Mi presento Sofia

di
genere
confessioni

Mi chiamo Sofia, ho venticinque anni. E sono lesbica.
Lo dico così, semplicemente, perché è la verità più solida che possiedo, il centro di gravità del mio mondo. Ogni cosa che faccio, che penso, che desidero, ruota attorno a questo nucleo incandescente.
Quando mi guardo allo specchio, vedo il riflesso di questa verità. Vedo i miei capelli, una cascata nera, liscia e lunghissima che mi solletica la schiena quando cammino. Vedo i miei occhi verdi, che sanno essere dolci ma che, più spesso, osservano, studiano, desiderano. Non mi sfugge niente. Soprattutto, non mi sfugge la bellezza dei corpi delle donne.
Il mio corpo è il mio tempio e il mio strumento. Le mie gambe sono lunghe, fatte per intrecciarsi con altre gambe. E il mio culo... be', il mio culo è un progetto. È già bello, sodo, alto. Ma io lo voglio da paura. Per questo vado in palestra. Ogni squat, ogni affondo è un atto di devozione, un modo per scolpire la forma che sento mia, per rendermi un'opera d'arte che brama di essere ammirata, toccata, stretta.
Le mie prime pennellate su questa tela le ho scoperte con lei, la mia migliore amica. Lei, bisessuale, curiosa, con un'anima affine alla mia. Insieme, in pomeriggi lenti e notti sussurrate, abbiamo scoperto cosa significasse il piacere. È stato bellissimo. Un'esplorazione innocente e profonda, un legame che l'intimità fisica ha reso indistruttibile. Siamo ancora legatissime, custodi silenziose di quei primi, preziosi segreti. Lei mi ha insegnato la fiducia, io le ho mostrato un certo tipo di desiderio.
Ora sono all'università. Studio, esco, vivo. E vado in palestra. Ed è lì, tra il clangore dei pesi e l'odore di sudore e determinazione, che il mio presente ha preso la forma di una persona.
Non so nemmeno il suo nome. So solo che quando entra lei, la stanza cambia energia. Ha le spalle forti, le braccia definite e un modo di muoversi che è pura potenza felina. E quando si mette sotto il bilanciere per fare gli squat, io non riesco a togliere gli occhi da lei. Guardo il suo riflesso nello specchio, guardo la tensione dei suoi muscoli, e la mia mente parte. Solo a pensarla, a fantasticare su come sarebbe prenderla per i fianchi mentre si allena, mi si bagna tutta la figa. Un calore umido che mi ricorda che il mio corpo è sempre pronto, sempre in attesa.
Quando torno a casa, questo desiderio ha bisogno di una valvola di sfogo. Accendo il computer. I miei territori sono i porno lesbo, dove studio i movimenti, i sospiri, la passione tra due donne. Dildo che affondano lenti e poi veloci, dita che sanno esattamente dove andare.
Ma la mia vera tana del coniglio sono gli hentai. Specialmente quelli. Quelli dove la protagonista, spesso legata, viene avvolta, esplorata, posseduta da tentacoli. Tentacoli che la penetrano da tutte le parti, in ogni orifizio, senza sosta. C'è qualcosa in quella resa totale, in quel piacere travolgente e quasi disumano che mi manda fuori di testa. Tante volte, chiudo gli occhi e fantastico di essere io, quella protagonista. Sento la pressione ovunque, un piacere così immenso da annullare il pensiero, e mi masturbo fino a gridare.
Ecco chi sono. Un groviglio di disciplina e fantasie sfrenate, di ricordi dolci e desideri predatori.
E questo è il mio spazio. Qui, voglio scrivere. Voglio trasformare le mie esperienze – quelle passate, quelle che sto vivendo ora con lo sguardo, e quelle che sogno di vivere in futuro – in racconti. Storie erotiche che siano oneste, crude e bellissime come le sento io. Questa è la mia presentazione. E questa è solo la prima pagina.
di
scritto il
2025-08-07
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