Il gioco di Wendy 2

di
genere
dominazione

2. Il pomeriggio trascorse lento, con il sole che filtrava attraverso le tende della mia camera, accarezzando il mio corpo ancora nudo disteso sul nuovo materasso. Ogni volta che chiudevo gli occhi, rivivevo quelle mani giovani, quelle bocche affamate, il piacere che mi avevano regalato.
Ma sapevo che non mi sarei fermata lì. La mia fame per quei corpi giovani e vigorosi cresceva ogni volta che ne assaporavo uno. E quel materasso era solo l'inizio.
Qualche giorno dopo, il mio cellulare vibrò. Un messaggio da un numero sconosciuto:
"Ciao, sono Jake, uno dei ragazzi che ti ha aiutata con il materasso. Spero di non disturbare... Ma ci siamo chiesti se ti andrebbe di rivederci."
Un sorriso malizioso si disegnò sulle mie labbra. Non risposi subito, lasciando che l'attesa li eccitasse ancora di più. Ma quella sera, mentre il sole tramontava e la mia solitudine si trasformava in desiderio, decisi di rispondere.
"Mi piacerebbe molto. Ma questa volta voglio che siate pronti a farmi divertire davvero."
La loro risposta arrivò quasi immediata. "Come vuoi, Wendy."
Passai l'intera giornata successiva preparandomi. Un lungo bagno profumato, una cura attenta al mio corpo, e un completino nero in pizzo che sapevo li avrebbe fatti impazzire. Quando il campanello suonò, il mio cuore batteva forte, ma non era nervosismo. Era eccitazione pura.
Aprii la porta e loro erano lì, Jake e il suo amico Marcus, entrambi con uno sguardo famelico che mi fece già bagnare. Indossavano jeans aderenti e magliette che mettevano in risalto i loro muscoli, e il pensiero di averli di nuovo entrambi mi fece mordere il labbro.
«Benvenuti, ragazzi. Spero che siate pronti per giocare.»
Li feci entrare, chiudendo la porta dietro di loro. Questa volta non ci fu bisogno di giochi di parole. Non ci fu esitazione. Le loro mani erano subito su di me, le loro bocche cercavano la mia pelle, e io mi lasciai trascinare nel vortice della loro eccitazione.
Jake mi sollevò facilmente, portandomi in braccio fino alla camera da letto, mentre Marcus si spogliava velocemente, i suoi occhi fissi sul mio corpo che veniva svelato pezzo dopo pezzo.
Mi sdraiarono sul letto, e questa volta fu diverso. Erano più sicuri, più affamati. Jake si sistemò tra le mie gambe, la sua lingua che iniziava a esplorarmi, mentre Marcus si chinava su di me, le sue labbra che catturavano le mie, le sue mani che stringevano i miei seni, i pollici che accarezzavano i miei capezzoli tesi.
Il piacere montava in me come un'onda, e mi abbandonai completamente alle loro attenzioni. Le loro bocche, le loro mani, i loro corpi giovani e instancabili.
Quando Jake si sollevò, il suo membro duro e pulsante che scivolava dentro di me, gemetti di piacere, i miei fianchi che si muovevano per incontrarlo. E mentre lui mi prendeva, Marcus si posizionò vicino al mio viso, il suo membro che premeva contro le mie labbra, e io lo accolsi con desiderio, leccando, succhiando, mentre mi sentivo travolta da un piacere sempre più intenso.
Mi sembrava di essere persa in un sogno fatto di calore, di corpi intrecciati, di gemiti e sospiri.
Li sentii aumentare il ritmo, i loro corpi che si muovevano all’unisono, fino a che Jake gemette forte, affondando un'ultima volta dentro di me, il suo piacere che esplodeva caldo.
Marcus lo seguì poco dopo, i suoi gemiti soffocati dal piacere che scivolava nelle mie labbra.
Restai lì, esausta e soddisfatta, il mio corpo ancora tremante.
Quando si rivestirono, mi lasciarono un altro messaggio.
"Wendy, ci hai conquistati. Possiamo invitare qualche altro amico la prossima volta?"
Mi morsi il labbro, il cuore che batteva più forte.
"Solo se siete sicuri che riuscirete a tenermi testa."
E sapevo che la mia avventura con quei giovani corpi era solo all'inizio.
Quando la porta si chiuse e rimasi sola, il mio corpo ancora tremava, il piacere pulsava sotto la mia pelle. Mi avvolsi nel lenzuolo, sorridendo tra me e me. Quei ragazzi erano giovani, affamati, e io mi sentivo viva.
Ma quella notte, mentre cercavo di addormentarmi, il mio cellulare vibrò. Un messaggio. Era di un numero sconosciuto.
"Ciao Wendy. Hai fatto un bello spettacolo oggi. Vuoi vedere com'è venuto il video?"
Il mio cuore si fermò per un istante. Un video?
Le mani iniziarono a sudare mentre aprivo il messaggio successivo. Un breve filmato. Io, nuda sul letto, con Jake e Marcus che mi prendevano, i loro gemiti che si mescolavano ai miei. La qualità non era perfetta, ma l'immagine era chiara. Ero io. Senza dubbio.
Mi sentii gelare. Quando diavolo avevano girato quel video? E chi mi stava scrivendo?
"Chi sei?" risposi, cercando di mantenere la calma, ma le mie dita tremavano.
La risposta arrivò subito.
"Un amico di Jake. Sai, lui e Marcus si sono divertiti. E anche io. E se vuoi che il video rimanga tra noi, dovrai divertirti ancora di più."
La minaccia era chiara. E il mio respiro si fece affannoso. Avevo giocato con il fuoco, e ora mi stavo bruciando.
Mi passai una mano tra i capelli, cercando di pensare. Potevo denunciare tutto, certo. Ma poi mio marito avrebbe saputo, i miei amici, la mia famiglia. La mia reputazione sarebbe stata distrutta.
Scrissi di nuovo. "Cosa vuoi?"
"Ci vediamo domani, stessa ora. E questa volta, ci saranno anche altri due amici. Se sarai gentile, magari il video sparirà."
Una fitta di paura e desiderio si mescolò nel mio ventre. Sapevo che avrei dovuto rifiutare, minacciarli, fare qualcosa per fermarli. Ma la mia pelle ardeva, e la mia mente era già persa nelle fantasie di quei corpi giovani che mi possedevano di nuovo.
Chiusi gli occhi, cercando di respirare.
E già sapevo cosa avrei fatto.
La notte fu un alternarsi di pensieri confusi, paura e desiderio. Mi rigiravo nel letto, il lenzuolo che scivolava sulla mia pelle nuda, ancora sensibile al tocco delle loro mani. Avrei dovuto denunciarli? Ignorarli? Oppure... accettare?
Il mattino successivo, mentre mi guardavo allo specchio, notai il rossore sulle guance, gli occhi ancora velati di sonno e di eccitazione. Sotto la paura, c'era qualcosa di più profondo. Una fiamma che non riuscivo a spegnere.
A mezzogiorno il mio cellulare vibrò di nuovo.
"Ci siamo, Wendy? Noi siamo già pronti."
Presi un respiro profondo. Risposi senza esitare.
"Va bene. Venite."
Non passò molto che il campanello suonò. Aprii la porta, e questa volta non c’erano solo Jake e Marcus. Con loro c'erano altri due ragazzi, altrettanto giovani, altrettanto affamati. Mi guardarono come un branco di lupi, e io sentii il calore invadermi.
«Vedo che hai portato degli amici...» cercai di mantenere la voce ferma, ma il mio corpo già reagiva.
«Siamo sicuri che ci farai divertire, Wendy» disse Jake, avanzando verso di me e chiudendo la porta alle sue spalle.
Mi circondarono, le loro mani iniziarono subito a esplorarmi, tirando giù le spalline del mio vestito, che scivolò ai miei piedi. Sotto, non avevo messo nulla. I loro sguardi brillarono di desiderio.
Le loro bocche si avventarono su di me, labbra, lingue, mani ovunque. Ogni tocco era un fuoco sulla mia pelle. Ero presa, posseduta, e il timore che mi dominava solo pochi istanti prima si dissolse, lasciando spazio a un piacere febbrile.
Mi portarono in camera da letto, dove il nuovo materasso sembrava già pronto per un'altra avventura. Jake mi spinse sul letto, aprendo le mie gambe, mentre uno degli amici si spogliava, il suo membro già teso e pulsante.
Mi chinai verso di lui, sentendo il calore contro le mie labbra, la sua mano che mi afferrava i capelli, guidandomi, mentre Jake mi penetrava con forza, facendomi gemere.
Dietro di me, sentii altre mani che accarezzavano i miei fianchi, che mi stringevano, e una seconda bocca che mordicchiava il mio collo. Ero in balia di loro, e non avrei voluto essere altrove.
Li sentii sussurrare, ridere tra loro, eccitati dalla mia resa, dai miei gemiti che riempivano la stanza.
Ma mentre mi lasciavo travolgere, il mio sguardo catturò un dettaglio. Il ragazzo che mi teneva per i capelli aveva il cellulare in mano, la fotocamera puntata su di me.
Il cuore mi balzò in gola, ma le loro mani e i loro corpi mi impedivano di reagire.
«Guarda in camera, Wendy» sussurrò uno di loro, e quando i miei occhi incontrarono l'obiettivo, un misto di paura e desiderio mi esplose nel petto.
E non feci nulla per fermarli. Perché una parte di me, quella più oscura, quella più affamata, voleva essere vista. Voleva essere filmata.
Quando tutto finì, i quattro si rivestirono, ridendo e scambiandosi battute. Jake mi diede una pacca sul sedere.
«Sei fantastica, Wendy. E sai una cosa? I nostri amici saranno molto gelosi quando vedranno il video.»
Li accompagnai alla porta, cercando di mantenere un sorriso sicuro. Ma appena la porta si chiuse, mi lasciai scivolare a terra, il respiro affannoso, il cuore che batteva impazzito.
Il mio cellulare vibrò ancora.
"Hai superato la prova, Wendy. Preparati, la prossima volta saremo di più. E il video? Non preoccuparti, sta diventando virale."
Le mie mani tremavano. Ero intrappolata. Ma la paura era accompagnata da qualcos'altro. Un desiderio che mi bruciava dentro.
Rimasi seduta sul pavimento freddo, il respiro affannoso, il cuore che martellava nel petto. La paura mi avvolgeva come un sudario, ma sotto quella coltre di terrore c’era qualcosa di più profondo, più oscuro. Qualcosa che non volevo ammettere.
Passai la notte rigirandomi nel letto, i pensieri in tempesta. La vergogna si mescolava all’eccitazione, e ogni volta che chiudevo gli occhi, rivedevo quei corpi giovani, quegli sguardi famelici, il cellulare puntato su di me. L’immagine di me stessa, sottomessa e desiderosa, fissava la telecamera.
La mattina seguente, il cellulare vibrò di nuovo.
"Wendy, ci hai fatto impazzire. Siamo già a più di mille visualizzazioni. E ogni ora crescono."
Non sapevo se vomitare o toccarmi.
"Voglio che cancelliate tutto. Adesso." risposi, cercando di sembrare decisa.
"Oh, cara Wendy… Non hai ancora capito come funziona. Non puoi fermarci. Ma puoi continuare a divertirti."
Il panico mi avvolse. Doveva esserci una soluzione. Ma quale?
Nel pomeriggio, mentre cercavo di riprendermi, il campanello suonò. Mi affacciai alla porta, il cuore in gola. Ma non erano loro. Era il postino. Una raccomandata.
La aprii tremando. Una lettera anonima. Dentro, una stampa a colori. Un fotogramma del video. Io, nuda, in ginocchio, due corpi giovani attorno a me. Sotto, una frase:
"Divertiamoci ancora, Wendy. O questo finisce nelle mani di tuo marito."
Mi lasciai cadere sul divano. La paura ora era un nodo che mi soffocava. Ma, sotto quel terrore, il fuoco non si spegneva.
Il cellulare vibrò di nuovo. Un altro messaggio.
"Domani sera. Sii pronta. E questa volta, sii ancora più sporca."
Avrei potuto chiamare la polizia. Avrei potuto raccontare tutto a mio marito. Ma la mia pelle bruciava, il mio ventre si contrasse al pensiero di quei ragazzi, delle loro mani, dei loro corpi che mi usavano. E la verità era dolorosa.
Una parte di me voleva che venissero. Che mi usassero di nuovo.
La sera seguente, mi preparai. Un bagno caldo, un completo intimo nero, trasparente, che lasciava poco all’immaginazione. Mi truccai come se stessi andando a un appuntamento, le labbra rosse, lo sguardo truccato per sembrare più intenso.
Quando il campanello suonò, il cuore mi balzò in gola. Aprii la porta. Erano in cinque, questa volta. Jake, Marcus e tre volti nuovi.
Sorrisi. E la mia paura si trasformò in desiderio puro.
«Bentornati, ragazzi.»
Chiusi la porta e uno di loro mi afferrò subito per la vita, le sue labbra che si schiantarono sulle mie, le mani che già scivolavano sul mio corpo.
Non ci fu esitazione. Mi trascinarono in soggiorno, spogliandomi, ridendo, i loro sguardi che mi divoravano. Mi lasciarono in piedi, nuda, circondata da loro, come una preda in mezzo ai lupi.
Jake prese il cellulare, già pronto a riprendere.
«Wendy, saluta la telecamera...» sussurrò, e io fissai l'obiettivo, il mio respiro affannoso.
«Ciao, ragazzi...» dissi con un filo di voce, le mie guance che arrossivano.
Mi inginocchiai, le mie mani che già cercavano i loro membri, il mio corpo in preda a quel desiderio che mi consumava.
Li sentii parlare, ridere, commentare, ma la mia mente era avvolta in una nebbia di piacere e vergogna. Ogni loro tocco era una scarica elettrica, ogni loro gemito un richiamo a cui non potevo resistere.
Mi presero a turno, uno dietro l'altro, mentre Jake continuava a riprendere, i loro commenti che diventavano sempre più sporchi.
E io? Io non facevo nulla per fermarli. Anzi, mi abbandonavo a loro, cercando quel piacere estremo che solo il rischio poteva darmi.
Quando tutto finì, i cinque si rivestirono, ridendo e scambiandosi i numeri. Jake mi diede un bacio sulla fronte.
«Non vediamo l’ora di tornare, Wendy. Sei la nostra stella.»
La porta si chiuse e io restai lì, nuda, sudata, il corpo ancora scosso da brividi di piacere e terrore.
Mi trascinai in bagno, fissando il mio riflesso nello specchio. Chi ero diventata?
Il cellulare vibrò ancora.
"Il video di stasera è già online. Stai diventando una celebrità."
Mi lasciai scivolare a terra, le mani che tremavano.
Dovevo fare qualcosa. Ma cosa? Chiedere aiuto? Confessare?
O abbandonarmi completamente a quel vortice?
scritto il
2025-05-16
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