La mia prima volta: la puttana di mistress Key
di
Ferdinando88
genere
prime esperienze
LA MIA PRIMA VOLTA: LA PUTTANA DI MISTRESS KEY
Premessa: il racconto è un racconto autobiografico che descrive fatti realmente accaduti. Tutti i fatti sono stati eseguiti mettendo al primo posto la regola principale del BDSM cioè l’”SSC” (sicuro, sano e consensuale). Ogni dildo, pene finto, strano è stato protetto SEMPRE con preservativi e sono state adottate tutte le precauzioni necessarie per ogni pratica messa in atto.
Ora iniziamo
“Quando arrivi vicino al cancello fai uno squillo e ti aprirò”.
Si proprio così inizia la mia prima volta.
Ormai rassegnato a non trovare una mistress nella mia zona, perdo le speranze, d’altronde in Sicilia il mondo BDSM è totalmente un tabù, quindi pensa tu se riuscirò mai a trovare mai una mistress in zona.
Questo è ciò che pensavo fino a quell’annuncio, l’annuncio di una certa mistress Key che spesso è in tour in Sicilia. Leggo l’annuncio in ogni minimo dettaglio, guardo le foto, già mi eccito al solo pensiero che ciò che vedo in quelle foto potrebbe accadere a me.
Prendo coraggio e mando un messaggio alla mistress sicuro che, come sempre, non avrei mai ricevuto risposta.
Dopo un paio d’ore mi arriva un messaggio, è lei. Faccio diverse domande, cerco di avere tutte le informazioni che voglio avere e chiedo un appuntamento.
La mistress mi chiede di effettuare una chiamata, con molto timore accetto e chiamo.
“Pronto, salve”
“Ciao, come stai?”
“Bene dai, sono un pò agitato”
“Tranquillo, non ti preoccupare. Dimmi, vorresti avere un incontro?”
“Si, però vorrei specificarle che non posso avere segni sul corpo”
“Ok, tranquillo, non è un problema. Cosa vorresti fare? E’ la tua prima volta?”
“Si esatto, ho sempre avuto tanta passione per questo mondo ma non ho mai avuto occasione di provare.”
Elenco ciò che vorrei provare alla mistress e mi mette a mio agio parlando con lei.
“Quando sei disposto a venire?”
“Lavoro tutti i giorni, l’unico orario in cui potrei venire è lunedì in tarda serata”
“Va bene, sarebbe fuori orario ma ti riceverò lo stesso, cerca di fare prima possibile.”
“Certo, farò il possibile”
“Allora a lunedì, ciao Federico”
“Arrivederci”
Ed ecco che ci siamo, finalmente avrò il mio primo incontro con una mistress. Non so come sarà, che mi succederà, che pratiche subirò e un mix di ansia ed eccitazione mi travolge e mi tormenta per giorni fino a un paio d’ore prima dell’incontro dove tutto sembra svanire, i pensieri si affievoliscono e l’ansia scompare.
Arriva quel giorno, esco da lavoro, vado a casa, mangio, mi lavo di corsa e mi preparo.
Nel frattempo ricevo un messaggio dalla miss dove mi viene detto di avvisarla mezz’ora prima dell’incontro. Mi metto in macchina, la strada da casa mia al luogo dista circa mezz’ora di auto ma sembra non terminare, quindi mando il messaggio alla miss. Non risponde, ricompare l’ansia, spero in un messaggio che non arriva, quindi decido di chiamarla e di avvisarla.
Mi risponde e sempre con quella voce tanto sensuale quanto autoritaria mi rassicura e mi dice che mi sta aspettando.
Arrivo nel luogo dell’appuntamento, parcheggio, scendo dall’auto e mi arriva un altro messaggio che dice;
“Quando arrivi vicino al cancello fai uno squillo e ti aprirò”.
Pochi passi mi separano dalla mia prima esperienza, l’agitazione sale, prendo il telefono e faccio il fatidico squillo. Si apre il cancello ed entro. Eccoci, non si torna più indietro.
Sento i rumore dei tacchi e davanti a me si apre un piccolo portone, ad aspettarmi c’è lei: una donna, sui 45 anni, tacchi a spillo, una camicia da notte velata che fa trasparire l’intimo che indossa la miss, un intimo nero, super sensuale, un fisico da paura.
“Prego, entra pure”
“Salve miss”
“Vieni, segui me”
Mi fa accomodare in una piccola stanza, essendo in tour purtroppo non mi può accogliere nel suo regno privato.
Si rende conto della mia ansia, della mia agitazione. Mi fa accomodare e iniziamo a parlare del più e del meno, mi mette a mio agio e mi tranquillizzo.
Passiamo qualche minuto di chiacchiere fino a quando:
“Dai ora leva quei banali vestiti da uomo”
“Anche le mutande?”
“Certo, ne indosserai un paio molto più adatte a te”
Mentre che mi spoglio la miss va verso il tavolo e prende un intimo da donna super sexy.
“Dai su indossa queste”
Erano delle mutande a filo che mi lasciano il pene e il culo completamente scoperti. L’eccitazione inizia a farsi sentire, se ne accorge.
“Ecco, prima che sia troppo tardi pensiamo a lui”
Va verso un comò e prende una cintura di castità.
“Questa la indosserai per tutto il tempo, va bene?”
“Si”
“Si, signora padrona. Ripeti”
“Si, signora padrona”
Dopo di che prende una vestaglia da donna, di quelle super sensuali, che indossano le ragazze proprio quando hanno voglia di avere una serata di fuoco.
“Ecco indossa questa ora”
La indosso, ma essendo che si lega dietro, mi aiuta la mistress ad indossarla.
“Ora si che indossi gli abiti adatti a te, ma manca qualcosa, aspetta”
Non mi muovo, rovista un pò ed esce una parrucca da donna, me la fa indossare, me la pettina.
“Ah ora si che sei completa, girati, fammi vedere. Ah si, questo si che è un bel culo a vista. Ora devo indossare gli abiti giusto anch’io”
Si avvicina al solito comò e prende, un piccolo dildo di gomma, un pene di gomma e uno strapon. Lo indossa.
“Guarda che bello grosso, ti piace?”
“Si, signora padrona”
“Dai su avanti, a chi aspetti? Comincio a masturbarlo un pò con le tue manine.”
Mentre lo masturbo sempre più veloce mi ferma
“Piano, a te piace quando ti masturbano così forte?”
“No, signora padrona”
“Eh allora dai, come se lo facessero a te”
Cambio ritmo, lo masturbo con più delicatezza, con più enfasi ed emozione.
Mi fa cenno di inginocchiarmi. Eseguo senza nemmeno fiatare.
“Ora fammi vedere come sei brava con la bocca troietta”
Comincio a fare un pompino a quel cazzo enorme di gomma e nel frattempo nella mia mente penso a ciò che mi sta accadendo, a cosa mi sta succedendo, a ciò che mi potrà accadere. Ma arrivato a questo punto non si torna più indietro.
Mi blocca da quel interminabile pompino.
“Ora girati con il culo verso di me piccola troia e mettiti a pecora!”
Ecco, ci siamo, ho già capito tutto, tra poco diventerò realmente la troia della mia padrona.
“Ora ti spiego cosa dovrai fare per prenderla nel culo senza troppo dolore”
Nel frattempo la miss inizia a ungere il mio ano con dell’olio e inizia a massaggiare con il dito il mio culo prima da fuori e piano piano entra dentro.
“Ecco, ora che il mio dito è dentro stringi il tuo culo all’interno. Se farai così ti farà male, quindi ora cerca di rilassare il tuo ano e vedrai che il dolore sarà meno intenso”
Divarico un pò le gambe, appoggio i gomiti a terra, mi metto ancora di più a pecora, cerco di rilassare lo sfintere. Nel frattempo la miss comincia a muovere il dito dentro il mio ano, capisco che se mi rilasso sarà una sensazione piacevole, o forse è solo un mio strano pensiero.
“Brava la mia troietta, ora che hai capito come si fa passiamo a qualcosa di poco più grosso”
Esce il suo dito dal mio culo, faccio un respiro di sollievo, ma nemmeno il tempo di rilassarmi ecco che sento qualcosa che strofina di nuovo contro il mio sfintere, ma sta volta si sente che è più grosso, ma non di molto.
“Ora ti ungo bene e appena sei pronto sarai tu stesso a prenderlo nel culo come una troietta.”
Pochi instanti, ma interminabili ed ecco che sento entrano dentro di me il piccolo dildo di gomma che ha preso prima la miss prima. Entra ed esce, in modo lento, in modo da farmi abituare, lo gira dentro di me.
“Guarda la troietta come l’ha preso tutto nel culo”
Ancora il dolore era sopportabile, il mio respiro era normale, ma già sudavo al solo pensiero di quello che potesse accadere dopo, le dimensioni di quello strapon erano molto più grandi di questo dildo che avevo in culo.
“Bene ora che sei finalmente sverginata, passiamo a qualcosa di ancora più grosso piccola troietta. Ricordati i consigli che ti ho detto prima, se no ti farai male”
In quel momento ricordare quei consigli era quasi impossibile, tra mille emozioni e sensazioni. Come prima la miss ricominciò ad ungere per bene il sfintere e posizionò il pene di gomma.
“Ora rilassati, rilassa per bene il tuo culo e appena sei pronto vieni indietro, io lo terrò fermo, sarai tu a decidere quando farlo entrare”
In quel momento ho capito che avevo scelto la miss giusta, infatti quello era un vero e proprio addestramento ad essere inculato, per farmi abituare ad essere inculato, ad essere la sua troia.
A quel punto piano piano spostai il bacino indietro, rilassando lo sfintere e facendo entrare quel pene dentro di me. Entra ed esci piano piano ma a un certo punto la miss da un ultimo colpo. Un brivido lungo la schiena, una fitta allo stomaco, un gemito esce dalla mia bocca, come una vera troia. A quel punto la miss comincia a girare, ad entrare ed uscire quel grosso pene dentro di me. I gemiti si fanno sempre più costanti, ansimo, sudo…
“Guarda che brava la mia troietta, il tuo addestramento è appena iniziato. Ti aprirò il culo fino a quando sarai pronta, pronta ad essere messa in strada a prenderla nel culo da tutti e guadagnare”
Quel momento sembrava interminabile fino a quando a un certo punto da un ultimo colpo e piano piano esce da dentro me. Faccio un sospiro e mi rilasso, appoggio le mani a terra, mi riprendo un attimo, ma nemmeno il tempo di farlo che c’era pronto lo strapon che indossava la mistress ad aspettarmi. Lo comincia, come prima, a strofinare e lentamente a farlo entrare nel mio sfintere, ma stavolta non è così semplice. La miss ci prova, io ci provo, ma il mio culo non è ancora abituato. Entra la cappella dello strapon, riprovo a rilassarmi e a farlo entrare, ma non entra.
“Non sei riuscito a prenderlo nel culo questo, gli altri si, ma questo no”
La miss si era un pò indisposta. Ed ora? Cosa mi avrebbe fatto? Che mi sarebbe successo?
“Siccome non l’hai saputo prendere nel culo, d’ora in poi ti allenerai a casa. Ti allenerai con delle zucchine. Prenderai delle zucchine delle giuste dimensioni e ti inculerai. La prossima volta, dovrai prendere nel culo anche questo. Adesso girati ed alzati in piedi troietta”
Mi alzo, di fronte alla miss, istintivamente faccio un passo avanti e subito la miss mi mette in ordine
“Devi fare ciò che ti dico, niente più e niente meno. Tutto ciò che farai senza un mio ordine verrà visto come una disobbedienza, va bene?”
“Si, signora padrona”
A quel punto, la mistress si alza, va verso il comò ed ecco che inizia la seconda tortura. Prima di tutto prende due mollette tenute insieme da una catena, capisco subito a che servono, si avvicina verso di me, apre la prima molletta, la strofina al capezzolo destro fino a farlo inturgidire, la chiude al primo capezzolo. Allo stesso modo fa con il capezzolo di sinistra. Non so molto strette, ma sento una sensazione di stimolazione, mi eccito ma subito la cintura di castità mi riporta all’ordine. Prende le due mollette, le stringe con le mani e le gira intorno insieme ai capezzoli. Ora il dolore è più forte, mi eccito ancora e si aggiunge anche il dolore della cintura di castità. Ad un certo punto mi lascia i capezzoli stretti nelle mollette, si avvicina al comodino e prende un vibratore, lo accende e lo avvicina al mio pene, ancora stretto e chiuso in quella gabbietta. Mi eccito e il pene si stringe sempre di più nella gabbietta, prende la catenella attaccata in essa e tira forte, tirando a se sia in pene che i testicoli. Un dolore mi assale facendomi ritirare il pene. Un dare e negare continuo che mi fa eccitare costantemente.
“Fino a questo momento ti sei goduto tutto con i tuoi occhi, capivi cosa ti stesse succedendo, da ora in poi non sarà più così e non ti potrai nemmeno più muovere”
La miss prende una corda, con grande maestria la gira intorno ai polsi, mi immobilizza i polsi.
“Sdraiati a terra troietta”
Mi sdraio a terra a pancia in su e mi lega le mani ad un tavolo. Sono immobilizzato, alla merce della mistress, completamente nelle sue mani, non mi posso difendere in nessun molto. Mi gira intorno, prende una benda e me la mette. Non vedo più nulla, il respiro si fa più intenso, sento i suoi tacchi girarmi intorno, non potrò nemmeno immaginarlo quello che mi succederà perchè non vedo gli oggetti che prenderà per la prossima tortura.
“Senti i passi intorno a te? Senti che si avvicinano e si allontanano ma non sai cosa ti succederà”
Il respiro è sempre più profondo.
Ad un certo punto i passi si avvicinano, la miss si abbassa e tira la catena attaccata ai capezzoli, il dolore mi fa eccitare di nuovo. Lascia la catena, si avvicina al mio pene, apre la gabbietta e mi libera il pene. Si allontana di nuovo andando a prendere qualcosa sul comò.
Solo dopo capirò cosa sta per fare.
Mi accarezza il pene, dopo di che sento qualcosa di freddo, non vedo cos’è, comincio ad ansiare, strofina qualcosa, mette del lubrificante ed inserisce qualcosa dentro il mio pene. La entra e la esce, la mia eccitazione sale, il pene si gonfia. Poco dopo scoprirò che si tratta di una sonda uretrale.
“Hai visto troietta, ti ho scopato prima il culo e ora anche il tuo misero pene. Brava la mia troietta”
La miss si allontana di nuovo, prende due pezzi di carta, si avvicina di nuovo, si abbassa e si siede con il suo magnifico culo sodo verso la mia faccia, riesco ad intuirlo essendo bendato. Stringe il mio pene in mano e comincia segarlo.
“Ora raccoglierò un pò del tuo sperma perchè tutto ciò che il tuo corpo espelle non deve andare sprecato”
Continua a segarlo, sempre più forte, comincio a dimenarmi ma non posso muovermi, fino a quando un’orgasmo intenso assale il mio corpo. La miss si ferma, mi leva le mutandine e si alza.
Mi leva la benda.
“Bentornato Federico!”
La vedo di nuovo, si è spogliata ed è rimasto solo con l’intimo che non è più nascosto da quella camicia da notte velata. Mi slega le mani dal tavolo.
“Alzati e vieni qui”
Mi leva la corda dai miei polsi, mi aiuta a spogliarmi da quegli abiti da donna.
Mi pulisco e mi rivesto. Ci sediamo a scambiare un paio di chiacchiere e dopo poco la mistress mi accompagna alla porta. La saluto con la promessa di rivederci al più presto. E’ stata la mia prima esperienza che sarà per sempre indelebile nella mia mente. La rivedrò prima possibile, è ciò che prometto a me stesso.
Premessa: il racconto è un racconto autobiografico che descrive fatti realmente accaduti. Tutti i fatti sono stati eseguiti mettendo al primo posto la regola principale del BDSM cioè l’”SSC” (sicuro, sano e consensuale). Ogni dildo, pene finto, strano è stato protetto SEMPRE con preservativi e sono state adottate tutte le precauzioni necessarie per ogni pratica messa in atto.
Ora iniziamo
“Quando arrivi vicino al cancello fai uno squillo e ti aprirò”.
Si proprio così inizia la mia prima volta.
Ormai rassegnato a non trovare una mistress nella mia zona, perdo le speranze, d’altronde in Sicilia il mondo BDSM è totalmente un tabù, quindi pensa tu se riuscirò mai a trovare mai una mistress in zona.
Questo è ciò che pensavo fino a quell’annuncio, l’annuncio di una certa mistress Key che spesso è in tour in Sicilia. Leggo l’annuncio in ogni minimo dettaglio, guardo le foto, già mi eccito al solo pensiero che ciò che vedo in quelle foto potrebbe accadere a me.
Prendo coraggio e mando un messaggio alla mistress sicuro che, come sempre, non avrei mai ricevuto risposta.
Dopo un paio d’ore mi arriva un messaggio, è lei. Faccio diverse domande, cerco di avere tutte le informazioni che voglio avere e chiedo un appuntamento.
La mistress mi chiede di effettuare una chiamata, con molto timore accetto e chiamo.
“Pronto, salve”
“Ciao, come stai?”
“Bene dai, sono un pò agitato”
“Tranquillo, non ti preoccupare. Dimmi, vorresti avere un incontro?”
“Si, però vorrei specificarle che non posso avere segni sul corpo”
“Ok, tranquillo, non è un problema. Cosa vorresti fare? E’ la tua prima volta?”
“Si esatto, ho sempre avuto tanta passione per questo mondo ma non ho mai avuto occasione di provare.”
Elenco ciò che vorrei provare alla mistress e mi mette a mio agio parlando con lei.
“Quando sei disposto a venire?”
“Lavoro tutti i giorni, l’unico orario in cui potrei venire è lunedì in tarda serata”
“Va bene, sarebbe fuori orario ma ti riceverò lo stesso, cerca di fare prima possibile.”
“Certo, farò il possibile”
“Allora a lunedì, ciao Federico”
“Arrivederci”
Ed ecco che ci siamo, finalmente avrò il mio primo incontro con una mistress. Non so come sarà, che mi succederà, che pratiche subirò e un mix di ansia ed eccitazione mi travolge e mi tormenta per giorni fino a un paio d’ore prima dell’incontro dove tutto sembra svanire, i pensieri si affievoliscono e l’ansia scompare.
Arriva quel giorno, esco da lavoro, vado a casa, mangio, mi lavo di corsa e mi preparo.
Nel frattempo ricevo un messaggio dalla miss dove mi viene detto di avvisarla mezz’ora prima dell’incontro. Mi metto in macchina, la strada da casa mia al luogo dista circa mezz’ora di auto ma sembra non terminare, quindi mando il messaggio alla miss. Non risponde, ricompare l’ansia, spero in un messaggio che non arriva, quindi decido di chiamarla e di avvisarla.
Mi risponde e sempre con quella voce tanto sensuale quanto autoritaria mi rassicura e mi dice che mi sta aspettando.
Arrivo nel luogo dell’appuntamento, parcheggio, scendo dall’auto e mi arriva un altro messaggio che dice;
“Quando arrivi vicino al cancello fai uno squillo e ti aprirò”.
Pochi passi mi separano dalla mia prima esperienza, l’agitazione sale, prendo il telefono e faccio il fatidico squillo. Si apre il cancello ed entro. Eccoci, non si torna più indietro.
Sento i rumore dei tacchi e davanti a me si apre un piccolo portone, ad aspettarmi c’è lei: una donna, sui 45 anni, tacchi a spillo, una camicia da notte velata che fa trasparire l’intimo che indossa la miss, un intimo nero, super sensuale, un fisico da paura.
“Prego, entra pure”
“Salve miss”
“Vieni, segui me”
Mi fa accomodare in una piccola stanza, essendo in tour purtroppo non mi può accogliere nel suo regno privato.
Si rende conto della mia ansia, della mia agitazione. Mi fa accomodare e iniziamo a parlare del più e del meno, mi mette a mio agio e mi tranquillizzo.
Passiamo qualche minuto di chiacchiere fino a quando:
“Dai ora leva quei banali vestiti da uomo”
“Anche le mutande?”
“Certo, ne indosserai un paio molto più adatte a te”
Mentre che mi spoglio la miss va verso il tavolo e prende un intimo da donna super sexy.
“Dai su indossa queste”
Erano delle mutande a filo che mi lasciano il pene e il culo completamente scoperti. L’eccitazione inizia a farsi sentire, se ne accorge.
“Ecco, prima che sia troppo tardi pensiamo a lui”
Va verso un comò e prende una cintura di castità.
“Questa la indosserai per tutto il tempo, va bene?”
“Si”
“Si, signora padrona. Ripeti”
“Si, signora padrona”
Dopo di che prende una vestaglia da donna, di quelle super sensuali, che indossano le ragazze proprio quando hanno voglia di avere una serata di fuoco.
“Ecco indossa questa ora”
La indosso, ma essendo che si lega dietro, mi aiuta la mistress ad indossarla.
“Ora si che indossi gli abiti adatti a te, ma manca qualcosa, aspetta”
Non mi muovo, rovista un pò ed esce una parrucca da donna, me la fa indossare, me la pettina.
“Ah ora si che sei completa, girati, fammi vedere. Ah si, questo si che è un bel culo a vista. Ora devo indossare gli abiti giusto anch’io”
Si avvicina al solito comò e prende, un piccolo dildo di gomma, un pene di gomma e uno strapon. Lo indossa.
“Guarda che bello grosso, ti piace?”
“Si, signora padrona”
“Dai su avanti, a chi aspetti? Comincio a masturbarlo un pò con le tue manine.”
Mentre lo masturbo sempre più veloce mi ferma
“Piano, a te piace quando ti masturbano così forte?”
“No, signora padrona”
“Eh allora dai, come se lo facessero a te”
Cambio ritmo, lo masturbo con più delicatezza, con più enfasi ed emozione.
Mi fa cenno di inginocchiarmi. Eseguo senza nemmeno fiatare.
“Ora fammi vedere come sei brava con la bocca troietta”
Comincio a fare un pompino a quel cazzo enorme di gomma e nel frattempo nella mia mente penso a ciò che mi sta accadendo, a cosa mi sta succedendo, a ciò che mi potrà accadere. Ma arrivato a questo punto non si torna più indietro.
Mi blocca da quel interminabile pompino.
“Ora girati con il culo verso di me piccola troia e mettiti a pecora!”
Ecco, ci siamo, ho già capito tutto, tra poco diventerò realmente la troia della mia padrona.
“Ora ti spiego cosa dovrai fare per prenderla nel culo senza troppo dolore”
Nel frattempo la miss inizia a ungere il mio ano con dell’olio e inizia a massaggiare con il dito il mio culo prima da fuori e piano piano entra dentro.
“Ecco, ora che il mio dito è dentro stringi il tuo culo all’interno. Se farai così ti farà male, quindi ora cerca di rilassare il tuo ano e vedrai che il dolore sarà meno intenso”
Divarico un pò le gambe, appoggio i gomiti a terra, mi metto ancora di più a pecora, cerco di rilassare lo sfintere. Nel frattempo la miss comincia a muovere il dito dentro il mio ano, capisco che se mi rilasso sarà una sensazione piacevole, o forse è solo un mio strano pensiero.
“Brava la mia troietta, ora che hai capito come si fa passiamo a qualcosa di poco più grosso”
Esce il suo dito dal mio culo, faccio un respiro di sollievo, ma nemmeno il tempo di rilassarmi ecco che sento qualcosa che strofina di nuovo contro il mio sfintere, ma sta volta si sente che è più grosso, ma non di molto.
“Ora ti ungo bene e appena sei pronto sarai tu stesso a prenderlo nel culo come una troietta.”
Pochi instanti, ma interminabili ed ecco che sento entrano dentro di me il piccolo dildo di gomma che ha preso prima la miss prima. Entra ed esce, in modo lento, in modo da farmi abituare, lo gira dentro di me.
“Guarda la troietta come l’ha preso tutto nel culo”
Ancora il dolore era sopportabile, il mio respiro era normale, ma già sudavo al solo pensiero di quello che potesse accadere dopo, le dimensioni di quello strapon erano molto più grandi di questo dildo che avevo in culo.
“Bene ora che sei finalmente sverginata, passiamo a qualcosa di ancora più grosso piccola troietta. Ricordati i consigli che ti ho detto prima, se no ti farai male”
In quel momento ricordare quei consigli era quasi impossibile, tra mille emozioni e sensazioni. Come prima la miss ricominciò ad ungere per bene il sfintere e posizionò il pene di gomma.
“Ora rilassati, rilassa per bene il tuo culo e appena sei pronto vieni indietro, io lo terrò fermo, sarai tu a decidere quando farlo entrare”
In quel momento ho capito che avevo scelto la miss giusta, infatti quello era un vero e proprio addestramento ad essere inculato, per farmi abituare ad essere inculato, ad essere la sua troia.
A quel punto piano piano spostai il bacino indietro, rilassando lo sfintere e facendo entrare quel pene dentro di me. Entra ed esci piano piano ma a un certo punto la miss da un ultimo colpo. Un brivido lungo la schiena, una fitta allo stomaco, un gemito esce dalla mia bocca, come una vera troia. A quel punto la miss comincia a girare, ad entrare ed uscire quel grosso pene dentro di me. I gemiti si fanno sempre più costanti, ansimo, sudo…
“Guarda che brava la mia troietta, il tuo addestramento è appena iniziato. Ti aprirò il culo fino a quando sarai pronta, pronta ad essere messa in strada a prenderla nel culo da tutti e guadagnare”
Quel momento sembrava interminabile fino a quando a un certo punto da un ultimo colpo e piano piano esce da dentro me. Faccio un sospiro e mi rilasso, appoggio le mani a terra, mi riprendo un attimo, ma nemmeno il tempo di farlo che c’era pronto lo strapon che indossava la mistress ad aspettarmi. Lo comincia, come prima, a strofinare e lentamente a farlo entrare nel mio sfintere, ma stavolta non è così semplice. La miss ci prova, io ci provo, ma il mio culo non è ancora abituato. Entra la cappella dello strapon, riprovo a rilassarmi e a farlo entrare, ma non entra.
“Non sei riuscito a prenderlo nel culo questo, gli altri si, ma questo no”
La miss si era un pò indisposta. Ed ora? Cosa mi avrebbe fatto? Che mi sarebbe successo?
“Siccome non l’hai saputo prendere nel culo, d’ora in poi ti allenerai a casa. Ti allenerai con delle zucchine. Prenderai delle zucchine delle giuste dimensioni e ti inculerai. La prossima volta, dovrai prendere nel culo anche questo. Adesso girati ed alzati in piedi troietta”
Mi alzo, di fronte alla miss, istintivamente faccio un passo avanti e subito la miss mi mette in ordine
“Devi fare ciò che ti dico, niente più e niente meno. Tutto ciò che farai senza un mio ordine verrà visto come una disobbedienza, va bene?”
“Si, signora padrona”
A quel punto, la mistress si alza, va verso il comò ed ecco che inizia la seconda tortura. Prima di tutto prende due mollette tenute insieme da una catena, capisco subito a che servono, si avvicina verso di me, apre la prima molletta, la strofina al capezzolo destro fino a farlo inturgidire, la chiude al primo capezzolo. Allo stesso modo fa con il capezzolo di sinistra. Non so molto strette, ma sento una sensazione di stimolazione, mi eccito ma subito la cintura di castità mi riporta all’ordine. Prende le due mollette, le stringe con le mani e le gira intorno insieme ai capezzoli. Ora il dolore è più forte, mi eccito ancora e si aggiunge anche il dolore della cintura di castità. Ad un certo punto mi lascia i capezzoli stretti nelle mollette, si avvicina al comodino e prende un vibratore, lo accende e lo avvicina al mio pene, ancora stretto e chiuso in quella gabbietta. Mi eccito e il pene si stringe sempre di più nella gabbietta, prende la catenella attaccata in essa e tira forte, tirando a se sia in pene che i testicoli. Un dolore mi assale facendomi ritirare il pene. Un dare e negare continuo che mi fa eccitare costantemente.
“Fino a questo momento ti sei goduto tutto con i tuoi occhi, capivi cosa ti stesse succedendo, da ora in poi non sarà più così e non ti potrai nemmeno più muovere”
La miss prende una corda, con grande maestria la gira intorno ai polsi, mi immobilizza i polsi.
“Sdraiati a terra troietta”
Mi sdraio a terra a pancia in su e mi lega le mani ad un tavolo. Sono immobilizzato, alla merce della mistress, completamente nelle sue mani, non mi posso difendere in nessun molto. Mi gira intorno, prende una benda e me la mette. Non vedo più nulla, il respiro si fa più intenso, sento i suoi tacchi girarmi intorno, non potrò nemmeno immaginarlo quello che mi succederà perchè non vedo gli oggetti che prenderà per la prossima tortura.
“Senti i passi intorno a te? Senti che si avvicinano e si allontanano ma non sai cosa ti succederà”
Il respiro è sempre più profondo.
Ad un certo punto i passi si avvicinano, la miss si abbassa e tira la catena attaccata ai capezzoli, il dolore mi fa eccitare di nuovo. Lascia la catena, si avvicina al mio pene, apre la gabbietta e mi libera il pene. Si allontana di nuovo andando a prendere qualcosa sul comò.
Solo dopo capirò cosa sta per fare.
Mi accarezza il pene, dopo di che sento qualcosa di freddo, non vedo cos’è, comincio ad ansiare, strofina qualcosa, mette del lubrificante ed inserisce qualcosa dentro il mio pene. La entra e la esce, la mia eccitazione sale, il pene si gonfia. Poco dopo scoprirò che si tratta di una sonda uretrale.
“Hai visto troietta, ti ho scopato prima il culo e ora anche il tuo misero pene. Brava la mia troietta”
La miss si allontana di nuovo, prende due pezzi di carta, si avvicina di nuovo, si abbassa e si siede con il suo magnifico culo sodo verso la mia faccia, riesco ad intuirlo essendo bendato. Stringe il mio pene in mano e comincia segarlo.
“Ora raccoglierò un pò del tuo sperma perchè tutto ciò che il tuo corpo espelle non deve andare sprecato”
Continua a segarlo, sempre più forte, comincio a dimenarmi ma non posso muovermi, fino a quando un’orgasmo intenso assale il mio corpo. La miss si ferma, mi leva le mutandine e si alza.
Mi leva la benda.
“Bentornato Federico!”
La vedo di nuovo, si è spogliata ed è rimasto solo con l’intimo che non è più nascosto da quella camicia da notte velata. Mi slega le mani dal tavolo.
“Alzati e vieni qui”
Mi leva la corda dai miei polsi, mi aiuta a spogliarmi da quegli abiti da donna.
Mi pulisco e mi rivesto. Ci sediamo a scambiare un paio di chiacchiere e dopo poco la mistress mi accompagna alla porta. La saluto con la promessa di rivederci al più presto. E’ stata la mia prima esperienza che sarà per sempre indelebile nella mia mente. La rivedrò prima possibile, è ciò che prometto a me stesso.
1
0
voti
voti
valutazione
5
5
Commenti dei lettori al racconto erotico