Frenesia

di
genere
etero

— Vuoi salire? Dovrei avere qualche birra in frigo e…

Quegli splendidi occhi, due opali neri arroventati dalla smania di spogliarti, nascondono a fatica il suo appetito, ma la leggera inflessione nella sua voce non fa altro che puntarci un faro contro. Infila le chiavi nella serratura e apre il portone: ti desidera, ma non vuole renderlo così palese, non vuole che sia tu a condurre il gioco.

Entrate nell’atrio e, ancheggiando verso l’ascensore, ti fa cenno di seguirla. I lunghi capelli castani le cascano sulle spalle nude e abbronzate in ciocche disordinate; i boccoli si rivelano essere una calamita che attira il tuo sguardo irrimediabilmente verso il suo culo, senza nessuna possibilità di deviazione: quella chioma vivace non è altro che una freccia lampeggiante, simile all’insegna luminosa di uno strip-club di seconda categoria, che richiama il tuo sguardo verso la linea che divide i suoi glutei e alla goccia di sudore che, per un momento, ti è parso di veder scorrere lì in mezzo.

Da quando hai conosciuto Lara a inizio serata, anzi, dal preciso istante in cui ti ha voltato le spalle mostrandoti la schiena nuda, non hai pensato ad altro che alle sue forme flessuose, alla sua camminata da felina e a ciò che il lino color panna stesse nascondendo.

Ogni suo passo, lento e studiato, non fa altro che mettere in risalto quello splendido culo sul quale stai continuando a interrogarti; e che adesso, grazie a un fortunato quanto insperato effetto delle potenti applique dell’ingresso, è così orgogliosa di farti intravedere attraverso la trama sottile del tessuto.

Sembra quasi che tu possa scorgere la carnagione brunita e tondeggiante, così come quel filo nero che s’insinua in mezzo alle sue cosce; l’hai notato, vero?

Mentre porti un piede davanti all’altro, cercando di non inciampare sui tuoi stessi passi e sul tappeto, la tua intera concentrazione è attratta da quel sottile filamento di stoffa e dalla carne tenera e impetuosa che sta accarezzando da tutta la serata. Vorresti strapparglielo via a morsi, persino leccarlo, odorarlo e farlo tuo, prima di poterti concedere il lusso di arrivare al dolce succo di ciò che faceva finta di nascondere. Forse, se giocherai bene le ultime carte, presto potrai farlo.

— Abito al sesto piano, dobbiamo prendere l’ascensore…

Di nuovo quella nota eccitata che tenta di occultare dietro a un sorriso innocente.

Dobbiamo prendere l’ascensore.

Perfetto!

E’ la prima parola che ti viene in mente. Perfetto! Un cubicolo stretto in cui i vostri corpi possono iniziare a esplorarsi reciprocamente, un luogo in cui le vostre lingue cominceranno ad assaporarsi e a dedicarsi all’antipasto, nella fremente attesa della portata principale.

L’ascensore scende lentamente, troppo lentamente per i tuoi gusti. Avverti l’elettricità nell’aria, hai la lingua secca e il cuore inizia a tamburellarti nelle orecchie. Provi ad asciugarti le mani sudate sui jeans, ma due secondi dopo la situazione si riscrive da sola, tornando al punto di partenza. Approfitti di un momento in cui è distratta per odorarti l’alito sul retro del polso: sa di birra. Hai dimenticato a casa le caramelle, pazienza. Si volta verso di te, ti sorride e ricambi quella smorfia, a metà strada tra l’eccitato e il demente.

Finalmente l’ascensore arriva al piano, salvandoti da un’ulteriore figuraccia e dalla minaccia del silenzio imbarazzante. Ti fingi un cavaliere e fai entrare prima lei, seguendola l’istante dopo. Ti fai annunciare da un colpo di tosse, neanche fossi a un ricevimento rinascimentale.

Prima ancora che le porte si possano chiudere e la scalata al suo appartamento cominciare, vi ritrovate già avvinghiati. Le sue mani si poggiano sulle tue spalle, le tue non sono così beneducate. Fremono per tastare e palpare, per stringere, accarezzare e toccare, per tenere tra di loro la carne. Vogliono sentirla, vogliono avvertirla, vogliono conoscerla, vogliono desiderarla. Scendono, veloci, dal fondoschiena fino ai suoi glutei. Stai seguendo il percorso indicato dalla freccia, molto bravo!

Per un istante, brevissimo, il tuo cervello si chiede se è il caso di infilargliele sotto il vestitino, direttamente a contatto con il caldo dei glutei. Non vuoi fare quella figura, non sei quel tipo di uomo, quindi ti accontenti di interporre la stoffa tra la tua carne e la sua. Ancora per poco, l’attesa sta per finire e presto anche quell’ultima barriera sparirà, gettata in un angolo della stanza, sul pavimento, o chi se ne frega dove. Stringi e palpi, riempi i tuoi palmi con il rotondo del suo culo mentre ti avvicini ancora di più a lei. La tua lingua sta già facendo un esame dentale della sua bocca. La mulini un po’ a caso lì dentro, neanche fosse un elicottero dentro un hangar in procinto di partire. L’ansia e la voglia di quel bacio ti hanno annebbiato la mente, non vedevi così tanto l’ora di baciarla che hai dimenticato perfino come si fa.

Non importa, sembra stare al gioco.

Lei ti accarezza, tu stringi. Le sue mani soffiano, le tue martellano. Premi il tuo bacino contro il suo, per farle avvertire quanto di potente sta smuovendo i tuoi jeans e lei sembra accoglierlo, allargando istintivamente le gambe. Senti il suo alito caldo contro il viso mentre continuate a baciarvi, adesso in maniera un po’ più composta, quando finalmente raggiungete il piano.
Si stacca da te come una ventosa, con un sonoro pop, neanche fosse un fumetto, e per poco incespica uscendo dall’ascensore. Ti guida al suo appartamento. Noti che una bretellina le è scivolata dalla spalla e questo dettaglio non fa altro che renderla ancora più sexy e farti aumentare l’eccitazione.

Ci sei quasi. Un giro di chiave, due. Sei nel suo appartamento.

Ti fa accomodare, dice che deve andare un attimo in bagno. Non perdi nemmeno tempo a guardare com’è fatta la casa. Trovi da solo la camera da letto e decidi di aspettarla senza pantaloni (ma, per qualche strano motivo, non togli la camicia).

Lei perde qualche minuto in bagno, poi torna e in quell’esatto momento, PROPRIO-IN-QUEL-PRECISO-ISTANTE, capisci che è valsa la pena aspettare così tanto.


Continua nel prossimo capitolo.
Email: violet2stardust@gmail.com
scritto il
2025-05-19
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