelli e mettendole l'altra mano sul collo, sento il suo battitto accelerato e il suo respiro affannarsi
Spingo il mio bacino sul suo bloccandola contro il tavolo.
Lei è muta e rigida, ansimante
Mi stacco e delicatamente mi sposto sul suo culo mantenendo una mano sui suoi capelli e bloccandole la testa in avanti, con l’altra mano sposto inidetro il suo bacino lasciandola leggermente inarcata, le alzo il vestitino nero che aveva e mi compare il suo enorme culo sodo, con addosso delle sottilissime mutande bianche. Non si intravede un pelo e da l’idea di pulito e curato.
Sento che ansima, ma lo vuole tantissimo.
le tiro uno schiaffo sonoro sul culo e lei geme come una troia, ma contemporaneamente si irrigidisce e prova dimenarsi inplorando “dai, davvero smettila ti prego”
tiro indietro i capelli mentre con l’altra mano le blocco le braccia al busto, la rispingo verso il tavolo e ce la faccio accasciare sopra, sento qualche singhiozzo ma percepisco anche il bagnato che trapassa dalle sue mutande fino ai miei pantaloni.
La posiziono supina sul tavolo ma con le gambe ancora a terra “stai ferma lì troia” le dico mentre prendo il plug da centro tavola. Sollevo di nuovo il suo vestitino e inpugno le mutande dal lato alto centrale, lei prova a mettere lì le sue mani implorando “dai ti prego no”
Le tiro verso l'alto con tutta la forza che ho le mutande e con l'altra mano le tappo la naso e bocca.
Lei sussulta e tira indietro le mani
Tiro cosi forte le mutande che le spacco e lei si mette a singhiozzare, le cala poco il trucco intorno agli occchi, le do una carezza in faccia e poi le ordino silenzio
le strappo via le mutande e al rumore che hanno fatto dal cadere in terra erano davvero bagnate.
Lei è in silenzio, freme dal desiderio di essere posseduta e di non avere responsabilità sul suo piacere, vuole che faccia tutto io secondo i miei gusti.
Sfioro la parte più bassa della coscia, dietro al ginocchio destro, e risalgo lentamente verso la sua vagina, sfioro delicatamente la zona inguinale intorno e arrivo all'ano, si restringe immediatamente ma lei non proferisce parola, solo un sussulto da troietta.
Sfioro la zona anale, è liscissima e pulita, si era preparata a dovere.
Il dito è umidissimo e lei sta producendo più liquidi che una fontana, dolcemente massaggio l'ano col plug che si inumidisce per bene.
Lei dice sotto voce "ti prego”
Sapevo esattamente cosa intendesse.
All'improvviso glielo infilo dentro senza pietà e da parte sua sento un sonoro gemito di piacere.
Rimango in silenzio senza muovermi, la osservo, ha la faccia attaccata al tavolo girata verso sinistra, lei rimane in silenzio guarda dritta verso il muro, noto imbarazzo e vergogna nel suo viso, ma vuole essere dominata.
La giro a pancia in su di scatto, È in una posizione scomodissima ha le gambe per terra e la schiena inarcata tutta all'indietro, voglio che stia scomoda.
Evita il mio contatto visivo, ha gli occhi brillanti ed umidi e fissano il soffitto.
Deve guardarmi mentre la stupro, le afferro la faccia con la mano ben serrata e le tirro due schiaffi sonori “guardami lurida troia”
Lei si gira, mi guarda giusto in tempo che le sputi sulla figa e infili il cazzo dentro senza preparazione. Geme immediatamente contraendo tutto il corpo, alza le gambe e prova a scalciare ma non riesce a sfiorarmi in quella posizione, con le mani prova a liberarsi dalla mia mano che la sta strozzando. Con l'altra mano le stringo più che posso i capezzoli.
Quei piccoli e durissimi capezzoli mi hanno sempre fatto impazzire, la sua sensibilità lì è molto alta perciò grida e si dimena ma non può fare niente. intanto il mio cazzo continua ad entrare e uscire con veemenza dalla sua figa ed io, eccitato come sono, non posso che durare un paio di minuti. So che mi tornerà duro prestissimo. prima di sborrare esco dalla figa e la butto per terra, la tiro su dai capelli mentre le sue smorfie di dolore e umiliazione si accentuano, le metto il cazzo davanti alla faccia e sborro tutto ciò Che potevo su quella faccia da troia. Si oppone e piange, ma noto che con la lingua raccoglie lo sperma depositato intorno alle labbra, ne vuole ancora.
di
scritto il
2025-08-15
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