Appuntamento galante
di
Lydia Tommasi
genere
trans
Avevo pubblicato su un famoso sito italiano per annunci, nella sezione "Trav-Trans", un annuncio con il seguente titolo: "Old lady cerca gentleman".
Tra le risposte che ho ricevuto, c'era una proposta che potrei definire "galante".
Mi ha risposto un sedicente imprenditore nel settore del legname, il quale mi invitava a cena un sabato sera.
Mi sono preparata con cura, provvedendo alla pulizia generale ed intima, poi ho iniziato a truccarmi (smalto rosso per le unghie delle mani e dei piedi, fondo tinta, ombretto e rossetto).
Quindi l'abbigliamento: calze autoreggenti color visone, reggicalze, corsetto stretto sottoseno per esaltare le tettine, perizoma piccolissimo, scarpe nere lucide con tacco a spillo non eccessivamente alto.
Per finire: gonna grigia, camicetta bianca, una parrucca bionda ondulata, un soprabito, una piccola borsetta e una nuvola di profumo Armani.
Scendo in garage, prendo l'auto e mi avvio in autostrada verso l'indirizzo che Massimo mi ha indicato.
Giunta sul posto, suono al citofono di una casa singola con piccolo giardino all'ingresso.
Mi apre un signore piuttosto alto e robusto, con capelli brizzolati e barba corta e curata.
"Buonasera Lydia, benvenuta!" mi saluta calorosamente con una stretta di mano e un affettuoso abbraccio.
"Ho pensato che potremmo cenare in un ristorante che conosco, se non ti dispiace". Accettai volentieri: lì, avremmo potuto approfondire la nostra conoscenza e vedere se c'erano basi per una storia duratura.
Mi fece salire sul suo gigantesco SUV Mercedes e dopo pochi minuti arrivammo al "Ristorante Del Moro".
All'ingresso il cameriere salutò calorosamente il Sig. Massimo e gli propose un tavolo in una zona riservata.
"Bene Lydia, cosa ti ha portato qui?" mi chiese Massimo. "Sentivo una forte virilità nel tono forte, sicuro e allo stesso tempo cortese della sua risposta", dissi.
Cenammo insieme, conversando amabilmente, per poi uscire e ritornare in auto a casa di Massimo.
Ci siamo poi accomodati in una bella sala, arredata con moderni mobili e grandi divani. Ci sedemmo vicini. Massimo mi sbottonò la camicetta, scoprì i miei seni e iniziò a sfiorare i miei morbidi capezzoli.
Iniziò quindi a avvicinarsi e a mordicchiare le mie orecchie. Poi ci baciammo, stringendosi con passione.
Massimo aprì la cintura dei pantaloni, slacciò i bottoni ed estrasse il suo membro semieretto. Lo presi in mano e delicatamente tirai indietro la pelle, scoprendo la cappella.
Mi tolsi la camicetta e la gonna, rimanendo con calze, scarpe corsetto e perizoma. Mi chinai sul membro di Massimo e presi la cappella in bocca, leccandola lentamente con la lingua...
Massimo mi strizzava le tettine con le sue mani forti, facendomi male. Si spogliò completamente, e nudo sul divano, con il suo uccello eretto, mi fece sedere su di lui.
Prese da un tavolino un tubetto di lubrificante, lo aprì e ne spalmò un po' sul mio ano, esternamente e anche entrando nel buchetto con le sue dita robuste e forti.
Poi appoggiò la sua gonfia cappella sul mio buchetto.
Ormai non potevo più sottrarmi alla sua presa: aveva deciso di prendermi, di penetrarmi e di farmi sua.
Iniziò a spingere per forzare ogni mia difesa: il mio sfintere era molto stretto, ma lui non si arrese.
Ancora un spinta decisa, grazie anche al lubrificante, il suo cazzo entrò per metà della sua lunghezza (non eccessiva, ma dal diametro notevole).
Urlai di dolore, sentendo di essere stata violata. Avevo sempre sognato quel momento, ma ora il sogno era diventato realtà: ero impalata da un maschio possente! Ero sua!
Massimo, una volta entrato nel mio ano, iniziò a muoversi con colpi decisi e vigorosi. Mi sbatteva come l'ultima puttana da marciapiede.
Il mio piccolo ed inerme clito sballonzolava sotto i colpi di Massimo, mentre sentivo montare l'orgasmo anale (che qualcuno chiama "sissygasm").
Anche Massimo era super eccitato e sembrava prossimo all'orgasmo: stantuffava sempre più forte, come se non ci fosse un domani...
...poi si mise ad urlare: "sto venendooo...sto venendooo...sto venendooo...godoooo!!!
A quel punto sborrò come un cavallo, versando tutto il suo seme in fondo al mio ano completamente aperto e dilatato.
Cademmo entrambi dal divano sul tappeto, spossati entrambi.
Lì ci addormentammo per un po' di tempo, mentre lo sperma di Massimo colava lentamente dal mio buchetto completamente arrossato e dilatato.
Quando ci svegliammo, parlammo ancora un po' per concordare un seguito della nostra relazione.
Massimo, comunque, mi diede un avvertimento in proposito: "Quella di questa sera è stata una serata galante. Le prossime potrebbero essere più "impegnative" per te!".
Io, sissy romantica, che sogna sempre una storia d'amore con un vero uomo, virile e gentiluomo, avevo vissuto, per una sera, la storia che avevo sempre desiderato.
Tra le risposte che ho ricevuto, c'era una proposta che potrei definire "galante".
Mi ha risposto un sedicente imprenditore nel settore del legname, il quale mi invitava a cena un sabato sera.
Mi sono preparata con cura, provvedendo alla pulizia generale ed intima, poi ho iniziato a truccarmi (smalto rosso per le unghie delle mani e dei piedi, fondo tinta, ombretto e rossetto).
Quindi l'abbigliamento: calze autoreggenti color visone, reggicalze, corsetto stretto sottoseno per esaltare le tettine, perizoma piccolissimo, scarpe nere lucide con tacco a spillo non eccessivamente alto.
Per finire: gonna grigia, camicetta bianca, una parrucca bionda ondulata, un soprabito, una piccola borsetta e una nuvola di profumo Armani.
Scendo in garage, prendo l'auto e mi avvio in autostrada verso l'indirizzo che Massimo mi ha indicato.
Giunta sul posto, suono al citofono di una casa singola con piccolo giardino all'ingresso.
Mi apre un signore piuttosto alto e robusto, con capelli brizzolati e barba corta e curata.
"Buonasera Lydia, benvenuta!" mi saluta calorosamente con una stretta di mano e un affettuoso abbraccio.
"Ho pensato che potremmo cenare in un ristorante che conosco, se non ti dispiace". Accettai volentieri: lì, avremmo potuto approfondire la nostra conoscenza e vedere se c'erano basi per una storia duratura.
Mi fece salire sul suo gigantesco SUV Mercedes e dopo pochi minuti arrivammo al "Ristorante Del Moro".
All'ingresso il cameriere salutò calorosamente il Sig. Massimo e gli propose un tavolo in una zona riservata.
"Bene Lydia, cosa ti ha portato qui?" mi chiese Massimo. "Sentivo una forte virilità nel tono forte, sicuro e allo stesso tempo cortese della sua risposta", dissi.
Cenammo insieme, conversando amabilmente, per poi uscire e ritornare in auto a casa di Massimo.
Ci siamo poi accomodati in una bella sala, arredata con moderni mobili e grandi divani. Ci sedemmo vicini. Massimo mi sbottonò la camicetta, scoprì i miei seni e iniziò a sfiorare i miei morbidi capezzoli.
Iniziò quindi a avvicinarsi e a mordicchiare le mie orecchie. Poi ci baciammo, stringendosi con passione.
Massimo aprì la cintura dei pantaloni, slacciò i bottoni ed estrasse il suo membro semieretto. Lo presi in mano e delicatamente tirai indietro la pelle, scoprendo la cappella.
Mi tolsi la camicetta e la gonna, rimanendo con calze, scarpe corsetto e perizoma. Mi chinai sul membro di Massimo e presi la cappella in bocca, leccandola lentamente con la lingua...
Massimo mi strizzava le tettine con le sue mani forti, facendomi male. Si spogliò completamente, e nudo sul divano, con il suo uccello eretto, mi fece sedere su di lui.
Prese da un tavolino un tubetto di lubrificante, lo aprì e ne spalmò un po' sul mio ano, esternamente e anche entrando nel buchetto con le sue dita robuste e forti.
Poi appoggiò la sua gonfia cappella sul mio buchetto.
Ormai non potevo più sottrarmi alla sua presa: aveva deciso di prendermi, di penetrarmi e di farmi sua.
Iniziò a spingere per forzare ogni mia difesa: il mio sfintere era molto stretto, ma lui non si arrese.
Ancora un spinta decisa, grazie anche al lubrificante, il suo cazzo entrò per metà della sua lunghezza (non eccessiva, ma dal diametro notevole).
Urlai di dolore, sentendo di essere stata violata. Avevo sempre sognato quel momento, ma ora il sogno era diventato realtà: ero impalata da un maschio possente! Ero sua!
Massimo, una volta entrato nel mio ano, iniziò a muoversi con colpi decisi e vigorosi. Mi sbatteva come l'ultima puttana da marciapiede.
Il mio piccolo ed inerme clito sballonzolava sotto i colpi di Massimo, mentre sentivo montare l'orgasmo anale (che qualcuno chiama "sissygasm").
Anche Massimo era super eccitato e sembrava prossimo all'orgasmo: stantuffava sempre più forte, come se non ci fosse un domani...
...poi si mise ad urlare: "sto venendooo...sto venendooo...sto venendooo...godoooo!!!
A quel punto sborrò come un cavallo, versando tutto il suo seme in fondo al mio ano completamente aperto e dilatato.
Cademmo entrambi dal divano sul tappeto, spossati entrambi.
Lì ci addormentammo per un po' di tempo, mentre lo sperma di Massimo colava lentamente dal mio buchetto completamente arrossato e dilatato.
Quando ci svegliammo, parlammo ancora un po' per concordare un seguito della nostra relazione.
Massimo, comunque, mi diede un avvertimento in proposito: "Quella di questa sera è stata una serata galante. Le prossime potrebbero essere più "impegnative" per te!".
Io, sissy romantica, che sogna sempre una storia d'amore con un vero uomo, virile e gentiluomo, avevo vissuto, per una sera, la storia che avevo sempre desiderato.
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Commenti dei lettori al racconto erotico