"Storie di Provincia"
di
Roberto15121
genere
etero
Mi chiamo Roberto, ho trent’anni sono scapolo e vivo in una piccola città di provincia del Nord Italia. Sono alto circa 1.90, ho un bel fisico e fortunatamente sono dotato di circa 23 centimetri di cazzo, con una generosa circonferenza. Svolgo l'attività d’imprenditore nel settore dell’abbigliamento in quanto ho ereditato l’attività di famiglia dopo la morte di mio padre. Quindi posso dire di vivere anche una vita agiata e pertanto posso dedicare tempo anche alla cura del mio fisico.
Mi sono sempre piaciute le donne ma, a differenza di tanti miei coetanei, sono sempre stato attratto da quelle mature, anche molto più vecchie di me. Ovviamente le mie prime esperienze le ho vissute con le mie compagne di scuola ed amiche. Tutte, ovviamente per inesperienza rimanevano un po’ basite di fronte alle mie dimensioni. Molte volte le mie prime sborrate arrivavano grazie a seghe e qualche timido pompino. La mia nave scuola fu una cliente di mio papà. Avevo circa 18 anni e fui incaricato di consegnare alla signora un abito che aveva acquistato e che necessitava di alcuni interventi di ritocco personalizzato.
Raggiunsi l’appartamento della signora, una splendida cinquantenne di nome Elena. La signora, molto ricca era sempre elegantissima e mi ha sempre eccitato immaginarla porca e onestamente in gioventù diverse volte mi ero masturbato pensano a lei.
Elena mi accolse in vestaglia da casa, sorridente e gentilissima. Era anche ben messa di seno e anche se non longilinea aveva le curve giuste al posto giusto. La seguii e notai che calzava un paio di ciabattine col tacco da camera, e che le sue gambe erano fasciate con delle calze color carne. Mentre la seguivo iniziavo a eccitarmi e osservavo i suoi movimenti e pertanto la mia mente iniziò a fantasticare. Giunti nell’anticamera della sua cabina armadio le porsi il suo vestito che volle provare immediatamente. Attesi nell’anticamera ma notai che dalla porta socchiusa l’immagine della donna era visibile riflessa in uno specchio. La vidi togliersi la vestaglia e rimanere in guépiere. La signora vestì il nuovo abito, calzò un paio di decolté tacco 12 e ritornò da me per farsi ammirare e dare un giudizio. Rimasi estasiato e dissi solo che le donava molto quel vestito. Mi alzai per sistemarle una piccola piega della gonna e involontariamente mostrai il bozzo del mio cazzo attraverso i pantaloni. Elena rise maliziosamente. Indugiai un secondo di più sulla gonna facendo scivolare lentamente la mia mano. Elena sorrise e piegò la sua testa. Avevo gli ormoni a mille e pertanto non ragionando provai a baciarla sul collo. Elena mi fece fare e non trovando resistenze alcune continuai a baciarla dolcemente e lentamente. Con la punta della lingua iniziai anche a scorrere lungo il suo collo, provocandole piacere. Elena si voltò e mi baciò, lasciandosi anche trascinare dal momento. Io avevo il cazzo che pulsava e pertanto lentamente sollevai la sua gonna cercando con la mano di raggiungere la sua figa. Entrai attraverso le sue grandi labbra e trovai un lago. Elena stava lentamente perdendo i suoi freni inibitori ed io ne approfittai rendendomi sempre più audace. Iniziai a spogliarla ed a leccare ogni centimetro della sua pelle nuda. Sganciai le fibbie della guépiere liberando i due suoi grossi seni. Iniziai a succhiare quei meravigliosi capezzoli. Elena ansimava e mi stringeva a sé con voglia. Finalmente nuda la feci adagiare sul letto e iniziai a baciarle le gambe ancora impreziosite dalle calze velate. Oramai avevo il cazzo prossimo ad esplodere e così Elena iniziò a slacciarmi i pantaloni. Rimasi in boxer e la donna iniziò a leccarmi il petto mentre lentamente scendeva verso il mio pacco. Con un movimento dolce ma carico di eros liberò il mio membro. “Mamma mia che bestia che hai… è una meraviglia!”. Aprì la sua bocca e incrociando il mio sguardo lo accolse dentro la sua bocca. Leccava lentamente tutta la mia cappella mentre la sua mano piano piano massaggiava la mia asta muovendo la pelle in modo da scappellare il mio prepuzio. Sentivo il mio cazzo pulsare sempre più. Ero pronto a godere ed Elena capì che stavo per capitolare. Mi guardò, strizzò il suo occhio e smise di muover la sua testa accogliendo tutta la mia cappella mentre la sua mano iniziò a segare sapientemente il mio cazzo. Mi rilassai e liberai tutto il mio sperma dentro la sua bocca. Elena leccò tutto e bevve fino all’ultima goccia poi, quasi ridendo si ricompose. “Bello mio… sei giovane ma hai un gran bel cazzo. Io sono sposata ma un po' di svago ogni tanto mi piacerebbe concedermelo. Se vuoi, puoi diventare il mio amante. Io godo e tu impari a dovere. Una donna matura è il sogno di tutti i tuoi coetanei.. vedrai che non te ne pentirai, però ad un patto.. non ti devi innamorare. Per l’amore ci sono le ragazze giovani”.
Mi sono sempre piaciute le donne ma, a differenza di tanti miei coetanei, sono sempre stato attratto da quelle mature, anche molto più vecchie di me. Ovviamente le mie prime esperienze le ho vissute con le mie compagne di scuola ed amiche. Tutte, ovviamente per inesperienza rimanevano un po’ basite di fronte alle mie dimensioni. Molte volte le mie prime sborrate arrivavano grazie a seghe e qualche timido pompino. La mia nave scuola fu una cliente di mio papà. Avevo circa 18 anni e fui incaricato di consegnare alla signora un abito che aveva acquistato e che necessitava di alcuni interventi di ritocco personalizzato.
Raggiunsi l’appartamento della signora, una splendida cinquantenne di nome Elena. La signora, molto ricca era sempre elegantissima e mi ha sempre eccitato immaginarla porca e onestamente in gioventù diverse volte mi ero masturbato pensano a lei.
Elena mi accolse in vestaglia da casa, sorridente e gentilissima. Era anche ben messa di seno e anche se non longilinea aveva le curve giuste al posto giusto. La seguii e notai che calzava un paio di ciabattine col tacco da camera, e che le sue gambe erano fasciate con delle calze color carne. Mentre la seguivo iniziavo a eccitarmi e osservavo i suoi movimenti e pertanto la mia mente iniziò a fantasticare. Giunti nell’anticamera della sua cabina armadio le porsi il suo vestito che volle provare immediatamente. Attesi nell’anticamera ma notai che dalla porta socchiusa l’immagine della donna era visibile riflessa in uno specchio. La vidi togliersi la vestaglia e rimanere in guépiere. La signora vestì il nuovo abito, calzò un paio di decolté tacco 12 e ritornò da me per farsi ammirare e dare un giudizio. Rimasi estasiato e dissi solo che le donava molto quel vestito. Mi alzai per sistemarle una piccola piega della gonna e involontariamente mostrai il bozzo del mio cazzo attraverso i pantaloni. Elena rise maliziosamente. Indugiai un secondo di più sulla gonna facendo scivolare lentamente la mia mano. Elena sorrise e piegò la sua testa. Avevo gli ormoni a mille e pertanto non ragionando provai a baciarla sul collo. Elena mi fece fare e non trovando resistenze alcune continuai a baciarla dolcemente e lentamente. Con la punta della lingua iniziai anche a scorrere lungo il suo collo, provocandole piacere. Elena si voltò e mi baciò, lasciandosi anche trascinare dal momento. Io avevo il cazzo che pulsava e pertanto lentamente sollevai la sua gonna cercando con la mano di raggiungere la sua figa. Entrai attraverso le sue grandi labbra e trovai un lago. Elena stava lentamente perdendo i suoi freni inibitori ed io ne approfittai rendendomi sempre più audace. Iniziai a spogliarla ed a leccare ogni centimetro della sua pelle nuda. Sganciai le fibbie della guépiere liberando i due suoi grossi seni. Iniziai a succhiare quei meravigliosi capezzoli. Elena ansimava e mi stringeva a sé con voglia. Finalmente nuda la feci adagiare sul letto e iniziai a baciarle le gambe ancora impreziosite dalle calze velate. Oramai avevo il cazzo prossimo ad esplodere e così Elena iniziò a slacciarmi i pantaloni. Rimasi in boxer e la donna iniziò a leccarmi il petto mentre lentamente scendeva verso il mio pacco. Con un movimento dolce ma carico di eros liberò il mio membro. “Mamma mia che bestia che hai… è una meraviglia!”. Aprì la sua bocca e incrociando il mio sguardo lo accolse dentro la sua bocca. Leccava lentamente tutta la mia cappella mentre la sua mano piano piano massaggiava la mia asta muovendo la pelle in modo da scappellare il mio prepuzio. Sentivo il mio cazzo pulsare sempre più. Ero pronto a godere ed Elena capì che stavo per capitolare. Mi guardò, strizzò il suo occhio e smise di muover la sua testa accogliendo tutta la mia cappella mentre la sua mano iniziò a segare sapientemente il mio cazzo. Mi rilassai e liberai tutto il mio sperma dentro la sua bocca. Elena leccò tutto e bevve fino all’ultima goccia poi, quasi ridendo si ricompose. “Bello mio… sei giovane ma hai un gran bel cazzo. Io sono sposata ma un po' di svago ogni tanto mi piacerebbe concedermelo. Se vuoi, puoi diventare il mio amante. Io godo e tu impari a dovere. Una donna matura è il sogno di tutti i tuoi coetanei.. vedrai che non te ne pentirai, però ad un patto.. non ti devi innamorare. Per l’amore ci sono le ragazze giovani”.
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Commenti dei lettori al racconto erotico