Amami... puttana
di
Stronzabastarda
genere
dominazione
"Per favore, fermati! Dove mi stai portando?"
Il ragazzo non rispose. Si limitò a trascinarla per il braccio verso la loro camera da letto. Era davvero incazzato nero, glielo si leggeva negli occhi.
Le aprì la porta e la spinse all'interno della loro camera, chiudendoli dentro a chiave.
"Sì può sapere che ti prende?" Domandò la ragazza, non capendo che cosa stesse succedendo.
"Non fare la finta ingenua con me. Sai benissimo che cosa mi prende" la redarguì lui severo, mostrandole i messaggi del suo telefono.
La ragazza si sentì mancare un battito appena lesse quelle chat, capendo finalmente di cosa stesse parlando.
"Mi hai spiato il telefono di nascosto!" Lo accusò, ferita e offesa.
"Pensa se non lo avessi fatto!" Disse lui con una smorfia disgustata. "Non avrei mai scoperto quanto fossi puttana!"
Quelle parole erano state una pugnalata per la ragazza. Ok, l'aveva scoperta flirtare con un altro, e aveva tutte le buone ragioni per esserne arrabbiato, ma non era mai andata oltre con quel tipo!
"Per favore, parliamone" provò a dire, sentendosi in colpa nel comprendere quanto potesse averlo davvero ferito, ma lui non aveva la minima intenzione di chiarire con lei o di accettare le sue patetiche scuse. Voleva solo fargliela pagare in modo crudele.
Se lui non l'avesse smascherata, lei sarebbe arrivata a scoparci con quel tizio, una cosa del genere era assolutamente inammissibile e il solo pensiero lo rendeva davvero furioso.
La privò bruscamente dei suoi vestiti, senza chiederle il suo consenso, sotto le deboli proteste di lei, che non riuscì ad impedirglielo.
"Che vuoi fare?" Domandò timorosa.
"Mettiti in ginocchio." La fece inginocchiare con la schiena rivolta al muro, mettendosi davanti alla sua faccia e slacciandosi la cintura.
"Per favore.." piagnucolò la ragazza, capendo che voleva usarla per sfogarsi. "Non è successo niente di grave, non ti ho tradito!"
Lui in risposta le tirò i capelli con una mano, per costringerla a guardarlo. Era incazzato come un leone, odiava essere contraddetto o che gli si continuasse a mentire spudoratamente.
"Non prendermi per il culo!" La rimproverò duramente. "Ti sei fatta corteggiare da quello stronzo e ti è pure piaciuto! Se non ti avessi scoperta, te lo saresti pure scopato quel pezzo di merda! Adesso non lamentarti se ti tratto come la troia infinita che sei!"
E detto questo tirò giù la patta dei pantaloni e tirò fuori il suo pisello turgido. Tenendola ben stretta dai capelli, cominciò a sbatterglielo sul viso per schiaffeggiarla, per umiliarla.
"Tu una cosa del genere non me la farai mai più, stanne certa. Tu sei mia e te lo marchierò nel cervello una volta per tutte questo fottuto concetto!"
La ragazza rimase immobile sul posto, da un lato era intimidita, dall'altro sentiva un brivido di eccitazione correre lungo la schiena. Sapeva quanto potesse essere geloso e possessivo, e sapeva che sarebbe bastato un minimo di attenzione rivolta a qualcun altro per farlo impazzire. Non aveva altra scelta che subire la sua collera, sperando che poi si sarebbe calmato.
"Apri la bocca adesso" le ordinò, scuro in volto.
Ella spalancò la sua boccuccia, piccola e a forma di cuore, che lui le avrebbe allargato con il suo bel cazzone gonfio. Glielo introdusse in bocca con prepotenza, fregandosene altamente dei suoi mugolii e soffocamenti, e cominciò a spingere con ferocia dentro la sua gola.
La ragazza cercò di resistere, ma si sentiva di vomitare e le lacrime cominciarono a scorrere lungo le guance. Cercò di respingerlo con le mani, ma lui le afferrò i polsi e glieli bloccò sopra la sua testa, incenerendola con lo sguardo.
"Non osare fermarmi. Con te faccio il cazzo che mi pare e piace, sono stato chiaro?"
La ragazza non poteva far altro che piangere, sentendosi piccola, indifesa e in colpa... eppure se razionalmente era ingiusto, sotto sotto c'era una parte di lei a cui piaceva sentirsi usata come il suo personale oggetto di sfogo, si eccitava nel vederlo così dominante e prepotente. E quella verità era troppo difficile da poterla semplicemente accettare. Si sentiva così sbagliata...
Chiuse gli occhi, mentre lui continuava a sfondarle la gola con colpi ancora più aggressivi, le stava togliendo il respiro.
"Apri gli occhi. Guardami mentre ti scopo la gola, guardami!" la ragazza si sforzò di guardarlo, impotente. "È il mio cazzo che stai mangiando e non di quel figlio di puttana che tanto ti piace!"
Un'altra umiliazione, che dovette incassare senza poter fare nulla. D'altra parte, vederla così impaurita lo fece eccitare ancor di più, gli diede un assurdo delirio di onnipotenza. Reclinò il collo all'indietro e accellerò i suoi movimenti di bacino, finchè non le scaricò tutta la sua rabbia, il suo malcontento e la sua frustrazione con ondate infinite di sborra bollente.
Una volta svuotatosi le palle fino all'ultima goccia ed essersi assicurato che ingoiasse tutto, si staccò da lei per riprendersi.
La ragazza si accasciò a terra, tossendo e asciugandosi la bocca. Cercò di riprendere fiato. Si sentiva così abusata e umiliata.
"Per favore... adesso basta" guaì, sperando fosse abbastanza per lui.
Il ragazzo, dopo essersi calmato dopo l'orgasmo, tornò a guardarla, serio. La prese per il braccio, costringendola a mettersi in piedi.
"C-Che stai facendo?"
Lo vide infilare una mano in mezzo alle sue cosce, che teneva ben chiuse. Gliele allargò con la forza e le toccò la vagina con due dita, sentendola bagnata.
Ghignò con cattiveria. "Sei proprio una falsa. Piangi tanto, ma alla fine ti piace farti trattare come una puttana da me."
"N-Non è vero..." negò davanti all'evidenza. Lui le ficcò le dita in bocca, costringendola a gustarsi i suoi sporchi umori, che tradivano le sue parole.
"Questa roba è tua, piccola sgualdrina. Tu vuoi me, è questa la verità, non vuoi davvero quello stronzo... devi soltanto ammetterlo a te stessa."
E detto questo la spinse verso il letto, segno che non era ancora finita.
La giovane scosse la testa, opponendo resistenza. "Per favore, non voglio!"
"Non vuoi cosa? Bagnarti ancora come una puttanella?" Disse sadicamente, mentre la distendeva sul letto di schiena e la sovrastava in tutta la sua imponenza e possenza. Voleva possederla, e niente e nessuno gli avrebbe impedito di farlo.
"Smettila, hai ottenuto quello che volevi! Non gli risponderò più a quel ragazzo, te lo giuro! Ora lasciami andare" cercò di spingerlo via, peccato che i suoi sforzi erano totalmente inutili. Infatti la prese per i polsi e glieli inchiodò con la forza sul materasso.
Lui le rise in faccia. "Certo, come avevi promesso di amarmi e di non ferirmi mai! Per chi cazzo mi hai preso, per un coglione da raggirare? Con le tue promesse del cazzo mi ci pulisco il culo! Chi mi dice che anche se smetti di rispondere a questo stronzo, non te ne troverai un altro in futuro, eh? No, le tue parole non sono abbastanza per me, mi devo assicurare che tu certe cazzate non le rifaccia mai più. E se continui a negarti a me, te la farò pagare scopandomi un'altra e farò in modo che tu lo venga a sapere. Preferisci che faccia questo?"
La ragazza lo guardò ferita. Non poteva credere che la stesse minacciando di ripagarla con la stessa moneta, soltanto per farle un dispetto. Ciò la fece scoppiare a piangere.
"'Sei un bastardo! Non posso credere che tu voglia farmi una cosa del genere soltanto per vendicarti!" Singhiozzò.
Lui osservò la sua reazione con freddezza. La carta della vittima non funzionava con lui.
"Allora ringrazia che non ti stia mandando al diavolo dopo ciò che hai fatto, perchè purtroppo, e dico purtroppo, continuo ad amarti e a volerti nonostante tutto, anche se non te lo meriti. Ora lo vedrai che razza di bastardo io possa essere..."
E detto ciò afferrò le manette legate alla tastiera del letto e le legò i polsi e le caviglie, in modo che non potesse sfuggirgli.
"No, ti prego! Che cosa fai?" Ora sì che era nel panico, era la prima volta che la legava a letto, da lì in poì aveva il terrore di scoprire cosa le avrebbe fatto...
L'intenzione di lui era quella di sottometterla fisicamente e soprattuto mentalmente, voleva addomesticarla come una cagnolina, renderla totalmente docile, remissiva e compiacente e soprattutto fedele.
Si posizionò tra le sue gambe aperte e cominciò a torturarla con le dita, muovendole in senso circolare sul suo clitoride e osservò con occhi intimidatori la sua reazione, che non voleva dargli la soddisfazione di farsi vedere eccitata. Nonostante fosse il suo ragazzo e sapesse come farla godere, lei non voleva dargli comunque alcun tipo di soddisfazione. Non così.
"È inutile che fingi, tu adori queste dita e non puoi farne a meno."
"Vaffanculo, mi hai legata!" Sbottò, arrabbiata.
Uno schiaffo arrivò sopra il suo clitoride. Violento e deciso come un colpo di frusta. Sussultò spaventata, non aspettandosela, ed essendo legata non poteva cercare di fermarlo. La cosa la faceva arrabbiare, non potersi opporre, ma sotto sotto sentì montare una strana sensazione di eccitazione...
Cercò di non ansimare, nè dal dolore, nè dal piacere, doveva resistere. Era una questione di principio, doveva opporre resistenza.
Lui d'altro canto ritornò a masturbarla su quel punto, sorridendo maligno. "Sei proprio una piccola puttana orgogliosa e testarda, ed è un lato di te che ho sempre amato. Ma è solo questione di tempo prima che tu mi ceda."
"Non avrei mai pensato di dirlo, ma.. tu... mi stai facendo ribrezzo!" Gli disse per ferirlo.
Lui si avvicinò a due centimetri dalla sua faccia, afferrandola da dietro il collo con una mano e costringendola a fissare gli occhi del diavolo che altri non era. Le schiaffeggiò le tette, lasciandole evidenti segni rossi, e cominciò a muovere le dita convulsamente dentro di lei, che andavano a sfregare il suo punto nascosto più sensibile, il tutto guardando la sua espressione che faceva di tutto per fingersi disgustata da lui.
La ragazza sentiva di non resistere ancora per molto, lo stava odiando e amando allo stesso tempo, sentiva che la stava portando alla follia... un altro secondo e avrebbe spruzzato.
"Cazzo!" Gemette frustrata, proprio sul più bello le aveva negato l'orgasmo, per punirla, lasciandola a bocca asciutta.
Era questa la sua vendetta. Portarla al limite massimo del godimento, per poi non soddisfarla a pieno. Voleva farla uscire fuori di testa, così facendo lei lo avrebbe supplicato di soddisfarla!
"Ma guarda un pò.." estrasse le sue dita grondanti di umori dalla sua fica. "Non sei poi così schifata da me allora" disse leccandosi i suoi umori, sorridendo bastardamente per prenderla in giro.
La ragazza lo guardò male, irritata di non aver goduto.
"Mi guardi storto eh? Sarebbe più facile se tu ora ammettessi che non vuoi nessun altro oltre che me..."
"Vaffanculo.." disse. Doveva ribellarsi al suo abuso di potere!
L'ennesimo ceffone le arrivò sul clitoride sensibile, che la fece godere tantissimo dentro. Stava diventando una fottuta tortura psicologica, oltre che fisica...
"Ti prego..." disse respirando affannosamente.
"Ti prego... cosa?" Domandò come un predatore guarderebbe la sua preda.
"Fermati... lasciami andare."
L'uomo fece una smorfia incazzata. "E dove cazzo vuoi andartene, da quello stronzo che ha tentato di sottrarti a me? Non se ne parla!"
La fece girare bruscamente a quattro zampe e cominciò a picchiarle la mano sulla fica, selvaggiamente, facendole perdere sempre di più il controllo.
"Ah...ah...ahh!" La ragazza non riusciva più a contenersi, stava cominciando ad adorare tutta quella violenza inferta e mancava davvero poco per gettarla nel baratro del piacere più oscuro e perverso. La sua dignità se ne stava andando letteralmente a puttane, ogni secondo che passava rendeva la sua carne sempre più debole e affamata...
Il ragazzo si fermò, negandole ancora una volta l'orgasmo, da perfetto sadico qual era. Doveva essere ancora più cattivo, affinchè imparasse a sottomettersi al suo volere.
Le tirò i capelli all'indietro e le disse all'orecchio. "Sai una cosa? Non te lo meriti un orgasmo da me. Adesso ti farò molto male."
"No..." disse sofferente.
Il ragazzo allungò una mano verso il cassetto del comodino, e si cosparse le dita di lubrificante.
Le sue dita cominciarono a stuzzicare il suo buchino. E non appena si sentì toccare in quel punto la ragazza cominciò a ribellarsi, a dimenarsi come un anguilla.
"NO!" disse nel panico, non lo aveva mai preso lì.
"Prima o poi doveva succedere, il tuo culo è sempre stato mio, lo sai" le disse malefico.
"Sei uno stronzo!"
Lui la contraddisse. "Oh vedrai che invece impazzirai di piacere e mi implorerai di sfondarti il culo sempre di più."
Le infilò due dita nell'ano stretto, forzandogli l'apertura. La ragazza strinse i denti, soffrendo in silenzio.
Dopo diversi minuti di avanti e indietro, sentì i muscoli del culo rilassarsi, così da facilitargli l'ingresso. Le artigliò le natiche, appoggiandogli solo la punta del pisello all'ingresso del suo buchetto vergine.
"Preparati, perchè non avrò pietà di te."
"Aspetta, non sono prontAH!" Urlò di dolore, sentendo che le aveva rotto il culo con un colpo secco e violento, infilandogli tutto il suo cazzone fino alla radice.
"Oh sì, che goduria!"
"Ti odio!" Si lagnò dal dolore.
"Oh si, sono lo stronzo che ti ha appena rotto il culo e, sotto sotto, ami il fatto che l'abbia fatto." La prese in giro, tirando indietro le anche piano piano, lasciandogli solo la cappella dentro, per poi rispingendoglielo dentro con un colpo improvviso e doloroso.
"AH!" La ragazza sentì di nuovo le lacrime pizzicarle gli occhi, per l'umiliazione. Sentiva come una lama trafiggerla di dolore... eppure sotto sotto amava il fatto che l'avesse fatto, stava adorando il fatto sentirsi così sottomessa al suo volere.
Lui cominciò a scoparle il culo con affondi sempre più brucianti e incalzanti, in una parola animaleschi, che erano un'agonia e un'estasi per la ragazza, che non capiva più nulla ormai.
Il ragazzo prese a schiaffeggiarle il culo, lasciandole l'impronta delle sue dita sulle sue natiche bianche e morbide, ormai aveva il completo controllo sulla sua ragazza e ciò lo mandava in estasi.
Osservò i loro corpi scontrarsi e allontanarsi, come due molle impazzite, ormai il suo cazzo scivolava facilmente dentro di lei.
"Dio... mi fai impazzire!" Disse euforico.
La ragazza piano piano sentì il dolore diradarsi per lasciar spazio a un piacere travolgente che mai aveva provato prima d'ora, che aveva il sapore del paradiso.
All'improvviso si sentì così stanca, stanca di lottare contro di lui e di negare la verità. E la verità era che amava farsi fottere così da lui. Quel fottuto diavolo aveva vinto... si arrendeva.
Si girò a guardarlo traboccando di desiderio, ansimando. "Più forte.."
Il ragazzo rise perfidamente, proprio come aveva pensato. Finalmente si era arresa, sapeva che era questione di tempo. Ma comunque non voleva la vittoria così su un piatto d'argento, doveva essere disperatamente convinta di volerlo. Così, estrasse il cazzo dal culo e si chinò sul suo orecchio.
"Dimmi che sei solo mia allora" le ordinò, perfido.
"Sono tutta tua..." gemette lei, docile e obbediente.
"Tutta mia dici?"
"Sì!"
Il ragazzo le schiaffeggiò la fica, facendola gridare come una cagnetta in calore.
"Dimmi... proverai ancora a tradirmi?"
"No! Voglio solo te! Ti prego fammi venire, non ce la faccio più!"
L'uomo le schiaffeggiò ancora una volta la fica e la ragazza cominciò a strusciare il suo sedere affettuosamente contro la sua mano. Non ce la faceva più, aveva bisogno di venire.
"Ti prego..." lo supplicò.
"Sei sicura che vuoi che sia proprio io a farti venire?"
"SI! Prendimi e fammi ciò che vuoi! Sono la tua puttana!"
Soddisfatto della sua totale remissione decise di premiarla: la penetrò con una mano nella fica, cominciandola a muoverla convulsamente, senza pietà.
"Oh si! Oddio si, si, si... ah! Ah! Ah! Ahhhhhh!" Urlò di piacere e ribaltò gli occhi verso l'alto, sentendo l'orgasmo spaccarla in due dal godimento, facendola volare dritto in paradiso.
Squirtò ovunque in segno di gratitudine... e si accasciò in avanti, stremata, con la figa oscenamente aperta e allagata, offerta al suo volere.
"Guarda guarda... questo bastardo che tanto odiavi ti ha fatto schizzare come una fontanella" la derise, compiaciuto e soddisfatto. "Scommetto che quello stronzo non ti avrebbe mai fatto squirtare come hai fatto con me. Ne vuoi ancora?"
"Si.. ancora..." ansimò lei, ansimando come una cagna ingorda. Non le era bastato, era diventata una droga di cui non poteva fare a meno.
"Bene..." non le diede nemmeno il tempo di riprendersi dall'orgasmo, con un gesto brusco la fece girare con la schiena sul materasso.
L'afferrò per la gola con una mano, premendo abbastanza per lasciarle un minimo di ossigeno, e cominciò a scoparle la vagina come un toro alla corrida.
"Voglio che mi guardi mentre ti sfondo la figa! Non avrai nessun altro tra le tue gambe per il resto della tua vita!" Ormai era chiaro, più lui era cattivo e dominante con lei, più lei sentiva il piacere triplicarsi.
"Amami" le ordinò.
"Ti amo" disse lei guardandolo con venerazione.
"Amami"
"Ah.. ti amo!"
"AMAMI!" Urlò fuori di sé.
"TI AMO! SONO LA TUA PUTTANA! TI PREGO, DISTRUGGIMI!"
L'uomo cominciò a colpirla così selvaggiamente da far scuotere il letto come un terremoto. Si sentì qualche quadro staccarsi dal muro, ma nessuno dei due se ne curò. I suoi colpi erano totalmente fuori di controllo, e le loro parti intime sembravano dover prendere fuoco da un momento all'altro.
La ragazza cominciò a sentir mancare l'ossigeno e quel poco che riceveva glielo negava con i suoi baci roventi e possessivi, la morse così selvaggiamente da farle sanguinare il labbro. A quel punto non gliene fregava nulla di morire asfissiata, voleva soltanto che la scopasse come un animale, voleva che la fottesse fino in fondo all'anima e che l'amasse con violenza. Aveva venduto la sua anima a quel fottuto demone e non era mai stata così felice in vita sua!
"Guardami mentre ti ingravido!" Disse afferrandola da dietro il collo e piegandole la testa verso il basso, in modo che assistesse, legata e inerme, al momento in cui l'avrebbe inondata di sperma, contro la sua volontà.
"Si si! Mettimi incinta!" Lo incoraggiò, euforica, non capendo più niente. Sentiva solo che stava per venire insieme a lui e avrebbe accettato qualsiasi sua imposizione pur di renderlo felice.
Continuò a sbatterla come una furia demoniaca, finchè non le venne dentro, emettendo dei grugniti animaleschi, e lei venne insieme a lui senza nemmeno toccarsi, urlò il suo nome, tremando come pervasa da mille scosse elettriche.
Era stato davvero l'orgasmo più bello che le potesse regalare e nessun altro gli avrebbe fatto provare quello che sentiva con lui, questa era la verità. Anche se l'aveva stuprata e ridotta a una puttana lasciva e obbediente, non poteva fare a meno di amarlo per ciò che le aveva fatto.
Finalmente le lasciò la mano dal collo e si accasciò su di lei con tutto il suo peso imponente, stanco morto e appagato.
La ragazza lo abbracciò e lo carezzò con fare tenero.
"Ti amo..." disse lei, guardandolo adorante. Era distrutta e dolorante, ma davvero molto felice.
"Sarà meglio per te" disse lui serio. "Guai a te se mi farai ancora arrabbiare, non sarò così 'gentile' la prossima volta. Non permetterò che nessun altro ti abbia, io non ti condivido con nessuno. Tu sei mia e presto diventerai anche la madre dei miei figli."
"Va bene, amore, non lo farò più" disse lei accondiscendente.
"Brava piccola." Disse lui baciandola per premiarla e con tono più mansueto le disse anche lui: "Ti amo anche io... da perderci la testa."
Il ragazzo non rispose. Si limitò a trascinarla per il braccio verso la loro camera da letto. Era davvero incazzato nero, glielo si leggeva negli occhi.
Le aprì la porta e la spinse all'interno della loro camera, chiudendoli dentro a chiave.
"Sì può sapere che ti prende?" Domandò la ragazza, non capendo che cosa stesse succedendo.
"Non fare la finta ingenua con me. Sai benissimo che cosa mi prende" la redarguì lui severo, mostrandole i messaggi del suo telefono.
La ragazza si sentì mancare un battito appena lesse quelle chat, capendo finalmente di cosa stesse parlando.
"Mi hai spiato il telefono di nascosto!" Lo accusò, ferita e offesa.
"Pensa se non lo avessi fatto!" Disse lui con una smorfia disgustata. "Non avrei mai scoperto quanto fossi puttana!"
Quelle parole erano state una pugnalata per la ragazza. Ok, l'aveva scoperta flirtare con un altro, e aveva tutte le buone ragioni per esserne arrabbiato, ma non era mai andata oltre con quel tipo!
"Per favore, parliamone" provò a dire, sentendosi in colpa nel comprendere quanto potesse averlo davvero ferito, ma lui non aveva la minima intenzione di chiarire con lei o di accettare le sue patetiche scuse. Voleva solo fargliela pagare in modo crudele.
Se lui non l'avesse smascherata, lei sarebbe arrivata a scoparci con quel tizio, una cosa del genere era assolutamente inammissibile e il solo pensiero lo rendeva davvero furioso.
La privò bruscamente dei suoi vestiti, senza chiederle il suo consenso, sotto le deboli proteste di lei, che non riuscì ad impedirglielo.
"Che vuoi fare?" Domandò timorosa.
"Mettiti in ginocchio." La fece inginocchiare con la schiena rivolta al muro, mettendosi davanti alla sua faccia e slacciandosi la cintura.
"Per favore.." piagnucolò la ragazza, capendo che voleva usarla per sfogarsi. "Non è successo niente di grave, non ti ho tradito!"
Lui in risposta le tirò i capelli con una mano, per costringerla a guardarlo. Era incazzato come un leone, odiava essere contraddetto o che gli si continuasse a mentire spudoratamente.
"Non prendermi per il culo!" La rimproverò duramente. "Ti sei fatta corteggiare da quello stronzo e ti è pure piaciuto! Se non ti avessi scoperta, te lo saresti pure scopato quel pezzo di merda! Adesso non lamentarti se ti tratto come la troia infinita che sei!"
E detto questo tirò giù la patta dei pantaloni e tirò fuori il suo pisello turgido. Tenendola ben stretta dai capelli, cominciò a sbatterglielo sul viso per schiaffeggiarla, per umiliarla.
"Tu una cosa del genere non me la farai mai più, stanne certa. Tu sei mia e te lo marchierò nel cervello una volta per tutte questo fottuto concetto!"
La ragazza rimase immobile sul posto, da un lato era intimidita, dall'altro sentiva un brivido di eccitazione correre lungo la schiena. Sapeva quanto potesse essere geloso e possessivo, e sapeva che sarebbe bastato un minimo di attenzione rivolta a qualcun altro per farlo impazzire. Non aveva altra scelta che subire la sua collera, sperando che poi si sarebbe calmato.
"Apri la bocca adesso" le ordinò, scuro in volto.
Ella spalancò la sua boccuccia, piccola e a forma di cuore, che lui le avrebbe allargato con il suo bel cazzone gonfio. Glielo introdusse in bocca con prepotenza, fregandosene altamente dei suoi mugolii e soffocamenti, e cominciò a spingere con ferocia dentro la sua gola.
La ragazza cercò di resistere, ma si sentiva di vomitare e le lacrime cominciarono a scorrere lungo le guance. Cercò di respingerlo con le mani, ma lui le afferrò i polsi e glieli bloccò sopra la sua testa, incenerendola con lo sguardo.
"Non osare fermarmi. Con te faccio il cazzo che mi pare e piace, sono stato chiaro?"
La ragazza non poteva far altro che piangere, sentendosi piccola, indifesa e in colpa... eppure se razionalmente era ingiusto, sotto sotto c'era una parte di lei a cui piaceva sentirsi usata come il suo personale oggetto di sfogo, si eccitava nel vederlo così dominante e prepotente. E quella verità era troppo difficile da poterla semplicemente accettare. Si sentiva così sbagliata...
Chiuse gli occhi, mentre lui continuava a sfondarle la gola con colpi ancora più aggressivi, le stava togliendo il respiro.
"Apri gli occhi. Guardami mentre ti scopo la gola, guardami!" la ragazza si sforzò di guardarlo, impotente. "È il mio cazzo che stai mangiando e non di quel figlio di puttana che tanto ti piace!"
Un'altra umiliazione, che dovette incassare senza poter fare nulla. D'altra parte, vederla così impaurita lo fece eccitare ancor di più, gli diede un assurdo delirio di onnipotenza. Reclinò il collo all'indietro e accellerò i suoi movimenti di bacino, finchè non le scaricò tutta la sua rabbia, il suo malcontento e la sua frustrazione con ondate infinite di sborra bollente.
Una volta svuotatosi le palle fino all'ultima goccia ed essersi assicurato che ingoiasse tutto, si staccò da lei per riprendersi.
La ragazza si accasciò a terra, tossendo e asciugandosi la bocca. Cercò di riprendere fiato. Si sentiva così abusata e umiliata.
"Per favore... adesso basta" guaì, sperando fosse abbastanza per lui.
Il ragazzo, dopo essersi calmato dopo l'orgasmo, tornò a guardarla, serio. La prese per il braccio, costringendola a mettersi in piedi.
"C-Che stai facendo?"
Lo vide infilare una mano in mezzo alle sue cosce, che teneva ben chiuse. Gliele allargò con la forza e le toccò la vagina con due dita, sentendola bagnata.
Ghignò con cattiveria. "Sei proprio una falsa. Piangi tanto, ma alla fine ti piace farti trattare come una puttana da me."
"N-Non è vero..." negò davanti all'evidenza. Lui le ficcò le dita in bocca, costringendola a gustarsi i suoi sporchi umori, che tradivano le sue parole.
"Questa roba è tua, piccola sgualdrina. Tu vuoi me, è questa la verità, non vuoi davvero quello stronzo... devi soltanto ammetterlo a te stessa."
E detto questo la spinse verso il letto, segno che non era ancora finita.
La giovane scosse la testa, opponendo resistenza. "Per favore, non voglio!"
"Non vuoi cosa? Bagnarti ancora come una puttanella?" Disse sadicamente, mentre la distendeva sul letto di schiena e la sovrastava in tutta la sua imponenza e possenza. Voleva possederla, e niente e nessuno gli avrebbe impedito di farlo.
"Smettila, hai ottenuto quello che volevi! Non gli risponderò più a quel ragazzo, te lo giuro! Ora lasciami andare" cercò di spingerlo via, peccato che i suoi sforzi erano totalmente inutili. Infatti la prese per i polsi e glieli inchiodò con la forza sul materasso.
Lui le rise in faccia. "Certo, come avevi promesso di amarmi e di non ferirmi mai! Per chi cazzo mi hai preso, per un coglione da raggirare? Con le tue promesse del cazzo mi ci pulisco il culo! Chi mi dice che anche se smetti di rispondere a questo stronzo, non te ne troverai un altro in futuro, eh? No, le tue parole non sono abbastanza per me, mi devo assicurare che tu certe cazzate non le rifaccia mai più. E se continui a negarti a me, te la farò pagare scopandomi un'altra e farò in modo che tu lo venga a sapere. Preferisci che faccia questo?"
La ragazza lo guardò ferita. Non poteva credere che la stesse minacciando di ripagarla con la stessa moneta, soltanto per farle un dispetto. Ciò la fece scoppiare a piangere.
"'Sei un bastardo! Non posso credere che tu voglia farmi una cosa del genere soltanto per vendicarti!" Singhiozzò.
Lui osservò la sua reazione con freddezza. La carta della vittima non funzionava con lui.
"Allora ringrazia che non ti stia mandando al diavolo dopo ciò che hai fatto, perchè purtroppo, e dico purtroppo, continuo ad amarti e a volerti nonostante tutto, anche se non te lo meriti. Ora lo vedrai che razza di bastardo io possa essere..."
E detto ciò afferrò le manette legate alla tastiera del letto e le legò i polsi e le caviglie, in modo che non potesse sfuggirgli.
"No, ti prego! Che cosa fai?" Ora sì che era nel panico, era la prima volta che la legava a letto, da lì in poì aveva il terrore di scoprire cosa le avrebbe fatto...
L'intenzione di lui era quella di sottometterla fisicamente e soprattuto mentalmente, voleva addomesticarla come una cagnolina, renderla totalmente docile, remissiva e compiacente e soprattutto fedele.
Si posizionò tra le sue gambe aperte e cominciò a torturarla con le dita, muovendole in senso circolare sul suo clitoride e osservò con occhi intimidatori la sua reazione, che non voleva dargli la soddisfazione di farsi vedere eccitata. Nonostante fosse il suo ragazzo e sapesse come farla godere, lei non voleva dargli comunque alcun tipo di soddisfazione. Non così.
"È inutile che fingi, tu adori queste dita e non puoi farne a meno."
"Vaffanculo, mi hai legata!" Sbottò, arrabbiata.
Uno schiaffo arrivò sopra il suo clitoride. Violento e deciso come un colpo di frusta. Sussultò spaventata, non aspettandosela, ed essendo legata non poteva cercare di fermarlo. La cosa la faceva arrabbiare, non potersi opporre, ma sotto sotto sentì montare una strana sensazione di eccitazione...
Cercò di non ansimare, nè dal dolore, nè dal piacere, doveva resistere. Era una questione di principio, doveva opporre resistenza.
Lui d'altro canto ritornò a masturbarla su quel punto, sorridendo maligno. "Sei proprio una piccola puttana orgogliosa e testarda, ed è un lato di te che ho sempre amato. Ma è solo questione di tempo prima che tu mi ceda."
"Non avrei mai pensato di dirlo, ma.. tu... mi stai facendo ribrezzo!" Gli disse per ferirlo.
Lui si avvicinò a due centimetri dalla sua faccia, afferrandola da dietro il collo con una mano e costringendola a fissare gli occhi del diavolo che altri non era. Le schiaffeggiò le tette, lasciandole evidenti segni rossi, e cominciò a muovere le dita convulsamente dentro di lei, che andavano a sfregare il suo punto nascosto più sensibile, il tutto guardando la sua espressione che faceva di tutto per fingersi disgustata da lui.
La ragazza sentiva di non resistere ancora per molto, lo stava odiando e amando allo stesso tempo, sentiva che la stava portando alla follia... un altro secondo e avrebbe spruzzato.
"Cazzo!" Gemette frustrata, proprio sul più bello le aveva negato l'orgasmo, per punirla, lasciandola a bocca asciutta.
Era questa la sua vendetta. Portarla al limite massimo del godimento, per poi non soddisfarla a pieno. Voleva farla uscire fuori di testa, così facendo lei lo avrebbe supplicato di soddisfarla!
"Ma guarda un pò.." estrasse le sue dita grondanti di umori dalla sua fica. "Non sei poi così schifata da me allora" disse leccandosi i suoi umori, sorridendo bastardamente per prenderla in giro.
La ragazza lo guardò male, irritata di non aver goduto.
"Mi guardi storto eh? Sarebbe più facile se tu ora ammettessi che non vuoi nessun altro oltre che me..."
"Vaffanculo.." disse. Doveva ribellarsi al suo abuso di potere!
L'ennesimo ceffone le arrivò sul clitoride sensibile, che la fece godere tantissimo dentro. Stava diventando una fottuta tortura psicologica, oltre che fisica...
"Ti prego..." disse respirando affannosamente.
"Ti prego... cosa?" Domandò come un predatore guarderebbe la sua preda.
"Fermati... lasciami andare."
L'uomo fece una smorfia incazzata. "E dove cazzo vuoi andartene, da quello stronzo che ha tentato di sottrarti a me? Non se ne parla!"
La fece girare bruscamente a quattro zampe e cominciò a picchiarle la mano sulla fica, selvaggiamente, facendole perdere sempre di più il controllo.
"Ah...ah...ahh!" La ragazza non riusciva più a contenersi, stava cominciando ad adorare tutta quella violenza inferta e mancava davvero poco per gettarla nel baratro del piacere più oscuro e perverso. La sua dignità se ne stava andando letteralmente a puttane, ogni secondo che passava rendeva la sua carne sempre più debole e affamata...
Il ragazzo si fermò, negandole ancora una volta l'orgasmo, da perfetto sadico qual era. Doveva essere ancora più cattivo, affinchè imparasse a sottomettersi al suo volere.
Le tirò i capelli all'indietro e le disse all'orecchio. "Sai una cosa? Non te lo meriti un orgasmo da me. Adesso ti farò molto male."
"No..." disse sofferente.
Il ragazzo allungò una mano verso il cassetto del comodino, e si cosparse le dita di lubrificante.
Le sue dita cominciarono a stuzzicare il suo buchino. E non appena si sentì toccare in quel punto la ragazza cominciò a ribellarsi, a dimenarsi come un anguilla.
"NO!" disse nel panico, non lo aveva mai preso lì.
"Prima o poi doveva succedere, il tuo culo è sempre stato mio, lo sai" le disse malefico.
"Sei uno stronzo!"
Lui la contraddisse. "Oh vedrai che invece impazzirai di piacere e mi implorerai di sfondarti il culo sempre di più."
Le infilò due dita nell'ano stretto, forzandogli l'apertura. La ragazza strinse i denti, soffrendo in silenzio.
Dopo diversi minuti di avanti e indietro, sentì i muscoli del culo rilassarsi, così da facilitargli l'ingresso. Le artigliò le natiche, appoggiandogli solo la punta del pisello all'ingresso del suo buchetto vergine.
"Preparati, perchè non avrò pietà di te."
"Aspetta, non sono prontAH!" Urlò di dolore, sentendo che le aveva rotto il culo con un colpo secco e violento, infilandogli tutto il suo cazzone fino alla radice.
"Oh sì, che goduria!"
"Ti odio!" Si lagnò dal dolore.
"Oh si, sono lo stronzo che ti ha appena rotto il culo e, sotto sotto, ami il fatto che l'abbia fatto." La prese in giro, tirando indietro le anche piano piano, lasciandogli solo la cappella dentro, per poi rispingendoglielo dentro con un colpo improvviso e doloroso.
"AH!" La ragazza sentì di nuovo le lacrime pizzicarle gli occhi, per l'umiliazione. Sentiva come una lama trafiggerla di dolore... eppure sotto sotto amava il fatto che l'avesse fatto, stava adorando il fatto sentirsi così sottomessa al suo volere.
Lui cominciò a scoparle il culo con affondi sempre più brucianti e incalzanti, in una parola animaleschi, che erano un'agonia e un'estasi per la ragazza, che non capiva più nulla ormai.
Il ragazzo prese a schiaffeggiarle il culo, lasciandole l'impronta delle sue dita sulle sue natiche bianche e morbide, ormai aveva il completo controllo sulla sua ragazza e ciò lo mandava in estasi.
Osservò i loro corpi scontrarsi e allontanarsi, come due molle impazzite, ormai il suo cazzo scivolava facilmente dentro di lei.
"Dio... mi fai impazzire!" Disse euforico.
La ragazza piano piano sentì il dolore diradarsi per lasciar spazio a un piacere travolgente che mai aveva provato prima d'ora, che aveva il sapore del paradiso.
All'improvviso si sentì così stanca, stanca di lottare contro di lui e di negare la verità. E la verità era che amava farsi fottere così da lui. Quel fottuto diavolo aveva vinto... si arrendeva.
Si girò a guardarlo traboccando di desiderio, ansimando. "Più forte.."
Il ragazzo rise perfidamente, proprio come aveva pensato. Finalmente si era arresa, sapeva che era questione di tempo. Ma comunque non voleva la vittoria così su un piatto d'argento, doveva essere disperatamente convinta di volerlo. Così, estrasse il cazzo dal culo e si chinò sul suo orecchio.
"Dimmi che sei solo mia allora" le ordinò, perfido.
"Sono tutta tua..." gemette lei, docile e obbediente.
"Tutta mia dici?"
"Sì!"
Il ragazzo le schiaffeggiò la fica, facendola gridare come una cagnetta in calore.
"Dimmi... proverai ancora a tradirmi?"
"No! Voglio solo te! Ti prego fammi venire, non ce la faccio più!"
L'uomo le schiaffeggiò ancora una volta la fica e la ragazza cominciò a strusciare il suo sedere affettuosamente contro la sua mano. Non ce la faceva più, aveva bisogno di venire.
"Ti prego..." lo supplicò.
"Sei sicura che vuoi che sia proprio io a farti venire?"
"SI! Prendimi e fammi ciò che vuoi! Sono la tua puttana!"
Soddisfatto della sua totale remissione decise di premiarla: la penetrò con una mano nella fica, cominciandola a muoverla convulsamente, senza pietà.
"Oh si! Oddio si, si, si... ah! Ah! Ah! Ahhhhhh!" Urlò di piacere e ribaltò gli occhi verso l'alto, sentendo l'orgasmo spaccarla in due dal godimento, facendola volare dritto in paradiso.
Squirtò ovunque in segno di gratitudine... e si accasciò in avanti, stremata, con la figa oscenamente aperta e allagata, offerta al suo volere.
"Guarda guarda... questo bastardo che tanto odiavi ti ha fatto schizzare come una fontanella" la derise, compiaciuto e soddisfatto. "Scommetto che quello stronzo non ti avrebbe mai fatto squirtare come hai fatto con me. Ne vuoi ancora?"
"Si.. ancora..." ansimò lei, ansimando come una cagna ingorda. Non le era bastato, era diventata una droga di cui non poteva fare a meno.
"Bene..." non le diede nemmeno il tempo di riprendersi dall'orgasmo, con un gesto brusco la fece girare con la schiena sul materasso.
L'afferrò per la gola con una mano, premendo abbastanza per lasciarle un minimo di ossigeno, e cominciò a scoparle la vagina come un toro alla corrida.
"Voglio che mi guardi mentre ti sfondo la figa! Non avrai nessun altro tra le tue gambe per il resto della tua vita!" Ormai era chiaro, più lui era cattivo e dominante con lei, più lei sentiva il piacere triplicarsi.
"Amami" le ordinò.
"Ti amo" disse lei guardandolo con venerazione.
"Amami"
"Ah.. ti amo!"
"AMAMI!" Urlò fuori di sé.
"TI AMO! SONO LA TUA PUTTANA! TI PREGO, DISTRUGGIMI!"
L'uomo cominciò a colpirla così selvaggiamente da far scuotere il letto come un terremoto. Si sentì qualche quadro staccarsi dal muro, ma nessuno dei due se ne curò. I suoi colpi erano totalmente fuori di controllo, e le loro parti intime sembravano dover prendere fuoco da un momento all'altro.
La ragazza cominciò a sentir mancare l'ossigeno e quel poco che riceveva glielo negava con i suoi baci roventi e possessivi, la morse così selvaggiamente da farle sanguinare il labbro. A quel punto non gliene fregava nulla di morire asfissiata, voleva soltanto che la scopasse come un animale, voleva che la fottesse fino in fondo all'anima e che l'amasse con violenza. Aveva venduto la sua anima a quel fottuto demone e non era mai stata così felice in vita sua!
"Guardami mentre ti ingravido!" Disse afferrandola da dietro il collo e piegandole la testa verso il basso, in modo che assistesse, legata e inerme, al momento in cui l'avrebbe inondata di sperma, contro la sua volontà.
"Si si! Mettimi incinta!" Lo incoraggiò, euforica, non capendo più niente. Sentiva solo che stava per venire insieme a lui e avrebbe accettato qualsiasi sua imposizione pur di renderlo felice.
Continuò a sbatterla come una furia demoniaca, finchè non le venne dentro, emettendo dei grugniti animaleschi, e lei venne insieme a lui senza nemmeno toccarsi, urlò il suo nome, tremando come pervasa da mille scosse elettriche.
Era stato davvero l'orgasmo più bello che le potesse regalare e nessun altro gli avrebbe fatto provare quello che sentiva con lui, questa era la verità. Anche se l'aveva stuprata e ridotta a una puttana lasciva e obbediente, non poteva fare a meno di amarlo per ciò che le aveva fatto.
Finalmente le lasciò la mano dal collo e si accasciò su di lei con tutto il suo peso imponente, stanco morto e appagato.
La ragazza lo abbracciò e lo carezzò con fare tenero.
"Ti amo..." disse lei, guardandolo adorante. Era distrutta e dolorante, ma davvero molto felice.
"Sarà meglio per te" disse lui serio. "Guai a te se mi farai ancora arrabbiare, non sarò così 'gentile' la prossima volta. Non permetterò che nessun altro ti abbia, io non ti condivido con nessuno. Tu sei mia e presto diventerai anche la madre dei miei figli."
"Va bene, amore, non lo farò più" disse lei accondiscendente.
"Brava piccola." Disse lui baciandola per premiarla e con tono più mansueto le disse anche lui: "Ti amo anche io... da perderci la testa."
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