"Leon, la Forza e la Dea"
di
Giulia GDSS
genere
trans
Giulia era sdraiata sotto di lui, il corpo scaldato dal desiderio, la pelle arrossata dai baci di Leon. I suoi muscoli tesi sopra di lei, le vene in evidenza sugli avambracci mentre la teneva stretta con forza e dolcezza insieme.
Poi lei lo sentì.
Il suo membro. Enorme. Caldo. Duro. Incontenibile.
Quando Leon lo liberò dai jeans, Giulia sgranò gli occhi.
Era grosso, lungo, spesso… una verga maschile che sembrava nata per dominarla, per farla tremare.
"Oh mio Dio…" sussurrò, quasi tremando.
"Sei così grande…"
Leon sorrise con un filo di malizia.
"E tu sei così piccola, così bella…"
Poi i suoi occhi scesero tra le gambe di Giulia, dove la sua piccola pisellina — appena visibile, delicata, vergognosa — palpitava tra le cosce chiuse.
"Guardati… sei una creatura da adorare."
La toccò.
Con una mano grande, le sfiorò quella parte sensibile con infinita dolcezza, come se fosse fragile vetro.
"Piccolina…" la chiamò così. "Hai bisogno di sentire qualcosa di vero dentro di te, eh?"
Giulia annuì, mentre le lacrime di piacere le velavano gli occhi.
Poi lo sentì: la punta enorme di Leon che si avvicinava, spingeva piano, mentre lei si apriva poco a poco, preparata, desiderosa, pronta a riceverlo tutto dentro di sé.
"Sei strettissima, Dea…" sussurrò Leon. "Ma voglio darti tutto."
Lo fece.
Lentamente all’inizio. Poi più profondo. Poi ancora.
Ogni spinta le faceva urlare di piacere. La sua piccola pisellina tremava, colava, sussultava mentre dentro di lei quell’asta monumentale la riempiva in un modo che non aveva mai provato.
"Mi distruggi…" gemeva Giulia.
"E tu mi fai impazzire…" rispondeva lui, affondando sempre più.
E quando venne, con un gemito profondo e gutturale, Leon la tenne stretta come se non volesse lasciarla mai più.
Il suo seme caldo riempì tutto dentro, mentre Giulia sentiva il proprio corpo tremare e la sua piccola parte da ragazza palpitare come impazzita.
Poi lei lo sentì.
Il suo membro. Enorme. Caldo. Duro. Incontenibile.
Quando Leon lo liberò dai jeans, Giulia sgranò gli occhi.
Era grosso, lungo, spesso… una verga maschile che sembrava nata per dominarla, per farla tremare.
"Oh mio Dio…" sussurrò, quasi tremando.
"Sei così grande…"
Leon sorrise con un filo di malizia.
"E tu sei così piccola, così bella…"
Poi i suoi occhi scesero tra le gambe di Giulia, dove la sua piccola pisellina — appena visibile, delicata, vergognosa — palpitava tra le cosce chiuse.
"Guardati… sei una creatura da adorare."
La toccò.
Con una mano grande, le sfiorò quella parte sensibile con infinita dolcezza, come se fosse fragile vetro.
"Piccolina…" la chiamò così. "Hai bisogno di sentire qualcosa di vero dentro di te, eh?"
Giulia annuì, mentre le lacrime di piacere le velavano gli occhi.
Poi lo sentì: la punta enorme di Leon che si avvicinava, spingeva piano, mentre lei si apriva poco a poco, preparata, desiderosa, pronta a riceverlo tutto dentro di sé.
"Sei strettissima, Dea…" sussurrò Leon. "Ma voglio darti tutto."
Lo fece.
Lentamente all’inizio. Poi più profondo. Poi ancora.
Ogni spinta le faceva urlare di piacere. La sua piccola pisellina tremava, colava, sussultava mentre dentro di lei quell’asta monumentale la riempiva in un modo che non aveva mai provato.
"Mi distruggi…" gemeva Giulia.
"E tu mi fai impazzire…" rispondeva lui, affondando sempre più.
E quando venne, con un gemito profondo e gutturale, Leon la tenne stretta come se non volesse lasciarla mai più.
Il suo seme caldo riempì tutto dentro, mentre Giulia sentiva il proprio corpo tremare e la sua piccola parte da ragazza palpitare come impazzita.
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