Quel caldo e inaspettato pomeriggio...
di
EdwardCullen99
genere
incesti
Era un pomeriggio dell'Estate 2023 ed ero impegnato nella preparazione di un viaggio con dei miei amici in Spagna.
Tra i vari preparativi degli ultimi giorni decido di contattare mia zia, in quel periodo casalinga, ma impiegata per una decina d'anni come massaggiatrice ed estetista in un centro benessere.
Lei mi aveva sempre detto di chiamarla quando avessi bisogno di cerette, massaggi o altro e che mi avrebbe tranquillamente ricevuto a casa. "Per mio nipote questo e altro", scherzava sempre.
Necessario preambolo per questa storia è che mia zia ha cinquantasei anni, è divorziata da dieci ed è abbastanza incline a lasciarsi andare a battutine disinibite nei confronti di uomini e ragazzi. È caratterialmente molto estroversa e diretta.
Aveva più volte ribadito, scherzando, il suo apprezzamento nei miei confronti da un punto di vista estetico, alla presenza di terze persone.
"Questo è mio nipote, guardate che bel ragazzo, ogni volta che lo incontro è con una ragazza diversa, gli vanno tutte dietro, chissà cosa combini..." diceva sempre con quel suo sguardo vispo, sistematicamente toccandomi spalle o petto.
Lo faceva per scherzare, ma una volta si lasciò andare a questi complimenti anche di fronte a due miei amici, imbarazzandomi non poco.
Io sono consapevole di essere un ragazzo carino, sono alto 1.80 circa, ho sempre fatto sport agonistico quindi ho un fisico abbastanza atletico(ma non esageratamente muscoloso), non mi posso lamentare riguardo le mie esperienze con il genere femminile, ma non sono affatto riconosciuto come tombeur des femmes.
Tornando invece a mia zia, lei nonostante l' avanzare degli anni si mantiene divinamente: è alta 1.68 circa, capelli tra il rosso e il castano sempre curati, culo sodo, ma soprattutto due tette enormi che ama mostrare con disivoltura in occasioni pubbliche, esibendo abbondanti scollature e vestiti attillati.
Quella settimana prendemmo appuntamento per un Venerdì alle 18, la ricordo come una delle giornate più calde del Luglio di quell' anno.
Suonai al campanello e lei mi accolse, come al solito con uno dei suoi abbracci vigorosi, stringendomi al petto.
Sentii, come al solito, le sue tette sbattermi addosso e la sua voce ferma: "Ciao amore, come stai? Fatti dare un bacio.
Oggi fa davvero caldissimo, perdonami se ti accolgo in canotta..."
"E quando mai...", pensai tra me e me. Ogni volta che andavo da lei mi interrogavo su quanti uomini accogliesse per lavoro e con chissà quanti si sia divertita negli anni a mostrarsi e a farsi desiderare.
Troncavo abbastanza subito queste fantasie, che mi sembravano appunto solo tali, e tornavo rapidamente "sulla terra".
Quel giorno mi fece accomodare in casa, come al solito mi preparò un caffè e cominciò a parlarmi dei suoi programmi, di quanto fosse stanca di dover badare a tutto da sola ( i suoi due figli, miei cugini, sono sempre lontani per lavoro) e di quanto le sembrasse strano non aver trovato un compagno stabile negli anni, dopo la separazione dal marito.
"Ma che ci vuoi fa', io so fatta così. Sono vagabondiera, mi piace cambiare, non legarmi, sono sicura che capisci a cosa mi riferisco...".
Spaziava da un lato all' altro della cucina con questo tono sempre allusivo e ammiccante.
Io ero già, come al solito, in difficoltà. Cercavo di evitare che si accorgesse che la stessi costantemente fissando, ripensando alle mie fantasie in età adolescenziale.
Lo confesso, capitava spessissimo che dopo un pomeriggio estivo, magari al mare o in villa, in cui era in costume o con uno dei suoi vestiti scollati, mi chiudessi in bagno dedicandole seghe appassionate, regolarmente con il cellulare sul suo profilo social, su cui amava mostrarsi con foto che, mi comprenderete, erano davvero irresistibili per un ragazzino tra i 13 e i 15 anni, nel pieno della scoperta del "gentil sesso".
Quel giorno il corpo e lo sguardo avevano un fascino particolare, ma la ciliegina sulla torta era rappresentata da due strabordanti seni, faticosamente contenuti in quella canotta nera.
Aveva appena rifatto il colore ai capelli e non nascondo che la combo outfit più acconciatura le dava, ancora più del solito, quel tocco di aggressività tipica delle MILF.
Arriva l' ora del massaggio.
Avevo un leggero accavallamento di un nervo del collo, forse dovuto all' eccessiva aria condizionata.
La zia cominciò a massaggiarmi delicatamente, ma dopo 2-3 minuti si stoppò:"Devi levarti la maglietta, altrimenti non riesco a lavorare per bene. E che cavolo, dai. Fa pure caldo oggi." sghignazzò.
Subito comincia a provocare, pensai.
Mi tolsi la maglietta, la ripresa del massaggio, con il suo seno che mi sfiorava i capelli e che sentivo "muoversi" alle sue spalle, mi provocò la prima erezione.
Provai in tutti i modi a farla cessare, in ragione dei miek pantaloni di lino bianchi che avrebbero reso vani i tentativi di celare i movimenti in atto lì sotto.
Il massaggio andò avanti per qualche minuto, la sua voce delicata: "Stai meglio, ora? Ma che bravo e bel ragazzo che sei...". Mi costringeva a trattenere le pulsioni altamente erotiche emanate da quella situazione, era davvero sfiancante...
La zia fece un giro attorno a me e mi porse un bicchiere d'acqua.
"adesso in sala per la ceretta. Comincia a stenderti sul tavolo."
Il rito della ceretta era, sistematicamente, il momento più difficile.
La mia necessità di isolare anche le parti intime costringeva mia zia ad operare solo dopo che io mi fossi tolto le mutande.
Non c'era vergogna, lo aveva fatto tante volte, ma con la mia crescita e sviluppo diventava magari un po' più imbarazzante.
Quella sera il rito cominciò come al solito, dall' alto verso il basso.
"Dimmi se ti faccio male", mi ripeteva prima di strappare i consueti cerotti bianchi.
Ma, al contrario, il fatto che fosse lei a provocarmi quella sensazione di dolore suscitava in me piaceri non trascurabili.
Lei strappava e ricominciava, strappava e ricominciava.
Nel frattempo, a causa delle temperature elevate, si fermava per asciugarsi il sudore con un fazzoletto. Sul petto, sulle braccia, in faccia : gioia per gli occhi.
Qualsiasi suo movimento sembrava dettato dalla voglia di suscitare pulsioni erotiche.
Il mio sguardo non riusciva a staccarsi dalla sua scollatura.
Cominciai vistosamente ad essere in erezione, non mi era mai capitato così.
Mia zia fece finta di niente per quattro -cinque minuti, poi, non so quanto intenzionalmente, arrivò a sfiorare con la mano sinistra il mio membro, per "strappare" nell' interno coscia.
"Oddio, scusami, che cosa sto combinando..." scoppiò in una fragorosa risata a bocca aperta, che mi fece cedere completamente.
Il mio cazzo si drizzò completamente e cominciò a far fuoriuscire goccine di liquido seminale.
Lei fissò il mio membro per alcuni secondi, si avvicinò, e con quella sua inconfondibile espressività "vogliosa", mi disse:
"Eh ma qui mi sa che dobbiamo rimediare. Non possiamo andare avanti così, ah? Guarda come ti è diventato, che dici?". La risata si trasformò in un sorriso furbesco.
Le avvicinai la sua mano destra al cazzo, tremavo tanta era l' eccitazione.
Lei mi fissò dritto negli occhi e si, lo prese in mano. Mi sembrava un sogno ad occhi aperti.
Prese ad andare su e giù. Le tette ballonzolavano tra la scollatura, comincio a ripetere, insistente:
"Ma guarda come stavi arrapato, volevi proprio che ti facessi una sega, eh?"
Io ero davvero in estasi, riuscii a balbettare solo: "Si...si zia...ma vai piano..."
"Si vado piano, figurati. Chissà quante seghe ti sei fatto su di me fino ad oggi, vero?
Guarda tu se dovevo far diventare un porco persino mio nipote...ma le ragazze della tua età non te le fanno le seghe?"
Con una mano mi massaggiava veementemente il cazzo e nel frattempo passava l' altra dal mio culo agli addominali, dalle braccia a alle cosce. Ero in visibilio.
Mi lasciai andare sul divano, lei mi seguí e cominciò a spogliarmi, baciandomi il petto e il collo.
Prese a leccarmi prima i capezzoli, poi la pancia e poi...si inginocchiò.
Mi fissò dritto negli occhi e cominciò a farmi uno dei migliori pompini che abbia mai ricevuto.
Succhiava andando avanti e dietro, prima lentamente e poi più intensamente.
Si legò i capelli e nel frattempo si toccava tra le parti intime.
Ero davvero dal limite, stavo per venire. Lei se ne accorse mi ordinò: "Adesso devi spogliare me, lo so che non aspetti altro."
Si girò e si piegò sensualmente sul tavolo, mantenendo il contatto visivo da maiala...
Quelle parole mi fecero scattare, mi alzai violentemente dal divano, la afferrai dal sedere e la sbattei vigorosamente sulla porta del salotto, suscitando un gemito di piacere da parte sua.
"Puttana...una troiona sei, non hai fatto altro che provocarmi tutto il pomeriggio", le dissi, esausto, schiaffeggiandole il sedere.
Le infilai le mie due dita destre tra le mutande, accarezzando le labbra vaginali, cominciava a bagnarsi.
"Ma guarda come ti piace essere sbattuta, eh?
Persino da tuo nipote..."
"Si, però continua dai, dai che mi sto bagnando...spogliami!" gridò.
Non me lo feci ripetere due volte, le sfilai la canotta e la vista di quelle enormi tette, con un sensualissimo reggiseno nero, mi diede la spinta definitiva.
La leccai con forza, mentre lei mi spingeva la testa fra quelle due mongolfiere, e con la mano destra continuavo il ditalino.
Eravamo avvinghiati, in preda ai reciproci istinti, ripetendoci sconcerie di ogni tipo, in barba ai rapporti familiari esistenti.
In preda ad un' erezione ormai incontrollabile le sfilai definitivamente le mutandine e inserii il cazzo nella sua figa pelosa.
Premevo, andavo forte e lei ansimava, gemeva, mi pregava di continuare:
"Madonna vai più forte, cazzo.
Sei proprio un maiale, dai. Spingi più forte, maiale che non sei altro..."
"Certo zia, prima però dimmi che sei una troia, dimmelo, mi ha sempre fatto impazzire la tua voce..."
"ma certo, amore. Sono una troia, la tua porcona, speravo da un sacco di tempo di farmi scopare da te.. porco, sei un porco..."
Quelle parole e quel suo ritmo ondulatorio esperto, mi fecero crollare.
Arrivai al culmine , pronto a sborrare, mi sfilai, non prima che lei aggiungesse: "Sborrami sulle tette, mi vuoi sborrare sulle tettone?." Si inginocchiò nuovamente e riprese a succhiarmelo, non feci in tempo a tirarlo fuori dalla sua bocca...venni copiosamente sulle sue guance.
Lei attese il liquido caldo a bocca aperta, come in un film porno.
Era palese ci sapesse fare abbondantemente e che, evidentemente,non fossi il primo cliente a cui aveva riservato questo "trattamento extra"😜
Tra i vari preparativi degli ultimi giorni decido di contattare mia zia, in quel periodo casalinga, ma impiegata per una decina d'anni come massaggiatrice ed estetista in un centro benessere.
Lei mi aveva sempre detto di chiamarla quando avessi bisogno di cerette, massaggi o altro e che mi avrebbe tranquillamente ricevuto a casa. "Per mio nipote questo e altro", scherzava sempre.
Necessario preambolo per questa storia è che mia zia ha cinquantasei anni, è divorziata da dieci ed è abbastanza incline a lasciarsi andare a battutine disinibite nei confronti di uomini e ragazzi. È caratterialmente molto estroversa e diretta.
Aveva più volte ribadito, scherzando, il suo apprezzamento nei miei confronti da un punto di vista estetico, alla presenza di terze persone.
"Questo è mio nipote, guardate che bel ragazzo, ogni volta che lo incontro è con una ragazza diversa, gli vanno tutte dietro, chissà cosa combini..." diceva sempre con quel suo sguardo vispo, sistematicamente toccandomi spalle o petto.
Lo faceva per scherzare, ma una volta si lasciò andare a questi complimenti anche di fronte a due miei amici, imbarazzandomi non poco.
Io sono consapevole di essere un ragazzo carino, sono alto 1.80 circa, ho sempre fatto sport agonistico quindi ho un fisico abbastanza atletico(ma non esageratamente muscoloso), non mi posso lamentare riguardo le mie esperienze con il genere femminile, ma non sono affatto riconosciuto come tombeur des femmes.
Tornando invece a mia zia, lei nonostante l' avanzare degli anni si mantiene divinamente: è alta 1.68 circa, capelli tra il rosso e il castano sempre curati, culo sodo, ma soprattutto due tette enormi che ama mostrare con disivoltura in occasioni pubbliche, esibendo abbondanti scollature e vestiti attillati.
Quella settimana prendemmo appuntamento per un Venerdì alle 18, la ricordo come una delle giornate più calde del Luglio di quell' anno.
Suonai al campanello e lei mi accolse, come al solito con uno dei suoi abbracci vigorosi, stringendomi al petto.
Sentii, come al solito, le sue tette sbattermi addosso e la sua voce ferma: "Ciao amore, come stai? Fatti dare un bacio.
Oggi fa davvero caldissimo, perdonami se ti accolgo in canotta..."
"E quando mai...", pensai tra me e me. Ogni volta che andavo da lei mi interrogavo su quanti uomini accogliesse per lavoro e con chissà quanti si sia divertita negli anni a mostrarsi e a farsi desiderare.
Troncavo abbastanza subito queste fantasie, che mi sembravano appunto solo tali, e tornavo rapidamente "sulla terra".
Quel giorno mi fece accomodare in casa, come al solito mi preparò un caffè e cominciò a parlarmi dei suoi programmi, di quanto fosse stanca di dover badare a tutto da sola ( i suoi due figli, miei cugini, sono sempre lontani per lavoro) e di quanto le sembrasse strano non aver trovato un compagno stabile negli anni, dopo la separazione dal marito.
"Ma che ci vuoi fa', io so fatta così. Sono vagabondiera, mi piace cambiare, non legarmi, sono sicura che capisci a cosa mi riferisco...".
Spaziava da un lato all' altro della cucina con questo tono sempre allusivo e ammiccante.
Io ero già, come al solito, in difficoltà. Cercavo di evitare che si accorgesse che la stessi costantemente fissando, ripensando alle mie fantasie in età adolescenziale.
Lo confesso, capitava spessissimo che dopo un pomeriggio estivo, magari al mare o in villa, in cui era in costume o con uno dei suoi vestiti scollati, mi chiudessi in bagno dedicandole seghe appassionate, regolarmente con il cellulare sul suo profilo social, su cui amava mostrarsi con foto che, mi comprenderete, erano davvero irresistibili per un ragazzino tra i 13 e i 15 anni, nel pieno della scoperta del "gentil sesso".
Quel giorno il corpo e lo sguardo avevano un fascino particolare, ma la ciliegina sulla torta era rappresentata da due strabordanti seni, faticosamente contenuti in quella canotta nera.
Aveva appena rifatto il colore ai capelli e non nascondo che la combo outfit più acconciatura le dava, ancora più del solito, quel tocco di aggressività tipica delle MILF.
Arriva l' ora del massaggio.
Avevo un leggero accavallamento di un nervo del collo, forse dovuto all' eccessiva aria condizionata.
La zia cominciò a massaggiarmi delicatamente, ma dopo 2-3 minuti si stoppò:"Devi levarti la maglietta, altrimenti non riesco a lavorare per bene. E che cavolo, dai. Fa pure caldo oggi." sghignazzò.
Subito comincia a provocare, pensai.
Mi tolsi la maglietta, la ripresa del massaggio, con il suo seno che mi sfiorava i capelli e che sentivo "muoversi" alle sue spalle, mi provocò la prima erezione.
Provai in tutti i modi a farla cessare, in ragione dei miek pantaloni di lino bianchi che avrebbero reso vani i tentativi di celare i movimenti in atto lì sotto.
Il massaggio andò avanti per qualche minuto, la sua voce delicata: "Stai meglio, ora? Ma che bravo e bel ragazzo che sei...". Mi costringeva a trattenere le pulsioni altamente erotiche emanate da quella situazione, era davvero sfiancante...
La zia fece un giro attorno a me e mi porse un bicchiere d'acqua.
"adesso in sala per la ceretta. Comincia a stenderti sul tavolo."
Il rito della ceretta era, sistematicamente, il momento più difficile.
La mia necessità di isolare anche le parti intime costringeva mia zia ad operare solo dopo che io mi fossi tolto le mutande.
Non c'era vergogna, lo aveva fatto tante volte, ma con la mia crescita e sviluppo diventava magari un po' più imbarazzante.
Quella sera il rito cominciò come al solito, dall' alto verso il basso.
"Dimmi se ti faccio male", mi ripeteva prima di strappare i consueti cerotti bianchi.
Ma, al contrario, il fatto che fosse lei a provocarmi quella sensazione di dolore suscitava in me piaceri non trascurabili.
Lei strappava e ricominciava, strappava e ricominciava.
Nel frattempo, a causa delle temperature elevate, si fermava per asciugarsi il sudore con un fazzoletto. Sul petto, sulle braccia, in faccia : gioia per gli occhi.
Qualsiasi suo movimento sembrava dettato dalla voglia di suscitare pulsioni erotiche.
Il mio sguardo non riusciva a staccarsi dalla sua scollatura.
Cominciai vistosamente ad essere in erezione, non mi era mai capitato così.
Mia zia fece finta di niente per quattro -cinque minuti, poi, non so quanto intenzionalmente, arrivò a sfiorare con la mano sinistra il mio membro, per "strappare" nell' interno coscia.
"Oddio, scusami, che cosa sto combinando..." scoppiò in una fragorosa risata a bocca aperta, che mi fece cedere completamente.
Il mio cazzo si drizzò completamente e cominciò a far fuoriuscire goccine di liquido seminale.
Lei fissò il mio membro per alcuni secondi, si avvicinò, e con quella sua inconfondibile espressività "vogliosa", mi disse:
"Eh ma qui mi sa che dobbiamo rimediare. Non possiamo andare avanti così, ah? Guarda come ti è diventato, che dici?". La risata si trasformò in un sorriso furbesco.
Le avvicinai la sua mano destra al cazzo, tremavo tanta era l' eccitazione.
Lei mi fissò dritto negli occhi e si, lo prese in mano. Mi sembrava un sogno ad occhi aperti.
Prese ad andare su e giù. Le tette ballonzolavano tra la scollatura, comincio a ripetere, insistente:
"Ma guarda come stavi arrapato, volevi proprio che ti facessi una sega, eh?"
Io ero davvero in estasi, riuscii a balbettare solo: "Si...si zia...ma vai piano..."
"Si vado piano, figurati. Chissà quante seghe ti sei fatto su di me fino ad oggi, vero?
Guarda tu se dovevo far diventare un porco persino mio nipote...ma le ragazze della tua età non te le fanno le seghe?"
Con una mano mi massaggiava veementemente il cazzo e nel frattempo passava l' altra dal mio culo agli addominali, dalle braccia a alle cosce. Ero in visibilio.
Mi lasciai andare sul divano, lei mi seguí e cominciò a spogliarmi, baciandomi il petto e il collo.
Prese a leccarmi prima i capezzoli, poi la pancia e poi...si inginocchiò.
Mi fissò dritto negli occhi e cominciò a farmi uno dei migliori pompini che abbia mai ricevuto.
Succhiava andando avanti e dietro, prima lentamente e poi più intensamente.
Si legò i capelli e nel frattempo si toccava tra le parti intime.
Ero davvero dal limite, stavo per venire. Lei se ne accorse mi ordinò: "Adesso devi spogliare me, lo so che non aspetti altro."
Si girò e si piegò sensualmente sul tavolo, mantenendo il contatto visivo da maiala...
Quelle parole mi fecero scattare, mi alzai violentemente dal divano, la afferrai dal sedere e la sbattei vigorosamente sulla porta del salotto, suscitando un gemito di piacere da parte sua.
"Puttana...una troiona sei, non hai fatto altro che provocarmi tutto il pomeriggio", le dissi, esausto, schiaffeggiandole il sedere.
Le infilai le mie due dita destre tra le mutande, accarezzando le labbra vaginali, cominciava a bagnarsi.
"Ma guarda come ti piace essere sbattuta, eh?
Persino da tuo nipote..."
"Si, però continua dai, dai che mi sto bagnando...spogliami!" gridò.
Non me lo feci ripetere due volte, le sfilai la canotta e la vista di quelle enormi tette, con un sensualissimo reggiseno nero, mi diede la spinta definitiva.
La leccai con forza, mentre lei mi spingeva la testa fra quelle due mongolfiere, e con la mano destra continuavo il ditalino.
Eravamo avvinghiati, in preda ai reciproci istinti, ripetendoci sconcerie di ogni tipo, in barba ai rapporti familiari esistenti.
In preda ad un' erezione ormai incontrollabile le sfilai definitivamente le mutandine e inserii il cazzo nella sua figa pelosa.
Premevo, andavo forte e lei ansimava, gemeva, mi pregava di continuare:
"Madonna vai più forte, cazzo.
Sei proprio un maiale, dai. Spingi più forte, maiale che non sei altro..."
"Certo zia, prima però dimmi che sei una troia, dimmelo, mi ha sempre fatto impazzire la tua voce..."
"ma certo, amore. Sono una troia, la tua porcona, speravo da un sacco di tempo di farmi scopare da te.. porco, sei un porco..."
Quelle parole e quel suo ritmo ondulatorio esperto, mi fecero crollare.
Arrivai al culmine , pronto a sborrare, mi sfilai, non prima che lei aggiungesse: "Sborrami sulle tette, mi vuoi sborrare sulle tettone?." Si inginocchiò nuovamente e riprese a succhiarmelo, non feci in tempo a tirarlo fuori dalla sua bocca...venni copiosamente sulle sue guance.
Lei attese il liquido caldo a bocca aperta, come in un film porno.
Era palese ci sapesse fare abbondantemente e che, evidentemente,non fossi il primo cliente a cui aveva riservato questo "trattamento extra"😜
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